Francesco Mastrogiovanni, anarchico…

SE NON C’E’ LA FINESTRA DI UNA QUESTURA A DISPOSIZIONE, PER UCCIDERE UN UOMO LIBERO VA BENE ANCHE IL LETTO DI CONTENZIONE DI UN OSPEDALE PSICHIATRICO…

anarchist-flag

Si chiamava Francesco Mastrogiovanni, anarchico, è stato assassinato il 4 agosto 2009 in una delle sezioni più violente e criminali delle istituzioni totali di controllo: in un ospedale psichiatrico.

L’ennesimo omicidio di stato:
che non può passare sotto silenzio e restare,
anche questa volta, come sempre, impunito.

Qui un dossier curato da Doriana Goracci, che svela l’evidente movente politico, e i suoi antecedenti, dell’omicidio perpetrato nell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania.

Qui un articolo di Sergio Falcone sul suo blog Nutopia.

Qui un articolo di Antonio Manzo e uno di Daniele Nalbone.

Qui un altro articolo di Antonio Manzo.

Qui un articolo del Corriere della Sera ripreso da Giorgio Di Costanzo.

FATE CIRCOLARE LA NOTIZIA E TUTTO IL MATERIALE RELATIVO ALLA VICENDA. NON RENDIAMOCI COMPLICI DELL’ENNESIMO CRIMINE COL NOSTRO RASSEGNATO SILENZIO.

***

508 pensieri riguardo “Francesco Mastrogiovanni, anarchico…”

  1. eravamo davanti al baretto con effe e altri amici quando è accaduto
    aldrovandi mastrogiovanni e altri altri
    ma fino a quando ancora?
    c.

  2. Vi ringrazio per quanto avete scritto, come e perchè. Stasera si aggiunge una nuova pagina, le notizie che arrivano da Milano, Bari, Lampedusa sono agghiaccianti, eppure tutto continua a bollire e fa caldo, molto caldo…Riporto, a presto
    Doriana

    http://www.reset-italia.net/2009/08/20/appesi-francesco-mastrogiovanni-da-vincenzo-serra/

    Nel giro di pochi giorni e proprio nel mezzo di agosto, riscrivo di Francesco Mastrogiovanni e questa volta è suo cognato che testimonia e chiede. Parole semplici e precise, seguite da molte domande. Per chi non sapesse di chi e di cosa sto parlando, e non sarebbe a-normale, si tratta di un maestro 58enne, anarchico, morto in circostanze tutte da dimostrare, legato ad un letto del reparto psichiatrico dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania alle 7,20 di martedì 4 agosto, in Trattamento Sanitario Obbligatorio: sono stati indagati per omicidio colposo tutti i medici del reparto psichiatrico. Per chi prova “disagio” nel leggere certe cose, o pensa che sarebbe prudente non dirle, ribadisco che vanno non solo dette, denunciate e approfondite ma ritengo anche che non possano essere lasciate, tantomeno delegate, le nostre e altrui esistenze, appese, come fossero foglie, panni o animali ammazzati …, va raccolto , è necessario proporre, agire, per non essere agiti e trattati come merce e rifiuto, da tenere nascosto, prudentemente. Vincenzo Serra pensa anche ad un Comitato per Franco, mi sono resa disponibile ma tutto questo, come ogni fatto apparentemente personale, è anche politico e sociale, pertanto va fatto insieme, a partire dalla conoscenza e riconoscenza per chi ha dato, fino a morirne. Chiediamoci chi raccoglie i pomodori di questi tempi, prima di vederli appesi come si usava un tempo, a far bella mostra di sè, per poi degustarli.

    Doriana Goracci

    Da Vincenzo Serra 19.8.2009

    Un testimone oculare (figlio proprietaria campeggio Marina Piccola del Comune di San Mauro Cilento) mi ha riferito che tra Francesco e le forze dell’ordine, all’atto dell’esecuzione dell’ordinanza del sindaco di Pollica, non c’è stata alcuna colluttazione, anzi gli è stato permesso di fare la doccia, ha bevuto un caffè e fumato anche una sigaretta. Soltanto in un primo momento Francesco ha tentato di fuggire buttantosi in acqua (mare). Ma la sua fuga non poteva sortire alcune effetto perchè era guardato a vista da mare (guardia costiera) e da terra (parecchi carabinieri e polizia municipale di Pollica).Mi hanno riferito che a Francesco subito dopo la sua uscita dall’acqua la d.ssa del reparto psichiatrico di Vallo ha praticato due punture. Il medico legale della famiglia che ha assistito all’autopsia invece fa cenno a segni di colluttazione sul corpo di Francesco oltre alle ferite ai polsi e alle caviglie. Personalmente ho avuto modo di vedere la ferita al polso sinistro: era alquanto profonda, non era assolutamente un graffio!Tanti gli interrogativi? In un primo momento si parlava di 4 auto tamponate. Dopo di guida contromano nell’isola pedonale di Acciaroli (contromano nell’ isola pedonale?).
    Il sindaco di Pollica sulla base di quale certificato medico emette l’ordinanza di TSO? Francesco è stato visitato quando guidava contromano? Il Sindaco di Pollica può fare eseguire le sue ordinanze anche nel comune vicino di San Mauro Cilento? Quasi contemporaneamente è stato effettuato un altro TSO o quantomeno un’altra persona di Acciaroli (Attilio, amico di Francesco) è stato ricoverato presso il reparto psichiatrico di Vallo della Lucania (dove è morto Francesco). Il 3 agosto si reca presso il reparto di psichiatria di Vallo della Lucania la nipote di Francesco assieme al suo ragazzo. La ragazza si intrattiene con lo psichiatra di turno che definisce Francesco un tipo atipico e sconsiglia la visita parenti al degente (perchè è legato?). Francesco dopo i fatti giudiziari dell’autunno del 1999 – condannato a 3 anni di reclusione a Vallo della Lucania ma assolto in appello a Salerno – subisce due o tre TSO. L’ultimo è stato tre o quattro anni addietro. In quelle occasioni a Francesco è stato sempre consentito comunicare telefonicamente con la famiglia. Stavolta solo una telefonata alla mamma quasi 80enne, la mattina del suo ingresso in ospedale e poi il silenzio.Perchè stavolta non è stato possibile? Per la direzione sanitaria e anche per il primario si è trattata di una morte improvvisa e senza una causa ben definita. Per il primario 10 minuti prima stava bene (con le ferite ai polsi e alle caviglie ed ipersedato ?) anzi Francesco aveva tranquillamente parlato con un infermiere. Ma con l’edema polmonare la morte è improvvisa? E’ possibile che nè i medici del reparto e nè il rianimatore intervenuto non si sono accorti che Francesco è morto per asfissia? Perchè nella cartella non c’è alcun cenno alla contenzione? A Francesco per due sere non viene somministrata la terapia perchè dorme (cartella clinica). Non era sufficiente la contenzione farmacologica? Ci sarà giustizia per Francesco anche stavolta come a Salerno in appello per i fatti giudiziari con i carabinieri (anno 1999).Ero presente a Salerno (udienza in appello). L’udienza è stata introdotta con la relazione da parte di uno dei giudici del collegio (una donna). Ricordo molto, molto bene: il Presidente della Corte d’Appello nell’ascoltare la relazione si è messo le mani nei capelli. Il disagio psichico di Francesco si è evidenziato dopo questi ultimi fatti. Perchè Francesco ottenga giustizia (e Francesco a Vallo della Lucania non è stato mai fortunato sino alla fine) e perchè la psichiatria a Vallo della Lucania diventi umana, formulo a tutte le persone che hanno manifestato attenzione e sensibilità la proposta di costiture un comitato giustizia per Francesco. A presto.
    Vincenzo Serra (cognato di Francesco)

    P.S.: allego collegamento a notizia Gruppo EveryOne

  3. Grazie Doriana per il lavoro che stai facendo.

    E’ importante, come ho scritto qua sopra, che non cali il silenzio sulla vicenda, o calerà *per sempre* su tante, troppe altre cose.

    Intanto ho messo un link a “Reset” e darò notizia di tutto ciò che si muove intorno a questa vicenda.

    fm

  4. Per conoscenza vi invio quanto segue, appena arrivato.
    “Cara Doriana,sono Matteo Pegoraro, Co-Presidente del Gruppo EveryOne.
    Non so se già lo sai, ma oltre a fare un comunicato per denunciare la
    terribile vicenda che ha coinvolto Francesco, ho scritto oggi
    un’interrogazione parlamentare urgente al Ministro degli Interni e al
    Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali chiedendo
    un’ispezione sia all’ospedale di Vallo per il trattamento inumano subito da
    Francesco, nonché per la sua morte, sia un’indagine interna alle autorità
    per quanto concerne l’eccessivo dispiegamento di forze. L’interrogazione
    verrà depositata domani da Rita Bernardini (prima firmataria), Farina
    Coscioni, Beltrandi, Maurizio Turco, Zamparutti (tutti i deputati
    radicali).
    Inoltre oggi abbiamo parlato con il Corriere della Sera, e domani (oggi,
    visto che è mezzanotte), dovrebbe anche uscire un pezzo che racconta la
    vicenda di Francesco.
    Gira pure la mia mail a Vincenzo, se lo ritieni opportuno.
    Se ci fossero novità o ci fosse bisogno di qualunque cosa, tienimi
    presente.
    Un caro saluto e a presto,

    Matteo Pegoraro
    Co-Presidente Gruppo EveryOne
    +39 334 8429527

  5. Avevo, con orrore, già appreso la notizia su Nazione Indiana.
    Lasciato tutti i commenti sdegnati possibili e fatta circolare la notizia.
    Rassegnarsi? Giammai.
    Le ceneri di mio padre e di zio Cicito volerebbero dall’etere per acceccarmi.
    Non sono un’elefante per entrare..in quei DI-SERVIZI che chiamano PSICHIATRICI.Ma qualcosina ..la conosco per interposta persona.E sono convinta che le zanzare, come ho già scritto, diano ugualmente molto fastidio.Sono una ZANZARA.
    Per il maestro più alto del mondo:eccomi. Marle

  6. Ricevo da G. Galzerano l’articolo pubblicato sul Messaggero tratto dal sito http://www.aipsimed.org/node/4713 : I Radicali oggi ribadiscono l’urgenza di modificare le politiche in materia di Tso, in modo da garantire maggiore tutela del paziente. L’AipsiMed lo ribadisce da circa 4 anni perchè il più grande paradosso della legge 180 è aver affidato ai medici il compito di limitare la libertà personale dei pazienti, mentre la limitazione della libertà personale, ivi compresa la contenzione, non sono procedure mediche, come accade in ogni paese “civile”. Infatti negli altri paesi europei, diversamente dall’Italia, il più anti-basagliano dei paesi, il paziente ha diritto ad avere un legale in caso di limitazione della libertà personale, e il Magistrato si reca di persona nel reparto di psichiatria il giorno stesso del ricovero. Purtroppo da oltre 30 anni l’Italia possiede ancora una legge quadro sulla salute mentale, ovvero una legge cornice, contenente i principi entro cui possono legiferare le Regioni, nonostante dopo la riforma Costituzionale del 2001 la categoria delle leggi quadro non esiste più. Lo stesso Basaglia non condivideva la 180 in merito al Tso. A oltre 30 anni dalla legge Basaglia l’Italia continua ad avere solo la cornice di una legge così importante: il quadro manca ancora.
    SALERNO – Si apre un nuovo capitolo sul caso di Francesco Mastrogiovanni, l’insegnante elementare di Castelnuovo Cilento, in provincia di Salerno, morto il 4 agosto nel reparto psichiatrico dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Sulla vicenda era stata aperta un’inchiesta che aveva subito evidenziato circostanze poco chiare: l’uomo, morto in base agli accertamenti per edema polmonare, era stato infatti legato al letto dopo essere stato ricoverato il 31 luglio per un trattamento sanitario obbligatorio, ordinato dalla giunta comunale di Pollica.
    Ora, mentre l’indagine penale della Procura di Vallo va avanti (con sette medici indagati per omicidio colposo), affiancata dall’inchiesta amministrativa dell’Asl Salerno, arriva una interrogazione dei Radicali ai ministri degli Interni e della Salute.
    Due pagine in cui si raccontano gli abusi subiti e l’agonia del maestro elementare, si citano gli articoli di stampa che parlano «di massiccio dispiegamento di forze dell’ordine per catturare Mastrogiovanni», si sottolineano «gli oscuri motivi della decisione del Comune di Pollica, presa pare per disturbo alla quiete pubblica».
    Ai ministri si chiede se siano a conoscenza del drammatico episodio, se vogliano attivare indagini ispettive ed eventuali provvedimenti disciplinari. Soprattutto gli interroganti ribadiscono l’urgenza di modificare le politiche in materia di Tso, in modo da garantire maggiore tutela del paziente.
    Fonte: Il Messaggero

  7. ho scritto su Agoravox oggi, Doriana ho letto la tua risposta e quindi eccomi qui – ho letto e riletto anche il messaggio di Vincenzo Serra e i commenti dei miei amici sulla mia pagina di Facebook che tengo aggiornata sulla vicenda. la memoria va a Pino Pinelli certamente, faceva caldo quel giorno tanto caldo, cosi come questo strano e malaugurato mese di agosto..pur non conoscendo Francesco Mastrogiovanni di persona, ma credo di averlo incontrato qualche volta (ho lasciato Salerno 11 anni or sono), mi associo personalmente al cordoglio della famiglia, dei parenti e degli amici tutti, per ragioni umane e personali e anche politiche se mi si concede. La diversità, che è la ricchezza della nostra human race, è sotto il fuoco di tira in costante bombardamento, per questo Francesco ti saluto come un amico caro…sperando di resistere ad ogni insetticida, contate pure sulla diffusione delle notizie in merito da parte mia
    leandra1@live.it

  8. Ringrazio Doriana e Leandra per i contributi e la *vigilanza*.

    Non bisogna mollare la presa, o tra qualche giorno sarà silenzio totale.

    fm

  9. Abbiamo deciso di occuparci di questa storia.

    Non è una scelta corrente per Filiarmonici, che non usa pubblicare testi propri e tanto meno condurre inchieste. Non l’ha mai fatto e, allo stato, non è prevedibile che lo faccia in futuro. Precisiamo questo per non doverci ritrovare domani, tirati per la giacchetta per non aver seguito questa o
    quell’altra delle mille ingiustizie che l’Italia (e perché solo l’Italia
    poi?) sforna con prevedibile regolarità. Questa nostra è un’eccezione, e probabilmente tale rimarrà.

    Continua su:

    Intollerante ai carabinieri

  10. Buonasera ,
    penso anch’io vada aggiornata la procedura per eseguire in modo efficace e meno rischioso il TSO.
    Il lavoro dei medici come dei magistrati si presume sempre in buonafede tuttavia se uno si lascia fare il TSO per 3 volte (come al sig Mastrogiovanni) vuol dire che le fobie che portava dentro erano scatenate da sè da qualcuno o da qualcosa, non ce l’aveva certo con sanitari o forze dell’ordine in senso generalista.
    Per me rimane un problema prevalentemente culturale; la sensibilità e la fragilità dei soggetti ”atipici” vengono spesso associate alla malattia mentale mentre poi l’arroganza , la pretenziosità negli interessi, l’abuso di potere , la diplomatica corruzione , le menzogne farisee ecc. ecc. queste invece sono delle caratteristiche umane da comprendere!?.
    Per fortuna molta cultura scientifica , onestà e impegno danno fiducia e speranza affinchè le cose si riequilibrino.
    Un saluto alla famiglia del sig. Mastrogiovanni e a tutti coloro che ogni giorno si trovano a soccorrere chi si trova in uno stato di disagio emotivo.

    P.S.
    Ho letto della definizione data al sig Mastrogiovanni come ”atipico” nella cartella clinica; viene da sorridere a pensare invece delle ”tipicità” o ”normalità” della nostra Italia socio-politica e religiosa.

  11. Grazie del contributo, Mauro.

    Il tuo amaro p.s. dà la misura esatta dell’orrore quotidiano in cui sguazziamo. Condivido.

    Se la salute e il livello di libertà di una società che si voglia civile si misurano in relazione alla quantità di “etichette” e marchi infamanti che scompaiono o vengono cancellati, con convinzione, dal sentire comune, la nostra è in stato preagonico, o già morta.

    fm

  12. Faro subito circolare la notizia ,
    un ennesimo assasinio che non puo restare nel silenzio
    Una verita che dovremmo cercare di far arrivare alla gente e nel mio piccolo cerchero di far emergere la verita su questa vicenda affinche la gente sappia e finalmente capisca che DI STATO SI MUORE!!!

    Saluto a pugno chiuso!

    Compagno Anarchico

  13. è molto interessante il commento di Mauro – soprattutto per una profana come me – ci sono delle schede di sintesi che possono chiarire le idee?

  14. http://www.incompatibile.altervista.org/index.php/trattamento-sanitario-obbligatorio.html

    04/09/09 – SE SI MUORE DI TSO SI MUORE DI SALUTE MENTALEPer l’anarchico Francesco Mastrogiovanni il TSO è stato doppio. È morto, come da cronaca, mentre la Salute Mentale stava praticando su di lui un Trattamento Sanitario Obbligatorio, previsto, come tutta l’altra legislazione italiana, propriamente all’interno dei Diritti Umani.

  15. Sono Giuseppe Tarallo,ex presidente parco nazionale Cilento e Vallo di Diano ed ex sindaco di Montecorice-SA. Vi invio questo mio commento del 1°settembre.

    Francesco Mastrogiovanni agli occhi degli adulti era forse un anarchico.Agli occhi dei suoi alunni ’il maestro più alto del mondo’. Come può essere che il sindaco di Pollica Vassallo,che ha firmato l’ordinanza di ricovero coatto,non abbia tenuto conto nella sua valutazione del fatto che Francesco,qualsiasi cosa avesse fatto o detto o quale che sia stato il suo comportamento(guidava contromano,suonando il clacson tutto agitato,ha tamponato qualche macchina? non si sa;lo spieghi il sindaco visto che sembra esere stato presente al fatto contestatogli alla base del TSO)era persona conosciuta e insegnava in quel comune a dei bambini che lo adoravano? O è prevalso il pregiudizio dell’anarchico agitato che attenta alla quiete pubblica dorata in una delle località più blasonate della Campania,anzi d’Italia,insignita com’è di bandiere blu e cinque vele? Nello stesso luogo sono successi altri tafferugli più gravi da parte di giovani ultras a danno di malcapitati vacanzieri ma senza provvedimenti restrittivi della libertà personale(il sindaco avrebbe minacciato il foglio di via).Perchè questa disparità?Come potrebbe spiegare agli alunni di Mastrogiovanni la sua ordinanza di ricovero coatto? E chi ha attivato il ricovero?il sindaco stesso o un ignaro medico? Il sindaco sa che il TSO è una misura estrema quando non ci sono altre alternative?Chi o che cosa l’ha convinto ad adottare in provvedimento così radicale ed estremo,perchè non ha valutato altre misure sicuramente possibili?Ha informato il giudice tutelare e l’ordinanza è stata convalidata come previsto dalla legge che disciplina un atto così straordinario?Ha informato il sindaco del comune di residenza di Franco,peraltro medico in quell’ospedale e amico di Vassallo? Come ha potuto ordinare l’esecuzione della cattura in altro comune senza informarne,sembra, il sindaco-anch’egli amico di Vassallo ma,credo anche di Francesco-?In assenza di questi requisiti il ricovero coatto diventa sequestro di persona,tanto più che è stato eseguito con vergognose modalità da caccia all’uomo.Questo provvedimento così abnorme e sicuramente illegittimo ha aperto le porte del reparto neuropsichiatrico dove,senza che ciò risulti in cartella clinica , è stato legato in un letto di contenzione per 4 giorni continuati,portando alla morte Francesco per edema polmonare,dovuto sia alla posizione allettata che allo strazio prolungato della tortura cui è stato sottoposto. I medici hanno sostenuto che è dovuta a una patologia cardiaca pregressa:non era una ragione in più per accertarlo prima anzichè legarlo lasciandolo morire?A un anarchico l’appuntamento con la morte non poteva presentarsi che col volto cattivo dello stato persecutore e barbaro.Le istituzioni che noi normali cittadini sentiamo più vicine,come il sindaco,i vigili,i carabinieri ,la capitaneria di porto,l’ospedale del piccolo centro si sono presentati a lui come orchi assassini:come vorrei che i protagonisti di questa morte lo spiegassero agli alunni di Francesco!E spiegate oltre che ai bambini a noi cittadini perchè avete portato a morte un cittadino in vacanza,preso come un delinquente nel campeggio dove pacificamente villeggiava. Ha turbato la quiete pubblica?E nessuno rimane turbato da questa morte nel paese blasonato:vip,intellettuali pronti a parlare su tutto su questo niente.Forse troppo in fretta è stato derubricato a caso di malasanità come ha fatto l’unico che ha parlato,l’avv. Dario Barbirotti,consigliere comunale di Salerno che ha denunciato l’atrocità di questa notizia.Barbirotti,consigliere comunale di Salerno ma assiduo frequentatore di Acciaroli e intimo del sindaco,non trova atroce che il suo amico sindaco abbia adottato un TSO per un disturbo alla quiete trattabile con altri mezzi,dando la caccia alla persona in altro comune e sequestrandolo?Vorrei tanto che si desse risposta a queste domande.Io so che è stata data morte a una persona dolce e fragile e che io,i suoi alunni,la sua famiglia,i suoi amici non potremo più rivederlo.E Lui era passato pochi giorni prima dal ristorante dei miei figli nel vicino paese di Agnone e non trovandomi aveva lasciato insieme ai saluti la promessa di ritornare,ricordando a mia figlia e mio figlio l’antica amicizia tra suo padre e il mio e tra lui e me e in particolare di mio fratello Alfonso.Una visita che mi aveva rallegrato e che aspettavo insieme ai miei figli,annullata dalla notizia della sua morte che ci ha colti increduli e ci ha addolorati e poi riempito di rabbia quando i giornali hanno cominciato a far trapelare i particolari agghiaccianti che l’hanno caratterizzata. In agosto erano in ferie le istituzioni,politici e persone e le loro coscienze.Ora le ferie sono finite e aspettiamo le risposte alle domande che questo caso pone prima della verità della magistratura che ancora una volta,e questa volta post mortem,gli renderà la giustizia che merita.Ma noi cittadini vogliamo risposte e decisioni su quanto è accaduto perchè non ci siano altre morti come quella atroce ed orribile di Francesco.Chi può provare solo ad immaginare di essere sequestrato e poi legato per lunghi 4 giorni e notti in un letto di contenzione in un paese civile nel nuovo secolo del nuovo millennio? E’ troppo chiedere che non possono esserci sindaci,operatori della sicurezza e della sanità di tal fatta?C’è da avere paura che esistano e continuino nelle loro funzioni.O sono intoccabili?Finite le ferie aspettiamo che governi regionale e nazionale mostrino di esserci e diano le dovute necessarie risposte.

  16. Mi unisco alla riflessione di Giuseppe Tarallo; la cosa che trovo più straziante e preoccupante dal punto di vista istituzionale è il massiccio dispiegamento di forze di Polizia di mare e di terra utilizzate per catturare il Mastrogiovanni. Da ciò che si legge era ben conosciuto , già sottoposto ad altri TSO , sembra non armato altrimenti non si gettava nel mare in preda alla disperazione, non risultavano precedenti penali se non forse essere assuntore di cannabis, ecc ecc.
    Sarebbe opportuno sapere chi ha disposto così tanti militari per applicare il TSO ad un soggetto in cura che aveva disturbato in modo ”intollerabile” la quiete pubblica?
    Penso che l’ascolto , il dialogo non pregiudiziale e l’interpretazione scientifica dei disagi di Mastrogiovanni avrebbero giovato a tutta la Comunità. Invece la paura del diverso sembra faccia intervenire la repressione.

  17. Grazie a tutti per i preziosi contributi e le testimonianze. Tra qualche giorno faremo il punto sulla situazione, per vedere cosa si è mosso, in concreto, oltre la nostra sacrosanta indignignazione.

    fm

  18. al sig Tarallo chiedo – visto che è in zona e puo osservare direttamente – quali le reazioni della gente, quali le parole del sindaco di Pollica Vassallo….quando hanno arrestato il famigerato gruppo cellula BR qui a roma da dove vi scrivo (4 armi arruginite e due olive), si è mossa la gente del quartiere, la asl, chi li conosceva di persona insomma…che succede li giu?
    per mauro, ho messo sul mio profilo ila petizione di EveryOne – se c’è altro fatemi sapere.
    di nuovo un caro saluto a tutti.

  19. Leandra, ho paura di sapere già la risposta che potrebbe darci Giuseppe Tarallo: basta guardarsi in giro, ovunque si viva: è l’oblio, il silenzio assordante di un paese di zombi.

    Spero di essere smentito.

    fm

  20. A Leandra rispondo che la rezione della gente qui è molto diversa da un quartiere di città.Qui paesi come Acciaroli,Agnone o Castelnuovo Cilento contano tanti abitanti quanti ne contiene qualche condominio di città e la risposta della gente si disperde in commenti individuali o di gruppi e non c’è quasi mai la percezione che la storia passi di qui ed esiga risposte che chiamano in causa ognuno di noi. Sicuramente c’è scarsa reattività ma che non va mai troppo sottovalutata perchè può trovare sue vie di espressione che possono anche meravigliare e/o stupire.Altrettanto sicuramente c’è stata tanta partecipazione ai funerali di Francesco a dimostrazione che il dolore e il caso Mastrogiovanni non sono solo della famiglia ma di un’intera comunità,ancora incredula ed attonita ma partecipe,interessata a capire di più cosa sia veramente successo.Io personalmente posso testimoniare quanta gente mi sta chiamando per esprimere condivisione su quanto da me espresso e quant’altre persone ancora non sanno quanto è accaduto,avvolto nei rumori estivi. Ancora c’è un turismo che tutto ovatta e…corrompe.C’è stata e c’è una stampa locale che continua a seguire con spirito critico il caso ma stenta ad andare oltre il locale nè sa porre ancora autorevolmente a chi di dovere domande perentorie che esigono risposte precise.Il sindaco? in genere ama stare sulla stampa con proposte spesso intelligenti e/originali e discutibili o perfino sulla pulizia delle strade o sulle cicche a terra ma su questo sat osservando un silenzio tombale:a domanda non risponde,non so se su consiglio di qualche avvocato.Altre autorità locali,territoriali, provinciali o regionali?parlano di tutto ma di questo no:come se non fosse mai successo. A parte un’indagine amministrativa sull’ospedale e quella doverosa della procura,nessuno parla,nessuno dichiara,neanche quelli che si candidano a cambiare la regione o quelli che si sono da poco insediati a governare la provincia,i vari consiglieri provinciali,regionali le deputazioni parlamentari:niente di niente! Eppure il caso Mastrogiovanni dovrebbe far parlare già come semplice fatto di cronaca senza contare che è un caso che interroga coscienze ed istituzioni.Sono ancora tutti in ferie?Non è questo un caso di civiltà inimmaginabile in un paese civile?E in un paese turistico può essere riservato un trattamento simile a una persona che si godeva ferie e villeggiatura?E dove sono i difensori della vita e della dignità umana? O Francesco Mastrogiovanni,per la sua storia,non aveva nè meritava diritti e dignità che si riconoscono a qualsiasi persona? Ma noi,anche in assenza di risposte,continueremo a fare domande e a pretendere risposte. Già domani a Castellabate nell’ambito della rassegna dedicata a William Burroughs diretta dal prof.Alfonso Amendola e Costabile Guariglia ci sarà uno spazio dedicato al caso Mastrogiovanni con la presenza mia e Giuseppe Galzerano.Vorrei proporre a tutti un’iniziativa a Vallo della Lucania in occasione del secondo mese dalla sua morte il giorno 4 0ttobre,giorno anche del suo onomastico per dire che Francesco Mastrogiovanni vive e il suo caso non può essere archiviato o chiuso.
    Allego e riporto il comunicato stampa dell’iniziativa di domani a Castellabate:
    COMUNICATO STAMPA
    Con preghiera di diffusione
    Franco Mastrogiovanni, William Burroughs e la violenza psichica

    Mercoledì 9 settembre (ore 20.30) al Castello dell’Abate (Castellabate) un incontro per ricordare “il caso Francesco Mastrogiovanni”. L’incontro si svolgerà nell’ambito della rassegna “Finisterre Plus” la rassegna di video, musica e performance dedicata a William Burroughs e diretta da Alfonso Amendola e Costabile Guariglia come momento di riflessione ed analisi che precede il concerto-reading “La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili” azione performativa a cura dei collettivi sperimentali “makinef” & “frame dada” (con una serie di letture creative dedicate a “La scimmia sulla schiena”, “Interzona” e con alcuni potenti spunti maturati dall’esperienza di “Genova 2001”). Info-line: http://www.frontieraimmaginifica.it/ftp.
    La serata si annuncia densa e speciale. Tra sperimentazione artistica e riflessione sociale. Infatti grazie agli interventi di Giuseppe Galzerano e Giuseppe Tarallo si ricostruirà la tragica fine dell’insegnante anarchico Francesco Mastrogiovanni morto lo scorso 4 agosto nell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania, dopo che era stato arrestato e sottoposto a un TSO. A partire da questa storia, piena di ombre e violenza, gli organizzatori hanno voluto ampliare il contesto organizzativo della rassegna dedicata a William Burroughs – autore che spesso ha raccontato le dimensioni della violenza, dell’oppressione e delle gabbie sociali- e proporre la testimonianza di chi ha seguito la storia di Franco Mastrogiovanni (una “storia vera” che sembra uscita da uno dei romanzi – a sfondo persecutorio – del grande scrittore ed artista americano).
    americano).

  21. Ti ringrazio tantissimo del tuo contributo. Seguirò e rilancerò qui sul blog l’iniziativa del 4 ottobre.

    Trovo esemplari queste tue domande, perché la risposta racchiude tutta l’aberrazione etica, giuridica e liberticida sui cui si fonda e si regge ogni regime dell’esclusione: e quello in cui viviamo lo è, sempre di più, a tutti gli effetti.

    * E dove sono i difensori della vita e della dignità umana? O Francesco Mastrogiovanni, per la sua storia, non aveva né meritava diritti e dignità che si riconoscono a qualsiasi persona? *

    fm

  22. Esatto, caro Giuseppe! FRANCO MASTROGIOVANNI, per la sua storia considerata come quella di tanti, ORDINARY PEOPLE, per dirla alla W.BURROUGHS, non meritava attenzione particolare. Cagliari non è una grande città ma, episodi simili a quello della morte di Francesco sono stati molto frequenti. Un venditore ambulante di Mercatino Rionale vendeva la sua mercanzia, nella sua bancarella, nel giorno legalmente stabilito ed autorizzato. Ha avuto un’ eplosione certo un pò aggressiva, ma abbastanza comune nei mercati rionali con un vicino di bancarella. Bene! O male! Ha subito il TSO ed è stato trasportato immediatamente al SERVIZIO PSICHIATRICO dell’ OSPEDALE SS. TRINITA’ di Cagliari. Lì è morto.
    In seguito ad una diagnosi.. poco attendibile, i suoi organi sono stati espiantati e..sostituiti!!! Il Primario del S.P. è stato poi arrestato, ma è già in libertà per..i soliti cavilli od escamotage che la Magistratura riesce ad escogitare solo per coloro che hanno POTERE CONTRATTUALE, e la loro storia è tutta qui. POTERE.
    Franco e il “Venditore ambulante” non avevano una storia degna di con- siderazione. E neanche POTERE.
    Con l’ aggravante di due etichette: ANARCHICO e AMBULANTE.
    Certo che non deve finire qui! Non deve e non FINIRA’. Marlene

  23. Caro Francesco,per ora quella del 4 ottobre è una mia proposta che va confrontata con gli altri e in primis la sua famiglia. Aspettiamo quindi che sia condivisa e confermata.Già domani a Castellabate dovrei incontrare suo cognato e già ho sentito Galzerano che non potrà esserci.Importante è che non ci fermiamo.

  24. Cara Marlene,avevo saputo dell’ambulante sardo da Giuseppe Galzerano ma non sapevo dell’espianto che rende ancora più odioso il fatto e fa pensare al mercato d’organi a danno della povera gente,dei senzastoria,
    dei diversi…di questi la storia li ha visti imprigionare,bruciare,rimpire i manicomi e oggi per fortuna ne possiamo parlare,almeno negli spazi non ufficiali e non controllati dal potere sperando di trarne la forza e la capacità di cambiare senza chiuderci in spazi inoffensivi e inutili o peggioancora narcisistici ed escludenti.
    Quanto a Francesco,non ringraziarmi per quello che faccio perchè ognuno di noi sta cercando di fare quello che fa soprattutto per Francesco Mastrogiovanni perchè abbia l’attenzione e la giustizia che merita e perchè la sua atroce morte e la sua storia servano a fare un passo o salto in avanti alla nostra società,alla sua civiltà a garanzia nostra e di quelli che verranno,soprattutto degli ultimi e di chi,agli occhi dei più,è e rimane invisibile.E noi dovremmo imparare a capire che i più siamo noi,ultimi e invisibili perchè ce ne stiamo spesso in disparte e senza disturbare chi ha e usa il potere in nome nostro e magari contro di noi. Cerchiamo di stare insieme e insieme fare qualcosa per essere visibili e,se occorre,disturbare i manovratori del potere. Comunque aggiorniamoci per l’iniziativa del 4 discutendone anche negli spazi che ci stiamo dando,anche se io personalmente non sono un buon internauta perchè è da poco che lo sto imparando.

  25. per Giuseppe Tarallo: grazie per la lunga e articolata risposta, interessante e che dimostra davvero una notevole sensibilità. approfitto per mandare tramite Lei, i miei piu cari saluti ad Alfonso Amendola, mio ex compagno di università – ho mandato gli inviti per l evento di domani, tramite il mio account di Facebook – purtroppo non potrò partecipare in persona (sono a Roma) ma vi mando il mio piu caro in bocca al lupo!

  26. Proprio il potere , necessario a mio avviso in una società degna di definirsi tale , sembra aver perso di valore.
    Un potere insofferente all’ascolto di problematiche sociali o a semplici disagi emotivi e dunque molto più sbrigativo nell’ usare ciò che il Diritto consente , ovverosia il TSO.
    Potere e Diritto dovrebbero camminare in sinergia ; un buon diritto romano avrebbe dovuto migliorare le leggi della vita quotidiana e invece spesso accade che l’uso della legge viene fatto solo per prevaricare , per vincere sull’avversario scomodo, magari che infonde dubbi ecc ecc usando qualsiasi escamotage consentito , ecco allora che il Potere rischia di degenerare.
    Un buon Diritto , la sua divulgazione nella società e la piena comprensione del significato legislativo non possono che far aspirare ad uno Stato giusto ancor prima che civile; la rigida e sbrigativa applicazione di norme e regole consolidate ormai dai primi del ‘900 non può che portare a probabili ingiustizie, ancorpiù se utilizzate in malafede.

  27. Secondo me c’è da rivedere la procedura del TSO proprio perchè il potere si serve del diritto utilizzandolo per suo uso e ciò è pericoloso.Il sidaco era stato individuato come figura di garanzia in quanto nel proprio comune è anche la massima autorità sanitaria. Con l’elezione diretta i sindaci stanno perdendo il carattere di terzietà e di garanzia richiesto dalle incombenze statali rimaste in capo a loro e quindi anzichè ‘garanti’ del TSO spesso ne diventano di fatto i proponenti facendone un uso arbitrario e illegittimo soprattutto ora che c’è una fioritura di sindaci-sceriffi.Il caso Mastrogiovanni,anarchico, e dell’ambulante sardo sopra ricordato da Marlene ne è una esemplificazione drammatica ed evidente.

  28. Partendo dalla segnalazione di Leandra del video (grazie!) dai commenti che ho letto nei giorni passati, per Franco, per tutto quello che è stato scritto e non può rimanere fermo come un francobollo che non si sa dove spedire, approfitto anche dei commenti per far circolare l’ultima casalinga “ricapitolazione”…un abbraccio grande
    http://www.reset-italia.net/?p=16670
    Le Altre domande contro la mania di rassegnazione

  29. Caro Giuseppe, per ragioni di carattere..familiare, (dico così per economia
    verbale) ho visto e sentito cose come queste per tanti lunghissimi,-mi sono sembrati-, anni. Ed ingoiavo le urla che avrei voluto lanciare agli Addetti al Settore che avevano grande libertà di movimento e potere di E.shock e “legamenti” ai letti. Ed ho visto tanti , troppi visi con espressioni inebetite da farmaci e trattamenti. In quegli Interni dell’ORRORE i gruppi di Umanità erano isolati. Il disagio e le malattie mentali,nei luoghi di Cura omologano chi ne è affetto e TUTTI, là dentro, perdono il Nome e diventano più Casi, che in qualsiasi altro reparto ospedaliero. D’altra parte, in mancanza di Norme serie che regolassero l’ intero Sistema,chiunque mostrasse un barlume di sensibilità o-e affettività positiva, aveva comunque le mani legate, come i pazienti o gli agitati.
    L’ OMS è intervenuta sempre in maniera molto tiepida e pigolante. Ripeto: LA MALATTIA MENTALE non è considerata alla stessa stregua delle altre PATOLOGIE. E’ sul SISTEMA che bisognerebbe intervenire con riforme radicali.
    L’ intero sistema sanitario che è MALATO di CORRUZIONE. E non accenna a dare segni di risveglio se non per le ultime di cronaca in cui puttane,puttanieri e festini orgiastici hanno il peso e la valenza degli scambi.
    Per appalti e prese di POTERE.Dove?
    All’ interno del COMPARTO SANITARIO. Che RENDE, perchè tutti siamo soggetti – MALATI.
    E allora ci vogliamo svegliare o facciamo come al 10 di Agosto quando la notte di S. Lorenzo a nasi in sù attendevamo le Comete?
    Margherita Hack ci ha però informati che neppure le Comete arrivano in tale data. Dunque tempo sprecato. Un saluto a tutti quelli in MOTO, per FRANCO Mastrogiovanni e gli ALTRI TANTI. Marlene

  30. Ciao a tutti e grazie per l’apporto di informazioni in merito all’accaduto, sempre fornite con serenità e obiettività ,alla base di ogni civile giustizia.
    Tanta gente sensibilizzata dall’evento (io credo che sarebbe stato lo stesso anche se non fosse morto nessuno), evidenzia quasi certamente la percezione di una frattura nella società ormai sempre più priva di una spontanea e disinteressata comunicatività.
    Da un lato le Istituzioni, e con ciò tutto il forbito indotto legale, che interpretano le procedure in modo spesso meccanico, mentre dall’altro il solitario cittadino ”malato” al quale, a priori, vengono addebitate le responsabilità .
    La buonafede e la scienza spero possano cambiare i rapporti sociali ormai sempre più oscurati da personalismi ideologico-religiosi che invece di fornire risposte creano il caos.
    La prevaricazione consapevole, l’ostentata gestione dei poteri , l’ingiustificabile pretenziosità nei rapporti a mio giudizio celano il sospetto di una inconsapevole malafede.
    Se c’è la conferma del prossimo incontro spero di essere presente in quell’occasione. ciao mauro

  31. Mauro, ho seri dubbi sulla “malafede inconsapevole”. Il potere si regge sulla propaganda e su parole d’ordine ben studiate e mirate: sa bene che i messaggi arrivano; sa bene che ci sono i servi zelanti che trasformano in pratica quotidiana ogni “richiamo”: che sia all’ordine, alla purezza, all’identità minacciata, al controllo del territorio, alla caccia al “diverso” (quale che sia la natura e l’origine della presunta “diversità”), la sostanza non muta.

