(Verona, Ottobre 2003, premiazione della XVII edizione del premio Lorenzo Montano)
Rifugiati nelle cose che restano
dopo di te e contro la tua morte:
vegliano la tua vita e ne sono
del tutto estranee. Non ti sanno
e per questo ti conserveranno.
***
Il campo, il territorio, poco prima,
ma prima di morire, tu guardi
dove sei stato, in quale
mai parte della terra e se,
ti chiedi, hai un senso in essa
come l’albero e il sasso
e se in essa rimani
come un atto della natura.
[Sul blog di Georgia trovate una pregevole rassegna stampa, con numerosi rimandi, dedicata alla figura e all’opera di Michele Ranchetti. Una bella selezione di testi e una interessantissima intervista sul blog di Giorgio Di Costanzo. Il tutto in corso di continuo aggiornamento. Da parte mia, solo “grazie” ad entrambi.]