Con un abbraccio immenso, senza parole, a chi ha subito gli attacchi più umilianti e ingiuriosi sulla propria pelle e nel più totale disprezzo del proprio dolore: i genitori e i familiari di Eluana.
Basta dare un’occhiata all’immonda stampaglia di regime di oggi, agli alti e rabbiosi “lai” di chi da sempre gioca sugli affetti e la memoria dei morti, sull’ostentazione e la mercificazione della sofferenza, per rendersi conto di quale grumo incancrenito è diventato lo spirito di questo paese: con e senza benedizione apostolica.
In casi come questi la scienza e la tecnica dovrebbero cedere il passo a ciò che le trascende. Il mondo scientifico dovrebbe schierarsi apertamente contro il determinismo di alcuni, riaffermando il giusto metodo scientifico in relazione ai fatti e alle condizioni. Giungere ad un sintesi in cui la morte possa essere anche una soluzione. Strumentali, meschine e perfide le critiche e i giudizi nei confronti di un padre costretto a preferire la morte della figlia. Tutti quei commentatori, detentori di verità assolute dovrebbero chinare il capo davanti alla sofferenza di quest’uomo (e famiglia) e starsene in doveroso silenzio.
“Sospendere idratazione e nutrizione significa sospendere le funzioni vitali di una persona, al di là della sua situazione fisica e di salute. Quindi queste funzioni non possono essere assolutamente considerate delle terapie, dei farmaci invasivi o straordinari”.
(Sua “eminenza” cardinal Bagnasco)
“Sarebbe una sconfitta per l’Italia se non si trovasse nessuna struttura disposta ad accogliere Eluana e si dovesse trasferirla all’estero”.
(Il neurologo che dal 1995 ha in cura Eluana)
“Eluana è stata portata in quello stato in una clinica e con l’aiuto di una clinica deve uscire da quella condizione”
(il padre di Eluana)
Quando si parla di dolore è come entrare in un tunnel di cui non si conoscono i contorni . Difficile comprendere ogni singolo individuo, entrare nelle maglie segrete della sua anima.
Niente giudizi,dunque. Solo la libertà di scegliere per tutti, mettendo da parte, se le abbiamo, le nostre intime convinzioni.
Su Repubblica.it ho trovato una poesia di Guido Ceronetti su Eluana.
La ballata dell’angelo ferito
di GUIDO CERONETTI
Urlate urlate urlate urlate.
Non voglio lacrime. Urlate.
Idolo e vittima di opachi riti
Nutrita a forza in corpo che giace
Io Eluana grido per non darvi pace
Diciassette di coma che m’impietra
Gli anni di stupro mio che non ha fine.
Una marea di sangue repentina
Angelica mi venne e fu menzogna
Resto attaccata alla loro vergogna
Ero troppo felice? Mi ha ghermita
Triste fato una notte e non finita.
Gloria a te Medicina che mi hai rinata
Da naso a stomaco una sonda ficcata
Priva di morte e orfana di vita
Ho bussato alla porta del Gran Prete
Benedetto: Santità fammi morire!
Il papa è immerso in teologica fumata
Mi ha detto da una finestra un Cardinale
Bevi il tuo calice finché sia secco
Ti saluta Sua Santità con tanto affetto
Ho bussato alla porta del Dalai Lama.
Tu il Riverito dai gioghi tibetani
Tu che il male conosci e l’oppressura
Accendimi Nirvana e i tubi oscura
Ma gli occhi abbassa muto il Dalai Lama
Ho bussato alla porta del Tribunale
E il Giudice mi ha detto sei prosciolta
La legge oggi ti libera ma tu domani
Andrai tra di altri giudici le mani.
Iniquità che predichi io gemo senza gola
Bandiera persa qui nel gelo sola
Ho bussato alla porta del Signore
Se tu ci sei e vedi non mi abbandonare
Chiamami in cielo o dove mai ti pare
Soffia questa candela d’innocente
Ma il Signore non dice e non fa niente
Ho bussato alla porta del padre mio
Lui sì risponde! Figlia ti so capire
Dolcissimo io vorrei darti morire
Ma c’è una bieca Italia di congiura
Che mi sentenzia che non è natura
E il mio papà piangeva da fontana
Me tra ganasce di sorte puttana.
Cittadini, di tanta inferta offesa
Venga alla vostra bocca il sale amaro.
Pensate a me Eluana Englaro
Questo bel disegno esprime l’involuzione umana, quando gli eccessi della tecnica, vanno contro natura.
Benvenuta libertà!