    Francesco non è (soltanto) una delle tante, dimenticate vittime di casi di “malasanità”: è stato assassinato per la sua totale estraneità – etica, politica, umana – alle logiche che hanno trasformato, giorno dopo giorno, dietro il paravento osceno del sorriso a trentadue denti di chi le ha scientemente pianificate e attuate, uno stato democratico e garantista, almeno sulla carta, in un “regime” mediatico/omofobo/liberticida/fideista/razzista e fascista.

    Che l’omicidio avvenga a Genova, a Reggio Emilia o a Vallo della Lucania, cambia solo il paesaggio e il contesto: la mano è sempre la stessa.

    fm

  32. E se permetti Francesco, anche in Sardegna. Questa povera e dimenticata Sardegna sia per gli abusi della MALASANITA’, sia per tutti gli altri di diffusa CRIMINALITA’ : incendi,abusi edilizi,espropri e veri e propri atti di sciacallaggio al territorio così come alle persone. I lavoratori della SARAS di SARROCH (CA) o quelli del PETROLCHIMICO di PORTOTORRES (SS) o le ultime nefandezze perpetrate ieri a LA MADDALENA (SS) in cui 32 denti denti finti come i sorrisi e le parole, hanno morso ancora una volta la nostra ISOLA, escludendo dalle rotte commerciali i nostri pur attrezzati porti.Perchè?!? E allora i lavoratori finiranno per fare gli ambulanti e se saranno sull’ orlo di una crisi di nervi ci penseranno i poliziotti o i carabinieri ad intervenire con l’ordinanza di un TSO ottenuto da sindaci-sceriffi. In Francia c’è un’ esplosione di suicidi da stress per mancanza di. ..lavoro;a Firenze, poche ore fa, altri pestaggi contro un ragazzo omosessuale, ad opera di italiani. A questo punto chiediamoci se la Poesia può bastare. Non c’è alcuna poesia nella morte, nei suicidi, nei pestaggi, nei furti, negli sciacallaggi, negli incendi, nella VIOLENZA e nel DISAMORE.
    A Firenze, oggi, Gino Strada continua la sua battaglia per tenere in piedi EMERGENCY; distrutto dal dolore per la morte di TERESA, sua moglie.
    E dove si fa un gran parlare di solidarietà, in una forma splendida, io
    avverto come una sorta di Anaffettivita’ rispetto ai GRANDI TEMI come questi. Ho molta stima per l’ eccellenza artistica di Manuel Cohen ma, quando parla di terre agglomerate e commistioni, di lingue da rivalutare e di culture diverse, tra le regioni citate ha scordato, pure lui, la SARDEGNA, una tra le più martoriate e dimenticate. Ed io che ne sono figlia mi sto leccando ancora le ferite. Non vorrei farlo da sola. Per l’ Ambulante di QUARTU SANT’ ELENA e per gli altri! Scusa, Francesco. Marlene

  33. (pensieri sparsi)
    …la vostra conversazione, le vostre osservazioni sono degne di massima attenzione e stima. Torno qui mentre flashback mi ricordano il sole le pietre e il mare, le strade impervie dei ‘luoghi del delitto’ e i fichi di india… la solitudine assolata di francesco mastrogiovanni è il caso del caso. Nel papizzato regno (e il cilento chiuso e irsuto non è immune), francesco non era sereno, e come dargli torto. come stava elaborando la sua storia personale alla luce dell’oggi? che cosa pensava di se stesso?
    Si chiedeva, forse, se era malato davvero (e qui Marlene hai tutto il mio appoggio, pare che siamo tutti malati da un po di tempo a questa parte..) Francesco riusciva a gestire il rapporto tra la sua personalità e il suo ruolo istituzionale di educatore? (accettava per esempio che ad un bambino ipercinetico bastano due pillole e un 5 in condotta? non credo proprio. come ignorare allora i conflitti che sicuramente affrontava sul lavoro e che di certo non lo hanno aiutato, anzi.
    discussioni, osservazioni, paure. forse la paura di perdere il lavoro anche. La prevaricazione consapevole di uno sheriffo del cilento come dice Mauro, la malafede consapevole di cui parla Francesco – tutto insieme fa un mix micidiale di veleni e sospetti, costante e senza tregua che avrebbe demolito chiunque. Sono convinta che l’immediato mondo di riferimento, quello del caffè al bar e dell’edicola dove comprava il giornale o le sigarette possono dirci molto di piu di quanto possiamo immaginare davanti a questa opportunità negata – a lui e a a noi – di sapere da lui che cosa stava succedendo in realtà nelle sue giornate inquiete..

  34. Sembra un noir e forse lo è, vi ho letto a pezzi e bocconi e sono di rabbia e poi no, come in quest’ultimo intervento di Leandra che mi riporta a un’altra assenza di un’amica medico, precaria ancora a 42 anni che si è tolta la vita il 14 agosto dello scorso anno, mano sua, mentre era a letto e ha lasciato dettagliate disposizioni. La depressione che vuoi….la mania di persecuzione..forse…la solitudine…anche…i compagni che se ne vanno…pure…l’affitto che sale anche. Ne ho scritto di lei, in un solo sito http://www.reset-italia.net/?p=14022#comments scrivo sempre appena posso, è come mettere a memoria mia e collettiva. Una specie di difesa fisica e mentale, anche se mi schiaccia alla sedia per ore. Ma nessuno mi contiene, cosa che invece subiscono altre e altri. Non è intimismo quello a cui accenna bene Leandra, non lasciamo niente d’intentato. La longa mano, sarà inconsapevole forse ma infila le calze e passa per tutto lo stivale, anche se è agosto e fa caldo…po ha tutte le giustificazioni della contenzione con la pioggia e il freddo per rin-calzare, isole comprese.

  35. Caro Francesco carissimi lettori e lettrici sensibili ,la polemica è alla base della sana democrazia (anche se il potere istituzionale-religioso spesso non gradisce) ed è proprio per questo che affermavo che la malafede (cioè tutto quello che fa pensare, parlare e agire male in modo ingiustificabile e quindi intollerabile) era ”inconsapevole”!!
    Io personalmente sono convinto che chi sbaglia lo fa perchè ha impostato la propria sopravvivenza sulla base di un errato Credo educativo; colpa sua e/o di chi lo ha educato.
    Le carceri servirebbero veramente poco se si istruisse in modo Laico innanzitutto ad un giusto pensiero, ad una giusta parola e ad una giusta azione pur lasciando la immensa diversità di caratterialità umane nella totale libertà; stabilire il giusto sarebbe l’obiettivo su cui concentrare gli sforzi e invece si fanno massicci tagli all’istruzione, alla sanità ,alla giustizia.
    Ancora oggi si pensa a funerali di Stato al compianto e caro Mike Bongiorno(cordoglio alla famiglia), ma verrebbe da chiedersi se non fosse lui il responsabile della crisi mondiale!??. Un po’ di sarcasmo Mike mi scuserà, ma l’idea di quiz ,di fortuna, di escamotage,di esibitorio narcisismo da reality non avrà forse portato ad un indebolimento dell’italico pensiero?

  36. P.S.
    A questo punto non mi va di continuare oltremodo in critiche e polemiche , piuttosto preferisco contribuire per trovare risposte di giustizia, laddove possibile, a favore di Francesco Mastrogiovanni e di coloro che sono stati o saranno in futuro oggetto di quelle violente e consolidate aggressioni ( consapevoli ma spesso incoscienti) che vorrebbero far credere malato chi è scomodo per la propria coscienza; ma insomma era malato il povero Benito Albino fu Benito oppure quel disgraziato malato di potere che non gradiva riconoscerne la paternità?!

  37. caro Mauro, eh si, a noi non resta altro che cercare risposte di giustizia, come dici tu giustamente – valutare i come e i perchè di un tale spiegamento di forze, dell uso dell arma ecc ecc. ma l’attenzione che poniamo agli aspetti immediati e quotidiani della vita di francesco non sono vano intimismo, come dice Doriana, perchè ci aiutano a chiarire anche la nostra vita quotidiana e magari a misurare la nostra capacità di resistenza. Il sistema e l attuale potere al governo sono consapevoli, e basta leggere le ultime norme in vigore per non avere dubbi – forse l ultima mano che ha posto la firma al tso era inconsapevole –
    nel merito: Vassallo firma di certo senza poter immaginare un cosi triste epilogo. Firma su richiesta di chi? Pressato da chi? Con chi ne ha discusso? E perchè?
    Far luce anche sul lato celato e nascosto di un possibile francesco-capro espiatorio di qualcuno è un aspetto che spero gli inquirenti andranno ad approfondire. Ma per ricostruirlo bisogna partire da francesco e dalla sua vita, magari dai commenti buttati qua e la e cui lui neanche ha fatto caso ma gli altri si..ci sono molte, molte domande su come un oscuro maestro elementare di un paesino arrocato nel parco del cilento arriva agli onori delle cronache per un caso in apparenza di malasanità

  38. (per Marlene e Doriana, sui tanti casi degli amici ‘scomparsi’)

    “Il paese, la patria, chiudeva le serrande: preda di gente abituata a vincere con le cattive, cinismo camuffato in belle frasi a cui non credeva più nessuno, pronunciate solo per forza d’abitudine. Il paese ricacciava gli sconfitti nelle fogne, in una notte senza fine.
    Camminare e continuare a camminare, per strappare alla paura ancora qualche ora. Camminare senza bussola: non per arrivare, ma per non arrivare mai.” (aco Ignazio Taibo II)

  39. Che espressioni “terribilmente” belle ci hai proposto Leandra e quanta angoscia dentro rinasce…se non pensassi che ” NE’ RASSEGNATI, NE’ VINTI “…mai cinici, e con il cuore aperto e le porte ed i palmi delle mani rivolti verso *l’ altro da noi* . Sempre. IMAGINE…. Grazie ed
    un abbraccio. Marlene

  40. Cara Leandra l’interrogativo è proprio quello che hai accennato tu ; il Vassallo (nomen omen) dovrebbe aver chiesto parere e convalida per l’ intervento al superiore che per l’Italia mi pare sia un giudice della Procura (giudice tutelare?).
    Quest’ultimo dovrebbe analizzare con estrema competenza (quindi coscienza) tutte le info pervenute e dunque decreta o meno la fase di cattura per TSO dopo aver già superato la fase di ASO.
    Spero di non essere stato erroneo nella delucidazione , dopodicchè se il TSO prende una cattiva strada (il decesso o la menomazione) ecco che un altro giudice ( in questo caso il Procuratore in persona) deve rimettere tutto in discussione per trovare l’eventuale/i responsabile/i per qualcosa andato storto. Sembra un cane che si morde la coda , eppure sarebbe sembrato molto più logico e umano dare qualche giorno di ascolto in fase di ASO al Mastrogiovanni con un buon pool di sanitari ed il giudice tutelare prima di accalappiarlo in nome dello Stato Italiano, era un segno di fiducia in chi l’aveva persa.
    La cultura dell’esclusione , forse davvero una fase critica , la cultura del perbenismo , i 32 denti , l’omologazione dei massismi sistemi ( si dice così la massimizzazione?), le escort per non chiamarle con nome più appropriato di romana memoria; eppure esistevano anche ai tempi di Bettino, solo che Silvio vuole normalizzare tale attività con tanto di legali.
    Anch’io ho un’ Escort ,non vi scandalizzate non fate i moralisti mi raccomando, viene dall’America ha 20 anni e di cognome fa Ford, affidabilissima ;o))

    P.S.
    Ieri sera ho sentito una cosa dal nostro Presidente del Consiglio strana; ha detto ”Voglio cambiare l’Italia !”
    Mi sarei aspettato un auspicabile ”Voglio migliorare l’Italia” ma cambiare cosa? sono 40 anni che l’Italia è così come piace a lui.Adesso forse ha dato l’idea a qualcuno che la cambierà!

  41. in tutti gli articoli che ho letto si parla solo di indagini sulla direzione sanitaria. confido che la famiglia si stia muovendo sul piano legale anche per acquisire TUTTO il dossier che il procuratore ha dovuto LEGGERE, AVALLARE e convalidare per rendere effettivo il fermo di Francesco.
    un altro dato discordante della cronaca è la reazione di francesco all arrivo dei carabinieri.
    in un articolo leggo che c e chi dice che ha fumato una sigaretta con i carabinieri e quando capisce che è circondato si spaventa e fugge.
    c e chi dice invece che sono stati i carabinieri a fargli prendere un caffè e fargli fumare una sigaretta.
    non è un dettaglio irrilevante. francesco poteva essere esaurito, stanco, depresso, matto ma non scemo e la prima versione (che sta in uno dei primi articoli e sparisce nei successivi) da l idea di un francesco non sorpreso, magari pensa ad un controllo di rito, il solito controllo, si eccomi qui, sono qui, sono sempre io si, quanto resti, che fai –
    la seconda versione invece non dice perchè i carabinieri gli offrono un caffè e gli fanno fumare una sigaretta. come mai tutta questa gentilezza? come mai tutto questo tempo?
    Anch io ho un escort e non vi scandalizzate:) preferisce i croccantini alle cariche parlamentari ma è insostituibile e quando scrivo della luna nera di Francesco mi fa piu fusa del solito, forse perchè è tutto nero:)
    buona domenica a tutti/e!

  42. (la terza versione poi, quella di francesco che vede la pattuglia avvicinarsi e dunque corre sulla spiaggia dove confondendosi fra la folla prende un caffè e fuma una sigaretta è tutta da confermare)

  43. Tra i tag di un testo appena pubblicato, ho inserito TSO, consiglio chi scrive di farlo sempre e buttato lì tra le righe, non a caso, per esteso il trattamento in regime di contenzione e detenzione. La notizia è partita da Indymedia Roma, il tema è drammaticamente comune e il video agghiacciante, non per quello che si vede ma per quello che si sente. Fate girare per favore, come hanno chiesto dalle Macerie…di questo paese.
    VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=2169g-J1bUU

    Articolo: Chiavi in mano alle Croce Rossa Italiana, aspettando ballaròno con i lupi

    Link: http://www.reset-italia.net/?p=16971

    Quanto alle “versioni” ce n’è per una sceneggiatura, come consiglia Gasparri…AGI) – Roma, 13 set. – Dite una cosa, anzi scrivete una sceneggiatura, di destra. La polemica scatenatasi a cavallo della Mostra del Cinema prosegue e arriva dalle enunciazioni di principio alla prassi. “Poniamoci il problema di una proposta culturale”, e’ l’esortazione di Maurizio Gasparri che si richiama alle parole del presidente di ‘Medusa Film’, Carlo Rossella, che “ha detto ‘chi ha una sceneggiatura di destra me la mandi’. E allora – incalza il capogruppo Pdl al Senato – lo dobbiamo prendere in parola”. “Perche’ ‘Medusa’ – riprende – non ha fatto un bel film sull’abbattimento del Muro di Berlino, magari una storia d’amore fra un ragazzo e una ragazza che, divisi dal Muro, si baciano alla fine davanti alla Porta di Brandeburgo? Lancio questa sfida ai giovani del Pdl, mandate una sceneggiatura”. Sempre da Atreju, la Festa della Giovane Italia, il movimento giovanile Pdl, Gasparri torna sulla vicenda del film ‘Il sangue dei vinti’ “bloccato in Rai”: “Vogliamo sapere dal direttore generale della Rai perche’, a due anni dalla sua realizzazione, non sia ancora stato proiettato il film sul ‘Sangue dei vinti’. E’ una vergogna, la Rai dica quando lo manda in onda”.

    E POI BUONA NOTTE CHE è FONDA, IN TUTTI I SENSI MIE/I CAR*…

  44. Grazie Doriana, l’ennesimo scippo di democrazia e di diritti in barba a un’opinione pubblica debitamente devitalizzata con massicce dosi di scandali e scandaletti montati ad arte: proprio per distogliere l’attenzione dalla “carne viva” dove più a fondo penetra il vulnus, e distrugge.

    fm

    1. Non conosco il nome della donna amata e fidanzata con Sami Mbarka Ben Garci, il tunisino detenuto in carcere con richiesta di Tso del sindaco di Pavia e morto per consunzione ma la cronaca mi richiama al suo amore finito tragicamente, come quello appreso oggi : “Una ragazza marocchina di 18 anni è stata uccisa con coltellate alla gola dal padre. Era contrario alla sua relazione con un italiano di 31 anni. Colpa della differenza di età e della diversa religione. E’ successo in serata a Grizzo, piccola frazione di Montereale Valcellina (Pordenone). I due andavano in auto al ristorante dove la ragazza lavorava come cameriera. Ferito il giovane”.
      Ricordavo Pavese e non l’odio dell’intolleranza, del diverso, della differenza che uccide quando scriveva con pena e amore senza confine: “Bisogna fermare una donna e parlarle e deciderla a vivere insieme”
      http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=131840

  45. Doriana, a fine mese facciamo il punto sulla situazione raccogliendo tutti i materiali e le notizie che circolano in questo post.

    Grazie ancora.

    fm

  46. Certo Francesco, non possiamo disperdere quanto veramente in tante e tanti hanno osato fare. Proprio ora ho risposto ad esempio su agoravox a quanto avevo scritto http://www.agoravox.it/Le-Altre-domande-contro-la-mania.html e non credere che non manchino muri censure indifferenze anche dove non ci dovrebbero essere e si pensa che non ci siano…ed è molto faticoso seguire, spesso non ho segnalazioni di commenti e/o citazioni, o mail a cui fare riferimento. anche nella cosiddetta controinformazione o libera informazione dilaga il caso Ballarò Porta Zero e tutto il cucuzzaro Rai 3, condito con tutte le salse e la posta è intasata da un fervore di appelli e preghiere fino alla proposta appena arrivata di accendere un cero stasera alla finestra. Ridere o piangere? In ogni caso sono quì come te e tutt* voi e andiamo avanti con il nostro archivio. Grazie a te, tanto.

  47. La controinformazione in questo paese è merce sempre più rara, anche e soprattutto in rete. A darle il colpo di grazia sono i tanti che se riempiono la bocca, a vanvera.

    Il tuo lavoro è prezioso, cara Doriana.

    Colgo l’occasione di pubblicare qui (non ho in questo momento la possibilità di farne un post) la lettera di Davide Nota, con preghiera di lettura.

    fm

    ***

    15 settembre 2009

    Caro Direttore Piero Sansonetti,

    credo che questa volta la sua presenza nel salottino di “Porta a porta”, durante la puntata imperiale dedicata alla consegna delle prime case ai terremotati abruzzesi, sia davvero un errore imbarazzante, grave e grossolano.
    Volente o nolente lei presterà il suo corpo, il suo ruolo di rappresentante della sinistra, ai buffetti del capo anomalo di un governo di estrema destra nel bel mentre di un assedio pericoloso e greve, da parte del potere politico post-piduista in atto, nei confronti degli ultimi residui di giornalismo non allineato al pensiero unico governativo.
    La giustificazione da lei apportata (su “L’altro” di oggi 15 settembre) per cui “la televisione non è il demonio” è una scappatoia retorica priva di contenuti, dato che si sta parlando di altro e dato che l’emergenza democratica che stiamo vivendo nelle ultime settimane, e che è alla base della manifestazione indetta per il 19 settembre a Roma, ha proprio oggi, e precisamente in questa puntata di “Porta a porta” e in tutto ciò che essa rappresenta (l’instaurazione di un giornalismo ufficiale di Stato, la censura totalitaria di ogni giornalismo non allineato), la sua più esplicita e violenta manifestazione.
    Non stiamo parlando, dunque, soltanto di linguistica o di metodologia delle comunicazioni.
    Con questo potere, che fu eversivo e che ora si è fatto napoleonico, lei non potrà confrontarsi e lo sa bene, ma solamente prestarsi ad una simulazione indegna di pluralismo, che potrà forse convenirle per pubblicizzare la sua (ed anche nostra) nuova testata, ma che sinceramente sbigottisce e disorienta tutto quel popolo della sinistra plurale e diffusa che vorrebbe tentare di riconoscersi nella federazione di partiti e movimenti che cerca di unire Nichi Vendola ed anche nel suo quotidiano.
    Invece, proprio come nei migliori piani di Bruno Vespa, Berlusconi e il suo entourage, la palesazione del fascismo in atto sarà oggi coperta dalla sua presenza.
    Non si tratta solamente, e lei sa bene anche questo, di uno scontro tra Floris e Vespa, tra Partito democratico e PDL (e foss’anche non sarebbe di certo sottovalutabile trattandosi nel caso della censura totalitaria della voce del principale partito dell’opposizione parlamentare). Si tratta però di ben altro, e cioè della repressione sistematica ed organizzata di ogni voce di critica pur flebile del presente ed oppositiva all’egemonia del governo Bossi-Berlusconi, non importa se legata alla sinistra, al centro, alla Chiesa, o persino alle stesse correnti interne alla maggioranza, come dimostra l’ultimo livido episodio dell’intimidazione di Feltri-Berlusconi nei confronti del Presidente della Camera Gianfranco Fini.
    Dopo il siluraggio di Boffo, la censura del film Videocracy, il boicottaggio di “Anno zero”, lo smantellamento sostanziale di “Report”, le intimidazioni contro “La Repubblica”, “Tg3”, “Che tempo che fa” e “L’Unità”, le intimidazioni al Presidente della Camera, la sospensione di “Ballarò” ed anche di “Matrix” per dare spazio ad una trasmissione di propaganda imperiale “tagliata su misura” (parole di Bruno Vespa), lei ha deciso ugualmente di partecipare ad una conversazione truccata nel salottino buono del Palazzo dove il cronista ufficiale del governo Bossi-Berlusconi celebrerà il suo datore di lavoro, proprio nei giorni in cui quest’ultimo sta operando lo smantellamento definitivo della Rai ed instaurando un regime comunicativo repressivo e censorio, in contemporanea a quello xenofobo e repressivo nei confronti di tutti i diritti, individuali e dei lavoratori già in atto da oltre un anno nel nostro Paese.
    In questa contingente situazione, caro Direttore, ai salottini dello spettacolo si partecipa solo per bruciarne la scenografia (culturale e politica), al costo dell’esilio; oppure si salta il turno, unitariamente a tutte le altre opposizioni, per smascherarne la finzione.
    Rifiutare lo specchio narcissico dell’idealismo duropurista, sporcarsi gramscianamente le mani nel magma della realtà comunicativa e linguistica, non può voler dire essere accondiscendenti fino alle degenerazioni della pura e semplice connivenza.
    In questo clima di assedio totalitario, caro Direttore Piero Sansonetti, la celebrazione ufficiale del leader andava contestata radicalmente e unitariamente, assieme a tutte le opposizioni, parlamentari ed extraparlamentari, partitiche e movimentistiche.
    Per il suo (nostro) particulare interesse di frazione politica e di giornale, ha infranto il fronte dell’opposizione e offerto un accappatoio al re che era semi-nudo.
    Caro Direttore Piero Sansonetti, credo davvero che lei abbia fatto un gravissimo errore.

    Davide Nota

  48. Ringrazio Davide e invito a far circolare la lettera.

    Per quel che mi riguarda, Sansonetti e co., con le loro comparsate e i loro silenzi, sono artefici, consapevoli o meno, del processo di legittimazione del regime fascioleghista: l’ultimo atto, senza possibilità di replica, della capitolazione della democrazia in questo paese.

    Non saranno mai miei compagni di viaggio e di resistenza.

    fm

  49. Personalmente non sono portato a drammatizzare ciò che è già stato mediaticamente massimizzato ma è davvero difficile non riflettere e condividere la lettera di Davide.
    Un modo ci sarebbe , pacifico come sempre ma efficace, piano piano non aver più l’esigenza di accendere nè radio nè TV e al minimo i giornali; realizzare solo informazione di scambio su Web obiettiva sui fatti ma senza intermediazioni partitiche . Quando manca lo spettatore anche il teatrino di destra o sinistra prima o poi diventerà precario ;o))

  50. vi invio il link di quanto ho scritto stamattina e l’introduzione, appena aperta la posta e gli occhi e riempendomeli non solo di amarezza infinita. Come già scritto ho messo nei tag e invito anche voi a farlo metodicamente (Berlusconi escort Rai sono i più battuti) per esteso Francesco Mastrogiovanni, Tso, contenzione…
    Andiamo avanti e vi abbraccio in nome dell’informazione di scambio…come dice Mauro. Ieri sera me lo sono vista il teatrino e alla fine avrei votato Berlusconi, se non fossi quella che sono…obiettivamente…lasciamo perdere Sansonetti e il giornalismo, perchè dovremmo aprire un blog solo su questo.

    http://www.reset-italia.net/?p=17189

    Allego il testo da me personalmente trascritto, di due lettere autografe
    che mi sono pervenute per posta privata e con mailing list ma che non ho capacità tecnica di allegare e sicuramente qualcuno l’avrà già fatto o
    lo farà. La prima è la testimonianza dei detenuti della Prima Sezione di
    Pavia, compagni di cella di Sami Mbarka Ben Garci , l’altra già ieri
    circolata sulla stampa, parzialmente o integralmente. Per finire
    l’articolo dettagliato della Provincia Pavese.

    Vi prego di diffondere. Non “scendiamo nel gorgo muti”.

    Verrà la morte e ha avuto i loro occhi.

    Doriana Goracci

  51. mah…ho pubblicato un nota nel mio profilo di FB con i dettagli Doriana, di questa ennesima brutta storia. Mi chiedo se la gente sa , quando vota un sindaco alle elezioni comunali, i poteri che realmente gli concede, come altrettanto mi chiedo (ma questo è un po che lo chiedo) se la gente ha capito che quando si vota la composizione di Montecitorio, si votano automaticamente a catena tutta una serie di poltrone e poltroncine che poi andranno a influenzare DIRETTAMENTe la vita quotidiana di tutti noi, ad es. le nomine presso le aziende municipalizzate di acqua, luce, gas e latte sono a composizione politica e rispecchiano la corrente vincente – e le tasse comunali su questi consumi le paghiamo tutti indistintamente – idem per vigili urbani, rifiuti, trasporti pubblici nel cerchio città, asili, scuole, edilizia e l elenco potrebbe continuare un bel po.
    ho la sensazione che questo paese continua a distinguere tra se stessi e la politica – vista sempre come lontana, eventualmente nemica, eventualmente distributrice di favori – senza mai pensarla in modo costruttivo, come partecipazione e miglioramento reale. è ignoranza? sono i retaggi borbonici di una perpetua colonizzazione mai conclusasi (a un padrone se n’è sostituito un altro in una catena infinita di padroni, padroncini, padronazzi, patron…)? è il comodo scaricabarile (ci pensano loro/capiterà a qualcun altro mai a me)? mah e ribadisco mah
    con affetto sempre a tutti voi

  52. …per quanto riguarda poi la questione palisensto, di cui la rete si ha riservato ampio spazio – è notizia di ADNKronos che i contribuenti pagheranno un debito di 500mila euro per il cambio di programma. infatti, dato che è stata l’azienda RAI a stravolgere unilateralmente il palinsesto, le compagnie pubblicitarie non hanno accettato di essere inserite in un altro programma a 36h dalla messa in onda. Pertanto, RAI dovrà restituire quanto percepito e in piu oagare la penale ad ogni azienda, per un totale di cinquecentomila euro.

  53. Grazie, Leandra.

    Sto pensando di creare una pagina dove annotare, giorno dopo giorno, con il contributo dei lettori, tutte le porcate criminali delle ridenti contrade di vaticalia. Vedrò bene di strutturarla al più presto.

    fm

  54. Oggi domenica è stato pubblicato un articolo con “controcopertina” su Francesco Mastrogiovanni di Daniele Nalbone su Liberazione, non ho ancora il link ma l’allegato si e il testo trascritto che è lungo. Non so quindi come inserirlo, in un caso o nell’altro quì sul blog ma è importante anche questa nuova ri-costruzione.
    Buon cammino…
    Doriana

  55. Doriana, aspettiamo di avere i link, in caso contrario prova a mandare il testo in un paio di commenti, in modo da poterlo raccogliere e inserire nel post.

    Ciao, buon cammino a te.

    fm

  56. Adesso funziona, ma la cosa strana è che il link è perfettamente uguale a quello di prima.

    Mi sa tanto che il fantasma di Sansonetti si aggira ancora in quelle stanze…

    fm

  57. Daniele Nalbone
    (Liberazione, 20 settembre 2009)

    Quella di Francesco Mastrogiovanni, per le forze dell’ordine “noto anarchico”, per i suoi alunni “il maestro più alto del mondo”, è una storia di ordinaria persecuzione e di quotidiana repressione. Una vita fatta di mille difficoltà, di tragedie messe alle spalle ma che lasciano un segno indelebile nella testa. Un’esistenza precaria fino all’ultimo giorno di libertà. Una storia di quelle che non vorresti mai raccontare ma che, come ci spiega il suo caro amico e compagno, il professore-editore anarchico Giuseppe Galzerano, «devi farlo, per rendere giustizia a Franco e far si che quanto gli è accaduto non si ripeta a nessun altro».
    Liberazione è stato il primo giornale nazionale a denunciare la morte di Franco, deceduto nel reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania alle 7,20 di martedì 4 agosto. Pochi giorni dopo una mail inviata dal professor Galzerano ci ha fatto capire che qualcosa, in quella morte, non era chiara. Franco è stato ricoverato il 31 luglio per un trattamento sanitario obbligatorio. In quattro giorni è passato dalla calda spiaggia di San Mauro Cilento, dove stava trascorrendo le vacanze, al freddo marmo dell’obitorio dell’ospedale di Vallo della Lucania. Arresto cardiaco causato da un edema polmonare, hanno detto i medici. Ma c’è qualcosa di più che colpisce la nostra attenzione: Francesco Mastrogiovanni era salito agli onori della cronaca nei primi anni settanta per la morte di Carlo Falvella, giovane neofascista, vicepresidente del Fuan salernitano, ferito a morte durante l’aggressione dell’anarchico Giovanni Marini. Per capire in quale scenario sia morto il “maestro più alto del mondo”, non possiamo fare altro che partire alla volta del Cilento per conoscere i parenti e i compagni. Il 9 settembre, nello splendido scenario di Castellabate è in programma la rassegna “Finisterre Plus”, video, musica e performance dedicata a William Burroughs. “La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili”. Un titolo, una frase, che spiega perché a Burroughs è stato accostato il racconto degli ultimi giorni di vita di Francesco Mastrogiovanni.
    Ombra e violenza. Un resoconto dettagliato, quello fatto dal professor Galzerano e dall’ex sindaco di Montecorice, Giuseppe Tarallo, amico e compagno di Franco, che sembra costruito appositamente sullo sfondo persecutorio di una delle opere dello scrittore americano. Purtroppo, però, questa volta siamo al cospetto di una “storia vera” iniziata nel lontano 7 luglio 1972. Insieme a Giovanni Marini e Gennaro Scariati, Franco stava passeggiando sul lungomare di Salerno. Quel giorno era pieno di fascisti che da giorni cercavano di provocare Marini per avere la “scusa” di un’aggressione. Le sue indagini, all’epoca si diceva “controinformazione”, sullo strano incidente stradale che il 27 settembre 1970 aveva provocato la morte sulla Roma-Napoli di cinque giovani anarchici calabresi, nei pressi di Ferentino, davano fastidio. Annalisa Borth, Giovanni Aricò, Angelo Casile, Francesco Scordo e Luigi Lo Celso si stavano recando a Roma per consegnare ai compagni della capitale i risultati di una loro inchiesta sulle stragi fasciste che avevano iniziato a insanguinare il paese, in particolare sul deragliamento del “Treno del Sole” Palermo-Milano del 22 luglio del 1970, nei pressi della stazione di Gioia Tauro. Giovanni Marini aveva scoperto che alla guida dell’autotreno, che procedeva a fari spenti, c’era un camionista con simpatie fasciste e che lo scontro avvenne precisamente all’altezza di una villa di Valerio Borghese. Erano iniziati a insinuarsi i primi dubbi sulla casualità dell’episodio. «Da allora su di lui incombeva una sentenza di morte alla quale sarebbe sopravvissuto per quasi trent’anni», spiega oggi il professor Galzerano. Giovanni, Franco e Gennaro si stavano recando a teatro. Ridiscendendo via Velia si trovano davanti a due giovani missini: Carlo Falvella e Giovanni Alflinito armati di lame. Franco accelera il passo per andare a parlare con loro. Dai racconti e dalle testimonianze del processo emerge come tentò di far da paciere ma, per tutta risposta, ricevette una coltellata ad una coscia da Alflinito e stramazzò a terra. I due compagni intervennero immediatamente e, nella rissa che ne seguì, Giovanni riuscì a disarmare Falvella ferendolo a morte con la sua stessa arma. Si costituì il giorno stesso mentre Franco venne trasportato in ospedale. Gennaro, invece, sarà immediatamente scarcerato perché minorenne. Da quel giorno il caso Marini finì su tutti i giornali: Giovanni era, per tutti, un mostro.
    «Per punizione», racconta il professor Galzerano, «peregrinava incessantemente da un carcere all’altro e a Caltanissetta venne rinchiuso in una cella senza luce da dove non smise mai di denunciare le aberranti condizioni di vita riservate ai carcerati». Per motivi di ordine pubblico il processo venne spostato da Salerno proprio a Vallo della Lucania. Marini viene condannato in primo grado a dodici anni (pena poi ridotta a nove in appello), Mastrogiovanni viene assolto ma allora per lui inizierà l’inferno.
    Un inferno in camicia nera fatto di minacce, telefonate minatorie, continue ritorsioni che lo porteranno ad emigrare al nord. A metà degli anni ottanta si trasferisce a Sarnico, sul lago di Iseo, in provincia di Bergamo, dove, per quindici anni, insegna nelle scuole elementari della zona. Ma la sua fama di “pericoloso anarchico” lo accompagnerà anche lassù. Il merito, questa volta, è delle forze dell’ordine che, con una nota, comunicano ai colleghi bergamaschi di non perderlo d’occhio. Inizia, così, una seconda fase di persecuzioni: questa volta condotta della forze dell’ordine. Alla fine degli anni novanta decide di fare ritorno a Castelnuovo Cilento. Agli agenti del paese non sembra vero: ora avranno di che divertirsi. Per Franco la divisa diventa un incubo quotidiano che si trasforma in realtà il 5 ottobre 1999. Quel giorno per lui scattano le manette. Tutto inizia dall’ennesima, immotivata provocazione. Una multa per divieto di sosta a Vallo Scalo. Franco compie l’errore di mandare a quel paese un agente. Immediato l’arresto. Immancabili le botte nel commissariato. L’accusa è pesante: resistenza aggravata e continua nonché lesioni personali. Ovviamente Franco risponde con una controdenuncia per arresto illegale, lesioni personali, abuso di autorità e calunnia. Per lui scattano gli arresti domiciliari presso l’abitazione familiare, a Castelnuovo Cilento. Una beffa: il compito di controllarne l’osservanza viene affidato agli stessi carabinieri denunciati. Inizia il tormento al punto che diverse volte chiederà di tornare in carcere. Ma quando tutto sembra volgere per il meglio con il proscioglimento da ogni accusa, per Franco inizia la terza fase di persecuzione: quella dello Stato. Alla fine venti anni di angherie, soprusi, minacce, botte, lasciano il segno. Psicologicamente fragile, Franco si sente perseguitato. Ogni volta che incrocia una divisa, entra nel panico. Per due volte il sindaco di Castelnuovo firma la richiesta per un trattamento sanitario obbligatorio. Esperienza traumatica che Franco riesce a superare continuando ad insegnare. Adora i bambini e i bambini adorano questo maestro altissimo. Le uniche proteste dei genitori sono perché è poco severo. Di certo non una minaccia. Ma così non la pensa il sindaco di Pollica Acciaroli, Giuseppe Vassallo che ha firmato contro di lui il Tso fatale. Il 30 luglio Franco si trovava nella località turistica cilentana quando, per l’ennesima volta, viene inseguito dai carabinieri. In preda al panico scappa. La pattuglia desiste. Il maestro trova rifugio nel bungalow del campeggio Club Costa Cilento. Un luogo tranquillo, per lui. Circondato da amici e persone che lo stimano come la signora Licia, la proprietaria del camping, che, di tanto in tanto, gli lascia i nipotini. Ma la mattina seguente l’incubo delle forze dell’ordine ritorna, prepotente. Arrivano sul posto una quindicina di carabinieri, una pattuglia dei vigili urbani, un medico dell’ospedale di Vallo della Lucania. Vogliono portare Franco in ospedale. Il maestro scappa dalla finestra, si getta in mare, a nuoto raggiunge una secca. Per oltre due ore resta in acqua. Sopraggiunge anche una motovedetta della guardia costiera per avvertire i bagnanti che “è in corso una caccia all’uomo”.
    Stremato, si arrende. Raggiunge la spiaggia, chiede una sigaretta, si fa una doccia. E’ tranquillo. Consapevole di ciò che lo aspetta. Eppure, gli vengono fatte tre iniezioni. Sale sull’ambulanza e il suo ultimo messaggio è per la signora Licia. «Se mi portano a Vallo, non ne esco vivo». E così sarà. Dopo quattro giorni di Tso muore per un infarto causato da edema polmonare. Una morte naturale, “normale”, dicono dall’ospedale. Ma dall’autopsia emergono particolari inquietanti. Franco aveva diversi lividi sul corpo e segni di lacci su polsi e caviglie. Era stato legato per tutti e quattro i giorni di Tso, anche se sulla cartella clinica non c’è traccia della contenzione. Ci rechiamo all’ospedale di Vallo per parlare con i medici. Nessuno apre bocca.
    Nessuno ha visto niente, anche se quattordici, fra medici e infermieri, sono tutt’ora sotto inchiesta. Tutti tacciono anche quando facciamo notare che le sbarre alle finestre e le porte del reparto chiuse a chiave non sono “normali”. Chiediamo di parlare con i vertici dell’ospedale per avere dei chiarimenti che, puntualmente, non arrivano. «Quello che succede di sopra, non lo so» ci spiega, come se niente fosse, il vicedirettore. Ogni nostra domanda è un secco «no comment». Neanche quando domandiamo se avesse avuto notizia di una rissa al piano di sopra, cosa che spiegherebbe la contenzione (anche se non protratta per quattro giorni) e i lividi. «Quello che succede di sopra…». Certo, i dirigenti dell’ospedale non lo sanno. Rassicurante. Sta di fatto che un maestro elementare, che ha vissuto tutta la sua vita di precario insegnante, perseguitato da fascisti, forze dell’ordine, amministratori locali in quanto “noto e pericoloso anarchico”, in poche ore è passato dalla calda spiaggia di Acciaroli al freddo marmo dell’obitorio dell’ospedale di Vallo della Lucania. Tutto per un trattamento sanitario obbligatorio deciso da un sindaco che non voleva avere problemi in una località che ha appena ottenuto la bandiera blu d’Europa e millanta di essere il paese di Ernest Hemingway. Come chiosa il professor Galzerano, «un falso storico senza precedenti».

