I.
Mi aggiro tra i banditi democratici,
gli abolitori dello stato di diritto.
Se spezzo la catena è solo un sogno
ridicolo, che lascia posto all’ombra.
La nostra storia morta è ancora questa
del grumo di catarro, terra e sangue
rappreso dove vomita la bestia
balcanica o dove il volto esangue
del ragazzino morto sotto al treno
sorride sventolando un lembo pesto
di carne…
Come somiglia questa vita a quella
già morta da decenni per violata
sovranità del nostro bene in guerra,
o al cranio tumefatto del fanciullo
che la consunta morsa della madre
nutrire può solo di mosche e terra.
Così il mercato dell’impero nero
tra i profughi, i suicidi e gli ammazzati
battezza con il sangue dei soldati
l’avvento del fascismo universale.
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molto poetica, questa poesia ha qualcosa in comune con una delle mie :)
va bene