Dici bene, Paola: “benvenuta libertà”.
Con un abbraccio immenso, senza parole, a chi ha subito gli attacchi più umilianti e ingiuriosi sulla propria pelle e nel più totale disprezzo del proprio dolore: i genitori e i familiari di Eluana.
Basta dare un’occhiata all’immonda stampaglia di regime di oggi, agli alti e rabbiosi “lai” di chi da sempre gioca sugli affetti e la memoria dei morti, sull’ostentazione e la mercificazione della sofferenza, per rendersi conto di quale grumo incancrenito è diventato lo spirito di questo paese: con e senza benedizione apostolica.
fm
In casi come questi la scienza e la tecnica dovrebbero cedere il passo a ciò che le trascende. Il mondo scientifico dovrebbe schierarsi apertamente contro il determinismo di alcuni, riaffermando il giusto metodo scientifico in relazione ai fatti e alle condizioni. Giungere ad un sintesi in cui la morte possa essere anche una soluzione. Strumentali, meschine e perfide le critiche e i giudizi nei confronti di un padre costretto a preferire la morte della figlia. Tutti quei commentatori, detentori di verità assolute dovrebbero chinare il capo davanti alla sofferenza di quest’uomo (e famiglia) e starsene in doveroso silenzio.
“Sospendere idratazione e nutrizione significa sospendere le funzioni vitali di una persona, al di là della sua situazione fisica e di salute. Quindi queste funzioni non possono essere assolutamente considerate delle terapie, dei farmaci invasivi o straordinari”.
(Sua “eminenza” cardinal Bagnasco)
“Sarebbe una sconfitta per l’Italia se non si trovasse nessuna struttura disposta ad accogliere Eluana e si dovesse trasferirla all’estero”.
(Il neurologo che dal 1995 ha in cura Eluana)
“Eluana è stata portata in quello stato in una clinica e con l’aiuto di una clinica deve uscire da quella condizione”
(il padre di Eluana)
(Da un articolo su repubblica.it)
Quando si parla di dolore è come entrare in un tunnel di cui non si conoscono i contorni . Difficile comprendere ogni singolo individuo, entrare nelle maglie segrete della sua anima.
Niente giudizi,dunque. Solo la libertà di scegliere per tutti, mettendo da parte, se le abbiamo, le nostre intime convinzioni.
jolanda
Su Repubblica.it ho trovato una poesia di Guido Ceronetti su Eluana.
La ballata dell’angelo ferito
di GUIDO CERONETTI
Urlate urlate urlate urlate.
Non voglio lacrime. Urlate.
Idolo e vittima di opachi riti
Nutrita a forza in corpo che giace
Io Eluana grido per non darvi pace
Diciassette di coma che m’impietra
Gli anni di stupro mio che non ha fine.
Una marea di sangue repentina
Angelica mi venne e fu menzogna
Resto attaccata alla loro vergogna
Ero troppo felice? Mi ha ghermita
Triste fato una notte e non finita.
Gloria a te Medicina che mi hai rinata
Da naso a stomaco una sonda ficcata
Priva di morte e orfana di vita
Ho bussato alla porta del Gran Prete
Benedetto: Santità fammi morire!
Il papa è immerso in teologica fumata
Mi ha detto da una finestra un Cardinale
Bevi il tuo calice finché sia secco
Ti saluta Sua Santità con tanto affetto
Ho bussato alla porta del Dalai Lama.
Tu il Riverito dai gioghi tibetani
Tu che il male conosci e l’oppressura
Accendimi Nirvana e i tubi oscura
Ma gli occhi abbassa muto il Dalai Lama
Ho bussato alla porta del Tribunale
E il Giudice mi ha detto sei prosciolta
La legge oggi ti libera ma tu domani
Andrai tra di altri giudici le mani.
Iniquità che predichi io gemo senza gola
Bandiera persa qui nel gelo sola
Ho bussato alla porta del Signore
Se tu ci sei e vedi non mi abbandonare
Chiamami in cielo o dove mai ti pare
Soffia questa candela d’innocente
Ma il Signore non dice e non fa niente
Ho bussato alla porta del padre mio
Lui sì risponde! Figlia ti so capire
Dolcissimo io vorrei darti morire
Ma c’è una bieca Italia di congiura
Che mi sentenzia che non è natura
E il mio papà piangeva da fontana
Me tra ganasce di sorte puttana.
Cittadini, di tanta inferta offesa
Venga alla vostra bocca il sale amaro.
Pensate a me Eluana Englaro
Grazie Antao, non mi sembra davvero niente male.
fm