  58. stavo per farlo io, dando un link che comunque invio perchè può essere utile a non appesantire la posta e fonte…loro…la liberazione, di chi poi ce lo faranno sapere. Scusate l’amarezza e l’ironia da 4 soldi ma la bocca non mi si fa dolce, nè col quotidiano, nè da chi lo fà esistere. Di Daniele Nalbone, ce ne fossero poi 10, 100 o 1.000…

    http://roma.indymedia.org/node/12506
    liberazione
    Quella di Francesco Mastrogiovanni, per le forze dell’ordine “noto anarchico”, per i suoi alunni “il maestro più alto del mondo”

  59. (sospirone) “a liberazione di chi….”

    (stasera sono romantica…ho rispento la tv e stanno tentando di regalarmi un decoder ma…non c’è confronto via…)

  60. Carissima Leandra non sai che regalo mi hai fatto…è nelle mie intenzioni di scrivere un articolo su Pier Paolo, perchè mi sono pervenute delle foto
    attuali del sito dove avvenne la morte. E userò sicuramente questo video,
    emblematico…non so dove trovare il tempo e la concentrazione ma le nuvole aiuteranno…come questo soffio che hai inviato

  61. carissima Doriana, io ci sono stata laggiù perchè ho fatto parte del comitato di quartiere per la celebrazione dei 30 anni della scomparsa di pierpaolo. devo dire che è tutto piuttosto abbandonato e cmq non c’è un indicazione, per chi per esempio viene da fuori e vuole fare un salto li – prima degli sfratti avvenuti nel mio quartiere a roma c era tanta gente che ha conosciuto PierPaolo di persona e mi ha raccontato tante cose -poi è cambiato il mio quartiere e sono cambiati i tempi da una decina d anni a questa parte purtroppo. ma questo non è un caso secondo me – ad Amsterdam, per esempio, ho avuto modo di chiacchierare con alcuni occupanti delle case del centro storico che giustamente protestano contro il comune che tenta di sgombrarli- togliere la popolazione dal centro storico delle città significa togliere la memoria. è successo cosi a Salerno, la mia città natale – a Barcellona, quando ero studente lì (e non a caso, l’architetto Bohigas che ha devatastato salerno è lo stesso che eliminato il centro storico di barcellona).
    a roma è stata un occupazione ‘soft’. Il piano dovuto al primo governo berlusconi, la cosidetta ‘cartolarizzazione degli enti pubblici’ è stata sostanzialmente realizzata nel seguente modo: ricucci e i furbetti del quartierino hanno comprato interi palazzi che poi hanno venduto in singoli lotti, sfrattando dunque gente che ci abitava dalla guerra – poi dici che in questo paese non c’è memoria –

  62. sempre a proposito di memoria, ieri ho pubblicato sulla mia pagina di facebook un altro video, con una canzone a cui sono particolarmente legata – ‘addio lugano bella’ e quasi ve lo posto qui e facevo notare ai tanti che sono intervenuti che questa canzone è cantata in prima serata su raiuno mentre, ad un collega che mi ha chiesto, indicando una foto di PierPaolo che ho appeso all armadio del mio ufficio, ‘ma chi è quello lì?’, ho dovuto rispondere ‘ah, mio zio quando era giovane!!!’
    vi posto il link che è meglio va:)

  63. Mi ricollego a quanto ho scritto pochi giorni fà, menzionando certe morti.
    Certe macabre statistiche…
    Tra due giorni concludo, lo spero. Intanto da Reuters:
    Francia, nuovo suicidio tra i dipendenti France Telecom

    Un dipendente di France Telecom si è ucciso questa mattina ad Alby-sur-Chéran, in Alta Savoia, portando così a 24 il numero dei suicidi tra i lavoratori dell’impresa dal febbraio 2008.
    La notizia, annunciata da un giornale, è stata poi confermata dalla direzione dell’azienda.

    L’impiegato si è gettato da un viadotto e in una lettera ha accusato l’azienda per il suo gesto.

    L’amministratore delegato di France Telecom, Didier Lombard, si è recato immediatamente sul posto, ha annunciato un portavoce del gruppo.

    Il 15 settembre scorso, dopo le pressioni del governo, France Telecom si era impegnata ad adottare metodi di gestione “più umani” per cercare di interrompere la “spirale infernale di suicidi” tra i dipendenti.

    Didier Lombard ha però indicato che non è possibile, come chiedono i sindacati, porre termine alle “ristrutturazioni” dell’azienda, che conta 102.000 salariati.

    Dopo una serie di suicidi e di casi drammatici sui luoghi di lavoro, i sindacati chiedono lo stop alla chiusura dei siti produttivi, al taglio dei posti di lavoro e ai cambiamenti forzati di luogo di lavoro o di mansione.

    Questa politica è, secondo i sindacati, l’origine profonda del malessere dei dipendenti della società, ex monopolista statale divenuta spa nel 1996, e di cui l’azionariato dal 2004 è in maggioranza privato.

  64. Quando vennero provate le sirene del Rex, furono descritte come ” l’urlo agghiacciante di migliaia di animali selvaggi”

    ho scritto oggi, per non scoppiare da sola, e caricare il mio pc di immagini e documentazioni dettagliate, Gradisca si è sposata e forse è anche morta,
    nei tag, non tanto per citare…e rinfrescare la memoria ci sono i nomi di Francesco Mastrogiovanni e Sami Mbarka Ben Garci. perdonate se la storia anche in questo blog continua…continuano per nostra e mia fortuna le relazioni e i contatti che si sono aperti, grazie anche a voi. vi abbraccio tutt*
    Doriana
    http://www.reset-italia.net/2009/10/04/gradisca-si-e-sposata-e-forse-e-anche-morta/
    o
    http://circolopasolini.splinder.com/post/21435214#more-21435214
    o
    http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Lettere&op=esteso&id=6620

    n.b. ho messo vari link perchè il primo da dove parto, in questi giorni (da una parte è un bene) per sovraccarico accessi s’imballa spesso.

  65. Tso = “un atto che si fa a favore di chi soffre di questa (???) patologia”…

    Infatti, si elimina il male alla radice: eliminando il portatore!!!

    E’ aberrante!

    Chi sa in quanti si sono messi – un’intera equipe, immagino – a scrivere questo copione osceno.

    fm

  66. scusate e già che mi trovo qui- tanto per fare un brainstorming collettivo che forse ci serve proprio vi posto anche le domande poste da tutti i forum per via di Giuseppe Tarallo:

  67. queste sono le parole che VIncenzo Serra ha scritto su FB

    “Per l’inizio di ottobre organizziamo a Vallo della Lucania una forte iniziativa perchè Francesco – ORA CHE NON C’E’ PIU’ – abbia finalmente GIUSTIZIA nel suo Cilento!
    La morte di Francesco – dalle notizie fino ad ora trapelate e pubblicate – è stata orribile!
    Dieci anni fa Francesco fu condannato ingiustamente a 2 anni e nove mesi di reclusione per reati vari che secondo l’autorità giudiziaria locale sarebbero stati commessi nei confronti dei carabinieri della stazione del suo comune.Francesco, nella sua terra, non ha mai ottenuto giustizia e nemmeno nei casi in cui la sua innocenza era EVIDENTISSIMA (suffragata dalla deposizione di numerosi testimoni nelle aule giudiziarie di Vallo della Lucania).Francesco, in quell’occasione, ottenne giustizia soltanto in appello, a Salerno e dopo mesi di carcere.ORA CHE FRANCESCO NON C’E ’ PIU’ DEVE OTTENERE GIUSTIZIA A VALLO DELLA LUCANIA, NELLA SUA TERRA, NEL SUO CILENTO CHE AMAVA TANTO.”

  68. ..scusatemi di nuovo – oltre ad associarmi al commento di francesco marotta – aggiungo solo che su Fb il gruppo conta 1100 persone – più tutto il resto della gente che si è interessata alla cosa- ci devono costruire un apposito ospedale, visto che siamo tutti matti a sentire il sindaco firmatario che lo rifarebbe 50 volte!!

  69. scusatemi di nuovo, ma proprio non resisto ad aggiungere che il firmatario – tra l altro senza mostrare segni di dispiacere – dice ‘eeehh non è il caso di soffermarsi su cosa combinava francesco’ – piu o meno testualmente – e no e no a me mi pare proprio il caso invece, visto che un cadavere è una cosa molto concreta!

  70. …e cmq, francesco, il copione gliel hanno scritto male, dato che vassallo comincia dicendo: ‘franco è stato accompagnato all ospedale dai vigili urbani in tutta tranquillità’- mentre decine di testimoni oculari affermano ben il contario, raccontano la caccia all uomo e ci sono i carabienieri di mezzo, oltretutto..

  71. Leandra, l’avevo notato, ma non è la sola odiosa “amenità” di uno sproloquio che fa letteralmente vomitare, tanto è il senso di impunità e di intollerabile superiorità che fa aleggiare intorno a un essere umano che, senza il suo intervento, sarebbe ancora vivo…

    fm

  72. Ciao ragazzi ciao a tutti ancora non ho visto il ”mea disculpa” sul video ma solo a leggere i commenti sono diventato triste. Le eventuali falsità fanno nascere inevitabilmente dei conflitti a mio avviso. Forse sarebbe opportuno deporre ,senza pregiudizi sulla persona del sig. Mastrogiovanni, come si sono svolti i fatti e lasciare ai Giudici il compito di valutare secondo le loro competenze. Premetto di non conoscere Mastrogiovanni ma il Sindaco da quello che emerge sembra fare un parallelismo inquietante: siccome ne combinava tante allora gli è andata a finire male, in fin dei conti un destino se l’è cercata lui io che c’entro. Credo che non sarà così, piuttosto probabili pregiudizi culturali-istituzionali hanno portato a questo triste epilogo.
    Spero ci sia il tempo per riflettre e portare le dovute scuse al defunto, semprecchè l’onestà di pensiero prevalga.

    P.s.
    Ma a chi legge dall’esterno verrebbe da chiedersi, ma se MG ne combinava tante ,tipo un grande rompico, e ciò era manifesto, come mai il Sindaco non aveva mai mosso una denuncia a suo carico?
    Adesso sarebbe doveroso elencare le malefatte di Mastrogiovanni altrimenti anche l’alibi-fatalista del Sindaco scomparirebbe perdendo così la fiducia del suo elettorato.
    Notte a tutti,ciao Leandra Francesco Doriana

  73. Ho riletto tutto adesso e ascoltato sopratutto. Le deduzioni di Mauro, sono le mie, anch’io non conoscevo Francesco. Vassallo parte da un “io/noi lo conoscevamo bene, d’estate dava i numeri…” vorrei sapere e conoscere queste cifre, dato che io non le conosco affatto. Vorrei sapere e conoscere questi familiari, che hanno fatto pressioni “continuative e reiterate” per toglierselo da torno, almeno qualche giorno e sedarlo, si sa d’estate ci sono dei problemi aggiunti…Ci sono state richieste scritte, formalizzate da questi parenti serpenti? Non conosco niente, e ne avevamo accennato mi sembra, della vita affettiva parafamigliare di Francesco. Ho avuto modo solo di leggere e ascoltare Vincenzo Serra, a più riprese. Se si parla di percorso corretto, Vassallo deve esporre con chiarezza le motivazioni, non precedute semmai e perchè, da diffide, multe, sequestro di patente, fosse pure a vita. Invece Francesco è stato sequestrato tutto e per sempre e in luogo diverso da dove era noto a tutti che turbava la quiete pubblica ed era un pericolo, uno scandalo.
    Quindi per concludere, perchè la magistratura è tenuta a fare indagini e ricerche in proposito, comprovate non da chiacchiere e ” lo conoscevamo bene d’estate…hmm” io come cittadina, persona, non solo mi com-muovo e temo per me e le persone che mi sono care di avere a che fare con Trattamento del genere ma chiedo di sapere questi familiari dove sono, se ci sono cosa hanno da dire in proposito e perchè ora tacciano, se è vero quello che sostiene Vassallo, Obbligato lui dalle loro pressioni. E mi muovo, ricordando un’amica di mia nonna, ero ragazza e mi chiese di andarla a trovare, per lei,a Santa Maria della Pietà a Roma, dove vivevo io e lei, chiusa da decenni in manicomio, perchè i due figli dopo la comunione erano morti entrambi per difterite mi pare e lei sentiva le voci, e il marito chiese l’internamento e ci morì in manicomio, aiutando per decenni le inservienti nelle pulizie, tralascio i particolari del nostro incontro, straziante…io mi muovo ancora per sapere, scrivere incontrare sollevare il caso e avere chiaro chi ha fatto muovere Vassallo, cittadino o parente, in un campeggio fuori da quel comune e averlo preso, al mare, su mandato di cattura alla pari di uno stanamento per un mafioso o un camorrista, peraltro latitanti da anni sotto agli occhi di tutti. Che escano fuori queste relazioni infami o circostanziate da un’impossibilità di convivenza civile e casalinga.
    Scrivo solo quì, perchè questo è diventato il nostro punto di riferimento per Franco e per chi è contenuto legato detenuto e morto. Non solo vogliamo sapere ma abbiamo un dovere di ri-annodare noi i Fatti, dal momento che scriviamo e comunichiamo, partecipando alla “vita” dei diversi e normali, non solo piangendo, mai abbastanza, i nostri morti.
    vi abbraccio e aspetto “notizie” vere.

  74. nel sottoscrivere i commenti di tutti voi – il dettaglio non è mai un dettaglio e non è corretto nascaondersi dietro un certificato medico che ‘ti obbliga’ a firmare un tso – e in risposta alle notazioni di Doriana sull’aspetto ‘familiare’ della vicenda, vi posto il comunicato che il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni del 1 ottobre 2009, che è gestito dai familiari di Francesco a quanto pare, emesso a seguito della videointervista del sindaco vassallo, giunta in rete in questi ultimi giorni –

    lo trovate qui:

    http://www.giustiziaperfranco.it/

  75. Insomma, sono passati due mesi e in questi due mesi nessuno, dico nessuno, ha dichiarato: ‘si, ho visto MG alla guida di un auto contromano’, o ‘si, ho visto MG che sfasciava una panchina’, o ‘si ho visto MG dare di matto e incendiare un cassonetto’.
    Si può sapere quali sono, nel dettaglio, questi ‘atti pericolosi per se e per gli altri’ che l’MG avrebbe commesso?

  76. A volte è capitato di leggere del pensiero di Goja il quale più o meno asseriva che il sonno della ragione genera mostri; non conosco costui ma penso sarebbe stato più appropriato dire che l’ignorare e l’essere indifferenti e insensibili ,cioè in malafede, possa generare mostruosità. Se uno la ragione l’ha persa non può nuocere praticamente a nessuno, mentre viceversa con la ragione e la malafede allora il pregiudizio diventa molto pericoloso per chiunque.
    Anche Ponzio Pilato forse qualche pregiudizio doveva averlo covato in fondo per preferire Barabba al sospettabilissimo Cristo; forse anche lui aveva ricevuto qualche informativa su quel’uomo che ne combinava tante ?
    Ciao saluti buon lavoro

  77. Ciao ho visto i video, davvero triste vedere il Sindaco che ben espone l’aspetto legale e nulla ma proprio nulla gli viene da chiedersi se si poteva agire diversamente, mediaticamente sembra roba da gerarchi e forse è proprio questo il pericolo della vicenda ; una commiserazione verso il caso MG e al contempo una condanna pregiudizievole circa la sua condotta estiva.
    Il mio pensiero invece è allineato a quello di Giuseppe Tarallo, le modalità della cattura fanno pensare ad una certa sbrigatività che mal giustificherebbe l’intenzione di curare il ”malato” attenuando qualsiasi negligenza.
    1) Se il Sindaco conosceva bene MG e relativi ”comportamenti estivi”aveva l’obbligo di denunciare ciò alla Magistartura se esistevano denunce a suo carico , altrimenti è pregiudizio.Non è pregiudizio il Diritto in Italia…..in Italia di Roma con tanto di Costituzione non tribale nè religiosa nè personalistica; ma prima del TSO c’è o non c’è la fase di ASO? Aveva dato i numeri daccordo ma gli vuoi andare a parlare di persona o ti fa schifo quell’uomo? Istituzioni negligenti e insensibili è il minimo che mi sento di pensare.
    2) Nella descrizione dei fatti il Sindaco usa come giustificazione delle sue scelte in nome della collettività la più volte citata ”patologia ” di MG ; se patologia c’era (forse ne aveva anche delle ragioni) allora avrà pure nome e cognome altrimenti è solo diffamazione.
    3) Citare i familiari di MG che chiedevano aiuto in quel periodo; a maggior ragione se veramente voleva bene ad MG lo coinvolgeva in un dialogo proprio nel campeggio con uno specialista prima e non facendo intervenire poi il giudizio della d.ssa psichiatra quando
    MG era già terrorizzato-agitato, ormai chiuso nelle sue difese.

    Davvero triste , la vera patologia si chiama fariseismo, burocrazia, ben celata ambiguità, tutto ciò potrebbe portare ai pregiudizi alla non piena comprensione dei fatti quindi alla violenza repressiva e ai fascismi.

  78. ciao Mauro, ciao a tutti..ho molto apprezzato le parole su Pilato e mi ritrovo gira e rigira su questa pagina, lo sapete – perchè questa storia proprio non mi torna – come dice Mauro, sono proprio le parole di ‘giustificazione’ del sindaco firmatario che fanno scattare tutti i miei campanelli di allarme –
    se ci fate caso, il sindaco firmatario dice tutto e non dice niente – è tutto un ‘se’ – se qualcuno si faceva male, se fosse successo a voi anche voi avreste firmato, se la cosa sfuggiva di mano – il sindaco non parla di lui, parla di noi, si preoccupa di noi…
    Dunque vi posto qui due link che forse qualcuno di voi ha già letto, ma per me sono stati una scoperta e un approfondimento ulteriore, ripartendo dalle premesse della nostra discussione e cioè:
    – il contesto: un piccolo centro dove il controllo si afferma maggiormente che nelle città e dove una qualsiasi forma di disobbedienza agli abusi NON viene recepito come “disturbo della quiete pubblica” o “effetti di una personalità agitata” (basta un qualsiasi ventenne in divisa, e forse nemmeno del luogo, in smania di protagosismo al primo fermo e si informa quali siano state le vicissitudini del fermato per innescare il meccanismo coatto della diffidenza e del pregiudizio; figuriamoci poi se il fermato, con il suo passato e con il suo bel marchio di “noto anarchico” si mette pure a contestare una multa: cazzi amari.

    – Secondo l’opinione di Daniele Nalbone, giornalista di Liberazione che si sta occupando della vicenda, i TSO pregressi di Francesco Mastrogiovanni sono partiti quando è stato dato alle stampe “Cuori neri”, in cui nel primo capitolo si parla dell’episodio del ’72 di cui abbiamo fatto cenno più volte qui sopra.

    dunque, eccovi i link:

    http://carlobertani.blogspot.com/

    e

    http://www.socialismolibertario.it/marini.htm

    nell augurarvi una felice buonanotte, e sperando che ormai avete imparato a sottoportare il mio malumore da ho-spento-tutto-stasera, vi porgo al solito, il mio video notturno post-insulto-post-exlodoalfano-exlodoschifani-excirielli
    un abbraccio forte Y*

  79. L’ULTIMA NOTIZIA:
    Caso Mastrogiovanni, sospeso dirigente
    di psichiatria della Asl di Salerno
    Michele Di Genio è indagato con altri sei medici per la morte del maestro elementare nel reparto di psichiatria

    http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_10/mastrogiovanni-sospeso-direttore-asl-salerno_380136b2-b5b1-11de-8656-00144f02aabc.shtml
    Il giallo del maestro «anarchico» morto durante il ricovero coatto (19 agosto 2009)

    SALERNO – È stato sospeso dall’incarico il direttore del Dipartimento di Psichiatria della ex Asl Salerno 3, Michele Di Genio. La decisione è stata presa da una commissione d’indagine della stessa Asl di Salerno nominata per indagare sulla morte di Francesco Mastrogiovanni, maestro di scuola elementare di 58 anni deceduto il 4 agosto nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania. Di Genio, che resta al suo posto di primario del reparto di psichiatria del nosocomio vallese, è indagato dalla Procura di Vallo della Lucania con altri sei medici del reparto dell’ospedale.

    LINEE GUIDA – Al centro dell’indagine le cause della morte dell’insegnante, che potrebbe essere deceduto dopo essere rimasto immobilizzato a letto, legato mani e piedi, per quattro giorni. «Tra le motivazioni della sospensione da parte della commissione – ha spiegato Di Genio – vi sarebbe la non vigilanza sull’operato dei medici del reparto e l’assenza di linee guida precise all’interno del Dipartimento. Voglio far presente che le linee guida sono state inviate da me al dottor De Leo, presidente della Commissione d’indagine e direttore del Dipartimento di salute mentale della ex Asl Salerno 2, dunque mio pari grado. A quanto mi risulta, nella relazione della commissione non vi è traccia di esse, nonostante siano state regolarmente formalizzate nel 2006 con apposita delibera».

    «MAI CONVOCATO» – «Non sono mai stato presente in reparto nei giorni in cui si sono verificati i fatti – ha proseguito Di Genio – ma, a parte ciò, in questi mesi non ho avuto la possibilità di chiarire le mie controdeduzioni, poiché non sono mai stato convocato dalla commissione». «Le aberrazioni e le stravaganti decisioni della commissione d’indagine verranno impugnate nelle sedi idonee – ha aggiunto Antonio Fasolino, legale di Di Genio -. Certo è quantomeno bizzarro che esse giungano prima di qualunque pronunciamento da parte dell’autorità giudiziaria, che tra l’altro non ha preso alcun provvedimento nei confronti del mio assistito».

    10 ottobre 2009

  80. Nella descrizione dei fatti il Sindaco usa come giustificazione delle sue scelte in nome della collettività la più volte citata ”patologia ” di MG ; se patologia c’era (forse ne aveva anche delle ragioni) allora avrà pure nome e cognome altrimenti è solo diffamazione.

    Infangare la memoria dei morti, soprattutto quando di quelle morti si è, in modo diretto o indiretto, responsabili, è il vero sport nazionale della parte più miserabile di questo paese. La cosa tragica è che non è nemmeno minoritaria.

    fm

  81. Il fatto che questo post abbia totalizzato in due mesi quasi settemila lettori, è non solo una spinta enorme a continuare ma anche un riconoscimento all’eccezionale lavoro di informazione che stanno conducendo tutti i commentatori, a cominciare da Doriana Goracci.

    Grazie di cuore a tutti.

    fm

  82. è vero Francesco ma potrebbe non averlo detto via video per rispetto della privacy – le sedi opportune dovranno per forza chiarire questo aspetto che non è un dettaglio, come tutto del resto non è mai un dettaglio e quanto piu nella storia di Francesco.
    Speriamo che si proceda di buona lena

  83. Sì Leandra, è vero. Rimane il fatto che non c’è uno straccio di prova che attesti la presunta “pericolosità”.

    E poi: a uno “malato”, “pericoloso”, per il quale c’è bisogno di controllo e di sorveglianza continua da parte delle forze dell’ordine, si permette di svolgere il suo lavoro come niente fosse? E proprio quel tipo di lavoro, a contatto diretto, quotidiano, con una comunità di minori?

    Non vorrei che si stesse costruendo, ad arte, un’esistenza parallela per giustificare l’ingiustificabile…

    fm

  84. ………prima caccia all’uomo e poi ….si salvi chi può!
    Purtroppo questa è la prassi, si comincia dalla coda ,laddove è avvenuto il decesso, attribuendo così le responsabilità al solo Primario di Psichiatria , magari poi senza rivedere la vicenda nell’insieme.
    Se per esempio moriva in mare mentre era braccato…..oppure mentre stava per salire in auto…….oppure appena riceveva la prima iniezione? a chi si andava a cercare…. magari la Capitaneria di porto ….oppure il Comando generale dell’Arma …..o forse infine l’infermiere che aveva sbagliato con la dose di farmaco…..oppure niente di tutto ciò …nessuno sapeva che aveva un difetto cardiaco?
    Mentre se non moriva tornava poi ad insegnare ma per il suo amico Sindaco rimaneva comunque una persona purtroppo nata con quel problema lì…..è una sua patologia……..che ci posso fare ecc. ecc.
    In casi così delicati le Istituzioni farebbero bene invece a non dividersi bensì ad esaminare nel complesso quanto accaduto , cercando una risposta quanto più vicina all’interesse collettivo e non solo alle prassi del Diritto.

  85. esatto Francesco, è proprio questo il nodo della vicenda , la cultura emersa è proprio quella per cui ”qualcuno ti rispetta per quanto ti teme”, ma MG da solo nel campeggio davvero non poteva far paura a nessuno!! credo fosse già spaventato da sè stesso ,dalle sue insicurezze. Nella vita l’errore è umano , la malafede non credo….o forse anche quella adesso è diventata umana?

  86. mi hanno segnalato questo link ma non riesco ad aprirlo dal portatile!!
    qualcuno mi aiuta? (-.-)

    http://www.tempicilento.it/index.php?option=com_content&view=article&id=65:mastrogiovanni2&catid=1:ultime

    ,,,sempre in notte fonda come ormai ci contraddistingue ^^ – una cosa è certa: se proprio devo credere a qualcosa – credo a tutto, tranne che alla pericolosità di un uomo – come dice francesco – a stretto contatto con i minori – e all assenza, alla totale assenza, di testimoni di atti ‘di follia’ –
    sottoscrivo tutti i vostri commenti, insomma:)
    sogni d oro, gente:)!

  87. Vediamo questa equazione se funziona : nessuno temeva MG= nessuno ha rispettato MG.
    Da ciò che si è letto a me colpisce molto di più come si siano svolte le fasi di cattura, la fase ospedaliera è solo una conseguenza poichè l’evento negativo si sarebbe potuto verificare anche sulla spiaggia, che c’azzecca il Primario di psichiatria? sarà mica solo un capro espiatorio

  88. e una vergogna quello che fanno questi medici loro non lo confesseranno mai e alla fine finisce che tanto era un malato di mente il giudice massimo lo condannera per qualche stupidita e fra qualche mese torneranno ancora a fare danni vergogna italia fascista

  89. ..dio luigi…so di dover dar credito alle tue parole perchè purtroppo tante volte la storia di questo paese ce l ha insegnato, ma..speriamo di no speriamo di no speriamo di no…

    1. Vi consiglio di vedere anche su youtube ASSASINI DI STATO ce ne un altro GIULIO COMUZZI assasinato dalla psichiatria di trieste e i medici sono ancora li che fanno danni oppure Morte a Bologna in TSO Edhmund Hiden e una vergona BUONA VISIONE VITATO AI MINORI DI 18 ANNI Lo scritto sotto perche non ero ancora pratico

  90. Su indymedia, dove “anche ” avevo messo la notizia, ricevo questo messaggio…nob è una novità qwuesta sequela di anonimoi che ricevo, ultimamente sono anche chiamata piduista e massone…

    http://roma.indymedia.org/node/13152
    curiosità
    Inserito da Anonimo (.) il Dom, 11/10/2009 – 12:03

    ma quale sarebbe l’ULTIMA buona NOTIZIA
    che è stato sospeso il dirigente?
    mah!
    ________________________________________________________
    andiamo avanti…io non ho avuto più alcuna notizia in merito alle “richieste pressanti” dei familiari al sindaco.
    Concordo con Mauro nel ritenere allucinante la modalità del dove è stato preso, acchiappato e portato in ospedale per il trattamento.
    Ovvio che chiunque è indagato per la vicenda, scarica su altri la colpa. Io non c’ero, non ho visto, non ho sentito.
    E le conclusioni , diventano quelle esposte da Luigi. Stento a credere ad una via di uscita, una soluzione. C’è da diventare matti, sul serio.

  91. Vi consiglio di vedere anche su youtube ASSASINI DI STATO ce ne un altro GIULIO COMUZZI assasinato dalla psichiatria di trieste e i medici sono ancora li che fanno danni oppure Morte a Bologna in TSO Edhmund Hiden e una vergona

  92. come sempre prima di chiudere il pc, passo su questa pagina..gli ultimi articoli di Doriana su Reset Italia mostrano sempre piu uno spaccato italiano che lascia sconcerti.
    In attesa di ‘buone’ nuove su francesco, mi permetto di postarvi qui la mia buonanotte e il mio augurio di una buona meritata domenica – con un saluto speciale alla ragazza di Montalto di Castro, messa alla berlina dal paese dove è nata e cresciuta per essere stata stuprata da 8 minorenni – e per la quale oggi sono piombate sulla scrivania del Comune in questione ben 1300 mail… perchè ‘non importa chi sei, nè dove sei’:)*

  93. Ciao a tutti,
    la gogna organizzata per Piero Marrazzo è davvero allucinante….non ho parole, pensare che alcuni apparati di potere stiano organizzando qualcosa non è solo fantasia ma qualcosa di più.
    Già quando StoraceStarace espose il simbolo de ”ladestra” con quella fiamma oro così simile a…….mi pareva di cattivo gusto; forse qualcuno ancora si illude dei bei tempi andati…..per lui ….che possano ritornare.
    Adesso però le cose sono diverse…….
    Un saluto a tutti con affetto

  94. Una specie di golpe mediatico…….uno scacco alle istituzioni in modo tale che non hai più strumenti per difenderti secondo diritto……….violata la privacy di un individuo che poi dice …..voglio sparire!

    Sparire per cosa ma che ha fatto Pierino…….ha usato l’auto blu di servizio e vabbè l’hanno fatto anche i ministri tedeschi e hanno pagato per l’infrazione ma andare a filmare un privato in casa privata con chichessia è da vigliacchi….e facinorosi

  95. Cosa diversa è stato per Berlusconi che veniva sì filmato in casa privata …..ma le belle fanciulle o trans mica se li era procacciati lui…..con le sue abilità…..aveva fatto intervenire in modo elegante un’organizzazione l’agente tarantino……..e poi elargiva con ovvia semplicità 5000 euro di regalo ….e a chi non serviva invece soldi carriere politiche…..e bravo a papà!
    e no marrazzo non è lastessa cosa di berlusconi……c’è una differenza abissale negli intenti……per marrazzo era una esigenza primaria….senza altro

  96. Mauro, Marrazzo, ai miei occhi, ha due colpe gravissime:

    1) non aver denunciato il fatto, immediatamente;
    2) aver scaricato, parlando di “debolezze” e relegandole al ruolo di oggetti, le persone transessuali con le quali si accompagnava.

    Sinceramente, non so quale delle due è la peggiore.

    Tutta la faccenda, ad ogni modo, attesta, inequivocabilmente, che il paese è ormai berlusconizzato fino al midollo: ci vorranno generazioni per estirpare questo cancro in piena metastasi, altro che congressini per la scelta del solito segretario del nulla…

    fm

  97. Se proprio vogliamo metterci a discutere di queste notizie drammatiche “apparenti” piuttosto che di quelle “sparenti” e sparite dalla cronaca, rivendico e non scherzo…quanto ho scritto nel tempo su Marrazzo, che non è un povero diavolo o tantomeno un demonio, non demonizzo nessuno ma non mi piacciono neanche i martiri e i beati. Questo è il link di ciò che ho scritto stamattina http://www.reset-italia.net/2009/10/25/quattro-salti-in-famiglia/
    ma è stato ripreso ringraziando il cielo, da diversi siti. Quando mi ci metto seriamente a scrivere di politica, non sono commentata, tantopiù se unisco terra e acquasanta. Ma và bene lo stesso. Vi vorrei solo ricordare, come metto all’inizio, che l’appartamento dei trans è a via Gradoli, nel palazzo c’è uno scantinato…parecchi cottage urbani di quella via sono stati e sono dei servizi segreti.
    Quì di segreto rimangono solo certe notizie che passano tutti i giorni sopra la nostra pelle, e si contano i peli di cetto laqualunque, il più vero degli onorevoli. Ma Francesco è morto per un complotto? Chi frequentava? Era uno strano?
    Non tifo per nessuno, spendo due euro al mercato, volentieri…mi ci faccio, come sabato, un pupazzetto australiano e una gonna che pare nuova. Viva l’usato e il suo uso, tutto da rinnovare.
    Ciao a tutt*!

  98. Infatti, non avevo nessuna voglia di parlarne, Doriana, mi sono solo limitato a fare una battuta nell’altro post.

    Anche per me la faccenda è chiara: ‘sta roba serve solo da cortina fumogena per coprire il “disparente”, fatto o persona che sia, molto spesso fatto-persona-diritto-dignità-umanità tutto insieme…

    Io sto da tutt’altra parte, da sempre, è rivendico la libertà della mia coscienza, cioè della mia inappartenenza.

