
Fare i conti con la poesia – di Jean-Luc Nancy
Da: Anterem, a. XXV, n. 60, giugno 2000 (pag. 23-27)
Se la poesia insiste e resiste – in qualche modo, essa resiste a tutto, ed è forse per questo che i poeti appaiono talora come “pittori della domenica”: l’insistenza della poesia giunge fino alle forme più umili, più povere, più indifese, fino a vere miserie letterarie, fino al gusto più sdolcinato o insulso per poltiglie a metà tra l’esoterico e il sentimentale (qualcosa come una sottoproletarizzazione), ma essa giunge a un punto così basso, proprio perché insiste, domanda qualcosa, e qualcosa che, lo credo davvero, non si può ridurre alle ricadute piccolo borghesi del peggiore romanticismo (del genere “poesia adolescenziale”, o anche, procedendo a ritroso, «smania di costruire rime» di cui si ride in Molière), qualcosa che non appartiene alla “sottocultura”, e neppure alla “cultura” tout court -, se la poesia insiste e resiste, dunque, ciò avviene al di là di queste manifestazioni ridicole, avviene per altre ragioni. Continua a leggere Fare i conti con la poesia – di Jean-Luc NANCY →