    Ciao, a presto.

    fm

  99. non ho fatto a tempo a leggere quanto avevi scritto…
    1) non aver denunciato il fatto, immediatamente;
    2) aver scaricato, parlando di “debolezze” e relegandole al ruolo di oggetti, le persone transessuali con le quali si accompagnava.
    Sinceramente, non so quale delle due è la peggiore.
    Tutta la faccenda, ad ogni modo, attesta, inequivocabilmente, che il paese è ormai berlusconizzato fino al midollo: ci vorranno generazioni per estirpare questo cancro in piena metastasi, altro che congressini per la scelta del solito segretario del nulla…

    fm

    totalmente e amaramente d’accodo con te Francesco, basti pensare all’assessore del nulla che esiste davvero a Salemi, altro che commedia dell’arte e Artaud…inappartenente con te e con tante, pochi…non me ne importa niente…a presto lo spero anche io.
    Do

  100. Ciao a tutti, ciao Francesco , grazie per avermi fatto riflettere mi rendo conto che sono stato impulsivo nel giudicare senza conoscere bene la realtà dei fatti.
    Concordo pienamente con te sui due punti circa Marrazzo, tuttavia nelle modalità di accesso nell’appartamento i CC a mio avviso non hanno reso onore pieno all’Arma; e poi giustificandosi che avevano ricevuto ordini dall’alto……che roba.
    Ma il diritto cosa dice in questi casi?
    -Se Marrazzo avesse davvero pagato 5000 euro e l’avesse fatto di tasca propria , anche se mi trova contrario sul piano etico ed economico, non credo ci fosse nulla di penalmente rilevante.
    -Se avesse usato l’auto blu per farsi accomapagnare nella ”via dell’amore”, beh come già detto ci sarà un banale addebito per peculato.
    -Circa l’uso di cocaina, non punibile, ancora non è emerso nulla di certo, men che meno che ci fosse un’attività di spaccio del giornalista(vedi inveceTarantini a Bari)

    Grave è invece la modalità di investigazione adottata dai CC? in casi del genere.
    Fare un inutile polverone sparando sulla Croce Rossa, mentre con la Mafia invece i Ros si prestavano a fare intermediazioni politiche da ciò che scrivono i giornali.
    Banale fare leva sulla fragilità psicologica di Pierino il quale vistosi scoperto voleva nascondere tutte le sue pulsioni; se non si fosse vergognato di ciò che faceva poteva prenderli a calci nel culo ,più che meritati.
    Chiusa la polemica e che ne dite del fatto che il video giunto alla Mondadori sia stato visionato e poi ”non si sa chi” trasmesso a Berlusconi?…..Non è un abuso di potere, violazione di privacy?…..da parte del Premier e dei suoi amici di Mondadori?
    Ripeto anche qui non si è temuto Marrazzo ragione per cui non occorreva neppure rispettarlo troppo. Tanto non fa niente è un perverso se poi si va a buttare sotto ad un treno chissenefrega .
    Spero di non avervi annoiato saluti a tutti , notte mauro

  101. Interessante l’articolo di Doriana……e gli interrogativi posti…..beh i francesi sono i francesi……hanno sempre dato esempi di grande affidabilità in tutti i campi. Il fattore suicidio è materia di sociologi e psichiatri…..in parte è nella genetica ….la dignità ….. l’orgoglio ….la giustizia. Tutte cose che in altre culture vengono spesso sminuite.
    Ad esempio Marrazzo si vergogna di se stesso e fa un sacco di cose maldestre , pur non essendo grave la sua condotta politica.
    Mentre Mastella politico sorride non riconosce alcuna condotta politica errata sua o di sua moglie, alza le mani che sono pulite…..se poi viene rivotato a vita è solo merito della sua bravura!! fa sorridere non pensate-

  102. quello che mi lascia perplessa di tutta questa faccenda è la gestione dello ‘scandalo’ da parte di tutti. come dice giuseppe d avanzo oggi su repubblica:

    “Non il signor Silvio Berlusconi, ma il presidente del consiglio – proprietario del maggior gruppo editoriale del Paese – allerta il governatore “di sinistra” che il direttore di una sua gazzetta di pettegolezzi (Chi) ha in mano un video che lo compromette. Glielo ha detto la figlia (Marina, presidente di Mondadori). A questo punto, il capo del governo potrebbe consigliare all’altro uomo di governo di non perdere un minuto e di denunciare il ricatto all’autorità giudiziaria. Nemmeno per sogno. Il presidente del Consiglio indica all’altro attraverso chi passa il ricatto, ne fornisce indirizzo e numero di telefono: che il governatore si aggiusti le cose da solo mettendo mano al portafoglio e “ritirando la merce dal mercato”, come pare si dica in questi casi. È la pratica di uomini che governano senza credere né alla legge né allo Stato, né in se stessi né nella loro responsabilità. In una democrazia rispettabile, l’argomento potrebbe essere definitivo. Nell'”Italia gobba”, la legalità è opzione, mai dovere, e quindi l’argomento diventa trascurabile”

  103. ..e per tornare alle domande di Doriana: com’è morto Francesco? c era un complotto? che è successo? era uno strano?
    Come risponde lo stesso sindaco Vassallo in persona – nomen omen – è morto per i ‘se’ posti dallo stesso sindaco – che ci fosse poi o meno un cerificato medico, una perizia, una firma di un giudice è cosa quanto mai trascurabile nel paese in cui la legalità è nei fatti un opzione.

  104. ieri sera ho messo su Reset-Italia e non l’ho girato da nessuna parte, un articolo Lavoro Nero? Grazie BLOB! A commento ora ho incollato quanto ha inviato Vincenzo Serra nella notte, fatene l’uso che sapete e volete farne, il migliore possibile, anche di questa Interrogazione. Vi abbraccio.
    Doriana
    http://www.reset-italia.net/2009/10/28/lavoro-nero-grazie-blob/

    “Quando il lavoro si fà così nero da divenire cronaca nero profonda:
    ricevo e invio per conoscenza
    http://nuovo.camera.it/417?idSeduta=234&resoconto=bt60&param=bt60
    Resoconti dell’Assemblea
    Allegato B
    Seduta n. 234 del 19/10/2009
    LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI
    Interrogazioni a risposta scritta:
    …FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. – Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
    come ha riferito l’agenzia «ANSA» il 10 ottobre 2009, il direttore del dipartimento di psichiatria della ex Asl Salerno 3 dottor Michele di Genio è stato sospeso dall’incarico;
    la decisione è stata adottata da una Commissione d’indagine dell’ASL di Salerno, nominata in seguito alla morte del signor Francesco Mastrogiovanni, maestro di scuola elementare, deceduto il 4 agosto
    2009 nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno;
    secondo notizie di stampa, il signor Mastrogiovanni potrebbe esser deceduto dopo essere rimasto immobilizzato a letto, legato mani e piedi, per quattro giorni;
    tra le motivazioni della sospensione da parte della commissione, secondo quanto affermato dal dottor Di Genio, «vi sarebbe la non vigilanza sull’operato dei medici del reparto e l’assenza di linee guida precise all’interno del dipartimento. Voglio far presente che le linee guida sono state da me inviate al dottor De Leo, presidente della commissione d’indagine, e direttore del dipartimento di salute mentale della ex asl Salerno 2, dunque mio pari grado. A quanto mi risulta nella relazione della commissione non vi è traccia di esse, nonostante siano state regolarmente formalizzate nel 2006 con apposita delibera»;
    il dottor Di Genio sostiene di non essere mai stato presente in reparto nei giorni in cui si sono verificati i fatti, ma che, «a parte ciò, in questi mesi non ho avuto la possibilità di chiarire le mie controdeduzioni, poiché non sono mai stato convocato dalla commissione -:
    se quanto sopra riportato corrisponda al vero e se si disponga di elementi concernenti le cause che hanno portato alla morte del signor Mastrogiovanni;
    per quale ragione il signor Mastrogiovanni sia stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania, se effettivamente è stato tenuto immobilizzato a letto, legato mani e piedi per quattro giorni, chi abbia deciso questo trattamento e per quali ragioni.
    (4-04601)
    Replica

    From: vincenzo.serra13@tin.it
    To: giuseppe.galzerano@aliceposta.it
    CC: gtarallo48@libero.it; floz-@libero.it; dorianagoracci@hotmail.it; sarabg@inwind.it; nataleadornetto@yahoo.it; ruphussettanta@yahoo.it; mnaghotte@gmail.com; rivoltalibera@libero.it; annalisamelandri@yahoo.it
    Subject: NUOVA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE – CAMERA DEI DEPUTATI – SEDUTA DEL 19/10/2009
    Date: Thu, 29 Oct 2009 00:21:52 +0100

    http://nuovo.camera.it/417?idSeduta=234&resoconto=bt60&param=bt60

    Resoconti dell’Assemblea

    Allegato B

    Seduta n. 234 del 19/10/2009

    LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

    Interrogazioni a risposta scritta:

    ………………….

    FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. – Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
    come ha riferito l’agenzia «ANSA» il 10 ottobre 2009, il direttore del dipartimento di psichiatria della ex Asl Salerno 3 dottor Michele di Genio è stato sospeso dall’incarico;
    la decisione è stata adottata da una Commissione d’indagine dell’ASL di Salerno, nominata in seguito alla morte del signor Francesco Mastrogiovanni, maestro di scuola elementare, deceduto il 4 agosto

    2009 nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno;
    secondo notizie di stampa, il signor Mastrogiovanni potrebbe esser deceduto dopo essere rimasto immobilizzato a letto, legato mani e piedi, per quattro giorni;
    tra le motivazioni della sospensione da parte della commissione, secondo quanto affermato dal dottor Di Genio, «vi sarebbe la non vigilanza sull’operato dei medici del reparto e l’assenza di linee guida precise all’interno del dipartimento. Voglio far presente che le linee guida sono state da me inviate al dottor De Leo, presidente della commissione d’indagine, e direttore del dipartimento di salute mentale della ex asl Salerno 2, dunque mio pari grado. A quanto mi risulta nella relazione della commissione non vi è traccia di esse, nonostante siano state regolarmente formalizzate nel 2006 con apposita delibera»;
    il dottor Di Genio sostiene di non essere mai stato presente in reparto nei giorni in cui si sono verificati i fatti, ma che, «a parte ciò, in questi mesi non ho avuto la possibilità di chiarire le mie controdeduzioni, poiché non sono mai stato convocato dalla commissione -:
    se quanto sopra riportato corrisponda al vero e se si disponga di elementi concernenti le cause che hanno portato alla morte del signor Mastrogiovanni;
    per quale ragione il signor Mastrogiovanni sia stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania, se effettivamente è stato tenuto immobilizzato a letto, legato mani e piedi per quattro giorni, chi abbia deciso questo trattamento e per quali ragioni.
    (4-04601)

  105. Ciao a tutti , utilissima l’interrogazione parlamentare, il dott. Di Genio ha fatto comprendere indirettamente come nella logica degli eventi la Commissione dell’Asl Sa2 sia stata piuttosto ”affrettata” nell’addebitarGli la sospensione dal ruolo. Verrebbe da chiedersi se merita approfondimento questa fretta?
    Ormai si stanno susseguendo violenze ovunque, fuori dallo stato di diritto e rispetto dell’essere umano, Aldovrandi a Ferrara , Cucchi a Viterbo , davvero preoccupante…..guardie e ladri si stanno incredibilmente sovrapponendo.
    E poi anche giornalisti come ad es. M. Belpietro che giustificano le stesse cose che dice F. Corona , cioè che il ricatto fa parte del gioco….della vita, che bisogna accettarlo…. è assurdo…davvero assurdo per me.
    I 4 Carabinieri non dovevano (non dovevano)) entrare nella stanza di Marrazzo . Tutto il poi….i se….i ma….i però…..non ha alcun senso logico quindi di diritto.
    Marrazzo non era indagato dalla procura ……….nè i CC avevano alcuna informativa urgente per entrare in quel modo!! Per scoprire che cosa? abitudini sessuali ”atipiche”?
    Così non si fa ………..molto grave per me……mentre nel ’92 in Sicilia si concordava la possibilità di fare le trattative col sindaco Ciancimino.
    L’indifferenza nel riconoscersi in uno stato di diritto potrebbe generare violenza.
    Saluti a tutti

  106. Mi ricordo la scena della fiction di Perlasca…..quando l’ambasciatore spagnolo si rivolge ad un alto graduato delle ss e gli insinua che alcuni suoi militari sottoposti fossero un po’ corrotti……..beh a quel punto è lapidaria la risposta dell’ufficiale……- Se non conosco chi sta sotto di me beh vuol dire che non sono pienamente un buon condottiero……più o meno era questo il senso

  107. Grazie Doriana e grazie Mauro per i contributi e gli spunti di riflessione.

    Doriana, il tuo post era rimasto bloccato per il sovraccarico di links. Se dovesse succedere, abbi fede: appena “apro”, rimetto in circolo.

    Intanto continuo a postare qui come meglio credi, senza preoccupazioni di sorta.

    fm

  108. car* tutt* vi posto qui un link che ho pubblicato oggi su FB di peacelink che fa un pò il punto (il triste punto, un punto croce direi) su ‘cosa succede in città’ – con il pensiero, sinceramente, sempre a Marinella, la ragazza di Montalto di Castro stuprata da 8 coetanei e messa all indice in primis dall ennesimo sindacopatreterno (il sig Carai) e poi dal resto della cittadinanza.
    Un bacione a tutti voi

    http://www.peacelink.it/sociale/a/30386.html

  109. Dare pareri affrettati spesso è disinformante non rendendo giustizia ai reali fatti accaduti; anche nel caso dell’ex governatore Marrazzo non immaginavo che arrivasse a così tanto cinismo per soddisfare bisogni non primari (la droga).
    La libertà di farne uso ovviamente è legittima ma il solo pensare che come responsabile politico del territorio regionale doveva anche collaborare con le stesse forze dell’ordine che , a costo della vita, ostacolano lo spaccio di stupefacenti , beh questo va in evidente contraddizione………….molta ipocrisia.
    Rimane la stranezza dell’irruzione dei carabinieri, magari lo si perquisiva in modo più completo secondo me.
    ciao a tutti

  110. dato che immagino che il testo sarà per molti di voi piuttosto ‘inintellegibile’ :):)
    Dice che è meglio ca
    Si m’avessere chiuso afore
    Ma ‘e chiavi ‘e tenevo sulo je
    E mo nun ‘e trovo
    “Vide ca ‘lloco anna sta’
    Nun se songo perdute”
    Ma je nun ‘e vulevo trovare
    E me ll’aggio agnuttute

    “si dice che è meglio se m avessero chiuso fuori ma le chiavi le tenevo solo io e mo non le trovo ‘vedi che devono stare li, non sono perdute’ ma io non le volevo trovare e me le sono nascoste”

    (per il dialetto campano, esistono quelli che sono chiusi dentro – i carcerati, gli internati ecc – ma esistono anche quelli che sono chiusi fuori – tipo marrazzo, cioè i prigionieri di se stessi…)

  111. Fronne, fumienti e carcere
    A botta e tiempo
    ‘E chiavistelli so’ ‘nzerrat’ ‘a dinto
    Lacrema vasame chiano
    ‘sta faccia pelienta
    ‘O ttuorto è che ll’anema
    L’aggio scurdata ‘a dinto

    “fronde, ‘fumi e carcere, a ritmo di tempo, i chiavistelli sono chiusi dal di dentro. lacrima, baciamo piano questa faccia pulita – ho fatto il torto di aver dimenticato l anima lì dentro”

  112. li dentro dove? fuori o dentro-dentro? non lo sapremo mai – e lo dimostra la vicenda marrazzo piu di qualunque altra forse…viviamo in un paese strano – che solo 30 anni fa condannava la dama bianca come peste bubbonica e il suo ciclista come il diavolo in persona e poi oggi accettiamo un premier che scrive papelli con la mafia come fossero lettere d amore – quelle lettere che probabilmente anche marrazzo scriveva ai suoi trans – e forse di vero amore si poteva parlare? si potrebbe parlare? un uomo che rischia tutto per questi incontri clandestini e addirittura quasi monogami- come dice la stessa Nathalie: una relazione stabile da oltre 10 anni…il teatro tragico di piero marrazzo è chiaro nell incapacità di gestire lo scandalo, il ricatto – prigioniero di se stesso il povero piero – ben diversamente dall altro ‘piero’, silvio berlusconi – che ha scaricato le colpe sull amico procacciatore di donne e festini e sull intera nazione i suoi ‘non sapevo che erano prostitute’ – finzione insostenibile eppure da lui abbondantemente sostenuta a pieno volto – l’amico tarantini ha confermato tutto: si, sono stato io a traviare la pecorella-premier ed ecco che ‘non sapevo’ e sei automaticamente innocente – una frase breve che cancella tutte le leggerezze di aver comunque aperto una sede di stato a ospiti esterni – chiunque fossero –

  113. tutto ciò premesso, car* tutt* e in particolare carissimo Mauro, hai senza dubbio ragione nel pretendere che la persona che rappresenta l istituzione deve essere coerente con il ruolo che ricopre – ma sul piano umano, non posso fare a meno di notare le differenze tra un uomo ‘incastrato’ nei casini della sua vita – e un vecchio babucco di quasi 80anni che si circonda di ragazzine festanti, nude e seminude cui promette oro e successo, come un novello faust – e che mi fa profondamente schifo (scusate la franchezza)

  114. Grazie Doriana per il tuo pezzo su Lévi-Strauss.

    E grazie a Mauro e Leandra che tengono vivo questo post con gli aggiornamenti sul putridume di questo marcio paese.

    Tra odi alla memoria, funerali di stato e militari nelle… scuole. A spiegare cos’è la guerra umanitaria…

  115. Ciao tutti Doriana Francesco Leandra , il concetto di mancanza di comunicazione anche sulle cose più normali e naturali del mondo, hai proprio ragione Leandra il rischio di trovarsi in un mondo parallelo…..la second life come si dice adesso ……..può coinvolgere chiunque e forse anche Marrazzo si sentiva protetto in una situazione per me, ripeto, non scandalosa se non per via dell’uso della cocaina.
    Non giudico nessuno ,tantomeno l’ex governatore, ma in questa vicenda non riesco a intravedere la ricerca di necessità primarie ( di tipo relazionale , libere) ma solo piaceri a pagamento quindi calcolati , secondari con tutte le conseguenze del caso.Io la penso così …..tutti quei soldi fanno tristezza……e poi esce uno spaccato della capitale davvero ai limiti secondo me. Un saluto a tutti e anche a Piero Marrazzo che avrà il tempo di uscire da quelle chiusure falsamente protettive.

  116. P.S
    Certo….. second life triste anche quella del Premier piacione-mollicone…..con tanto di staff festaiolo che cercasse di rendere normale tutta la vicenda di Bari e Roma. Comprare sesso anche lì……..con un’escort delusa-depressa o con una ragazzina……..

  117. fa schifo anche a me …..
    in genere fa schifo qualsiasi persona che , non con le proprie umane abilità, ma con l’arma della seduzione del potere che riveste compra sesso affetti ”regalando” poi false illusioni……..

  118. E meno male che ci siete…un po’ come tornando a casa, passare da un amico e dire ciao come ti è andata oggi? Qui è andata come non sembra ma va, e scusate il gioco delle parole, in questo paese che un giono parla di croci e un giorno di maramazzi, con un’occhiata allegra a come crecono bene le nostre fanciulle e i pischelli che non ce la fanno neanche a camminare se non tirano un po’…Tutto il mondo è paese, forse, io vivo in questo e questo guardo e tocco. Veniamo alla toccata e non fuga, anche se prende ormai una specie di vertigine, leggere e poi …Quanto vi scrivo, mi era stato inviato ieri sera, sul tardi, insieme ai ringraziamenti collettivi di Vincenzo Serra e una poesia di Sabatino Catapano (che qualcun* lo faccia se crede…)…ieri erano 3 mesi che è morto Francesco, insomma ho inviato poi una postilla e il testo di ciò che ho pubblicato http://www.reset-italia.net/2009/11/05/come-qualcuno-di-voi-sa/.
    Chiedo a Francesco uno spazio, una nuova pagina se crede, se credete, proprio perchè l’ho sentita questa donna, vicina e le ho promesso che non la lasciamo sola, come cerchiamo di fare per Franco, per chi rimane e conoscendoci noi, riconoscendoci tutto, anche i limiti e gli sconfinamenti…vi abbraccio forte

    Allego solo il commento che ho inviato per mail e il post a “Come qualcuno di voi sa”

    Alla tua attenzione , l’ho scritto all’alba, erano le 4. alle 11 ho finito di parlare con Renata Fortuna e questo è il commento che allego e invio, apprendo sgomenta ben altro…
    Usa come puoi ma ti prego usa.
    Doriana

    Doriana Goracci
    5 novembre 2009 alle 11:06
    In questo momento ho concluso la lunga telefonata con Renata Fortuna, la madre di cui parlo e ho scritto stanotte. Non è una storia solo di maltrattamenti al figlio con disagi, è una storia di violenza senza fine, iniziata a Roma, venti anni fa, quanti sono gli anni di Mirko. Renata fece 102 denunce per sequestro di persona abusi e violenze perpetrate dal marito, fu seguita dal centro antiviolenza di Torre Spaccata e dal Centro di Marino dove risiedeva. Alla fine il giudice tutelare e le associazioni le proposero di riparare in Spagna o a Parma, in struttura protetta. Scelse quest’ultima per sè e i suoi tre figli, ci sono oltre Mirko, altre due figlie più piccole. Dopo due anni trascorsi presso una casa di accoglienza di suore, le venne data una casa dal comune, definita pietosa da Renata, chiedeva almeno una stanza per Mirko il più colpito dei suoi tre figli. Sono dieci anni che Renata vive lì, guadagna con una cooperativa di pulizie circa 300 euro al mese, una figlia studia ancora come parrucchiera, l’altra lavora con un patrocinio. Mirko non è mai più stato seguito dopo le scuole medie, se non per gli ultimi tempi, con i risultati di cui sopra.
    Renata mi ha detto, ora dorme, sta nella sua camera.
    Non chiedo per Renata e i suoi figli attenzione, pretendo che i Media usino i loro mezzi per far luce su questo totale abbandono e a chi mi legge, la più ampia diffusione. Nessun silenzio.
    Questo articolo, su questo sito, si offre per essere un riferimento chiaro e senza riserva alcuna.

  119. Ciao a tutti, i fatti di Roma circa la morte di Stefano Cucchi sono abbastanza preoccupanti…..sembra ormai intervenire spesso un’inaudita e violenta repressione in svariate situazioni di cronaca…..questa ne è una testimonianza. Non si percepisce più la differenza fra guardie e ladri….sembrano usare gli stessi metodi……..la reticenza….lo scaricabarile delle responsabilità……….e poi a difendere la tradizione simbolica del crocifisso in Italia….solo in Italia….con buona pace della coscienza.

  120. grazie a voi, che ci siete:) ormai questa pagina è il nostro baretto all angolo:)
    Grazie a Sabatino Capatano per la poesia scritta in memoria di Francesco – ma ‘le mura ossessive e silenziose’ purtroppo non sono state e non saranno solo le sue..e a proposito dei Stefano Cucchi, senza dimenticare la lunga scia di sangue che va da Pinelli a Federico Aldovrandi, sarebbe forse il caso di rinfrescare la memoria a qualche esponente politico che ci fa della morale sul fatto che in fondo – se finiamo in carcere -qualche motivo ci sarà ed è pur sempre colpa nostra, dunque che ci siamo comportati male…meditate, gente, meditate..

    -http://www.youtube.com/watch?v=bMqoqhnjk0U&feature=related

  121. Non immaginavo esistesse anche il teroema Giovanardi , si dimostra partendo dalla tesi piuttosto che dall’ipotesi, se uno muore dopo un legittimo arresto è solo perchè era già di salute cagionevole………il come ….il perchè abbia ricevuto ,forse ,delle legnate è solo un piccolo dettaglio……come dire il fine giustifica i mezzi.
    Per dimostrare che il teorema non funziona bisognerebbe provare a riempire di legnate anche un soggetto non anoressico e non tossicodipendente……….se muore anche quello lì allora caro Giovanardi che si dice?….crolla tutto il teorema?
    Non vuole essere sarcasmo ma solo porre l’attenzione a non infierire sui meccanismi finali di un sistema sociale che spesso fa il buono e il cattivo tempo con logiche deboli.
    Un pensiero va a tutte le vittime……..e anche alle reazioni di chi ha agito inconsapevole della gravità del gesto.
    saluti a tutti

  122. Ci sarebbero dei «video scioccanti» sui quattro giorni di ricovero nel reparto di psichiatria di Francesco Mastrogiovanni. Il maestro di Castelnuovo Cilento, deceduto in circostanze ancora misteriose all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania lo scorso 4 agosto.
    • Le registrazioni effettuate dalle telecamere interne del reparto di psichiatria, utilizzate proprio per monitorare costantemente i pazienti sottoposti ai trattamenti, «sono giá state acquisite dalla magistratura». A parlare è Giuseppe Tarallo, l’ex presidente dell’ente Parco che guida il comitato spontaneo nato dopo la scomparsa di Francesco Mastrogiovanni. «Per quello che siamo riusciti a sapere – rivela Tarallo – si tratta di immagini scioccanti. E, se le indiscrezioni trapelate sul contenuto di questi video dovessero essere confermate, sarebbe davvero grave. Francesco sarebbe stato legato e tenuto a letto per quattro giorni completamente a digiuno, fino al momento della morte. Vogliamo giustizia, non vendetta». A distanza di tre mesi dalla morte di Mastrogiovanni, il Cilento intero attende di sapere che cosa sia realmente accaduto in quella stanza del reparto di psichiatria .
    • «Insieme ai familiari di Francesco e ad un gruppo di vecchi amici – spiega Tarallo – ci siamo uniti in un comitato per far sentire la nostra voce. Non possiamo permettere che la morte di Francesco rimanga un caso irrisolto. Se ci sono delle responsabilitá – denuncia – vanno individuate e chi ha sbagliato deve pagare». Il maestro di Castelnuovo Cilento era deceduto dopo quattro giorni di ricovero. L’uomo venne trovato con profonde ferite ai polsi e alle caviglie che, secondo i periti, sarebbero state provocate da legacci di plastica rigida . «E’ impossibile restare in silenzio – denuncia Tarallo – il Cilento deve ribellarsi dinanzi a questa violenza e chiedere giustizia, proprio come sta accadendo in questi giorni in ben altri parti d’Italia per il caso Cucchi. La scomparsa di Francesco -evidenzia Tarallo – non è che l’ennesimo caso di morte misteriosa e violenta verificatasi in un struttura pubblica». Tarallo contesta anche la modalitá con cui il maestro di Castelnuovo era giunto in ospedale. Sul caso indaga la magistratura e, circa un mese fa, il direttore del Dipartimento di salute mentale dell’ex Asl Sa 3 era stato sospeso dall’incarico. La morte di Mastrogiovanni sarebbe avvenuta per infarto.

  123. Il video che ci porta Lendra, quanti ne hai offerti…grazie, e il commento arrivato in posta non mi può trattenere dal non inviare quanto ricevuto e scritto, concludevo proprio con queste parole volutamente” ordinaria repressione” e questo video. Usatelo, usate tutto quello che vi viene in mente, tranne il silenzio. Vi abbraccio

    La telecamera riprende un corpo legato ad un letto Era Francesco Mastrogiovanni

    E’ stata una storia estiva, non propriamente di quelle che si leggono sotto l’ombrellone, ma la sciarada c’è tutta, una scoperta per alcuni che non sapevano cosa fosse essere sottoposti ad un Tso, un Trattamento Sanitario Obbligatorio, storie per adulti. Agli alunni delle elementari del maestro Francesco, quello più alto del mondo, non so come hanno potuto spiegare la sua morte, la cattedra vuota al rientro delle vacanze. I più grandicelli avevano appeso alla cronaca un grappolo di dubbi e domande, fatti riemersi dal passato e surreali scenari di una spiaggia estiva a cui seguiva un reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca. Sono circolati video dell’ amministrazione di controinformazione di informazione liberatasi per un po’ e di amici vecchi e nuovi di quel signore anarchico che non ho mai conosciuto se non da morto. Vincenzo Serra mi ha inviato il cammino legale, l’ha pubblicato sul blog che ha per nome Giustizia per Franco e la pagina numero 33 è aggiornata, datata al 14 novembre: “Francesco Mastrogiovanni è stato sottoposto a contenzione fisica durante tutto il suo ricovero presso il reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca, dal 31 luglio al 4 agosto, giorno della sua morte. È stato alimentato solo con soluzioni fisiologiche. La conferma arriva dalla telecamera posizionata nella sua stanza. Il video, sottoposto a sequestro, è controllato dai consulenti della Procura di Vallo. Salgono a 19 gli indagati: oltre ai 7 medici, ci sono i 12 infermieri che hanno prestato servizio nel reparto.”

    Grazie dottore, grazie di tutto chissà se l’ avrebbe detto anche un altro Alto signore sottoposto a Tso…morto? Occorre sapere e far conoscere cosa accade dietro quattro mura, nel dettaglio entra Elisabetta Manganiello sul Mattino, non è certo la prima volta che la giornalista offre il suo appassionato contributo.

    Francesco non ce l’ha fatta a vivere sottoposto a quelle infami 80 ore, ce la dobbiamo fare noi a far emergere la verità, fosse pure che ci impegniamo a vita perchè non si muoia di stato, di controllo e contenzione. Come niente può accadere a te o a me, a chi ci è caro. E’ ordinaria repressione.

    Doriana Goracci

    Elisabetta Manganiello Il Mattino 14 novembre 2009

    Francesco Mastrogiovanni è stato sottoposto a contenzione fisica durante tutto il suo ricovero presso il reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca, ovvero dalle 13,30 del 31 luglio fino alla mattina del 4 agosto, quando ne è stata appurata la morte. Tre giorni e mezzo in cui non è stato mai alimentato se non con soluzioni fisiologiche. La conferma arriva direttamente dalla telecamera posizionata nella sua stanza. Il video, sottoposto a sequestro, è stato passato in rassegna con attenzione dai consulenti della Procura di Vallo, il medico legale Adamo Maiese e lo psichiatra Giuseppe Ortano, che nei giorni scorsi hanno depositato le loro conclusioni. Intanto, salgono a 19 gli indagati per la morte del maestro elementare, 58 anni, di Castelnuovo Cilento. Tanti sono infatti i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini inviato dal pm Francesco Rotondo. Oltre ai 7 medici che hanno avuto in cura il paziente, ci sono dunque i 12 infermieri che hanno prestato servizio nel reparto durante il suo ricovero per tso. Il video della verità. Legato al letto per 80 ore, in una posizione in cui la normale funzione respirazione è compromessa. All’inizio in preda ad uno stato di agitazione per cui, nel tentativo di liberarsi, si procura escoriazioni larghe fino a 4 centimetri ai polsi e alle caviglie, poi sedato con farmaci antipsicotici. Non monitorato né controllato dal personale. Disidratato a causa della mancata alimentazione e introduzione di liquidi, tranne le flebo. È la descrizione choc del video che racconta gli ultimi giorni di vita del maestro, nella consulenza depositata dagli esperti della Procura. Un documento crudo quanto accurato in cui la contenzione fisica di Mastrogiovanni viene ritenuta illecita. Tanto più che non è stata annotata nella cartella clinica né esiste un registro delle contenzioni. La conclusione a cui giungono i consulenti è che la contenzione, per le modalità con cui è stata eseguita, ha provocato l’edema polmonare acuto che ha condotto alla morte il maestro. Un reparto sotto inchiesta. Allo stato ci sono 19 indagati: sono i 7 medici e i 12 infermieri cui è stato notificato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini da parte della Procura vallese guidata dal procuratore Giancarlo Grippo. L’ipotesi di reato parte dall’omicidio colposo, ma potrebbero essersi aggiunti il falso e l’abuso di mezzi di correzione. Oltre all’inchiesta giudiziaria, a metà agosto è stata avviata un’inchiesta amministrativa dall’Asl Salerno. In seguito al lavoro della commissione d’indagine, il commissario straordinario Fernando De Angelis a inizio ottobre ha sospeso dall’incarico il direttore del dipartimento di salute mentale dell’ex Asl Salerno 3, che però è rimasto alla direzione territoriale di Vallo. Segnato dal caso Falvella. Non aveva un carattere facile, Mastrogiovanni, ma la sua vita è stata segnata da eventi traumatici. Nel 1972 fu imputato dell’omicidio di Carlo Falvella, il vicepresidente del Fronte universitario d’unione nazionale di Salerno, ma nel processo venne assolto. Nel ‘99 un nuovo processo per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Condannato a tre anni, in appello fu assolto e risarcito per ingiusta detenzione. Lo scorso 31 luglio scorso, infine, mentre si trova a Pollica, è stato oggetto di un trattamento sanitario obbligatorio. Ha tentato di fuggire buttandosi in mare, ma è stato ripescato dalle forze dell’ordine e ricoverato nel servizio di psichiatria del San Luca, dove poi è morto il 4 agosto.

  124. Grazie Leandra, come sempre.

    Nell’altro post ho messo il link all’articolo di Doriana, che spero tutti leggano.

    Un saluto a te e a Mauro.

    fm

  125. resta sempre il discorso delle responsabilità politiche in sospeso – per ora questi video sono legati solo alla sfera della responsabilità sanitaria e di incuria – che è importante, importantissima – ma non è l unico aspetto della vicenda di francesco – spero che non la fanno franca…
    GRAZIE E VOI – GRAZIE Doriana, ti ho postato subito su FB e diramato a tutti – oltre al testo, anche il video che hai scelto è veramente OK – GRAZIE GRAZIE A TUTTI VOI, quelli che intervengono qui e quelli che passano e leggono, anche i silenziosi sono la nostra forza, forse piu di quanto pensiamo!

  126. ZIO FRANCO TI VOGLIO BENE

    http://www.giustiziaperfranco.it/zio_franco_ti_voglio_bene.htmZIO FRANCO TI VOGLIO BENE
    …dopo tre mesi la tua mancanza si avverte sempre di più…cresce sempre di più la rabbia per una morte così ingiusta…angosciante è il trattamento che ti hanno riservato in una “struttura ospedaliera” dove le persone andrebbero curate…aiutate…confortate…ASCOLTATE…ma soprattutto non private della loro DIGNITA…’…quando sono venuta in ospedale per sapere come stavi mi sono sentita impotente e mi sono erroneamente fidata delle parole di quel “medico” che diceva che bisognava aspettare…che stavi semplicemente riposando…
    Non era proprio così…mi sento impotente ora perchè non si può tornare indietro..non posso più correre in quel MALEDETTO REPARTO DI PSICHIATRA…..
    Posso solo sperare che ora tu sia sereno..lontano da questo mondo ingiusto e crudele…sperare che venga fatta giustizia…una cosa è certa…tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti veramente non ti dimenticheranno mai perchè eri una persona buona…RARA…
    ZIO FRANCO TI VOGLIO BENE!!!
    GRAZIA

    http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=126850901441&ref=ts

  127. ………è l’ipocrisia Italiana che arma la mano che uccide. Il pauroso silenzio dell’apparire e non dell’essere uccide la vita………

    …..è solo una delle varie frasi in rete dopo la morte di Brenda….
    forse è inopportuno tornare sull’argomento in questo spazio dedicato a Mastrogiovanni ma mi va di rivolgere un pensiero a chi ritengo essere stato comunque vittima di violenza.

    Si parla sempre di vittime e carnefici….chi come perchè, l’ex governatore invece non ha speso neppure mezza parola sulla vicenda…….era qui che poteva riscattare completamente la propria umanità ma nulla di ciò……per me rimane il carnefice nella vicenda come chiunque abbia pagato egoisticamente senza neppure un briciolo di umano sentimento……questa è la cosa inquietante ………mentre poi nathalie si sente ovviamente al sicuro………che freddezza

    1. Anche tu quà!…a parlarne con noi, a parlarne a tante e tanti italiani che ti hanno ascoltato? Grazie, ci hai fatto dono della comunicazione con un tragicomico Anagramma come tu sai fare. Ci auguriamo che il tuo impegno sia seguito e ripreso, non è “inopportuno” niente, solo tacere aggiunge mistificazione.
      Parliamone, parliamo come possiamo, come sappiamo fare, come ha fatto Ascanio, dovunque noi siamo e ce l’ha detto.

  128. Ringrazio Ascanio Celestini per essere passato di qui. E, soprattutto, lo ringrazio per “esserci”.

    Un caro saluto.

    fm

  129. …….forse ieri ho giudicato con troppo anticipo e me ne scuso…..proprio oggi l’ex governatore si è sentito in coscienza di parlare della vicenda e di personali responsabilità sotto il profilo umano innanzitutto, questo a mio parere è una prova di coraggio e responsabilità nonchè di umanità necessaria per affrontare la vicenda.

  130. Mauro, ha già ritrattato per bocca degli avvocati…

    E, comunque, la logica del pentitismo e della mozione coscienziale è veramente oscena e vomitevole.

    Da uomo (dotato oltretutto di potere, sebbene annacquato dallo “scandalo”) gli bastava rivendicare l’autenticità della sua scelta, e non parlare di “debolezze” e perversioni, e avrebbe impedito, anche se in minima parte (ma, a volte, è proprio quella “minima” parte che salva una vita), che una coltre di silenzio scendesse a inghiottire gli “anelli deboli” della catena.

    Lui in convento (a fare?), e le altre esposte ad ogni rappresaglia…

    Un saluto a te e a Doriana.

    fm

  131. davvero? ha ritrattato……..roba da non crederci……un maledetto….. dopo la fine che ha fatto brenda.
    Comunque resto della mia idea iniziale….bastava che i CC avessero eseguito ordini più professionali e così non avrebbero esposto i trans a questa situazione…….evidentemente vengono considerati degli usa e getta anche da costoro…….l’importante è tutelare una certa ipocrita privacy!….e card bertone che fa la morale alla politica ……

  132. …comunque è comprensibile ….anche marrazzo forse inconsapevolmente s’è trovato in un gioco più grande di lui e adesso protegge sè stesso….i suoi cari……..comprensibile….non è comprensibile il silenzio istituzionale……contraddicendo il Goya ( non me ne voglia) è il silenzio che genera mostri.
    Conta poco veramente poco esibire una ipotetica….a volte blasonata…..spesso ambita…..quasi mai dimostrata ……perfezione della Ragione.
    Personalmente preferisco la perfezione nella ricerca dell’onestà , dell’umile correttezza professionale……della definitiva fine della corruzione ….siamo scesi al 64esimo posto dietro la tanto demonizzata Turchia.
    Un saluto a tutti carissimi ….mauro

  133. Mauro, un onorevole della Repubblica è intervenuto ieri nella sua veste di ex magistrato – Di Pietro ci ha tenuto a precisare che non ci sono ombre nel tragico caso di brenda, del suo sicuro quanto probabile istinto suicida e di li le spiegazioni della sua brutta fine. Anzichè dire: le indagini faranno certamente luce, ci ha tenuto a dire: è di certo un suicidio. e punto e basta, non parliamone piu.

  134. Ciao Leandra se non ci sono i vari esami tossicologici e istologici è difficile esprimersi con ipotesi plausibili circa il decesso.
    Di Pietro ha dalla sua molta esperienza investigativa , lo ha dimostrato in molti processi , e poi è uno che dice la sua non usa il silenzio per comunicare le cose, non fa macchiavellismi startegici.
    Comunque come dici tu è giusto fare i vari accertamenti prima di avanzare ipotesi, anche se ci azzecca spesso.
    Se avessero voluto ammazzare Brenda penso che potevano farlo già prima durante l’aggressione sulla Cassia, un furto con relativa aggressione poteva fornire un alibi molto meno complesso della eventuale ”soppressione” in abitazione .
    Fra l’altro potevano essere state già piazzate microspie ambientali nei dintorni dell’abitazione ……..chi poteva andare a rischiare tanto.?!…..magari bloccando tutte le forze dell’ordine……il secret service?!…..mah non saprei……

    Altra cosa non chiarita è quella di chi eventualmente ha ” stimolato” l’idea di eseguire i vari video in cui da quanto si apprende risultano coinvolti sia Brenda che Cafasso (credo si parli di soldi ricevuti diverso tempo prima)………. e poi il Premier-messaggero che ,prima d’ogni altro, ha avvisato l’ex governatore dei video che stazionavano in aziende televisive.
    Forse solo coincidenza ma il gallo che canta per prima, caso unico al mondo, avrà mica fatto anche l’uovo?

    Saluto te e i compagni del post, si dice così mi sembra, alla prox notte

  135. P.S.
    All’inizio mi ero fatto un’altra idea….vedevo Nathalie come la persona che aveva indirettamente tradito Marrazzo…..mentre ora risulta molto più verosimilmente più sincera verso Marrazzo che non Brenda……non risultano soldi ricevuti in precedenza……..quindi meno interessi spesso significa maggiore sincerità e onestà; si faceva pagare solo per l’amore e accessori vari. Non lo considero un lavoro, tuttavia Nathalie si pagava per la prestazione amorosa…… non credo ci fosse altro.

  136. La domanda sarà banale ma dopo ”l’incursione” nella stanza del’ex governatore da parte dei CC sembrerebbe che le indagini si siano fermate…….Ma non si potevano piazzare microspie nella zona di 2 ponti, residenza di molte persone coinvolte?
    Non mi dilungo da incompetente e rispetto soprattutto il lavoro degli investigatori ma da profano sembra tutta una farsa…….purtroppo con morti reali.

    Una cosa è certa , anche se in modo confuso con qualche scaricabarile, la benemerita è stata tirata in ballo ….l’onore….gli infedeli….non direi ottima pubblicità .

    Ritornando al caso Mastrogiovanni invece ci si trova di fronte ad una sproporzionata presenza militare.
    Forse la massimizzazione del sistema sta coinvolgendo anche un’istituzione militare che invece ha radici di indipendenza e imparzialità antichissime.

  137. Buonanotte a tutti…..stavolta ho invaso un po’ più del solito …mi scuso e vi lascio uno dei commenti trovati in rete e che danno qualche idea circa la vicenda dell’ex governatore

    Re: Marrazzo ed il vizio di andare a Trans…Sara’ amico di Sircana?
    « Risposta #292 inserito:: Ottobre 30, 2009, 10:28:57 am »

    ——————————————————————————–

    Citazione di: noel – Ottobre 29, 2009, 22:52:44 pm
    ad annozero stanno parlando dell’affaire marrazzo.
    saranno contenti i paladini del pluralismo e della parcondicio.
    Ne è uscito un bel ritratto dei metodi di lavoro degli sbirri: DELINQUENTI!
    chissà quante prostitute o spacciatori tengono sotto scacco….esseri immondi!

  138. certo, la faccenda è intricata…piu che una montatura però a me ricorda gli anni di piombo…in ogni caso, le autorità italiane dovranno fornire una versione convincente anche alle autorità consolari brasiliane, quindi dovranno mettere insieme un quadro logico e coerente che non è facile da comporre..vedremo, di emanuela orlandi sono 26 anni che parliamo…spero che non faremo così tardi ^^

  139. Ciao Leandra ciao a tutti, carino e originale il contributo della tamurriata delle mondine grazie per averlo postato tempo fa.
    Certo è vero anche le autorità consolari brasiliane ….la cosa è delicata anche sotto il profilo internazionale.
    Mi riferivo ad una farsa nel senso che mi sembrava uno scenario più circoscritto alla comunità trans , nel senso di una faida scatenatasi dopo la pubblicità ricevuta dal caso marrazzo.
    L’incognita del movente sinceramente non la comprendo…..di sicuro Brenda fra tutte era maggiormente manipolabile anche per finalità diverse dal solo aspetto sessuale…..tutti quei video……l’abilità informatica…….i soldi per fare la casa nel suo paese d’origine……insomma non è improbabile che sia stata usata da qualcuno e poi il sodalizio si sia interrotto?
    Movente politico?….Milano chiama Roma….Roma risponde?

  140. Risponde Capranica in provincia di Viterbo, l’eroina era camuffata da altre sostanze, dice la salma di Capasso, la trans era camuffata da donna ma ancora non lo era, il politico era camuffato da lenone ma ancora era politico, il prete era camuffato da dispensatore di purezza ma era un laido violentatore…il nobel per la pace se lo prende un presidente camuffandosi da tacchino graziato…
    insomma nessuno è quel che è. Francesco chi era, e chi siamo noi rispetto a questa dimora del tempo violento, che rifiutiamo, a cui resistiamo…?
    Orave lo dico, queste definizioni in campo genere era gay, era trans, lesbica, trangender, femminista…mi fanno bollire. Quando diventeremo persone?Da morte? Da vive?
    La Giornata è stata a dire poco piena…straparlo e vi stra-abbraccio come una stra-pazza.

  141. Leandra certo erano gli anni di piombo….tranquilla non torneranno più adesso sono solo culi di piombo………una distorsione del potere….adesso poi ci sono littlegoldenbomb.
    Prendiamola con leggerezza…….. in merito agli anni di piombo un pensiero va sempre a tutte le vittime innocenti.
    Ciao Doriana …..Francesco……l’interrogativo sulla necessità di crescita umana è un obiettivo sacrosanto ma l’attuazione a mio avviso non può prescindere da alcuni aspetti scientifici.
    Daccordo con voi…. il rispetto di qualsiasi persona è basilare a prescindere da tutto…. ma ciò non dovrebbe farci tralasciare la comprensione…..l’analisi dei comportamenti umani…… al fine di comprendere ed evitare future ambigue degenerazioni.
    Mi spiego meglio …..l’attuale impostazione sociale succede proprio ai precedenti schemi retorici classici spesso oggetto di critiche ; tuttavia il benessere …..le libertà giustamente conquistate……..sembra che non siano riuscite ad evitare un’escalation di perverso isolamento.
    Le parafilie più o meno violente, così come sono classificate in letteratura medica, sono spesso sottovalutate e così non si arriva mai a disporre quei limiti forse necessari ad un libero equilibrio dell’insieme.
    La vicenda dell’ex governatore a Roma , come quella del premier in Sardegna o Puglia, Lapo a Torino mostrano proprio una ricerca di un mondo che forse non esiste (un palliativo alle nostre emozioni) che, pur legittimamente ,spesso sposta l’ago della bilancia verso devianze autolesive.
    Per esempio l’affettività omosessuale (in genere in tutto il mondo animale) non rientra in alcuna definizione scientifica di parafilia , mentre l’ambiguità di genere….trans o altro mi sembra di sì comunque ancora oggetto di valutazione.
    Vi abbraccio in attesa dei vostri pareri.
    alla prox mauro

  142. P.S.
    Circa la vicenda Nathalie -Brenda tutto diventa così confuso……meglio non azzardare ipotesi spesso poi erronee; nelle varie interviste Nathalie è stata molto fredda verso Brenda…sicura di sè….molto padrona della vicenda…….un ruolo verticistico a mio avviso anche perchè procurava la droga per l’ex governatore.

  143. si Mauro, dal punto di vista razionale sono d accordo con te – gli elementi le ipotesi gli investigatori ecc ecc – ma sul piano umano, un suicidio è un omicidio morale.

  144. questo lo posto a futura memoria – ci sono piu di 700 sfollati rom rifugiati in una chiesa di milano perchè la Moratti ha profittato dell expo per abbattere i campi – in un paesino sperduto del nord italia si celebra quest anno ‘il white christamas’….

  145. mi permetto di ricorare che

    A 4 mesi dalla morte di Francesco Mastrogiovanni – dal 4 agosto 2009 –
    il prossimo VENERDi’ 4 DICEMBRE dalle ore 9 in poi si terrà il SIT – IN a VALLO DELLA LUCANIA (SA), davanti al PALAZZO DI GIUSTIZIA – ( A QUALCHE CENTINAIO DI METRI DALL’OSPEDALE)
    Il sit in durerà fino alle 17.

    Lo stesso 4 DICEMBRE 2009, sempre presso il Palazzo di Giustizia di Vallo della Lucania, SARANNO SOTTOPOSTI AD INTERROGATORIO GLI INDAGATI PER OMICIDIO COLPOSO (19 DI CUI 7 MEDICI E 12 INFERMIERI)

  146. Ciao a tutti ,oggi non ho potuto partecipare al sit-in organizzato a Vallo della Lucania per Francesco Mastrogiovanni e in generale per sensibilizzare sull’argomento T.S.O.
    Ci tenevo a conoscere i familiari , le persone a lui vicino per un saluto, spero di farlo in futuro con più calma.
    Ciao Leandra Doriana Francesco avete partecipato al sit-in ? Ho letto sul quotidiano dell’impegno preso in prima persona dall’amico di Francesco dott.Tarallo; penso che le battaglie civili non possano che portare a riconquiste universali di quei valori di giustizia, di libertà, di dignità, che a volte il potere burocrate tende a strumentalizzare.
    Forse tale riconquista ,come detto nei vostri post precedenti, sarà d’aiuto a lenire il dolore per le sofferenze di Francesco.
    Un saluto a tutti mauro.

  147. Carissimi tutti, sono stanco morto ma intervengo.
    Il sit-in è andato bene: dalle 9 circa alle 12 circa si sono alternate un centinaio di persone. Sono arrivati compagni anche da Napoli, Salerno ed Avellino.
    C’è stata anche la strepitosa presenza di Sabatino Catapano che con la sua poesia dedicata a Francesco è ormai molto conosciuto da queste parti.
    Sono intevenute le tv locali (rete 7 e rete 105) e specialmente la prima ha messo in onda un grande servizio e finalmente è stata intervistata una delle sorelle di Francesco, Caterina. Anche Sudsostenibile con il suo direttore Gerardo Russo ha messo in rete il suo servizio (www.sudsostenibile.it).
    Purtroppo gli indagati non sono stati interrogati perchè i loro legali hanno chiesto ed ottenuto un rinvio a mercoledì e venerdì prossimo in quanto non hanno avuto il tempo di visionare il CD o DVD con il video dell’agonia di Francesco.
    Nonostante l’improvvisazione, una risposta c’è stata in termini di partecipazione, ma siamo solo all’inizio di un percoso che porteremo avanti con determinazione perchè i fatti sono di una gravità inaudita.
    Nei giorni scorsi a causa di problemi al PC (virus) non ho avuto tempo di contattare tutti gli amici e compagni che ci sono stati vicini. Addirittura probabilmente non ci sono stati contatti nemmeno con Doriana che tanto ci è stata vicina oltre al lavoro fatto nella rete. E di questo mi scuso.
    Con Giuseppe Tarallo e gli altri compagni e amici abbiamo in cantiere tante iniziative anche quella di ottenere uno spazio in qualche trasmissione televisiva. Adesso c’è anche la possbilità del video, ma quì bisogna fare delle valutazioni rispettose della memoria di Francesco e dei suoi familiari. Il video è qualcosa di agghiacciante.
    A presto.
    Vincenzo (cognato di Francesco)

  148. Grazie a Mauro, e a Vincenzo per la testimonianza.
    Invito chiunque abbia avuto modo di partecipare al sit-in a lasciare qui altre testimonianze.

    Una cosa è certa, comunque: non molleremo fino a quando non sarà fatta giustizia.

    fm

  149. devo fare una premessa, vi leggo sempre sulla posta ma ogni qualvolta ho scritto so che rimango ferma per venti minuti, il pc è come se impazzisse, è tutta una clessidra…vabbè andiamo avanti. Ho scritto oggi a Vincenzo tra destinari in cc, era una risposta al padre di Carmela che ha fatto un’associazione. Carmela se ricordate era stata stuprata ragazzina e poi si è suicidata. Aveva letto quanto avevo scritto, quando sbottai per la difesa della Bindi e di Polanski e il silenzio incivile ma prima gridato, anche in tribunale, su questa adolescente, a Taranto. Poi c’ era stato il caso di Renata Fortuna che denunciava quanto fatto a suo figlio, perchè non accadesse ad altri ragazzi e ci sono i casi di cronaca…Franco mi era stato segnalato da Gino Ancona, scrivi…e l’ho fatto come l’ultima volta che mi scrisse Michele, il mio compagno, un anarchico, prima di morire il 23 marzo, scrivi…ora sono altre anonime e anonimi che mi scrivono e questa non sarebbe una cosa nuova, è cosa mi scrivono che è nuovo. Chiedono di denunciare di unirci di aprire gli occhi. Vi parlo con molta chiarezza e lucidità, io ho dei limiti e grandi e so benissimo quello che riesco a fare e quello che non posso, questi fatti non mi sono venuti a cercare per caso, me li sono cercati nella stessa misura che ho capito quanto è importante la comunicazione e l’informazione, senza dare nulla per scontato, neanche un’amicizia,una relazione, un’idea se poi non si ha possibilità che la si pratichi. Ho avuto da chi ho nominato e da voi, attraverso questo spazio, la possibilità di aprire una pentola, di odorare cosa si cucina in una casa, una “dimora” e sentire l’odore spesso immondo che veniva da altre case…è stato ed è come sentirsi un po’ a casa propria, collaborare ad un pasto conviviale, alla buona ma con l’impegno di tutte e tutti, anche di chi legge e non interviene, magari segnala, inoltra, scrive in privato. Io non mollo come dice Francesco perchè ogni giorno mi sento sempre più coinvolta nel presente dei minori, e nella sua accezione più ampia. E’ un impegno, un vero lavoro che richiede tempo e stomaco, la nausea a volte è intollerabile, cerco di ricorrere e non mi è difficile ricollegare, ad artifici, partoda magari da una notizia sulla bocca dei media per andare un pezzetto più avanti, che significa tornare indietro.Ci sono troppe cose in “sospeso”, troppe storie che non si sa come siano finite, come stanno non solo i protagonisti se non sono morti ma le loro famiglie , gli amici, chi gestisce ancora certe Case e Cose. Questo mi sta a cuore e nella testa. Sto mettendo da parte documentazione, tento di mettere in contatto tra loro le persone, di farle parlare liberamente…proprio come quando ero al lavoro, quello pagato e raccoglievo i soldi dei risparmiatori…e le loro confessioni, spontanee e lì sapevo bene che influenza aveva una mia parola, un suggerimento. chi ti consegna i soldi, consegna tutto, compresa la fiducia. e l’ho fatto per 31 anni in banca, di vicende finanziarie ed economiche, lasciamo perdere la barzelletta della politica che è solo le due cose che ho citate…che hanno attraversato l’Italia dal ’73 al 2003, quando c’ero dietro una scrivania.
    ci sto ancora dietro un pc, e sto per strada e in casa, quella mia e quella nostra. Francesco usa il plurale che comprende tutte le nostre singolarità e l’ha detto con 2 righe, io ne ho scritte molte di più e scusatemi.
    Vincenzo …quanto ti ho inviato oggi, è tornato indietro…ma forse è meglio, immagino la stanchezza di voi tutte e tutti e spero che abbiate sentito la nostra presenza anche se non c’eravamo.
    Vi abbraccio davvero
    Doriana

  150. Carissimi,ieri abbiamo fatto il sit in davanti al tribunale di Vallo della Lucania e la questione di Franco Mastrogiovanni è per un momento uscita dai blog,dai giornali e si è materializzata con una significativa manifestazione,civilissima e determinata:abbiamo visto passare avvocati e imputati ma anche tanta gente che ha chiesto, ha voluto sapere,ci ha incitato. E da quel luogo con i nostri volti,le nostre parole attraverso le tv locali e sud sostenibile abbiamo riproposto l’attenzione su questa morte che qualcuno vuole far dimenticare e noi vogliamo ricordare a vergogna di chi la ha causata e la ha procurata: vogliamo giustizia e verità! Noi siamo tra quelli che non si rassegnano a che queste cose accadano e che si possano ripetere ancora e a danno di altre persone. Attraverso le tv locali siamo entrati nelle case col volto e la voce di Caterina che ,dolente e commossa,ricordava il fratello e chiedeva giustizia con le frasi che le si spezzavano in gola per una morte ingiusta che ha sottratto a lei e alla famiglia una persona bella e fragile e proprio per questo ancora più cara. Caterina,sorella di Franco,che facendo forza su se stessa ha voluto rompere la barriera del dolore che ancora attanaglia la famiglia e da cui sarà difficile disgiungersi-l’anziana madre è in clinica e non riesce a riprendersi-parlando in prima persona ha voluto confermare la richiesta di giustizia per questa morte che lei ha definito un assassinio. La famiglia di Franco ha già peraltro smentito attraverso una rivista locale e una apposita querela che abbia mai chiesto o sollecitato il TSO,come sostenuto dal sindaco di Pollica,Angelo Vassallo. Lo stesso comitato che intende costituirsi a fianco della famiglia-lo sta verificando attraverso la disponibilità di un’associazione che è titolata a farlo-ha già contattato l’avv. Elena Coccia,storica protagonista di tante battaglie civili, per porre l’attenzione oltre che sulla morte nel reparto psichiatrico,anche sul TSO e le sue modalità di esecuzione. Io personalmente continuo a considerare questo ricovero coatto come ingiusto e illegittimo per la sua arbitrarietà e l’inconsistnza delle motivazioni,da ricercarsi nel pregiudizio che si nutriva verso la persona. Chi non ricorda come il Sindaco Vassallo nelle sue varie interviste ha pre-giudicato Franco :incapace di intendere e volere,d’estate ne combinava di tutti i colori,è meglio non parlare di ciò che combinava,poteva essere pericoloso,etc.? Eppure anche se il sindaco ha affermato che era da giorni che Franco era tenuto sotto controllo( si dice che sia stato già inseguito nei giorni precedenti,una volta fino ad Agnone,dai CC) il comandante dei vigili ha dichiarato che quella mattina, quando ha chiamato in comune,gli sarebbe stato detto che era sato già soggetto al TSO per cui di sua iniziativa chiamò il 118. E allora chi teneva sotto controllo Franco se il comandante dei VVUU lo viene a sapere solo quella mattina? Così come rimane inspiegabile perchè il TSO viene eseguito in un altro comune , perchè viene ‘obbligato’ a un ricovero ospedaliero visto il suo comportamento collaborativo-si fa sedare e gli consentono di farsi una doccia e bere un caffè(!)-e perchè viene portato a Vallo nonostante il suo timore,rivelatosi ahimè fondato, di essere portato in quel reparto. Che non ci fossero gli estremi per un ricoveo ospedaliero lo ha rilevato anche autorevolmente uno psichiatra che è intervenuto in quei giorni su ‘Il Mattino’ di Salerno. Il TSO eseguito per motivi di ordine pubblico o sociale o per incapacità di intendere e volere contrasta con le linee guida dettate dalla conferenza Stato-Regioni e recepite dalla regione Campania proprio nei giorni seguenti la morte di Franco. Il comitato ritiene altrettanto importante sanzionare un uso disinvolto ed arbitrario di uno strumento già di per sè molto delicato come il TSO su cui giustamente è da tempo avviata una discussione. Tutti i casi come quello di Franco reclamano un passo in avanti sia nella pratica psichiatrica che nell’emisione ed esecuzione del TSO. Per questo abbiamo scritto sullo striscione, dopo la richiesta di verità e giustizia per Franco, ” E MAI PIU’!” La morte di Franco e di tanti altri sventurati solo così potrà non essere vana e dimenticata.
    Voglio anche dire infne che dietro la nostra determinazione e in questo sit-in davanti al tribunale a fianco a noi c’era e c’è la vostra preziosa presenza così come il vostro impegno di cui vi siamo profondamente grati. Un caro saluto a tutti voi e avanti insieme in questa comune battaglia di civiltà per rendere giustizia ai nostri morti e migliorare e liberare il futuro.

  151. carissimi Vincenzo, Giuseppe, Doriana e tutti sempre carissimi, ho riportato le vostre bellissime lettere sul mio profilo di facebook.
    buon lavoro, sempre buon lavoro a voi, e che il vostro lavoro sia sempre buono.
    sempre qui, sempre con voi
    leandra

  152. Rileggevo il post di Leandra del 12 settembre ….i commenti buttati lì per caso ……inconsapevole che forse poi qualcuno non avesse gradito a tal punto che……..molto probabile.
    Per interpretare la cultura di un luogo occorrerebbe fare diversi passi indietro senza per questo arrivare alla preistoria del territorio campano.
    Il ‘700- ‘800 ….il voluto fallimento della Repubblica partenopea a favore del potere borbonico …. i sanfedisti……..il potere ai pochi…..la cultura della massoneria d’oriente….l’egitto ecc ecc.
    Non sarebbe folle pensare che tale impostazione, forse unica in Italia, possa aver favorito la limitazione dell’agire…….un condizionamento delle libere espressioni degli individui spesso già accentuate laddove vi era già un consolidato sistema religioso e ancor più con l’eventuale appoggio del sistema politico.
    Un articolato sistema che spesso poi avvolge la penisola……
    Grazie per lo spazio offerto e fin d’ora per eventuali correzioni a mie inesattezze, carissimi saluti a tutti mauro.

  153. car* tutt*, oggi e in questi giorni, sono 30 anni di ‘commenti sbagliati’ che da tutte le latitudini ci siamo portati dietro – e che abbiamo regalato come marchio di fabbrica anche a quelli che sono venuti qui, da altre latitudini, senza però modificare di un palmo la nostra squisita tendenza al ‘cannibalismo sociale tendente all usa e getta’ cosi come in uno sfogo di incazzatura qualche giorno fa l ho definito…c’è stato ieri il secondo sit in per francesco mastrogiovanni, di cui non ho ancora notizie ma che spero ne avremo presto. Un bell intreccio ‘astrale’ direbbero gli astrologi amici della Hack – che ricordatevi sempre è un astrologa e non un astrofisica e guai a chi contraddice – e di date, 4 mesi per francesco il 4.12 e poi un nuovo sit – in l 11.12, e oggi – piazza fontana – e poi ‘pino volò’come potete leggere nel bellissimo articolo di Doriana che sempre saluto da qui e da lì…a buona pace di tutti noi (e con poca pace di quanti invece hanno avvicendato nel tempo tutti i commenti sbagliati che hanno depistato indagini per 40 anni e che hanno 40 di crimini di tutti i tipi sulla coscienza), le parole senza tempo di una vecchia e cara poesia

    e scusate il ritardo:)*

  154. Ciao a tutti ciao Leandra , l’attualità non porta notizie rasserenanti ….la battaglia politica sempre più aspra. Personalmente non vedo meritata l’aggressione ricevuta oggi dal premier; se fosse stato un cazzotto scaturito da un magistrato forse avrebbe avuto un significato più normale alla pari ….dopo le continue accuse lanciategli ma così mi sembra tutto molto innaturale , detesto la vigliaccheria e la condanno.
    Così come in precedenza trovai allo stesso modo sproporzionato ,con forti pregiudizi, ingiusto l’uso massiccio dei mezzi descritti nella cattura di Francesco Mastrogiovanni.
    La confusione istituzionale sta creando non pochi dubbi…..chi fa arrestare mafiosi viene poi accusato per motivi analoghi………chi accusa il premier viene poi di nuovo accusato ecc ecc ….davvero un caos , difficile uscirsene con serenità, ma purtroppo è il prezzo da pagare per i passati anni di politiche consociative.
    Circa -‘a livella- non mi piace come poesia , il messaggio fa riflettere , fa attenuare forse l’eccesso di presunzione umana ma comunque a me personalmente risulta come ipocrita.
    Il riferimento è al concetto di egualitarismo( non uguaglianza) in essa contenuto e che a mio avviso è alla base di alcuni distorti comportamenti umani tra cui le invidie-depressive.
    Anche il consociativismo….le convergenze parallele ecc ecc forse erano poco naturali, meglio il ritorno a politiche più semplici e dirette.
    Non me ne vorrà il buon Totò….a me non sono mai piaciuti anagraficamente neppure i principi.
    Forse vi ho annoiato un po’ adesso stacco ;o) carissimi saluti a tutti

  155. p.s.
    Comunque se il gesto di Massimo Tartaglia è stato spontaneo, necessario per la sua coerenza, senza altre persone a manovrarlo allora che dire….anche questa è politica…..il dissenso inascoltato , non interpretato porta allo scontro e il premier questo forse non l’aveva considerato del tutto.

  156. Grazie per questi importantissimi documenti, Leandra.

    Quelle foto le “conoscevo” già, le avevo immaginate mille volte nella mia mente, senza averle mai viste. E non c’è bisogno di nessuna parola…

    fm

  157. anzi, lo riprendiamo proprio ora il discorso su ‘a livella’:
    “la casta è casta e va sì rispettata!
    ma Voi perdeste il senso e la misura;
    la Vostra salma andava,si,inumata;
    ma seppellita nella spazzatura!”
    (o in un ospedale psichiatrico o volata dalla finestra: il mancato rispetto della casta non si perdona, a quanto pare)
    (….)
    “Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
    nuje simmo serie…appartenimmo à morte!”
    (solo chi crede di non morire mai ha l insolenza di fare i ‘commenti’ e di credersi superiore al punto da non ritenersi sottoposto alle stesse leggi che valgono per gli altri. Vassallo firma il TSO perchè qualcuno ha ritenuto nella sua suprema maestà che FM si è permesso ‘un alzata di testa, una botta di matto’ e pertanto va rinchiuso, ma chi si permette di esprimere simili giudizi? solo chi crede che non toccherà mai a lui. Noi che siamo qui da 4 mesi perchè riteniamo invece che quanto accaduto a francesco può succedere a chiunque di noi, siamo seri e ‘apparteniamo alla morte’)

  158. io no, francesco, devo dire che non avevo mai immaginato una cosa del genere, non sapevo che cosa diventano 80 ore di legacci sul nostro corpo. non sapevo che il diritto di tortura fosse compreso nei trattamento sanitario obbligartorio.
    alla prossima, carissimi tutti.

  159. Sì Leandra, solo chi “appartiene alla morte” è ancora capace di una parola o di un gesto di umana pietà.

    E, al di là di ogni “altra” considerazione, forse bastava, in quel lager maledetto, appena un po’ di pietà, da parte di qualcuno, e Francesco sarebbe ancora vivo.

    Insieme a lui, come sempre succede quando “giocano” sulla pelle degli ultimi e dei non omologati, hanno assassinato, per l’ennesima volta, con estrema viltà, quella minima parvenza di umanità che ci distingue dalle bestie più degradanti. Esattamente quello che è successo con Stefano Cucchi a Roma.

    fm

  160. Grazie Leandra della risposta e del consiglio ad una maggiore riflesione, questo spazio offerto da Francesco Marottta (che ringrazio) e da tutti voi innanzitutto per la giusta causa di Mastrogiovanni mi lascia trasportare qualche volta verso commenti forse poco obiettivi , mi scuso di ciò a volte cado in errore.
    Sull’atteggiamento di Vassallo ,o chi in sinergia con lui, invece avevo colto subito la sua dialettica come falsa nel sentimento ( da cui spontaneo era stato nomen omen); probabilmente percepiva in Mastrogiovanni un qualcosa di scomodo forse di intralcio al suo modo di fare politica.
    Un antipatico da allontanare in qualsiasi modo consentito dalla legge.
    Concordo appieno ,basterebbe che ognuno di noi operasse nella società secondo coscienza e coerenza proprie ,anche sbagliando, come dice Francesco con assoluta inappartenenza, che tutto sarebbe più comprensibile.
    Forse sono pessimista ….forse è utopia ai giorni nostri…….credo che la bontà di Mastrogiovanni sia stata derisa (vedi Vassallo con la camicia sbottonata)…..strumentalizzata…..ridicolizzata.
    Tutto questo o porta ad una depressione personale oppure ad una reazione improvvisa violenta come ad esempio il lancio di una souvenir del Duomo.
    Saluti a presto mauro

  161. p.s.
    Tuttavia credo non vada rivolta esclusivamente l’attenzione sul modo di agire di Vassallo, sminuirebbe il problema.
    Lui , con umana viltà, ha da subito cercato l’appoggio….tratto la forza dal consenso ….le giustificazioni del TSO nel contesto sociale in cui operava, per cui anche la cultura di quel luogo …….dei paesani…….di chi ha ceduto ai pregiudizi culturali del suo sindaco rimanda ad ulteriori riflessioni.

  162. confermo e sottoscrivo. Allo stato dei fatti, le responsabilità sanitarie sono evidenti ma restano pero tutte le responsabilità politiche e sociali della vicenda, che sono le piu dure da provare. Un abbraccio forte.

  163. Dure da provare certamente….. tuttavia la credibilità del Sindaco è stata messa a dura prova in questa vicenda, le scelte esagerate sono umane…….non riconoscerle forse meno….. il tempo porterà poi consiglio.
    Mi fai venire in mente l’appartenenza alla morte il contenuto de ‘a livella …il senso della misura verso il prossimo che non dovrebbe farsi scavalcare dal proprio narcisismo…. l’imprevedibile ego…..la sete di esibizione e di POTERE.
    A volte basta poco ….un metodo ricevuto….a volte le errate convinzioni maturate……e tutto si trasforma in pregiudizio verso l’altro.
    Non immaginavo delle evidenti responsabilità sanitarie , pensavo di più allo sfinimento in mare e poi all’effetto imprevisto dei farmaci, comunque di ciò credo che il magistrato darà un giudizio adeguato.

  164. P.S.
    Allego le novità in tema di libera informazione che sono state postate su altri siti sperando di non occupare troppo spazio

    1845. Esilio Volontario
    14-12-2009 – 21:32
    Legge su internet
    Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d.L. 733)
    tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC)
    identificato dall’articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o
    istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet/ ; la prossima settimana

    14.45 Sonia Alfano: nessuna solidarietà a Berlusconi – “Condanno ogni forma di violenza, ma non ci penso proprio a dare la mia solidarietà a Berlusconi. Sarebbe ipocrita, visto che sono scesa in piazza contro du lui. Da subito non ho dato solidarietà al Premier per l’attacco subito e non gliela darò mai. Certo, condanno ogni forma di violenza fisica, ma sono una persona coerente. Non posso dare solidarietà ad un Presidente del Consiglio che è un frequentatore di minorenni, un piduista, un corrutore, un frequentatore di mafiosi, un uomo che non ha il senso dello Stato”. Lo dice Sonia Alfano
    14.50 Libertà e giustizia: nessuno ci toglierà il diritto di dissentire – “Pazzi e provocatori non ci toglieranno la libertà di dissentire. L’Italia non è l’Iran di Khamenei: pacificamente ma con rigore ci opporremo a ogni volontà espressa o coltivata nelle ombrose stanze del potere di ‘eliminare l’opposizioné “. E’ quanto si legge in una nota dell’associazione Libertà e Giustizia, dopo l’aggressione al presidente del Consiglio in Piazza Duomo. (IDV) a Pierluigi Diaco, nel corso di un’intervista pubblicata su “Il Clandestino”, domani in edicola.

  165. Tutti i riferimenti sono voluti, occupano uno spazio mostruosamente vuoto, non come questo che va diventando sempre più pieno non di commenti ma di partecipazione reale, di virtuoso non c’è niente…grazie carissime amiche e amici vi propongo Se ci fosse un uomo una fotografia una certezza
    è lungo non riesco ad abbreviare, rimando al link e se volete…fatene ciò che ritenete opportuno metto solo le prime righe. notte, come voi sono stanca, mezza morta e mezza viva.
    Avevo ieri tra le mani e si fa per dire, sono visibili in internet sul Fatto e Il Mattino , le foto dei segni di una “violenza inaudita”, causati dalle cinghie su gambe e polsi ad un uomo sottoposto per 80 ore ad un TSO: Francesco Mastrogiovanni. In serata si è aggiunto il Volto insaguinato e tumefatto di Silvio Berlusconi. Ci sono le prove della violenza. Avevamo bisogno di questi documenti per capire che piovono uomini eccellenti, macigni sulla nostra esistenza?
    http://www.reset-italia.net/2009/12/15/se-ci-fosse-un-uomo-una-fotografia-una-certezza/

  166. Ciao a tutti , viste le nuove procedure in materia di sicurezza in internet questo post forse rimarrà uno dei pochi dove dialogare senza temere restrizioni dal momento che non si inneggia ad alcun tipo di violenza.
    Non sono ironico , mi fa pensare un po’ però la strategia proposta.
    Ci tenevo a rettificare un mio giudizio su Massimo Tartaglia del quale avevo definito vigliacco il gesto mentre intendevo dire gesto a tradimento che pur se violento è cosa diversa in quanto la persona si è resa identificabile.
    Mi torna in mente quando Alberto Tomba lanciò dal palco la coppa vinta verso un fotografo , ferendolo. Giustificò il gesto come conseguenza di una provocazione fotografica al suo indirizzo. Quindi provocare non è mai un’azione sana a mio avviso , a meno che non sia per gioco …uno sfottò ma non in politica.

  167. Ciao a tutti , stavo osservando in tv la vicenda della donna che cercando il contatto col Papa l’ha fatto cadere; medici e legali avranno avuto le loro ragioni per applicare nuovamente un TSO alla giovane, ma sembra tutto così sbrigativo.
    In fondo quando il Pontefice passa tra la folla non sarebbe da escludere che tra le tante mani e sorrisi benevoli non possa esserci anche un gesto diverso, un dissenso, una critica. Non mi sembra del tutto logica questa continua a volte ossessiva ricerca del consenso condiviso.
    La solidarietà al Papa e al Cardinale per l’accaduto è d’obbligo tuttavia sembrava più logica una limitazione della donna sotto il profilo giudiziario ed eventualmente sanitario, piuttosto che ”calmarla” coattivamente in quanto pericolo pubblico.
    Buonanotte a tutti mauro

  168. Tratto da tiscali

    Esteri Cina, corsa contro il tempo per il cittadino britannico condannato a morteLa pena capitale è stata fissata per domani alle 10.30 ora di Pechino. L’ esecuzione di Akmal Shaikh, un cittadino britannico mentalmente instabile che è stato condannato a morte per traffico di eroina dalle autorità cinesi, appare ormai imminente. La notizia è stata comunicata al 53enne Shaikh dai suoi cugini Soohail e Nasir Shaikh, ai quali è stato consentito di incontrarlo nel carcere di Urumqui, nel nordovest della Cina. I due hanno anche rivolto un ultimo, disperato appello per la clemenza alle autorità cinesi, che finora non ha avuto risposta. La stessa richiesta è stata posta invano a Pechino dal primo ministro britannico Gordon Brown.

    P.s.
    Ecco l’ennesima lezione di giustizia così come concepita dalla P.R.C. ; davvero incredibile e da che pulpito arriva la morale, da quel paese che spesso ha consigliato anche al resto del mondo di superare le leggi che prevedono il rispetto dei diritti internazionali dell’uomo, vedi lavoro minorile.
    Non acquisterò più alcun prodotto madeincina neppure la più infinitesima eprom per computer, anzi me ne disferò anche di quelle già acquistate.
    saluti mauro

  169. non vi ho dato i miei auguri di buon anno, male male anzi malissimo ma non mi sono dimenticata di voi e come al solito gira che ti rigira prima di spegnere il pc, coccolare il gatto e infilarmi a letto anch io mi sento rimediare si, assolutamente si…

  170. Ciao a tutti ,
    giorni fa ho appreso della manifestazione di Livorno ,mi unisco col pensiero al dolore di chi ha perso il proprio affetto quando si trovava in una struttura dello stato italiano,
    L’evento negativo ….l’imprevedibile può accadere ovunque ma i collegamenti delle varie vicende non fanno pensare a nulla di buono; appena uno alza la testa un po’ di più ecco ritrovarsi di fronte il soppressore di turno ….dal maestro al prete all’infermiere ecc ecc
    Oramai l’ostinazione ad esibire il crocifisso un po’ ovunque ha assunto quasi un senso scaramantico di protezione……mi sembra una cultura fragile….di potere e oramai poco incline ad avere curiosità verso il nuovo e il diverso, una responsabilità libera del proprio pensiero.
    Lobby, opusdei , benpensanti vorrebbero ricondurre il tutto a norme e regole prestabilite spesso non verificabili da cui viene meno lo spontaneo rispetto dei diritti dell’uomo.
    Capita anche a me talvolta di non rispettarli ma ne accetto sempre senza barriere il contraddittorio di chi la pensa in altro modo.
    Un saluto e ringraziamento ai familiari di Franco Mastrogiovanni per la dignitosa ricerca di giustizia e verità e alla famiglia di Niki Aprile Gatti e di tutte le altre.
    Notte a tutti

  171. Riporto alcune dichiarazioni di Furio Colombo in occasione della Giornata della Memoria; una Memoria estesa a tutte le ingiustizie, le mie in primis, a cominciare da quelle di pensiero le più taciturne ma non per questo meno inoffensive nel generare uno stato di cultura monolitica sopprimente innaturale…..quella del pregiudizio…………..
    ……..Dimenticare è un pericolo. Quali altri rischi intravede da parte di chi non ritiene degne di memoria le vittime dell’Olocausto?
    “Il negazionismo è ancora molto diffuso, ma c’è anche la Chiesa cattolica, il cui Papa ha riammesso nel rito ufficiale quella preghiera del venerdì che invoca la ‘conversione’ degli ebrei, ha revocato la scomunica dei lefebvriani e alimentato la polemica sul vescovo negazionista. Posizioni negazioniste sono pubblicamente espresse e tollerate. All’Università di Roma La Sapienza c’è un docente di queste idee che ancora insegna. La tentazione di dire che non è successo niente c’è ancora.”

    Notte a tutti

  172. Quello che è accaduto nel reparto di psichiatria è di normale prassi in quel reparto.
    I pazienti erano continuamente picchiati ed ammanettati, le terapie non venivano somministrate, specialmete quelle che prevedevano l’uso di morfina, venivano vendute al mercato nero, in special modo alle case per anziani private.
    C’erano già state altre morti, come un signore morto per le gravi ustioni riportate mentre era ammanettato a letto fu dato al rogo.
    Se verrò tutelato in modo adeguato posso fornire, nomi e modi di come avvenivano sivizie, violenze ed abusi anche sessuali chi e dove finivano i farmaci.

  173. Caro Anonimo,quello che tu riferisci è di una gravità inaudita che spesso possiamo sospettare ma che è difficile già solo immaginare.L’ordinanza del GIP ha già evidenziato una realtà cruda che sembra essere stata prassi in quel reparto-lager e quello che tu dici aggiunge particolari di ulteriore e inimmaginabile gravità per la crudeltà e l’immondo traffico che vi sarebbe sotteso.La nostra-quella dei familiari amici comitato e la rete a cui tu stesso stai facendo riferimento in questo momento-è una denuncia che può scoperchiare una pentola senza fondo e siamo consapevoli che la morte di Franco rappresenta la punta di un iceberg agghiacciante che vogliamo che venga fuori altrimenti dovremo aspettarci che passata la tempesta torni la calma della prassi quotidiana fatta di traffici e morti che nessuno conosce,nessuno osa denunciare e a cui nessuno rende giustizia.
    Se hai avuto il coraggio di dire queste cose e portarle allo scoperto io,noi ti chiediamo di affiancarci e noi saremo al tuo fianco; quanto alla tutela che tu chiedi oltre alla nostra e a quella che il coraggio di una denuncia pubblica assicura,ne potremo parlare con gli avvocati e con gli stessi giudici ma ti prego è necessario che tu dica quello che sai unendoti a noi:tutti noi siamo senza rete ma insieme siamo una forza di cui noi stessi spesso non ci rendiamo conto quanto sia e valga e cosa può riuscire a smuovere…ora abbiamo un’ordinanza significativa e rilevante e un’indagine in corso ben impostata che noi speriamo vada oltre gli stessi binari su cui si sta muovendo,toccando sia l’emissione e l’esecuzione del TSO sia la mancata vigilanza e le responsabilità che non possono non stare dietro e sopra un reparto lager come quello che esce dall’ordinanza GIP e,ancor di più,da quello che riferisci tu. Per questo ti invito a contattare o me(331 8125818)o il comitato giustizia per Franco o gli stessi avvocati del caso Mastrogiovanni(Caterina Mastrogiovanni e Loreto D’Aiuto con studio a Vallo Scalo o a Napoli Elena Coccia) o gli stessi giudici che stanno mostrando grande coraggio e determinazione. Tu sai quale è la cosa giusta,falla insieme a noi.CORAGGIO!

  174. Caro Dott. Tarallo, da 2 anni vivo lontano dal cilento, sono stato anch’io vittima di ingiustizie più volte denunciate alla procura di vallo ma sempre finite nel dimenticatoio. Ed è questo quello che mi fa paura ed è questo che mi ha spinto a ricrearmi una vita altrove. Io una delle prossime domeniche sarò a Vallo a far visita ai miei e la contatterò magari possiamo incontrarci ed esporle di persona i fatti di cui sono a conoscenza e di cui sono stato testimone oculare durante le mie visite ad un infermiere proprio in quel reparto.

  175. Leggo solo adesso, in una pausa del lavoro, e ringrazio l’anonimo per la sua sua testimonianza. Ringrazio sentitamente anche Giuseppe Tarallo che ha scritto quello che anch’io avrei risposto. Faccio mio il suo invito a collaborare e a testimoniare, perché la morte di Franco rappresenta la punta di un iceberg agghiacciante che vogliamo che venga fuori altrimenti dovremo aspettarci che passata la tempesta torni la calma della prassi quotidiana fatta di traffici e morti che nessuno conosce, nessuno osa denunciare e a cui nessuno rende giustizia.

    E questo possa avvenire, sempre, in ogni luogo e in ogni circostanza in cui i diritti elementari delle persone sono infangati e calpestati, molto spesso sotto gli occhi della nostra ignavia e del nostro silenzio.

    Un augurio, anche da parte mia, alla persona che ci ha lasciato traccia della sua lodevole intenzione.

    fm

  176. ci ritroviamo quì, in questo luogo comune, anche con chi ancora non conosciamo e lascia, spero non solo, una traccia, un segno di solidarietà, una testimonianza, vitale.Ho avuto per alcuni giorni il pc imballato ma leggevo e vi ho letti. Stamattina come per un “miracolo” e dopo le notizie che arrivavano da Vincenzo Serra, Giuseppe Galzerano, Giuseppe Tarallo e l’impegno mai sospeso di Fiore, Natale Adornetto e tant* altri, ho potuto scrivere ciò che volevo. Forse sarà stato azzardato coniugare la morte di Franco con i vivi e i morti dietro ad un Muro, come quello creato in Palestina.Ma il silenzio e l’omertà, la paura che induce a non fare niente, mi hanno una volta ancora mossa a scriverne, la vergogna è altra. Vi abbraccio, sempre vicina.Grazie, per r-esistere.
    Ti ricordi di chi è morto e vive dietro ad un Muro?
    http://www.reset-italia.net/2010/01/27/ti-ricordi-di-chi-e-morto-e-vive-dietro-a-un-muro/

  177. Ciao a tutti, non avrei mai pensato che in quel reparto si fosse radicato e condiviso da parte degli indagati un simile comportamento verso Mastrogiovanni peraltro già conosciuto per il suo vissuto nonchè orientamento di vita.
    La mia impressione è questa, non riesco ad immaginare quale giustificazione alternativa…quale logica possano aver mosso ,contemporaneamente, 19 sanitari indagati.
    Sarebbe meglio pensare che forse si sia trattato solo di superficialità e negligenza…….come spesso si sente dire di malasanità in un caldo giorno di agosto, ma se così non fosse?
    Il Medioevo cui fa cenno Giuseppe Tarallo potrebbe essersi già insinuato nel bisogno di omologare… di sottomettere……..nel tentativo a mio dire obsoleto di normalizzazione cattolica-apostolica………in un territorio così vario come il Cilento?
    Galzerano torna a fare cenno anche alle disposizioni della cattura, tutta quella forza militare…..rientra nella prassi? ha trovato giustificazione dal Gip?

    Notte a tutti

  178. Ora che comincia ad emergere con la dolorosa morte di Franco quale normale prassi spaventosa hanno vissuto altre persone,alcune egualmente morte senza che nessuno s’accorgesse di quale assurda morte,altre sopravvissute con segni indelebili senza essere credute e/o ascoltate nella loro solitudine,mi viene da vergognarmi e scusarmi per non essermi mai accorto di questa tremenda realtà che mi/ci circondava intento/i ad altro. Quello che posso dire all’anonimo che ringrazio per ciò che riterrà di fare per sé e per gli altri che il comitato per Franco è anche il comitato per lui e i tanti altri/e che sono passati per quell’inferno e l’hanno sperimentato sul proprio corpo e la propria anima.Mi viene difficile pensare che chi entra lì bisognoso di cure e attenzione ne esca morto o segnato dolorosamente,calpestato nella sua dignità,nella sua umanità e senza essere neanche creduti…per questo il comitato per Franco si impegna perché questo non succeda MAI PIU’ anche se siamo consapevoli che mai un obiettivo si raggiunge per sempre e che sempre c’è il rischio di tornare indietro. Per questo sono sempre più convinto che le mura di questi reparti debbano essere aperte e che ci debba essere un controllo non burocratico nè interno alla stessa struttura ma affidato alla società civile in rappresentanza degli interessi,dei diritti e della dignità delle persone che eventualmente siano ‘costrette’ a farvi ricorso. Noi vogliamo che lo stesso TSO non avvenga con la facilità con cui continua ad avvenire e che non ci siano alla base motivi di ordine pubblico o di controllo sociale,politico,ideologico ma solo nell’interesse della salute della persona nel pieno rispetto della sua dignità,togliendo questo strumento dalle mani di una figura non ‘sanitaria’ come il sindaco che oggi sempre più è espressione di una parte.
    All’anonimo dico che l’aspetto con l’affetto e il rispetto che merita,sperando che tutti insieme facciamo cadere i muri del silenzio e dell’omertà dentro e dietro i quali c’è la sofferenza dei ‘malati’ e il traffico immondo di carnefici travestiti da angeli.
    Quanto a Franco io continuo a essere convinto che nei suoi confronti c’è stato,prima e dopo il ricovero coatto,un surplus di accanimento dovuti alla sua storia,alla sua figura:ora la sua morte crudele ed orribile deve servire a far cadere quei muri odiosi nei quali tanta sofferenza è stata consumata e patita da esseri e persone bisognose e fragili.

  179. Ciao a tutti , nell’ultimo post di Giuseppe Tarallo trovo delle parzialità circa l’intera vicenda, è una mia impressione non vuole essere una critica specialmente nel rispetto di tutti i sentimenti.
    Di sicuro sono state accertate alcune responsabilità sanitarie ed eventualmente poi, se sussistenti e se dimostrabili, quelle amministartive del sindaco Vassallo , ma in tali disamine si fa minimo cenno alla parte giudiziaria.
    Infatti la convalida del TSO non è stata la scelta definitiva del sindaco Vassallo , bensì del giudice tutelare che, valutando le notizie ricevute dai sanitari…dalle forze dell’ordine…dal sindaco ha ritenuto di disporre il TSO in oggetto. Solo il giudice poteva convalidare o meno era una scelta tanto importante quanto irreversibile , una volta convalidato neppure Vassallo poteva minimamente opporsi.
    Recentemente alcuni giornali hanno riportato la notizia di un giudice tutelare di Eboli che, nonostante sollecitato da vari sanitari e amministartori, ha ritenuto di non applicare alcun TSO ad un signore che in pochi attimi aveva letteralmente mandato in frantumi l’auto dei sanitari dell’ ASL giunti al suo domicilio per un accertamento.
    Tutto questo per sintetizzare che a mio avviso la cultura di un luogo la fa il diritto e di come viene applicato sul territorio attraverso la sensibilità dei suoi interpreti.
    Personalmente spero ci sia sempre un’evoluzione e divulgazione, non necessariamente anarchica, dei principi fondamentali del diritto solo così a mio avviso si potrebbe assicurare una convivenza equa al di sopra di qualsiasi orientamento politico , religioso , educativo.
    Vista la galoppante globalizzazione sono a favore della rimozione di simboli religiosi in ambito di giudizio, scuola o magistratura, negli altri luoghi pubblici invece credo rappresenti la cultura, la storia, le battaglie di un popolo quindi non dovrebbero insospettire nessuno.
    saluti a tutti

  180. Vorrei fare un intervento. Ho subito 7 TSO. Il primo lo decisero all’interno dell’ospedale, ma prima che mi portassero lì, mi hanno braccato per ore dentro casa. C’erano vigili urbani e poliziotti, nel totale più di 10 persone, senza contare gli infermieri, e quando poi mi portarono via, vidi che fuori c’erano almeno 3 auto della polizia coi lampeggianti accesi. Non ero mai stato violento, non lo ero, e non ero pericoloso. Semplicemente – sapendo cosa mi aspettava – non volevo avere a che fare con loro, e mi barricai nella mia stanza tremante di paura. Lor “signori” pubblici ufficiali invece guardate che hanno fatto intendere e detto. Che spiegamento di forze, E NON C’ERA NESSUNA ORDINANZA DEL SINDACO, NESSUNA RICHIESTA DI TSO E NESSUN MEDICO AVEVA PARLATO CON ME O MI AVEVA VISTO. Questi fanno ciò che gli pare, tanto sanno come vanno le cose. E anche altre volte è successo ciò, casa invasa da gentaglia di ogni sorta, e una volta mi hanno messo le manette e portato via coi pantaloni abbassati.
    Se dagli stessi ci vai per dire che dei mafiosi ti cercano per romperti una gamba, la colla sulla sedia si fa più potente, così come per tante altre cose, così come, le rare volte che intervengono per un incidente stradale (perché non possono farne a meno), arrivano dopo un sacco di tempo, una sola pattuglia, e quello che ti dicono quando chiami è che sono impegnati (a far che?…). Però per queste cose, dopo 10 minuti arrivano a flotte, chissà perché.
    Ora, anche se non è sempre così, questa cosa si verifica spesso, molto spesso.
    Tengo a precisare, che ciò NON È mica per “annacquare” ciò che è stato fatto a Francesco Mastrogiovanni. Intanto, anche se fosse prassi comune l’intervento in forze e la spietata caccia, ciò rimane pur sempre qualcosa di estremamente grave. Non mi pare sia il caso che anche se uno “ha una crisi”, deve vedersi braccato così.
    Poi c’è da tenere sempre bene in mente la storia personale di Francesco. Non faccio qui determinate analisi, anche perché credo che non ce ne sia bisogno, ma c’è il grande e fondato sospetto che il tutto sia stato appositamente fatto. Del resto, più persone hanno scritto che il potere non dimentica mai e che prima o poi colpisce.
    Così come più persone hanno detto che Franco deve aver intuito chiaramente cosa l’aspettava. Le sue parole, “Se mi portano a Vallo questa volta non ne esco vivo”, non devono farci perdere di vista certi punti fondamentali e ci devono far divenire ancor più determinati nella nostra lotta.
    Natale Adornetto (http://senza-futuro.blogspot.com/), membro del Comitato verità e giustizia per Francesco Mastrogiovanni.

  181. Leggendo la storia sono rimasto senza fiato
    Chiedo un commento a chi sa’ piu di me sulla mia storia
    Lavoravo in una grande azienda del nord , e feci causa di lavoro per mobbing
    Da allora , minacce e una aggressione , che io collego alla causa , con conseguente operazione chirurgica in ospedale vicino Torino
    Durante l’operazione qualcosa va storto e rischio l’infarto, mi riprendo , e dopo anni (grazie alla mia tenacia nel recarmi alla procure della repubblica per sapere l’esito della causa) scopro che qualcuno nell’ospedale aveva scritto nella mia cartella clinica una diagnosi di PARANOIA (forse per non rendermi credibile in una eventuale causa di richiesta danni ? )
    Cosa centrava una diagnosi psichiatrica se ero in ospedale per fratture conseguenti a una aggerssione, e perche’ mi e stato nascosto per molti anni, e perche’ non so il nome del dottore che la ha eseguita ?
    In questi anni ricevo minacce intimidazioni inviti a dichiararmi pazzo,una bomba nel mio negozio ecc.
    e continue PROVOCAZIONI soprattutto a me e anche ai miei familiari, a cui e’ difficile non reagire
    A quale scopo ?
    Gli appelli alle forze dell’ordine cadono nel vuoto ,anzi mi e’ impossibile avvicinarli perche’ sono al limite della scortesia
    Sono percio’ solo , e non essendo pratico dell’argomento , chiedo l’ aiuto di chi conosce ,e ha la buona volonta’ di aiutarmi
    Grazie mauro m6a6p6i6@gmail.com
    tel 3393609735

  182. “………Noi vogliamo che lo stesso TSO non avvenga con la facilità con cui continua ad avvenire e che non ci siano alla base motivi di ordine pubblico o di controllo sociale,politico,ideologico ma solo nell’interesse della salute della persona nel pieno rispetto della sua dignità, togliendo questo strumento dalle mani di una figura non ’sanitaria’ come il sindaco che oggi sempre più è espressione di una parte………..”

    E’ ingiusto tacciare Giuseppe Tarallo di parzialità con riguardo al suo ultimo post.
    Ho fatto copia ed incolla di quella parte del post in cui Giuseppe fa cenno alla figura del sindaco (ma non di quel determinato sindaco) e dell’esigenza di rivedere l’istituto del TSO per evitare un suo uso improprio.

    Altro che parzialita! Il sindaco Vassallo dovrebbe illustrare all’opinione pubblica che è rimasta così duramente colpita dai fatti accaduti la ragione per cui firma l’ordinanza di TSO nonostante l’incompetenza territoriale.

  183. Caro Mauro il 5 novembre scrissi Come qualcuno di voi sa…http://www.reset-italia.net/2009/11/05/come-qualcuno-di-voi-sa/
    è importante che tu lo legga e sopratutto i commenti. Lo aggiornerò tra un po’, perchè acqua ne è passata tanta e testimonianze che ho raccolto quì e là, va fatto il punto opgni tanto, per poi ripartire.
    Tu chiedi di sapere qualcosa di più su quanto ti è avvenuto, grazie per averci fatto partecipi, tirato fuori… Ti dico la mia e brevemente, anche se è difficile.
    Dal 1973 ho lavorato in una banca, grande, la Comit diventata poi dopo la privatizzazione come il Credito Italiano, Banca Intesa.
    L’Intesa se l’erano fatta ai vertici, noi eravamo senza più alcun riferimento. Era passato da un pezzo il 2001, che mi aveva segnato per sempre e profondamente.
    Non capii perchè da un giorno all’altro, ero rimasta senza pagina alcuna sul computer, non avevo più niente di quei clienti che seguivo da 30 anni e avendo dato miliardi all’istituto per cui lavoravo, chiesi spiegazioni immediate al Capo del Personale. Mi disse dopo una settimana che ero l’unica ad averle chieste, gli altri, in attesa fuori, chiedevano di non essere spostati, lontano dalla loro sede. Mi disse di pazientare, niente cambiava nè il ruolo, nè il grado, niente e tacere con i clienti, tutto sarebbe tornato alla Normalità.
    Cominciò così un periodo, dove non capivo cosa stava cambiando della mia vita privata e quella pubblica, dormivo anche alla scrivania, crollavo a una fermata e alternavo fasi di eccitabilità e azione, forti, mai avute. Quando proprio ad un cliente anziano e neuropsichiatra, dissi che volevo stare a casa per un po’ fingendomi esaurita, mi disse che io non ci facevo, stavo male veramente. Così andai, inizialmente per avere la giustificazione di non stare con le mani in mano in ufficio e penosamente fingendo come mi avevano chiesto in direzione. Andai per un anno allo Sportello Asl di Roma a Ponte Milvio, per il mobbing e il disagio lavorativo, a sottopormi a terapia.
    Sapevo che alla fine la commissione, se mi avesse rilasciato la certificazione di mobbing, questa era inoppugnabile dal giudice per la causa di lavoro.
    Andò che mi feci una passeggiata dentro di me, dolorosa felice proficua, non finirò mai di ringraziare chi mi ha seguita e accolta. Aggiunsi una tre giorni di full immersione al Policlinico,Neuropsichiatria, che aveva aperto una cosa “similare” per i lavoratori, ne conobbi altre e altri, dalle provenienze più diverse, casi umani inimmaginabili, apparentemente normali, distrutti.
    C’erano alcuni che avevano già vinto la causa e si ritrovavano come nel gioco dell’oca alla casella di partenza.Altri erano anche stati ricoverati, avevano avuto un infarto, nessuno ebbe la certificazione ma il personale continuava e continua a fare test, in stanze disadorne, in attese estenuanti.
    Avevo avviato la causa di lavoro, ci fu in incontro, ma non per mobbing ,per demansionamento. L’avrei ottenuto, non volli più niente, non ho voluto i loro soldi schifosi, sono stata per 4 anni in esodo volontario, oggi in pensione, ho chiesto l’invalidità e mi è stata accordata il 1 aprile 2004, per 10 anni per sindrome ansioso depressiva, per asma bronchiale, per problemi alle ossa, intanto da un anno avevo deciso di venire a vivere da Roma a Capranica, da sola. E’ inferiore al 70%, quindi “godo” solo delle cure gratuite e dei medicinali per queste tre patologie.
    Non ho mai fatto ricorso a psicofarmaci, qualche volta mi è accaduto di dover prendermi, fiori di bach…Nel 2007 ho chiesto il permesso di invalidità, legato alla mobilità con autoveicoli, mi è stato accordato e rinnovato di anno in anno. Questo scorso giugno, ho trovato un ostacolo, una dottoressa che mi chiedeva accertamenti, non previsti dal regolamento. Ho occupato l’ufficio per 4 ore, fino a che sono arrivati i carabinieri , non ho dato in escandescenze, ho fatto resistenza passiva. Alla fine ho avuto ragione e mi è costato ore, energia e soldi per la visita legale a cui mi sono “obbligatoriamente” dovuta risottoporre, con le scuse del Direttore Sanitario.
    Leggetevi anche questo Trattamento Scolastico Obbligatorio
    http://www.gennarocarotenuto.it/10149-scassa-la-stampa-sul-trattamento-scolastico-obbligatorio/ è di agosto scorso. E certe conversazioni d’aprile di cui scrivevo e hanno messo anche una fotografia, scattata su Repubblica, sono sempre io, che non voto la guerra…http://www.nuovideali.it/ e il lavoro sporco, a cui ci facciamo sottoporre.
    Sappi che siamo in Guerra Incivile, e dobbiamo fare Resistenza, come possiamo e come possiamo: aiutarci per chi è morto e chi vive.
    E sopratutto ricordarci sempre che LAVORARE STANCA, Cesare Pavese: http://www.youtube.com/watch?v=u-Dd3Ud0Zwo
    Doriana
    metto anche io i miei dati, quando vuoi Mauro, sto sull’elenco…
    0761678477 dorianagoracciathotmail.it

  184. Vi seguo con grande attenzione e partecipazione e vi ringrazio delle vostre testimonianze.

    Resistere – sempre e con tutti i mezzi – è l’unico imperativo a cui dobbiamo “cedere”.

    fm

  185. Dimenticavo.

    Ci segue anche “qualcuno” da Roma. E da un bel po’ di tempo…

    Gli lascio un saluto: ORA E SEMPRE RESISTENZA!

    fm

  186. ho letto tutto, tutto d un fiato. e sono senza fiato. altre persone? altre vittime? ma cos’era un lager o un reparto di medicina di un moderno e contemporaneo ospedale italiano? un film di racconti dell 800, libri dimenticati e diari di internati. ci segue qualcuno da roma? mi associo ai saluti allora, con il mio migliore augurio di buon lavoro, come sempre.

  187. Giorno 4 Febbraio 2010 dalle ore 10,30 alle ore 13,00
    Conferenza – Stampa del “Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni (Franco)”
    presso l’Aula Consiliare del Comune di Vallo della Lucania
    per illustrare ai mezzi di informazione il contenuto dell’esposto che sarà presentato dal Comitato all’Autorità giudiziaria.
    In tale occasione, inoltre, saranno illustrate le ulteriori e prossime iniziative del Comitato.
    Per il Comitato Vincenzo Serra (cognato di Francesco).

  188. Ciao a tutti, caro anonimo cilentano delle due l’una , o anonimo o cilentano. Ma un cilentano anonimo davvero diventa impossibile accettarlo :o)
    Cerco di sdrammatizzare un po’ , è uno spazio libero in cui i vari punti di vista possono apportare ,spero mai togliere, qualcosa al lavoro del Comitato GiustiziaperFranco; c’è un attento padrone di casa (saluto fm ) che mi ricondurrebbe a opportuna moderazione.
    Caro conterraneo quello che dici è un po’ il nostro tallone d’Achille: addebitare ingiustizie al pensiero altrui senza però verificare, questo credo possa creare confusione quindi ingiustizia.
    In genere non taccio nessuno, nè gli darei dell’ingiusto senza poterlo dimostrare; comprendo i buoni sentimenti verso Giusepe Tarallo a cui mi unisco, dalla sua intervista penso che la ricerca di verità e giustizia l’avrebbe condotta per chiunque non solo per l’amico Mastrogiovanni.
    Sull’incompetenza territoriale credo che il Sindaco Vassallo abbia risposto apertamente, non ha rinnegato nulla della sua scelta sotto il profilo amministrativo; l’aspetto umano …personale…di necessità….di opportunità…di coscienza poi è un’altra cosa……….col senno di poi si farebbe spesso tutto in altro modo……non lo giudico nè accuso, in quel momento non era solo lui a decidere.
    Circa la proposta di rivedere le procedure in TSO mi pare in Danimarca o Norvegia si sia scelto di far intervenire sul luogo di chiamata proprio il Giudice tutelare o un suo diretto incaricato che dopo aver eventualmente convalidato un ricovero, dall’inizio alla fine , tutela personalmente il paziente sia sotto l’aspetto sanitario che eventualmente giudiziario.

    Notte a tutti

    P.S.
    Sul sito onlus osservatorio per la legalità e diritti dell’uomo ho letto un po’ quanto stabilito dal G.I.P.. Mi ha colpito l’intervento del medico che fra le varie possibilità faceva cenno anche alla possibilità di una morte per edema ……improvvisa!!!……..Rigorosamente negata dal Giudice.
    Che coraggio

    1. Caro Mauro,
      delle 2 mi basta solo anonimo, cilentano non mi sento più, sono andato via a seguito delle ingiustizie di cui sono stato vittima, cominciavano ad essere troppe e mi ero stancato.

      Quando scrivi: “Caro conterraneo quello che dici è un po’ il nostro tallone d’Achille: addebitare ingiustizie al pensiero altrui senza però verificare, questo credo possa creare confusione quindi ingiustizia.”

      ti dico che ho frequentato quel reparto, non come ospite e non come visitatore di qualche ricoverato, come socio in affari di un infermiere di quel reparto un certo ADV. sono entrato a qualunque ora di giorno, di notte, solo per incontrare ADV. dal 2001 al 2007 non sai quanti caffè ho preso là dentro.
      Ho assistito allo scambio di morfina fra infermieri e titolare di “spizio”.
      Durante il mio lavoro, quando ero in compagnia di ADV del quale ero socio, lui mi raccontavi fatti, vantandosene, delle sevizie e torture praticate in quel reparto.
      Nel Cilento è facile “ammazzare” qualcuno e farla apparire una morte naturale, i controlli sono prossimi allo 0.
      Io non ho registrazioni o foto degli scambi di morfina, non risulta ufficialmente nessuna mia visita in quel reparto, ma posso raccontarti per filo e per segno cosa c’era, in quel reparto, posso dimostrare la contropartita della morfina, chi è stata violentata, come s’è l’e cavata l’infermiere denunciato.

  189. Come comitato oganizziamo l’iniziativa del 4 febbraio (sei mesi dalla morte di Franco) perchè riteniamo che debbano essere oggetto di indagine da parte dell’Autorità Giudiziaria anche altri comportamenti tenuti da soggetti coinvolti nei fatti che hanno condotto all’emanazione e all’esecuzione dell’ordinanza di TSO per accertare eventuali ed ulteriori responsabilità. E non ci riferiamo solo al sindaco di Pollica.

    Franco dopo alcune ore (di eteroaggressività – come scrivono i medici – ma mantenendosi a debita distanza nello specchio d’acqua antistante il campeggio di Mezzatorre del Comune di San Mauro – come scrivono i vigili di Pollica – e nonostante la debita distanza viene sottoposto ad accurata visita!) accetta di essere sedato prima sulla spiaggia (ma si scrive che rifiuta ogni terapia!) e poi in ospedale e accetta anche di essere accompagnato al reparto di psichiatria. Quì dopo aver sistemato il letto si addormenta (e non poteva essere diversamente perchè nell’arco di pochi minuti gli vengono somministrati potenti sedativi per ben quattro volte!).

    A proposito del TSO si scrive che prima di disporre tale misura i medici devono convincere il paziente ad accettare il ricovero volontario.
    Franco accetta di essere sedato e accetta di essere accompagnato. Perchè viene disposto il ricovero in regime di TSO?

    Una persona che viene inseguita perchè la sera prima avrebbe scambiato l’isola pedonale di Acciaroli per Indianapolis (ma da un indagine giornalistica tali fatti non risultano essere avvenuti!) provocando così problemi all’Ordine e alla Sicurezza e la mattina dopo si butta a mare per sfuggire alla cattura (tanto ha avuto problemi mentali nel passato – bisogna che gli vengano somministrate le cure del caso scrivono…. i vigili)
    Si scrive anche che mentre circola ad alta velocità ed effettua sorpassi pericolossissimi ha lo sguardo fisso nel vuoto.

    In occasione dell’iniziativa del 4 p.v. illustreremo il contenuto dell’esposto che presentermo cme comitato.

  190. Caro Anonimo,sei incorso in una svista:Mauro non si riferisce a TE ANONIMO ma ad ANONIMO CILENTANO postato il 31 gennaio alle 1,52 che ti invito a leggere e che io personalmente ringrazio per la ‘difesa’ ma devo dire che Mauro ha fatto bene a cogliere la mancanza del GIUDICE TUTELARE che in questa fase di attesa dell’ordinanza GIP abbiamo ritenuto non pertinente in quanto essa riguardava solo il personale del reparto della cui sospensione si discuteva. Nella conferenza stampa che terremo il 4 febbraio prossimo a Vallo della Lucania a 6 mesi dalla morte di Franco noi chiederemo conto,alla luce di quello che si sa grazie all’ordinanza GIP e al video,del ruolo avuto dal giudice tutelare. Il documento sarà messo in rete dopo la presentazione in conferenza stampa. GRAZIE!

  191. sin bocca al lupo per l iniziativa del 4! Ne darò la piu ampia diffusione come sempre. Vi segnalo il bellissimo articolo scritto da Doriana su reset:

    http://www.reset-italia.net/2010/02/03/un-film-tutto-ripreso-dal-vero-nella-corsia-lager/
    la mia mail l avete, se non l avete – leandra1@live.it
    un abbraccio forte, in particolare ai parenti, ai familiari e agli amici tutti di Francesco Mastrogiovanni, che a 6 mesi da un evento cosi shockante hanno bisogno di tutta la nostra vicinanza. Lontani lontani ma vicini vicini.

  192. PUBBLICHIAMO L’ESPOSTO PRESENTATO PERCHE’ VOGLIAMO VERITA’ ANCHE PER I FATTI E RESPONSABILITA’ FUORI DAL REPARTO.
    ==============================================

    Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni (Franco)
    c/o Vincenzo Serra
    Via A. Rubino, 177
    84078 Vallo della Lucania
    (SA)

    Alla Procura della Repubblica
    c/o il Tribunale di
    Vallo della Lucania (SA)

    OGGETTO: Atti relativi alla morte di Francesco Mastrogiovanni avvenuta il 4 Agosto 2009, presso il Reparto di Psichiatria dell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania.
    ESPOSTO-DENUNCIA
    I sottoscritti Giuseppe Tarallo, Giuseppe Galzerano e Vincenzo Serra (come in calce generalizzati),
    premesso che:

    – all’inizio di settembre 2009 hanno dato vita al «Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni (Franco)» allo scopo di contribuire fattivamente a far luce sugli avvenimenti che hanno condotto alla morte del loro congiunto e amico Francesco Mastrogiovanni, deceduto presso il Reparto di Psichiatria dell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania il 4 Agosto 2009, dopo un ricovero forzato e circa quattro giorni di contenzione farmacologica e fisica.
    – Il «Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni (Franco)» ha ricostruito gli ultimi giorni di vita di Franco Mastrogiovanni, collegandoli alla sua storia personale.
    – Grazie all’operato dei medici legali nominati dal P.M. dott. Rotondo, dei Carabinieri e del GIP dott. Marrone sono emersi fatti e comportamenti verificatisi ai danni di Mastrogiovanni Francesco presso il Reparto di Psichiatria dell’Ospedale San Luca, gravemente lesivi dei diritti garantiti dalla Costituzione e di una tale gravità e disumanità che non dovrebbero assolutamente verificarsi in una società civile e soprattutto in una Struttura Sanitaria Statale.
    – L’Opinione Pubblica Locale, Provinciale, Regionale e Nazionale sconvolta “dai comportamenti delle persone indagate” continua ad interessarsi del “Caso Mastrogiovanni”.
    – Al Comitato non risulta che l’Autorità Giudiziaria abbia svolto indagini circa il comportamento tenuto dai “Soggetti Privati e Pubblici” che hanno disposto o concorso all’emanazione ed all’esecuzione dell’Ordinanza di TSO a carico di Francesco Mastrogiovanni (Sindaco del Comune di Pollica, Medici, Forze dell’Ordine, VV.UU., Guardia Costiera, ecc.).
    – Al Comitato non risulta che siano state volte indagini (finalizzate alla completa ricostruzione dei fatti che hanno portato alla morte di Franco Mastrogiovanni) sui controlli istituzionali del Reparto di Psichiatria dell’Ospedale San Luca.
    – Al giornalista Massimo Romano del mensile Il Cilento di Napoli – che unitamente ad uno dei sottoscritti, Vincenzo Serra (cognato di Franco) si è recato nei luoghi in cui si sarebbero svolti determinati fatti (circolazione ad alta velocità in isola pedonale di Acciaroli da parte di Mastrogiovanni) – persone del posto (venditori e operatori turistici) non hanno confermato la versione risultante da alcune interviste del Sindaco di Pollica sig. Vassallo e contenuta anche nelle Annotazioni di servizio della polizia municipale e dei carabinieri; né risulta la verbalizzazione delle presunte infrazioni commesse da Francesco alle ore 23,30 circa del 30 luglio 2009 («percorre l’isola pedonale a forte velocità creando panico tra i residenti e i villeggianti e, quindi, producendo un allarme sociale con pericolo per l’Ordine e la Sicurezza», cfr. Annotazione di Servizio della Polizia Municipale di Pollica).
    – La proprietaria del Campeggio Club Costa Cilento – Marina Piccola (posto frequentato da Francesco durante il mese di Luglio e anche nei giorni immediatamente precedenti all’esecuzione del TSO) ha smentito – come risulta da varie e ripetute sue dichiarazioni riportate dalla stampa – le anomalie comportamentali che sarebbero state tenute da Francesco durante il periodo interessato; ed anche altre persone hanno concordato sullo stesso punto.
    – Non risulta al Comitato che siano state effettuate indagini per verificare la sussistenza di eventuali responsabilità a carico di funzionari e dirigenti della struttura pubblica circa i fatti verificatisi presso il più volte citato reparto e tenuti istituzionalmente a svolgere eventualmente compiti di vigilanza e controllo sull’andamento del reparto più volte citato.
    Ciò premesso e considerato, i sottoscritti sottopongono alla Vostra Autorità i seguenti fatti e quesiti:
    1. TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO
    a) Nell’«Annotazione di servizio» redatta dal comandante e dai carabinieri della Stazione di Pollica alle ore 15 del giorno 31 luglio 2009 (ossia nella stessa giornata in cui viene eseguita l’ordinanza di TSO del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo) si legge: «Alle ore 8,30 odierne il S. Tenente Graziano LA MANNA, della Polizia Locale del Comune di Pollica, richiedeva l’ausilio della Stazione carabinieri di Pollica perché il Sindaco di Pollica, con Ordinanza nr. 53 del 31.07.2009, recante protocollo 6917, aveva ordinato il trattamento Sanitario Obbligatorio in stato di degenza ospedaliera nell’interesse del signor Mastrogiovanni Francesco…»;
    a-bis) Riferiscono inoltre, in relazione alla serata precedente in occasione del 1° episodio di infrazione che ha fatto scattare l’allarme nei confronti di Franco, che: «Nella stessa circostanza gli Operatori della Polizia locale avevano tentato di bloccarlo, sia per evitare che i reati commessi determinassero conseguenze ulteriori, sia per consentire al personale medico qualificato di stabilire se il MASTROGIOVANNI Francesco avesse necessità di cure mediche specifiche».
    Viene richiesto quindi l’intervento dei CC «proprio per evitare ciò che si era verificato la sera precedente».
    b) continuando la lettura dell’Annotazione in parola emerge che Francesco Mastrogiovanni alle ore 9 del 31 luglio 2009 viene notato dai carabinieri, in località San Primo di Acciaroli, alla guida della sua autovettura (Fiat punto di colore bianco) che, ad alta velocità nel dirigersi verso nord, nei pressi del distributore di benzina IP, striscia un’autovettura Fiat Punto che stava effettuando rifornimento; il tentativo di bloccarlo risultava vano perché il prevenuto procedeva ad alta velocità effettuando sorpassi pericolosissimi e dopo varie peripezie Francesco Mastrogiovanni giungeva nel parcheggio del Club Costa Cilento – Marina Piccola e dopo aver abbandonato l’auto si tuffava in mare per eludere il controllo da parte delle Forze dell’Ordine. Il Comandante della Stazione dei Carabinieri ha tentato inutilmente di convincere Francesco a ritornare sulla spiaggia e ad «accettare le cure del caso».
    c) Successivamente Francesco Mastrogiovanni, pur “mantenendosi a debita distanza nello specchio di mare antistante la struttura turistica Club Costa Cilento – Marina piccola, veniva esaminato dal dottor Carmelo Pellegrino del Servizio Sanitario Nazionale 118 – che intanto era giunto sul posto – e ritenuto affetto da «Agitazione psicomotoria, alterazione comportamentale ed eteroaggressivita»;
    d) giungeva in loco la dott.ssa Maria Luisa DI MATTEO del Centro salute mentale dell’ASL/SA di Vallo della Lucania che convalidava la proposta di sottoporre il Mastrogiovanni a Trattamento sanitario obbligatorio in condizioni di degenza ospedaliera per la durata di gg. 7;
    e) verso le ore 12,00 il Mastrogiovanni Francesco si convinceva e spontaneamente usciva dall’acqua e, in tal modo, consentiva ai sanitari intervenuti di somministrargli i farmaci del caso.
    f) Nell’Annotazione di Servizio della Polizia Municipale del Comune di Pollica– indirizzata alla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania – il S. Tenente Graziano, dopo aver fatto cenno alla comunicazione telefonica delle ore 23,30 circa del giorno 30 luglio 2009 fatta dal sindaco di Pollica per riferirgli che una persona alla guida di una Fiat Punto di colore bianco aveva, più volte e a forte velocità, percorso l’isola pedonale di Acciaroli e del suo successivo intervento presso la frazione marina perché contattato anche dagli agenti Volpe e Di Cunto, i quali riferivano di aver notato la Fiat Punto tg CA154JF di colore bianco percorrere l’isola pedonale di Acciaroli a forte velocità, creando panico tra i residenti e i villeggianti e quindi producendo UN PRESUNTO allarme sociale con pericolo per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, aggiunge che la mattina del 31 luglio verso le ore 8,30 la stessa persona della sera prima e con le stesse modalità guidava ad alta velocità nel centro abitato, sempre con lo sguardo assente e senza vedere le sue indicazioni e quelle dei vigili presenti. Il S. Tenente scrive ancora che subito avvertiva il sindaco Angelo Vassallo informandolo «che poteva trattarsi di una persona con problemi mentali; infatti, da notizie assunte, delle persone mi riferivano che … era persona conosciuta e che, in passato, aveva avuto gravi problemi mentali»(ciò è in contrasto con quanto riportato dai CC – v. p. a – quando, riferendosi alla sera prima, affermano che gli operatori della polizia avevano tentato invano di bloccarlo anche per “consentire al personale medico qualificato di stabilire se … avesse necessità di cure mediche specifiche”;ma è anche in forte contrasto con ripetute dichiarazioni del sindaco alla stampa e con la stessa cartella clinica che si spinge a dire-non si sa sulla base di quali informazioni- che “Da circa una settimana il paziente ha manifestato una recrudescenza sintomatologica caratterizzata da innalzamento patologico del tono dell’umore , irascibilità,comportamenti aggressivi eterodiretti e vagabondaggio.”)
    E così “contattava sia il 118 per esporre il problema e magari inviare dei sanitari per le cure del caso” e sia la locale Caserma dei Crabinieri che, compresa la gravità dei fatti, intervenivano in ausilio della polizia locale.
    E dopo un’introduzione palesemente in contraddizione con l’annotazione di servizio redatta dai Carabinieri alle ore 15 del 31 luglio 2009 (infatti i carabinieri scrivono che il S. Tenente LA MANNA alle ore 8,30 richiedeva il loro ausilio «perchè il sindaco di Pollica con ordinanza n. 53 del 31.07.2009, recante protocollo 6917, aveva ordinato il trattamento Sanitario Obbligatorio in stato di degenza ospedaliera nell’interesse del signor Mastrogiovanni Francesco…», mentre nella sua Annotazione di servizio il comandante della Polizia Municipale di Pollica scrive che dopo aver avvertito il sindaco contattava il 118 e la locale caserma dei carabinieri)-nel prosieguo poi la relazione del S. Tenente LA MANNA pedissequamente ricalca il contenuto dell’annotazione di servizio redatta dai carabinieri alle ore 15 del 31 luglio 2009.
    g) Il dott. Carmelo Pellegrino del 118 nel certificato con il quale propone il T.S.O. nei confronti di Francesco Mastrogiovanni dichiara di aver sottoposto ad accurata visita il sig. Mastrogiovanni Francesco;
    h) la dott.ssa Maria Luisa Di Matteo del Centro Salute Mentale di Vallo dellaLucania previo esame del paziente (che continua a mantenersi sempre a debita distanza) convalida la proposta del dott. Pellegrino condividendo le ragioni ivi evidenziate e anche l’accertamento circa il rifiuto di qualsiasi intervento terapeutico ed il ricovero da parte di Francesco, in palese contraddizione con le relazioni VVUU e CC(v. p. seguente);
    i) Nelle Annotazioni di servizio sia dei carabinieri che della polizia municipale diPollica si afferma che il dr. Pellegrino, «esaminando il comportamento» lo «riteneva affetto da “Agitazione psicomotoria,alterazione comportamentale ed eteroaggressività”» mentre la dr.ssa Di Matteo, giunta in loco, «convalidava la proposta» di TSO in condizioni di degenza ospedaliera per la durata di 7 giorni … Poi «Verso le ore 12 il Mastrogiovanni Francesco si convinceva e spontaneamente usciva dall’acqua e, in tale modo, consentiva ai sanitari intervenuti di somministrargli i farmaci del caso» e ancora: «Dopo circa 10 minuti il comportamento del Mastrogiovanni Francesco si mitigava (ndr.: qualche minuto prima,”in attesa dell’effetto dei farmaci” aveva inveito profferendo epiteti contro la dott.ssa Di Matteo e gli altri operatori sanitari intervenuti) e unitamente ai militari operanti e ai sanitari intervenuti, a piedi, raggiungeva l’ingresso della struttura balneare ove veniva sdraiato sul lettino in dotazione dell’autoambulanza».
    E sempre, sia nell’una che nell’altra Annotazione di servizio più volte citate, si conclude: «Si rappresenta che al momento della partenza dell’ambulanza il signor Mastrogiovanni Francesco era ancora sveglio e cosciente e non presentava alcuna lesione o segni di alcun genere sul suo corpo.
    l) Ci chiediamo se alla luce dei fatti come sopra riportati e descritti: 1) se le due visite mediche si possono ritenere accurate; 2) se una persona inseguita e «braccata» e costretta a buttarsi a mare per difendersi – senza offendere! – potesse non essere in uno stato di «agitazione psicomotoria» e non avere un’ «alterazione comportamentale» ed «etero aggressività»; 3) se una volta convintosi spontaneamente a uscire dall’acqua e a farsi somministrare «i farmaci del caso» sussistevano i motivi – se pure ce ne fossero stati – di TSO.
    m) Ci si chiede come l’ordinanza di TSO risulti dalla relazione dei CC essere stata già fatta alle 8,30 prima degli stessi certificati medici e questi poi risultano essere alla base della stessa ordinanza che dalla relazione del comandante dei VVUU si evince che il sindaco di Pollica … abbia firmato solo dopo la convalida da parte della dr.ssa Di Matteo e quindi dopo aver acquisito i 2 certificati medici(cioè c.a verso le ore 12);
    n) Ci si chiede perché Mastrogiovanni, una volta convintosi spontaneamente, mitigatosi e perfino sedato, sia stato comunque oggetto di TSO e portato FORZATAMENTE nonostante i suoi timori («Se mi portano a Vallo non ne esco vivo») al reparto di psichiatria di Vallo della Lucania.
    o) Il verificarsi dei fatti nel territorio del Comune di San Mauro Cilento (e tale circostanza non può essere stata ignorata dagli Ufficiali e dagli Agenti di Polizia Municipale del Comune di Pollica ivi intervenuti – anch’essi in territorio non di loro competenza – e dagli stessi CC e dai medici intervenuti (dott. Pellegrino e la dott.ssa Di Matteo) avrebbero dovuto comportare la competenza del sindaco del Comune di San Mauro Cilento e non di Pollica.
    p) Si chiede inoltre perché l’ordinanza non è stata notificata al sindaco del comune di residenza di Castelnuovo Cilento nei tempi prescritti e non né sia stato almeno informato il sindaco territorialmente competente.
    q) Quale controllo, con quali modalità e in che tempi, è stato esercitato da parte del giudice tutelare, considerato lo stato di sedazione e tranquillità di Mastrogiovanni – come si evince dall’ordinanza del GIP – che ha perfino mangiato all’arrivo e poi, di nuovo sedato, è stato sottoposto a contenzione.
    r) Se non è il caso di capire perché Mastrogiovanni, dopo che è uscito dall’acqua spontaneamente ed ha consentito che gli fossero somministrati ‘i farmaci del caso’, in attesa del loro effetto ha inveito «profferendo epiteti nei confronti della dottoressa Di Matteo e degli altri sanitari del reparto psichiatria»;
    s) perché nessuno ha ritenuto, contra legem, di rispettare la sua volontà – visto che era ancora «sveglio e cosciente» – di non andare all’ospedale di Vallo della Lucania;
    2 TSO: VIGILANZA E CONTROLLO DELL’AZIENDA OSPEDALIERA E DELL’ASL
    a) Ci permettiamo di segnalare una grave denuncia postata sul Blog «LA DIMORA del TEMPO SOSPESO» nella sezione dedicata al caso Mastrogiovanni da parte di ANONIMO il 27 gennaio h.10,45am e riconfermata alle h.1,51 pm, e ancora il 2 febbraio h.11,12am dove vengono riportati fatti gravissimi di sua conoscenza e perfino le iniziali di un infermiere del reparto-facilmente individuabile- con riferimento,tra l’altro, a traffici illeciti e a una denuncia di violenza sessuale, chiedendo di verificare e riprendere denunce precedenti che hanno riguardato il reparto in questione;
    b) va verificato altresì se sono mai state fatte segnalazioni e/o denunce alla stessa azienda ospedaliera e all’ASL e se è stata comunque esercitata la normale vigilanza da chi di competenza,su questo reparto, anche a seguito di casi riportati dalla cronaca.
    NOI non sappiamo se è vero, come riportato nelle due relazioni VVUU e CC, che Francesco Mastrogiovanni durante il tragitto verso l’ambulanza, «intonava a voce alta canzoni di scherno indirizzate ai membri del Governo Italiano» e «nella circostanza» «si dichiarava Anarchico». NOI riteniamo che,se è stato così,e non abbiamo motivo per dubitarne, l’ha fatto per protestare contro questo comportamento delle AUTORITA’ che sentiva e riteneva irrispettoso, violento e illegale nei suoi confronti, e per affermare la sua dignità di persona,in quel momento offesa e violata. Speriamo che non sia stato riportato questo fatto per dipingere Franco come soggetto sovversivo e pericoloso quindi degno e meritevole di TSO.
    Per tutto quanto esposto, i sottoscritti chiedono che l’Autorità voglia intervenire nei modi e nelle forme che riterrà più opportuni per far luce, fin dall’inizio della vicenda e durante tutto il suo svolgimento, sulle circostanze che hanno portato al decesso del maestro elementare Francesco Mastrogiovanni, e nel perseguimento di eventuali reati ipotizzabili.
    Gli esponenti, nella qualità sopra spiegata, restano a disposizione della S.V. Ill.ma per ogni eventualità e chiedono di essere informati dell’esito delle indagini sui fatti sopra rappresentati.
    Vallo della Lucania, lì 4 febbraio 2010

    Generalità e recapito Firma

    F.to Giuseppe Tarallo
    F.to Giuseppe Galzerano
    F.to Vincenzo Serra

  193. Inaccettabile e terribile questa storia, di cui vengo sfortunatamente a conoscenza solo ora. Leggerò con attenzione le testimonianze. Da psichiatra che conosce bene i TSO da oltre vent’anni e cerca, per quanto gli è possibile, di attenuarne la violenza fisica ed emotiva, mi vergogno per come si comportano certi miei colleghi indifferenti e vili. Ringrazio sempre Francesco per la forza civile che sa imprimere a questa dimora.
    Marco Ercolani

  194. Ciao grazie a tutti voi…grazie di cuore a chi si/ci impegna a verificare e a comprendere nel migliore dei modi aspetti socio-umani.
    Le scuse sono le mie verso Giuseppe Tarallo e cilentano, in realtà la mia convinzione era proprio quella cui Tarallo faceva cenno a settembre ”della terzietà” del Sindaco ma capisco che le cose sono cambiate. Non avevo compreso che gran parte della responsabilità decisionale era passata nella persona del Sindaco quale Autorità anche sanitaria. Un’Autorità nell’interesse del collettivo come del singolo…….. così delicata……da rimanere il più possibile distaccata dalla politica…..dagli umori…..dal territorio….dai pregiudizi……dai crocifissi…..pensavo fosse in mano esclusivamente al Giudice. Proprio in un periodo nel quale a volte alcuni orientamenti politici tenderebbero, almeno negli intenti, a sminuire il ruolo cardine della magistratura a favore della politica, questa vicenda sembra darle un ruolo ancora più necessario.
    Un saluto affettuoso alla sorella Caterina…….per me tuo fratello era normale anche se non stesse svolgendo alcuna attività lavorativa, non vedo la necessità di giustificare, basta l’onestà.
    notte a tutti

  195. Il Telefono Viola ha fatto delle considerazioni sulla fiction “C’era una volta la città dei matti”. Essendo che il Telefono Viola si occupa di contrastare gli abusi e le violenze della psichiatria, che il comunicato lancia un forte messaggio inerente il TSO, e che in tante persone ci stiamo battendo per far sì che non accadano più certe dolorose vicende, ho pensato di segnalare qui l’url del post: http://telviolaroma.blogspot.com/2010/02/il-telefono-viola-su-fiction-e-realta_09.html

  196. Mauro,
    scusami, ma voglio segnalarti che sei impreciso quando scrivi : “…….anche se non stesse svolgendo alcuna attività lavorativa, non vedo la necessità di giustificare, basta l’onestà.”
    Francesco in quel periodo non svolgeva alcuna attività lavorativa perchè le scuole a fine luglio – inizio agosto sono chiuse!

  197. vincenzo certo fai bene a precisare; era in senso generale, senza riferimento a Mastrogiovanni ”non vedo la necessità di giustificare, basta l’onesta” per dire che chiunque, anche se fosse stato un senzatetto o un magnate del petrolio, merita cure e assistenza sanitaria non pregiudiziali.

    P.s.
    Quanto alla chiusura delle scuole , spero non essere impreciso, credo che le strutture scolastiche siano aperte almeno per gli amministrativi per le iscrizioni o per alcuni corsi di integrativi facoltativi.

  198. Credo che ogni distinguo lasci il tempo che trova, non intacchi minimamente il quadro degli eventi e la sua tragica conclusione, la sostanza perversa di una vicenda di abusi, di accanimento, di negazione delle più elementari libertà e di ogni sia pur minima parvenza di diritto. E il tutto sulla pelle di un uomo su cui si è esercitata in modi subdoli la violenza del potere: quello che si serve, da sempre, dei suoi “bracci” locali, della manovalanza legale e istituzionale, per richiamare all’ordine: pescando, invariabilmente, tra i non garantiti – tra le figure che per scelta, memoria e valori sono refrattarie a ogni processo, forzato o meno che sia, di omologazione e di resa dei loro principi.

    Se è destino (ma nessun destino “storico” è immutabile) che noi si continui a piangere i “nostri” morti, ebbene, è giunta l’ora che qualcuno paghi – finalmente.

    fm

  199. Ciao francescomarotta io la penso in modo diverso, non riuscirei mai a stare in un Paese del quale dovessi avere delle forti riserve , una sfiducia, nel riconoscerne le Autorità del Potere e relative modalità di agire. Chi ha sbagliato, chi ha esercitato violenza e abusi è doveroso che venga adeguatamente giudicato dalla magistratura ma senza intaccare l’insieme delle regole acquisite.
    Io mi riconosco nell’omologazione della Natura. Spero di interpretarla al meglio …di conviverci con rispetto, di comprenderne le regole i principi verificabili ,validi per me come per gli altri.
    Non troverei mai risposte adeguate nel seguire logiche personali.
    Mi riconosco nello Stato repubblicano con tutta la manovalanza legale-istituzionale cui hai fatto cenno.
    Sono più di 2000 anni che l’umano si confronta coi principi del diritto romano e con gli interrogativi della coscienza , perfino le popolazioni barbariche ne hanno fatto prezioso tesoro, pensi ci possa essere una strada più universale?

    Ti saluto con stima e affetto
    mauro

  200. scusami francescomarotta scusatemi per quello che ho scritto, credo di aver esagerato , non vorrei mai fosse vero ciò che hai scritto ……la manovalanza ecc ecc ……è preoccupante…. scusami ancora notte a tutti

  201. Mi spiace aver espresso giudizi personali talvolta inopportuni e pregiudiziali, uno sfogo personale verso il senso di repressione. Mi scuso con tutti voi e quanti si sono sentiti giudicati anche solo mediaticamente. Sento di dovermi scusare per l’iniziale pregiudizio avuto verso il Sindaco Vassallo.

    P.S.
    Ho riflettuto sulle mie valutazioni rivolte a francescomarotta, confermo la stima e fiducia verso le Istituzioni dello Stato italiano, spero siano proprio tali Istituzioni a fare piena luce su quanto capitato a Mastrogiovanni ed eventualmente altri casi denunciati.
    Non vedo nell’anarchia un modello sociale valido per gli sviluppi della società, spero si affermino sempre più delle rigorose ,ma comunicative, socialdemocrazie.

    notte a tutti

  202. Mauro, non riesco a capire perché continui a scusarti a destra e a manca, e in ogni caso con me non ce n’è proprio bisogno, te lo assicuro. Qui nessuno ha mai offeso nessuno, ed ognuno è libero di esprimersi come meglio crede, nel rispetto degli altri – cosa che è sempre avvenuta, almeno in questo blog, dal momento che insulti non ne sono mai volati (anche perché non lo permetterei mai).

    Qualcuno ha cercato di convincerti di qualcosa? Non mi risulta. Così come non mi risulta che commentare da queste parti equivalga a fare proprie le convinzioni politiche, etiche, culturali o quant’altro degli interlocutori, a partire da quelle del gestore del blog.

    Quindi, trovo assolutamente fuori luogo le tue considerazioni su anarchia e modelli sociali assortiti, compresi i tuoi attestati di stima nei confronti delle “istituzioni”. Chi te li ha richiesti? Credi forse che i valori sanciti dalla carta costituzionale siano estranei a chi ti sta scrivendo? Il lavoro, la libertà, la pace, la solidarietà, la democrazia, l’antifascismo (sì, c’è anche quello!)? Mio nonno e mio padre hanno dato il loro “piccolo contributo” a che quella carta si scrivesse – quindi, tira un po’ tu le conclusioni…

    Chiedere che quei “valori” siano resi concretamente operanti – e per tutti – e non ridotti a carta straccia, come puntualmente avviene (che tu te ne accorga o meno, è proprio così), ti sembra un atto tanto “sovversivo”? Denunciare soprusi e abusi quotidiani, soprattutto da parte di chi è/sarebbe chiamato a contrastarli, ti sembra così “rivoluzionario”? A me no, a me sembra solo – prima di ogni altra cosa – la difesa della propria dignità: che si difende, a mio modo di vedere, soltanto difendendo i diritti di tutti, senza mai tacere o chinare il capo davanti a chi sistematicamente li vìola.

    fm

    p.s.

    Mi chiamo Francesco Marotta.

    francescomarotta viene fuori perché wordpress, nell’evidenziare l’user name del gestore, non stacca il cognome dal nome ed elimina le maiuscole…

  203. Per essere chiari fino in fondo.

    Noi qui si sta chiedendo unicamente – e proprio alle istituzioni a cui tu ti appelli – di fare luce – vera, completa, definitiva – sulle circostanze che hanno portato al sequestro di un uomo libero, che non aveva commesso nessun reato, e alla sua morte dopo giorni e giorni di segregazione nel reparto di un ospedale psichiatrico, legato a un letto di contenzione.

    E’ più chiaro, adesso?

    Noi qui si sta chiedendo unicamente verità e giustizia. E renderla a Francesco è un po’ come restituirla anche a tutti gli altri – senza nome, senza volto, senza storia. E sono tanti. Troppi.

    fm

  204. Francesco grazie per la risposta , la sensazione è che ci sia una diminuzione di comunicazione sociale-istituzionale in senso generale , parlare di tutto dovrebbe migliorare i rapporti.
    Come faceva cenno Tarallo , pochissimi politici, almeno dalle notizie dei media,sono entrati nella vicenda; anche solo per curiosità ,per approfondire con altre competenze, era pur sempre un contributo alla conoscenza per tutti e ad una verità condivisa ancor prima che imposta dal sistema giudiziario.
    Il sindaco ha comunicato immediatamente la natura delle sue scelte, di cui però non decideva nè i modi nè i tempi; lo trovo onesto.
    Era questo il senso delle mie scuse in discordanza con le impressioni avute all’inizio.

    Stima e affetto al tuo ”piccolo contributo costituzionale”, ora ….mai sovversivo!
    notte a tutti

    P.S.
    Anche ieri è stata riportata una notizia luttuosa in un reparto di ortopedia per un’anestesia fatale. Capita di commentare a tutti ma per esempio il Vescovo interpellato con sicurezza afferma che tutto può capitare, che quel reparto lavora bene ecc ecc; è proprio questo che mi preoccupa ,essere sicuri di un proprio giudizio, non dare troppo risalto invece alla ricerca alle verifiche. Tutto va bene

  205. Data: lunedì 22 febbraio 2010
    Ora: 18.30 – 21.30
    Luogo: Centro Sociale di Pastena – Salerno – Via Cantarella
    Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalit…à, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
    Art. 13.c.4 È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.
    Art. 27.c.3 Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. c.4 Non è ammessa la pena di morte. Art. 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
    DIBATTITO PUBBLICO Contro le morti strane e preannunciate nelle istituzioni totali (carceri e manicomi)
    LUNEDI 22 Febbraio 2010 ore 18.30 presso il centro sociale di Pastena (via Cantarella)
    Interverranno:
    • Giuseppe Tarallo (Comitato verità e giustizia per franco Mastrogiovanni)
    • Margareth Cittadino ( segretario provinciale CGIL sanità) • Valentina Restaino ( avv. Penalista di Salerno)
    • Davide D’Acunto (c.s.a. Asilo Politico)
    Saranno presenti all’assemblea familiari di detenuti di Salerno Giustizia per Franco e mai più!
    Comitato Verità e Giustizia per FRANCO MASTROGIOVANNI
    Csa Asilo Politico
    Associazione culturale Andrea Proto Rete
    Studenti Salerno

  206. Data: lunedì 22 febbraio 2010 Ora: 18.30 – 21.30 Luogo: Centro Sociale di Pastena – Salerno – Via Cantarella Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalit…à, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 13.c.4 È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà. Art. 27.c.3 Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. c.4 Non è ammessa la pena di morte. Art. 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. DIBATTITO PUBBLICO Contro le morti strane e preannunciate nelle istituzioni totali (carceri e manicomi) LUNEDI 22 Febbraio 2010 ore 18.30 presso il centro sociale di Pastena (via Cantarella) Interverranno: • Giuseppe Tarallo (Comitato verità e giustizia per franco Mastrogiovanni) • Margareth Cittadino ( segretario provinciale CGIL sanità) • Valentina Restaino ( avv. Penalista di Salerno) • Davide D’Acunto (c.s.a. Asilo Politico) Saranno presenti all’assemblea familiari di detenuti di Salerno Giustizia per Franco e mai più! Comitato Verità e Giustizia per FRANCO MASTROGIOVANNI Csa Asilo Politico Associazione culturale Andrea Proto Rete Studenti Salerno

  207. Ciao a tutti ciao Francesco,
    recentemente ho letto gli interventi fatti su alcuni siti di Antipsichiatria; non condivido totalmente l’approccio Antipsichiatrico . Trovo più utile considerare la Psichiatria come scienza a cui lasciare comunque aperto un varco da dedicare ai dubbi e quindi ad un approfondimento progressivo.
    Ho letto gli ultimi criteri del DSM IV stabiliti dalla comunità scientifica e almeno per me credo sia molto utile confrontarsi con quanto contenuto in tali linee guida.
    Non penso ci sia una comunità scientifica psichiatrica internazionale al servizio di poteri occulti (sinarchia?) come citato nell’articolo, poi la coscienza di ognuno può tradire il giuramento professionale per negligenza , ignoranza, ambigua malafede.
    Faccio un esempio, proprio nel citato DSM IV, di recente sono stati rimossi i comportamenti omosessuali fra le cosiddette devianze o parafilie dirsivoglia in piena coerenza scientifica ; dello stesso avviso non è stata invece l’organizzazione scientifica del Vaticano come forse anche di altre Comunità che ancora considerano l’omosessualità una malattia o comunque una devianza e non solo una tendenza comportamentale.
    Quindi grazie alla Psichiatria e ai contenuti scientifici del DSM IV, sono stati contrastati orientamenti scientifici del Vaticano.
    Anche per me esiste il potere occulto, lo vedo come tutto ciò che ha a che fare con l’arroganza priva di verifiche, con la protervia , con l’abuso, ma è una minoranza non scientifica.

    Notte a tutti

  208. Ciao a tutti ,mi chiedevo dove si potesse posizionare il confine fra debole e non debole fra fragile e non fragile come sensibilmente faceva riferimento Giuseppe Tarallo. Ci si viene a trovare in una società dove normale risulta essere chi si esibisce in una giungla di violenze molto spesso con radici narcisistiche. Vietato tassativamente essere sè stessi , mettersi a nudo come ha fatto Morgan diventa un caso istituzionale ma nulla poi viene detto dal Ministro della Salute, informazione scientifica zero.
    Diminuiscono le relazioni spontanee basate sul confronto /scontro, le mediazioni generano sovrastrutture di protezione….barriere…..in cui una voce fuori dal coro merita la sedazione più o meno esplicita.
    Fragile è Morgan che ha manifestato la sua condizione oppure la silenziosa e forse interessata ipocrisia?

  209. Reparto Psichiatria Vallo – Il giudice: era una corsia lager
    » Cilento Notizie › Vallo della Lucania › Cronaca

    SALERNO – «Basti pensare solo al dolore che deve aver cagionato alla vittima il continuo strofinio delle fasce di contenzione sulla ferita che aveva al polso sinistro, profonda fino alla carne viva». L’ordinanza del gip di Vallo della Lucania, Nicola Morrone, è spietata quanto le accuse che la Procura muove ai 14 operatori sanitari indagati per sequestro di persona, morte o lesioni. L’immagine di Francesco Mastrogiovanni che viene fuori sia dalle riprese filmate della videocamera dell’ospedale che dal provvedimento giudiziario è quella di «un uomo sofferente e in palese difficoltà respiratoria», morto sì per edema polmonare, come risulta dalla cartella clinica sequestrata, ma «connesso allo stato di forzata immobilità al quale era costretto». L’immagine, invece, che viene fuori del reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca assomiglia a un campo di concentramento dove «è prassi trattare così i pazienti». La figura dei medici, infine, viene quasi sconsacrata: «le condotte abusive erano poste in essere confidando nella difficoltà di disagio sociale dei pazienti e nella possibilità di invocare una loro scarsa credibilità, perché affetti da malattie psichiatriche». Invece, i filmati parlano chiaro. Mastrogiovanni, così come un altro paziente G. M, sarebbe stato legato al letto per tutto il periodo di degenza «anche se non aggressivo. Né veniva alimentato o fatto bere». Per il gip, Mastrogiovanni non rifiutava il cibo, né le cure mediche, né tantomeno le iniezioni, come invece verbalizzato nella cartella clinica dell’ospedale. La magistratura ricostruisce gli ultimi giorni di vita dell’insegnante. Alle 12.15 del primo agosto, Mastrogiovanni arriva in ospedale con l’ambulanza e adagiato sul letto del reparto. «Fino alle 12.41 è cosciente, non appare aggressivo — si legge nell’ordinanza di sospensione di medici e infermieri — e alle 12.45 si sottopone a trattamento dei sanitari facendosi iniettare una siringa intramuscolo. Alle 12.55 è così tranquillo che si prepara da solo il letto e mangia il cibo fornito dall’ospedale. E’ l’ultima volta che gli sarà consentito di alimentarsi, poiché alle 13.08 si adagia sul letto e rimane tranquillo fino al momento in cui gli saranno applicate le fasce di contenzione. Da quel momento non sarà più slegato, né gli saranno forniti acqua e cibo, e ciò fino al momento della sua morte». In una «sconcertante sequela di abusi» conclude il gip.

    Angela Cappetta

    Pubblicata il: 02/02/2010 alle ore: 8:59:42
    Fonte http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it

  210. La sezione del Riesame del Tribunale di Salerno ha accolto il ricorso dei 14 sanitari del reparto di Psichiatria dell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, riguardante l’ordinanza di interdizione dalla professione sanitaria emanata lo scorso 18 gennaio da Nicola Marrone, il gip di Vallo della Lucania. In tal modo i medici e gli infermieri – indagati per la vicenda della morte di Francesco Mastrogiovanni, il maestro elementare deceduto lo scorso 4 agosto per un edema polmonare, dopo essere stato legato per giorni interi, mani e piedi, ad un letto del reparto – saranno reintegrati alla professione.

    La decisione del Riesame, giunta dopo che i giudici si erano riservati cinque cinque giorni per effettuare le opportune valutazioni, è incentrata fondamentalmente sulla constatazione secondo la quale non è stato possibile accertare un effettivo “pericolo di recidivanza”, anche perchè il gip “si riferisce a precedenti illegittime contenzioni per nulla dedotte dal PM e neppure versate agli atti della procedura come sintomatiche di reità”. I giudici scrivono che “non vi sono elementi (inferibili ad esempio da precedenti penali indicativi di responsabilià professionale in casi analoghi) dai quali ricavare che costoro, inseriti in qualunque altro contesto lavorativo meglio organizzato e funzionale, possano porre in essere nuove condotte sussumibili nei reati contestati e in assenza di tali elementi non può sostenersi detto pericolo”.

    Secondo quanto appreso fino ad ora dal giornaledelcilento.it, per quanto riguarda la posizione di Michele Di Genio, il primario del reparto, la non necessità della misura cautelare sarebbe legata pure al mancato riconoscimento, dal Riesame, della presenza di gravi indizi di colpevolezza.

    Ma i giudici del Riesame, al di là della decisione sulle esigenze cautelari, forniscono un’ ulteriore conferma sulle “condotte” dei sanitari- indagati per reati gravissimi quali sequestro di persona e falso, oltre che per le responsabilità dovute al legame tra i loro comportamenti e la morte di Francesco Mastrogiovanni – e sulla gravità di ciò che è accaduto in quel reparto dal 31 luglio al 4 agosto, il periodo di ricovero del 58enne maestro di Castelnuovo Cilento. Il Riesame scrive con chiarezza che la contenzione “in violazione di ogni protocollo è stata condotta senza soluzione di continuità dal 31 luglio alle ore 14 e 30 fino alla morte del Mastrogiovanni, quindi ben oltre le 12 ore o le 18 ore”. Poi, facendo riferimento al video acquisito dagli inquirenti, che racconta tutto il periodo del ricovero, esplicita: “il contenuto del filmato evidenzia un’agitazione che appare più collegata al prolungarsi della contenzione che alla patologia. […] le informazioni ricavabili da tale prova documentale sono già sufficienti a ritenere la insussistenza dello stato di necessità (della contenzione, ndr). Tuttavia ulteriori e fondamentali elementi si ricavano proprio dalla lettura del diario clinico che alle ore 13 e 15 del 31 luglio già attesta lo stato di tranquillità del paziente.” Pure i giudici di Salerno, come il gip, affermano che la contenzione è stata praticata senza che fosse necessaria, senza che fosse annotata in cartella clinica, in spregio delle normative a riguardo. E ciò è accaduto pure per un altro paziente ricoverato nel reparto, G. M., costretto ad una contenzione “indebitamente applicata” e “ingiustificamente protratta ben oltre il limite delle 12 ore”. “L’ordine di contenere il Mastrogiovanni e il M. era illegittimo” si legge. Ciò accadeva anche “per far fronte alle evidenti carenze strutturali e organizzative del reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania, del tutto inidoneo, come si evince dalle foto e dal filmato, a svolgere qualunque funzione di accoglienza ed assistenza agli esseri umani”.

    I giudici si esprimono in maniera chiara anche sull’eventuale rapporto causale tra la prolungata contenzione illegittima e il sopraggiungere dell’edema polmonare e dunque della morte: “E’ questo unico punto che, al più, dovrà approfondirsi, in sede dibattimentale, ma si ritiene già sussistente la prova del nesso di causalità tra lunga contenzione e morte, sia alla luce delle conclusioni del consulente del PM che di quello delle difese”.

    Secondo i giudici, che fanno riferimento alle regole deontologiche, i sanitari avrebbero dovuto almeno, ogni tanto, “garantire il sollievo ai pazienti mediante lo slegamento”, per “la ricostituzione del paziente, la cura degli arti”. E dovevano assicurare “una presenza costante al fianco del malato onde impedire la concretizzazione di qualsivoglia rischio. […] Gli intervalli, il conseguente mutamento di posizione del paziente, il ristoro avrebbe impedito, senza dubbio alcuno, alla contenzione di divenire antecedente causale dell’edema polmonare o lo avrebbe posposto nel tempo o comunque ne avrebbe garantito una minore potenzialità lesiva”. Perciò, il collegio giudicante osserva che attraverso controlli idonei e un’assistenza normale si sarebbe evitato che “del decesso del Mastrogiovanni il personale paramedico e medico si accorgesse solo alle 7 e mezzo del mattino, quando dal filmato appare la morte di costui, avvenuta addirittura alle 1.35 della notte”. E si precisa inoltre che “l’edema polmonare non comporta un exitus (decesso, ndr) immediato e quindi una volta riconosciutone l’insorgenza[…], ben potevano essere predisposte manovre rianimatorie in grado di salvare la vita al paziente”.

    Nel reparto di psichiatria del “san Luca” , secondo i magistrati, si è verificata “una progressiva scadenza della qualità del servizio sanitario offerto, con inaccettabile compressione di ogni diritto del malato, già costretto al ricovero in una struttura a fatica qualificabile come ospedale e poi ancora posto in un regime di ricovero ripugnante per qualunque essere umano”.

    Il Riesame ricorda inoltre, a tutti, che: “come è stato sostenuto da medici e giuristi, il diritto alla libertà del proprio corpo è senza alcun dubbio il più elementare dei diritti di libertà solennemente garantiti dalla Costituzione Italiana che, come noto, sancisce l’inviolabilità della libertà personale”.

    Giornale del Cilento, 27 febbraio 2010

  211. Ciao a tutti , ciao Francesco all’inizio di settembre mi sembrava di aver letto su un quotidiano che c’era stato un lasso di tempo in cui la telecamera del reparto risultava spenta nel periodo immediatamente precedente la contenzione ; era stato un errore giornalistico oppure ciò è stato confermato anche dai giudici? La carenza strutturale/organizzativa descritta nell’articolo poteva far pensare ad una scelta adottata in funzione del ridotto personale idoneo rimasto in reparto la mattina dell’ingresso……..ma da come viene detto successivamente se non sbaglio sembra che nessun medico o infermiere si sia più avvicinato al letto di Mastrogiovanni dopo la contenzione, così anche con gli altri pazienti in quei giorni??

    Notte a tutti

  212. Il giudice del riesame tra l’altro scrive che a Francesco poteva essere evitata la morte con un pronto intervento da parte anche dei soli infermieri. Il giudice argomenta così: Francesco non è morto subito perchè con l’edema polmonare non si muore subito. Pertanto un trattamento di rianimazione da parte degli infermieri poteva salvarlo. Invece durante la notte non si è visto mai un infermiere. Gli infermieri lo hanno rianimato una volta morto e da diverse ore.
    Il giudice del riesame come rileva anche Giuseppe cade in contraddizione quando all’inizio scrive che le carenze non giustificano un comportamento illecito da parte degli operatori sanitari e poi alla fine fa venir meno le esigenze cautelari proprio perchè nell’ospedale ci sono carenze organizzative. Comunque per il riesame risulta provato il nesso di causalità tra contenzione e morte addirittura anche dalla perizia presentata dagli avvocati degli indagati.
    Altro dato che fa inorridire: l’agitazione di Francesco deriva dalla contenzione e non dalla patologia.
    In quel reparto ormai oltre alle carenze organizzative c’era carenza di professionalità e soprattutto di umanità!

  213. certo che è terribile….bisogna andare fino in fondo, Vincenzo con tutto il dolore che comporta. quando è morto mio padre ho avuto a che fare per un anno intero con pratiche, banche, comune, certificati su certificati e soprattutto la sua causa di lavoro che è durata altri 5 anni dopo la sua morte e tuttora siamo al ricorso. Andando avanti ti sembra di ammazzare la persona cara non una ma tante e tante volte, ogni volta che ti chiedono i particolari, anche se non hai fatto niente, anche se avresti voluto sicuramente il contrario. Non mollate che la strada è lunga e noi siamo sette mesi che siamo qui. Un abbraccio forte.
    (mio fratello mi ha detto che la sala del centro sociale di pastena era ben piena, mi ha fatto grande piacere saperlo. Ho pubblicato il documento che avete prodotto e il video, sono tutti consultabili qui, alla sezione “lotte sociali”, ovviamente ho messo anche il link diretto al vostro sito. un abbraccio forte)

    http://collettivosolstiziodinverno.beepworld.it/index.htm

    1. Staremo qui tutti i mesi che occorrono, Leandra, fino a quando non sarà fatta giustizia – come è avvenuto per Federico Aldrovandi.

      Resteremo qui, mettendo in un angolo l’amarezza nel constatare che siamo rimasti in pochissimi a batterci e a tenere desta una attenzione, per piccola che sia, sul caso.

      fm

  214. Ciao a tutti, poco fa ho visto alcuni video di Sabatino Catapano ; condivido solo in parte i presupposti ma colgo l’occasione per stabilire un dialogo con Sabatino sul tema delle ”regole” spesso oggetto di critiche o di cattiva comunicazione.
    Non è una critica verso nessuno ma piuttosto uno spunto per ricercare e per fornire una risposta ulteriore ai vari interrogativi che spesso dobbiamo valutare.
    Il pregiudizio cui faceva riferimento Sabatino anche a mio avviso va condannato, ma al contempo non si può non guardare anche a noi stessi con senso di ricerca e di autocritica.
    Oggi leggo la notizia delle liste elettorali riammesse in Lazio e Lombardia a detta anche del TAR , ma chi dovrà decidere se tutto ciò collima con le regole Costituzionali ? Costituzione che a ritroso origina da altre regole ancora ecc. ecc.
    Credo che un verso alle cose ci sia sempre , anche più di uno, sta poi all’uomo scegliere quello più idoneo alla sopravvivenza collettiva a mio avviso, innanzitutto senza innescare sfide violente.
    La provocazione a mio avviso è una forma di violenza poichè presuppone la malafede (tuttavia difficilmente dimostrabile).
    La reazione alla provocazione spesso è una maldestra difesa , non potrebbe avere lo stesso ”peso” di violenza della provocazione (ma risulta tuttavia più esplicita).
    Uno scontro senza rispetto delle regole diventa pericoloso, riporto i timori dell’ On Donadi:
    17.22 Donadi (Idv): “Berlusconi spieghi le minacce a Napolitano” – Il presidente dei deputati dell’Idv, Massimo Donadi, chiede a Silvio Berlusconi di “spiegare le minacce di scatenare la piazza. Un fatto gravissimo di cui danno notizia alcuni quotidiani, tra cui Il Messaggero”. “Se fosse vero – afferma Donadi in una nota – ci troveremmo di fronte ad una nuova marcia su Roma, con Napolitano nelle vesti di Vittorio Emanuele III. E’ dovere delle istituzioni spiegare quanto accaduto, se necessario anche attraverso la procedura di impeachment del Presidente. La democrazia è un valore assoluto che non può essere sacrificato sull’altare di miseri interessi elettorali

  215. non intervengo più sul post perchè ogni qualvolta lo faccio rimango bloccata per ore, non chiedetemi il perchè.
    non lo so neppure io. Ma vi leggo sempre e per quel che mi è possibile, ci sono e continuo non da sola per mia fortuna,
    questa lotta contro l’omertà, che tale è, dei Media, tutti. ciò che scrivo è visibile sempre su
    http://www.reset-italia.net/author/interdo/ dove non ci sta la mia storia ma la nostra, come quella di Francesco.
    E non dimentichiamo e aggiorniamo costantemente in quei pochi spazi aperti e liberi, realmente.
    Ogni commento è una testimonianza. Grazie e un abbraccio forte.

  216. Doriana, come vedi ho riportato qua sopra testi tratti dai links di “Reset” (che, oltretutto, da questo blog è molto visitato ogni giorno – posso verificarlo sul mio dashboard – ed è una cosa molto importante, in generale).

    Ti direi di continuare a postare qui, se la cosa ti va: nel caso in cui gli articoli rimanessero bloccati, appena sono al computer li libero. Ciò avviene unicamente perché wordpress blocca in automatico tutti i post contenenti più di un link.

    Nei giorni scorsi, purtroppo, non ci sono stato.

    Ciao, e grazie.

    fm

  217. Ciao a tutti, quelle eventuali parole furiose in faccia ad un anziano Presidente della Repubblica a me danno un senso più lieve , patologico. Può capitare a chiunque di volere il bene e contemporaneamente il male di qualcosa o qualcuno, sono forme di ambivalenza in ambito psichiatrico. Ci sono i medici e forse ci vorrà una verifica di tipo interpretativo-preventivo.Non si può contemporaneamente dire di voler cambiare l’Italia in meglio e poi disfattivamente voler scatenare la piazza per gratificare violentemente le proprie manie.
    Per me qualsiasi ricatto per raggiungere gratificazioni non primarie (tetto,fame,intimità) nasconde implicitamente una patologia legata alle manie.

  218. carissimi, leggo, intravedo tra le vostre righe, l ala elettorale che pesa su di noi.
    Mi permetto di intervenire a mo di comunicazione d ufficio.
    – Comune di Pollica – Elezioni Comunali 2010

    Candidato a Sindaco Angelo Vassallo
    di cui ormai conoscete ‘la fama e la storia’ si potrebbe dire

    – Comune di Montalto di Castro – Elezioni Comunali 2010

    In corsa di nuovo il Sindaco Carai, ricandidato dalla lista Bersani, pur nella furia delle polemiche per aver pagato con la casse comunale, le spese legali del branco accusato dello stupro di ‘Marinella’, una minorenne violentata da 8 minori. Condannati in primo e secondo grado, sempre lo stesso Sindaco, ha provveduto a stipulare contratti di lavoro a tempo determinato per agevolare l uscita dal carcere dei minori.
    La cronaca è ricca di particolari.

  219. Ciao Leandra ciao a tutti, ho letto l’articolo sulla ”Città” una banalità disarmante; credevo fosse un articolo uscito nel mese di settembre al massimo ottobre, davvero, come spontanea e legittima posizione di un direttore sanitario. Invece no , tutti questi mesi per una logica di strategia, con la cautelata premessa di non aver neppure visionato il filmato.
    Troppo banale, nessun sanitario normalmente va a lavorare per torturare una persona, ma nella premessa dei magistrati c’è la parola ”carenza”, non certo solo quella di un vetro rotto o intonaco degradato.
    Comunque nella sostanza un’autorete: un’autodifesa che si fa schermo soltanto ponendo l’attenzione sulla stabilità di MG.
    Sarebbe come dire , è morto con una setticemia, cosa c’entrano i medici?…….di sicuro una ferita già l’aveva …….in più sarà stato anche un po’ immunodepresso….c’era la finale dei mondiali di calcio conclusione ad ucciderlo potrebbe essere stata un’infezione, improvvisa.

  220. Disamina dei punti salienti dell’ordinanza emessa
    dal Tribunale di Salerno – Sezione riesame – in data 26 febbraio 2010
    Magistrati:
    Dott. Massimo Palumbo – Presidente
    Dott. Giuliano Rulli – Giudice
    Dott. Pietro Indinnimeo – Giudice rel.

    Affermazioni contenute nel provvedimento raccolte per punti
    Sulla contenzione
    “E’ evidente quindi che la contenzione non potrà mai essere dettata da motivazioni di carattere punitivo o giustificata per sopperire a esigenze organizzative. Da quanto detto discende come naturale corollario che, durante tutto il periodo in cui viene contenuto, il paziente dovrà essere assistito continuativamente e in maniera personalizzata”. (pag.7)
    “Detta decisione, (il ricorso alla contenzione n.d.a.) posta per la sua natura, deve essere annotata nella cartella clinica sulla cui natura giuridica non può che condividersi il percorso logico giuridico già esplicitato dal GIP nella ordinanza applicativa della misura interdittiva. Inoltre, all’interno della cartella clinica, devono annotarsi tutte le terapie personalizzate collegate alla contenzione e si deve dare conto anche della durata della stessa che non può mai superare le 12 ore salvo casi eccezionali in cui può arrivare fino a 18 ore. Oltre detti termini il paziente deve essere liberato”. (pagg. 7 e 8)
    “In assenza di tale necessità ( situazione di emergenza, pericolo attuale per sé o per gli altri – con auto o eterolesionismo n.d.a.) o, pure in presenza di tale stato, in assenza del rispetto di detti protocolli essa deve considerarsi illecita con conseguente antigiuridicità del fatto tipico da sussumere nella fattispecie legale tipica di cui all’art. 605 del codice penale sostenuti, entrambi i delitti, tenuto conto della preparazione tecnico – professionale del personale medico e paramedico ( quanto al solo delitto di sequestro di persona loro rispettivamente imputato) che impedisce di ritenere imputabile a mera negligenza l’apposizione di detti vincoli e il loro mantenimento in così palese discrasia dalla modalità prescritte dai più avanzati protocolli applicativi non potendo ritenere dette corrette modalità di esecuzione non conosciute né conoscibili dagli indagati, dalla coscienza e volontà di indebitamente comprimere il bene giuridico collegato alla fattispecie legale e tipica descritta, la libertà personale”. (pag. 8)
    “Detta contenzione non è stata preceduta da nessuna attività diretta a far fronte allo stato di agitazione psicomotoria del Mastrogiovanni né calibrata alla diminuzione degli effetti del suo stato delirante né è stata essa stessa annotata in cartella clinica. Inoltre in violazione di ogni protocollo la stessa è stata condotta senza soluzione di continuità dal 31.7.2009 alle ore 14.30 fino alla morte del Mastrogiovanni quindi ben oltre le 12 ore o le 18 ore volendo pure ritenere (come hanno sostenuto tutti gli indagati) il Mastrogiovanni un paziente al quale detta contenzione doveva essere imposta per motivi di eccezionale necessità”. (pag. 8)
    “Tuttavia, su tale ultimo punto, non può non rimarcarsi che il contenuto del filmato, puntualmente richiamato dal GIP, e i frames individuabili dai file bitmap prodotti dal Della Pepa, evidenziano una agitazione che appare più collegata al prolungarsi della contenzione che alla patologia. Si notano, altresì, lunghi periodi di sostanziale tranquillità sia autodeterminata che etero determinata tramite la somministrazione di sedativi. Detta somministrazione non può che ritenersi già ex se idonea a far fronte a detta agitazione. Le informazioni ricavabili da tale prova documentale sono già sufficienti a ritenere la insussistenza dello stato di necessità”.(pag. 8 e 9)
    “A questo punto la indicazione di permanenza dello stato di agitazione psicomotoria (di per sé comunque non legittimante la contenzione) annotata sul diario clinico in data 3.8.2009 alle ore 9 appare maggiormente riferibile , come accennato, al perdurare insopportabile della contenzione piuttosto che alla prosecuzione della patologia legittimante il TSO tenuto conto anche della continua sedazione alla quale il paziente era sottoposto con somministrazione di soli liquidi idonei poi, come si vedrà, a favorire l’insorgenza dell’edema polmonare in uno con la posizione supina del paziente e il conseguente exitus”. (pag. 9)

    Sul ricovero volontario del paziente M. (compagno di stanza di Mastrogiovanni)

    “Quanto al M. (paziente ricoverato nella stessa stanza di Francesco Mastrogiovanni n.d.a.) è appena il caso di sottolineare che costui si sottopone a ricovero volontario e che dal diario clinico la patologia da cui è affetto non legittima in alcun modo mezzi di contenzione neppure per un periodo di tempo ridotto. Ed invece anche per costui in alcun modo sono stati rispettati i protocolli relativi a tale invasivo mezzo di limitazione della libertà personale posto che la contenzione oltre ad essere indebitamente applicata si è ingiustificatamente protratta ben oltre il limite delle 12 ore previsto nel caso in cui il paziente rappresenti un pericolo attuale per sé o per gli altri di un danno grave alla persona”. (pag. 9)

    Sulla legittimità dell’ordine di contenere i due pazienti

    “Nel caso di specie deve muoversi da un assunto già sceverato con le argomentazioni precedenti: l’ordine di contenere il Mastrogiovanni e il M. era illegittimo”. (pag. 10)

    Il delitto di sequestro di persona

    “Nel caso di specie, poi, deve aggiungersi che l’ordine del personale medico di disporre la contenzione al Mastrogiovanni e al M. aveva ad oggetto la commissione di un reato da parte del personale paramedico ovvero il delitto di sequestro di persona”.(pag. 11)
    Due i delitti ipotizzati
    “ La mancata applicazione della causa di giustificazione, la cognizione della natura del mezzo di contenzione e la preparazione da pretendere anche dal personale paramedico induce il Tribunale a ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di cui all’art. 605 c.p. commesso sia nei confronti di Mastrogiovanni che di M., ma anche del delitto di concorso omissivo nel delitto di omicidio colposo”. (pag. 11)
    L’edema polmonare
    “ Con riferimento all’edema polmonare ritenuto antecedente causale dell’exitus del Mastrogiovanni preme sottolineare che devono condividersi le argomentazioni del consulente tecnico del PM posto che da tempo la letteratura medica segnala tale rischio direttamente collegato alla lunga contenzione”. (pag. 12)

    La possibilità di salvare la vita di Mastrogiovanni
    “E’evidente che il rifiuto di esecuzione della contenzione al Mastrogiovanni al suo arrivo, il sottrarsi alla disposizione relativa alla protrazione di tale mezzo di coazione, rilevatane la illiceità, da parte del personale paramedico, con la attivazione dei mezzi di contestazione oltre che con le richieste di intervento dei dirigenti della ASL avrebbe, con alto grado di credibilità razionale, interrotto il contatto causale ed impedito l’insorgenza dell’edema polmonare”. (pag. 12)
    “Gli intervalli, il conseguente mutamento di posizione del paziente, il ristoro avrebbe senza dubbio alcuno impedito alla contenzione di divenire antecedente causale dell’edema polmonare o lo avrebbe posposto nel tempo o comunque ne avrebbe garantito una minore potenzialità lesiva”. (pag. 13)
    “Da ultimo preme osservarsi che la assistenza personalizzata prevista non può ridursi alla mera osservazione nel corso della notte di un monitor di 32 pollici con piccoli riquadri per ogni malato ma deve sostanziarsi nell’accesso presso le stanze e nel controllo personale del malato contenuto”. (pag. 13)
    “Quanto detto rileva non solo ai fini organizzativi ma proprio nell’ottica di caducazione dell’evento morte posto che, come è noto, l’edema polmonare non comporta un exitus immediato e quindi una volta riconosciutane l’insorgenza nel corso di uno dei negati accessi notturni da parte degli infermieri (X) e (Y) ben potevano essere predisposte manovre rianimatorie in grado di salvate la vita al paziente”. (pag. 13)

    Mastrogiovanni muore alle 1.35 della notte
    ma se ne accorgono solo alle 7.30 del mattino
    “Detta accortezza infatti avrebbe certamente evitato che del decesso del Mastrogiovanni il personale paramedico e medico si accorgesse solo alle 7 e mezzo del mattino quando dal filmato appare l’exitus di costui avvenuto addirittura alle 1.35 della notte”. (pag. 13)
    ___________________________________________
    Motivazioni del giudice ed annullamento della misura interdittiva
    Quanto alle esigenze cautelari i ricorsi proposti sono fondati.
    Ed invero il pericolo di recidivanza è apparentemente motivato posto che il GIP sostanzialmente si rimette alle argomentazioni del PM senza alcun vaglio critico delle stesse.
    Inoltre al fine di sostenere detto pericolo il giudice di prime cure si riferisce a precedenti illegittime contenzioni per nulla dedotte dal PM e neppure versate agli atti della procedura come sintomatiche di indizi di reità.
    Da ultimo nel merito comunque il Collegio deve rilevare che le condotte ascritte al personale medico e paramedico si riferiscono ad un evento che proprio per le modalità esecutive appare decisamente occasionale collegato a situazioni fortemente emergenziali agevolmente evincibili proprio dalla visione del filmato e dei frames prodotti dal Dott. Della Pepa posto che essi danno conto delle condizioni strutturali del nosocomio (del tutto incompatibili con l’esecuzione di prassi virtuose) e dal registro delle presenze che attesta il sottodimensionamento dell’organico di medici ed infermieri con relativa indubitabile difficoltà di correttamente svolgere il proprio lavoro alla quale doveva farsi fronte mediante le opportune segnalazioni alle Autorità competenti e giammai mediante una progressiva scadenza della qualità del servizio sanitario offerto con inaccettabile compressione di ogni diritto del malato già costretto al ricovero in una struttura a fatica qualificabile come ospedale e poi ancora posto in un regime di ricovero ripugnante per qualunque essere umano.

    Non vi sono, comunque però elementi (inferibili ad esempio da precedenti penali indicativi di responsabilità professionale in casi analoghi) dai quali ricavare che costoro, inseriti in qualunque altro contesto lavorativo meglio organizzato e funzionale, possano porre in essere nuove condotte sussumibili nei reati contestati e in assenza di tali elementi non può sostenersi detto pericolo utilizzando giudizi etici che debbono rimanere sempre stranei ad ogni valutazione giurisdizionale.

    PQM

    Letti gli art.li…………………………………..
    In accoglimento dell’appello proposto nell’interesse di……………………………..avverso l’ordinanza applicativa della misura interdittiva di cui all’art…………………………..emessa dal GIP del Tribunale di Vallo della Lucania in data 18.1. 2010 e per l’effetto annulla il provvedimento impugnato.

    _____________________________Commenti__________

    27/02/2010
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    Castelnuovo. «Non è mica una sentenza assolutoria. Il tribunale del riesame si è pronunciato solo sulle esigenze cautelari, non ha detto che non ci sono state responsabilità da parte dei medici e degli infermieri indagati». L’avvocato Caterina Mastrogiovanni, che assieme a Loreto D’Aiuto rappresenta la famiglia del maestro, dopo la sorpresa per una decisione inaspettata, ha passato in rassegna le motivazioni che hanno portato all’annullamento dell’ordinanza. E ha subito tirato un sospiro di sollievo. «L’impianto accusatorio operato dal pm non è assolutamente venuto meno, anzi è stato avvalorato dal riesame che ha solo rivisto la necessità di applicare la misura cautelare – spiega infatti il legale – E questo provvedimento che, a primo acchito, può sembrare ingiusto rappresenta invece un giudicato netto di accertamento della responsabilità, ovvero una puntuale presa di atto rispetto all’impianto messo in piedi dal pm Francesco Rotondo della procura di Vallo». Dopo le considerazioni a caldo sul provvedimento, l’avvocato Caterina Mastrogiovanni tiene a fare i dovuti distinguo. «I familiari del maestro non hanno mai cercato vendetta, vogliono semmai che si fatta giustizia – rimarca – Per questo, non riteniamo ingiusta la decisione del riesame, che si è pronunciato sulle esigenze cautelari ma ha posto anche l’accento sulla condotta tenuta da ogni sanitario nei 4 giorni di ricovero di Franco. E non dice certo che non è ipotizzabile il sequestro di persona o gli altri reati ascritti. Gli indagati non sono stati assolti». Insomma, il procedimento giudiziario va avanti.

    27/02/2010

  221. Trovo davvero poco opportuna la logica del direttore sanitario una similitudine con quanto affermato dall’On. Giovanardi circa il caso Cucchi , un esordio a caldo, del quale tuttavia aveva prontamente fornito pubbliche scuse.
    Non ho ascoltato le dichiarazioni in diretta ma se fosse vero quanto riportato sul quotidiano dal giornalista sarebbe molto preoccupante, andrebbe a danneggiare proprio la componente sanitaria che funziona bene.
    Grave proprio perchè credo sia vero che molti sanitari in tutta Italia non torturino e agiscano con scienza e coscienza curando i pazienti senza inutili pregiudizi.
    Ma chi commette un errore non può stare sullo stesso piano di chi si impegna a non sbagliare; l’egualitarismo in tutti i campi rischia di confondersi spesso con il concetto primario di eguaglianza .

    P-S.
    Analogamente in ambito automobilistico ad esempio un adulto con bastone, attraversa la strada non proprio sulle strisce pedonali ( quindi non è molto ”stabile”!) bensì a qualche metro di distanza, nel mentre sopraggiunge un’autovettura spavalda non molto veloce ma comunque impossibilitata ad arrestare la corsa nello spazio immediatamente visibile ,eppure aveva sempre guidato in modo ineccepibile, lo investe ferendolo mortalmente ; è morto per la sua ”instabilità”’ o per l’incapacità di valutazione dell’automobilista?
    A chi sbaglia revoca delle patenti…..dell’auto.
    Buona notte

  222. Mi scuso con tutt@ per il file lungo che riguarda la disamina della sentenza ma poi, in dibattimento, è su quei punti che i “nostri” legali daranno battaglia. Da Pinelli in poi abbiamo imparato tante cose e le affermazioni di alcuni medici e di alcuni legali rispondono a logiche che tutti noi conosciamo. In attesa di leggere le decisioni che riguardano i medici, concordo con C. Mastrogiovanni e D’Aiuto sull’analisi della sentenza di Salerno. Avanti senza indugi verso la verità e la giustizia per Franco e per tutti.
    Angelo

  223. Ringrazio Angelo, Vincenzo e Mauro per i preziosi contributi.

    E avanti verso la verità e la giustizia per Franco e per tutti.

    Un caro saluto a voi.

    fm

  224. Le affermazioni di Pantaleo Palladino, direttore sanitario del “San Luca” possono considerarsi opinioni che prescindono dall’analisi dei fatti….rimaniamo sugli atti e ricordiamo alcune importanti richieste che, purtroppo per l’ASL, non sono state recepite:

    Il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni, costituito a Vallo della Lucania (Sa) in seguito al tragico e prematuro decesso dell’insegnante Franco Mastrogiovanni, avvenuto nel Reparto di Psichiatria dell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania, ha molto apprezzato l’invito ad un incontro rivoltogli dal Commissario Dott. Di Muzio.

    Ciò nonostante il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni, ritiene che, essendo in corso un’indagine della Magistratura di Vallo della Lucania – affidata al P.m. dr. Francesco Rotondo – sui fatti denunciati nel proprio esposto, al momento non è opportuno partecipare ad un incontro privato su fatti e circostanze che sono appunto oggetto di denunzia e di indagine.

    Tuttavia la Direzione dell’ex ASL/SALERNO 3 può rivolgersi alla Magistratura per avere copia dell’esposto e conoscere i fatti denunciati, che sono stati altresì ampiamente divulgati anche dalla stampa locale e nazionale e dalle televisioni locali.

    Riteniamo che la stessa Direzione dell’ex ASL/SALERNO 3 può – anche se con ritardo – avendo a disposizione i filmati, predisporre una propria indagine interna sul reparto di Psichiatria, collaborando all’individuazione di eventuali ulteriori illeciti segnalandoli alla Magistratura per fare chiarezza e ridare onore e dignità all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, macchiata dai cruenti fatti ivi accaduti tra il 31 luglio e il 4 agosto 2009 e, a quanto pare, anche in altri periodi ed occasioni.

    Il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni affinché non si verifichino più casi del genere, che – in un luogo di degenza – offendono l’umanità, la sofferenza e il dolore di chi vi entra per essere curato, AUSPICA una riflessione pubblica sul caso Mastrogiovanni – e sul comportamento tenuto dai medici e dagli infermieri – nell’interesse della cittadinanza e della dignità umana: in questo caso il comitato parteciperà volentieri all’ incontro pubblico nella convinzione che ciò possa servire al superamento di comportamenti che pare abbiano caratterizzato questo reparto, che sembra esser caduto nella vecchia logica manicomiale pre Basaglia,che proprio in questi giorni un canale di Stato riproponendolo alla nostra attenzione, ne denuncia il carattere di vero e proprio lager: la psichiatrizzazione è la camicia di forza che la società mette a comportamenti di persone che possono guarire e star bene solo se vengono restituite alla loro dignità di persona e a relazioni umane e sociali non escludenti.

    Nell’occasione chiediamo pubblicamente cosa intenda fare la Direzione dell’ex ASL SALERNO 3 in vista della scadenza del periodo di sospensione dall’attività professionale comminato dalla Magistratura ai medici e agli infermieri del Reparto di Psichiatria dell’Ospedale di Vallo della Lucania, responsabili di fatti gravissimi e lesivi della dignità della persona umana che hanno portato alla morte di un degente, e di eventuali altri ancora in corso di accertamento.

    Visto che la stessa Asl SALERNO 3 richiama giustamente i suoi principi istitutivi, questo Comitato chiede e si attende che la stessa ASL- a difesa del proprio buon nome e del pubblico interesse – si costituisca parte civile nel procedimento.

    Per il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni

    Giuseppe Galzerano

    Giuseppe Tarallo

    Vincenzo Serra

  225. Ho appena letto le conclusioni della commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario nazionale, presieduta da Ignazio Marino sulla morte di Stefano Cucchi, molte le analogie con il caso di Francesco Mastrogiovanni………….anche per Cucchi si sono accorti che era morto dopo molte ore……………..
    VALUTEREI L’IPOTESI DI INTERESSARE DEL CASO LA STESSA COMMISSIONE PRESIEDUTA DAL VALENTE CARDIOCHIRURGO IGNAZIO MARINO

  226. ci manca solo che li riammettono in servizio – cosa probabile, non sarebbe il primo nè l ultimo caso purtroppo – del resto anche il sig vassallo è di nuovo in corsa per la carica di primo cittadino, una seconda chance non si nega a nessuno?
    per principio, no non si nega a nessuno ma le vie dell inferno sono lastricate dalle migliori intenzioni e non rendersene conto è farsi male da soli. Onestamente però non mi farei mai curare da un medico inquisito perchè non ha vigilato sul paziente, pur ammettendo le disfunzioni e le carenze di organico e tutte le scusanti del caso, e non mi farei mai amministrare da chi, potendo scegliere un altra strada – come contattare i familiari di francesco ad esempio, gli amici, insomma prendere strade umane – ha firmato con leggerezza un provvedimento molto serio, che anche se non avesse condotto alla sfortunata fine di francesco, ne avrebbe comunque segnato l esistenza per tutto il resto della vita.
    dunque, no, io non gli darei un altra chance, ne all’uno nè agli altri.

  227. anche qui, poi, la politica come sempre gioca un ruolo chiave. Il dirigente della Asl, come la maggior parte dei dirigenti pubblici, sono ormai – dopo la tristemente famosa legge bassanini – a contratto e di nomina politica. Non mi stupisco quindi che la ASL non abbia proceduto a quello che era un atto dovuto, ovvero costituirsi parte civile insieme ai familiari di Francesco. Suggerisco però ai familiari di Francesco di non scartare l ipotesi del Tribunale del Malato e di qualche eventuale ricorso a Strasburgo. Del resto, stiamo parlando di doppi diritti calpestati – quelli di Francesco come persona e cittadino e quelli di Francesco nella sua qualità di malato e degente.
    sempre un abbraccio forte

  228. ho visto che in rete ce ne sono parecchi. cmq, vi segnalo questo link perchè c’è un numero verde attivo, magari con una chiacchierata viene su qualche idea in piu

    http://www.difesadelmalato.it/

    per quanto riguarda la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, vi segnalo questo link cui si possono proporre quesiti per sapere l eleggibilità o meno dei ricorsi alla corte.

    Osservatorio CEDU

    (o magari chiedere se c’è gia qualche sentenza che puo esservi utile in processo o in dibattimento)
    un abbraccio forte di nuovo e un saluto a tutt* voi

  229. Cara Leandra,
    Giuseppe Tarallo con la sua ultima intervista a Gerardo Russo di Rete 7 e Sudsostenibile ha dato una risposta al direttore sanitario Palladino dell’ospedale pubblico di Vallo della Lucania che merita di essere “incorniciata” per il suo contenuto e per la sensibilità manifestata per l’ennesima volta.
    Noi diamo per scontate tante cose (valori, principi e altro), ma la realtà che ci circonda, purtroppo, è ben diversa.
    Prossimamente avremo modo di verificare.
    Fino al momento chi si è occupato del caso Francesco ha dato prova di correttezza.
    Manzo de Il Mattino mi ha detto: “tuo cognato è stato sfortunato in vita ma fortunato da morto (bella consolazione!)”.
    Sarà così anche prossimamente?
    Noi che siamo ancora vivi dobbiamo continuare a far giungere il messaggio nelle sedi competenti che vogliamo verità e giustizia e che non smetteremo mai di chiederla.
    E sarebbe opportuno essere in tanti nell’aula di giustizia in occasione dell’inizio del processo!
    Un caro saluto a te e a tutti.
    Vincenzo

  230. Grazie Francesco ciao a tutti ,
    un incoraggiamento a chi sta lavorando con onesta professionalità come il Comitato ‘Giustizia per Franco‘’, la Magistratura e chiunque con naturale senso di giustizia-ingiustizia si sia occupato della vicenda con le proprie personali convinzioni.
    I consolidati pregiudizi uniti a forme di sottile coartazione vanno a volteb a creare quelle situazioni poco stabili che a mio avviso meriterebbero almeno un’ispezione del Ministero della Salute.
    L’impressione di un retaggio anacronistico…..un infermiere spesso è considerato dottore, al chierichetto ci si rivolge col don al pari del sacerdote, il sacerdote a volte se non Padreterno poco ci manca, un geometra ovviamente è già ingegnere, mentre poi un TSO viene giustificato pubblicamente, dopo 7 mesi , senza neppure un dubbio?.
    Un Direttore sanitario che invece di plaudire alle indagini le contesta??
    Non sono solo opinioni come dice Angelo, formalmente sembra un’apologia ai consolidati metodi operativi che , se non verificata, può facilmente trasformarsi in negazionismo confermando così i pregiudizi preesistenti .
    Sono fiducioso che con pazienza si ristabilirà l’ordine giusto delle cose nell’interesse collettivo come auspicato dal Prof. Tarallo, visto che Mastrogiovanni non era armato non ha minacciato non ha ferito non ha ucciso sembra solo qualche alterco verbale di natura politica, nulla per poter giustificare la repressione in ospedale e forse neppure quella sulla spiaggia.
    Il negazionismo sullo sterminio del popolo ebraico da parte nazista-farisea rischia tuttavia di diffondersi pericolosamente ancora oggi.
    Come raccomandava il Presidente Pertini…….la democrazia, la libertà, la giustizia si conquistano giorno per giorno.

  231. IL LUPO PERDE IL PELO, MA NON IL VIZIO!
    =========================
    Salerno, farmaci scaduti e maltrattamenti
    Sequestrata dai Nas casa per anziani

    SALERNO (17 marzo) – È stata sequestrata una casa per anziani a Capaccio, nel Salernitano. La struttura, una casa albergo per anziani è stata sottoposta a sequestro preventivo dai carabinieri dei Nas, diretti dal capitano Walter Feniello.

    I sigilli sono stati applicati in seguito all’accoglimento della richiesta di sequestro avanzata dal pubblico ministero di Salerno da parte del gip del Tribunale salernitano. Al momento del sequestro, all’interno della struttura si trovavano 28 assistiti, tutti trasferiti in altre strutture della provincia.

    All’origine della decisione, la presenza di quindici pazienti non autosufficienti, in un centro riservato esclusivamente ad anziani autosufficienti. Tra i reati ipotizzati, contestati al legale rappresentante, la detenzione di farmaci sca

    duti e l’abbandono e il maltrattamento di anziani. Indagato anche un infermiere, che al momento del blitz dei Nas, il 14 febbraio scorso, ricopriva abusivamente la professione infermieristica, poiché interdetto temporaneamente nella sua funzione dal Tribunale di Vallo della Lucania.

    L’infermiere, infatti, è indagato insieme ad altri medici e paramedici del reparto di psichiatria del San Luca di Vallo della Lucania per il decesso di Francesco Mastrogiovanni, un insegnante cilentano morto il 4 agosto dello scorso anno nel reparto del nosocomio vallese in circostanze ancora del tutto non chiare.

  232. ANSA) – ROMA, 18 MAR – La famiglia di Stefano Cucchi sta pensando di presentare un esposto alla Procura per omicidio volontario. Lo annuncia la sorella Ilaria. L’esposto sarebbe presentato nei confronti di chi ha avuto in custodia all’ospedale Pertini di Roma il ragazzo romano arrestato per droga e morto il 22 ottobre dopo una settimana di agonia.

    ‘Coloro che hanno avuto in custodia Stefano, pur accorgendosi della gravita’ delle sue condizioni, non sono intervenuti per salvargli la vita’, spiega Ilaria Cucchi.

  233. La sorella: nessuno merita di morire in questo modo
    Ilaria Cucchi ha appena saputo del voto unanime della commissione parlamentare. Commenta a caldo quella che sembra un’altra tappa dolorosa nel cammino di ricerca della verità. Con la dignità e la tenacia di sempre. «Siamo molto soddisfatti dell’esito dell’inchiesta parlamentare. Né noi né i nostri consulenti – dice Ilaria – abbiamo mai sostenuto che Stefano fosse morto per via delle fratture. Ovviamente però la sua morte è collegata alle lesioni: mio fratello è morto per un grave squilibrio idroelettrolitico. Ma sicuramente se il suo fisico non fosse stato così debilitato proprio dalle lesioni non sarebbe morto in soli quattro giorni».

    Secondo la commissione, dunque, Stefano subì lesioni gravi, anche se la sua morte è da attribuirsi alla disidratazione. Concorda con la tesi dei parlamentari?
    Le fratture ci sono, è ormai incontestabile, sono recenti e sono compatibili con un pestaggio. Ma non parliamo solo di fratture: basti pensare che Stefano aveva sangue nello stomaco e nella vescica. Chiediamo che sia riconosciuto l’omicidio preterintenzionale per chi gli ha provocato queste lesioni.

    Nonostante fosse ricoverato in un ospedale, nessuno sembra essersi reso conto dello stato in cui stava precipitando.
    Esatto. Stefano all’ospedale Pertini è stato semplicemente lasciato morire. Se gli fossero stati fatti gli accertamenti dovuti, sarebbe ancora qui tra noi. La responsabilità dei medici è gravissima ed è innegabile.

    Un altro mistero riguarda le difficoltà che ha avuto per comunicare con l’esterno. Voi cosa sapevate del suo stato quando era ricoverato?
    Non abbiamo avuto assolutamente nessuna notizia, se non che fosse stato ricoverato d’urgenza. Io resto convinta che se Stefano avesse avuto modo di parlare con noi o con l’avvocato, cosa che era nei suoi diritti e non gli è stata consentita, avrebbe interrotto questa sorta di digiuno che era finalizzato proprio a questo: parlare con qualcuno. Ma nessuno s’è posto il problema di garantire questo suo diritto.

    Ci si è appellati alle norme che prevedono, per i detenuti ricoverati, il divieto di contatti con i familiari…
    Stiamo parlando di una persona che stava morendo. Non ci si può aggrappare alla burocrazia.

    Come state vivendo, voi in famiglia, le tappe di questa vicenda?
    Questi sono momenti molto drammatici per noi. Perché stiamo realizzando quello che è veramente avvenuto a Stefano. Ogni notizia in più che abbiamo è un dolore enorme per noi. Oggi abbiamo avuto la conferma che Stefano è morto nell’abbandono totale, senza il minimo conforto, né da parte nostra, né di tipo psicologico o sprituale. È stato trattato come l’ultimo tra gli ultimi. Stefano ha passato i suoi ultimi sei giorni con una enorme sofferenza, sia fisica che psicologica. Questo è assurdo. E qualcuno dovrà risponderne.

    L’impegno per la verità riesce a dare un senso al dolore suo e dei suoi genitori?
    Certo. Vogliamo cercare di dare una dignità alla morte di Stefano, visto che in quegli ultimi sei giorni di vita non gli è stata concessa. E perché questo non debba più ripetersi per altre persone.

    Il lavoro della magistratura procede. Che cosa vi preoccupa ora?
    In questo momento la nostra preoccupazione è per il comportamento e l’atteggiamento dei consulenti nominati dalla procura. Fino all’altroieri parlavano di malformazioni e di fratture pregresse, che non risultano da nessuna parte nella storia clinica di Stefano. Ora, di fronte a queste evidenze – le fratture recenti sono incontestabili – cosa escogiteranno per tutelare, per difendere chi ha provocato le lesioni a Stefano? Inventeranno una caduta accidentale? Mi riferisco alle notizie trapelate dai consulenti incaricati della Procura. Pochi giorni fa anche l’anatomopatologo ha riscontrato la presenza di sangue nelle fratture. Quindi il fatto che siano recenti è incontestabile.

    Ilaria, com’era Stefano? Come le piace ricordare suo fratello?
    Stefano era un ragazzo molto solare, allegro e buono. Nonostante tutti i problemi che ha avuto. E di fronte ai quali siamo sempre rimasti molto uniti, cercando di aiutarlo. Stefano era un fratello meraviglioso. Non meritava di morire in questo modo. Non lo merita nessuno.
    Luca Liverani

  234. Nella parte finale dell’ordinanza del T. del riesame di Salerno si legge:

    Non vi sono, comunque però elementi (inferibili ad esempio da precedenti penali indicativi di responsabilità professionale in casi analoghi) dai quali ricavare che costoro, inseriti in qualunque altro contesto lavorativo meglio organizzato e funzionale, possano porre in essere nuove condotte sussumibili nei reati contestati e in assenza di tali elementi non può sostenersi detto pericolo utilizzando giudizi etici che debbono rimanere sempre estranei ad ogni valutazione giurisdizionale.

    Da quanto comunicato da Vincenzo uno degli infermieri indagati per la morte di Franco ha avuto un’altra possibilità ma a quanto pare………..

  235. Dal reparto di psichiatria all’ospizio con furore!
    Vergogna!

    http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/17-marzo-2010/abbandono-maltrattamentisequestrato-ospizio-capaccio-1602673455716.shtml
    “………………
    ANCHE UN INFERMIERE SOSPESO – Oltre ai reati ipotizzati contestati al rappresentante legale dell’ospizio, è stato indagato anche un infermiere, che al momento del blitz dei Nas, il 14 febbraio scorso, ricopriva abusivamente la professione infermieristica, poiché interdetto temporaneamente nella sua funzione dal Tribunale di Vallo della Lucania. L’infermiere, infatti, è indagato insieme ad altri medici e paramedici del reparto di psichiatria del San Luca di Vallo della Lucania per il decesso di Francesco Mastrogiovanni, un insegnante cilentano morto il 4 agosto dello scorso anno nel reparto del nosocomio vallese in circostanze ancora del tutto non chiare.”

  236. Copia di: Questa è una e-mail di contatto dal sito http://www.abuondiritto.it/ inviata da:angelo pagliaro Stimato on.le Manconi, questa mattina ho letto la notizia riguardante Giusepe Uva. Un’altra vittima delle deriva cilena delle carceri, degli ospedali psichiatrici, delle case di cura lager nelle quali succedono cose inenarrabili. Grazie a Lei e a molti amici, tra cui qualche vero giornalista, sui casi Mastrogiovanni, Cucchi, Aldovrandi… si stanno aprendo degli spiragli. Le chiedo se può dedicare la dovuta attenzione anche al caso di Mastrogiovanni maestro anarchico sequestrato e lasciato morire nell’ospedae di Vallo della Lucania dopo 80 (dico 80) ore di contenzione. Una breve ricerca su google sarà sufficente per capire con quanta difficoltà stiamo cercando di discuterne e, nonostante tutto, il caso è rimasto relegato tra le montagne bellissime del Cilento. Grazie per quello che sta facendo e che farà, un cordiale salutoangelo pagliaro – giornalista

  237. Ciao a tutti
    grazie Angelo per la divulgazione sul caso Uva, un’etero-aggresività da farsi curare per chi ha usato una violenza di tali sproporzioni .
    Oggi la giornata della memoria contro le mafie , ma anche la giornata della memoria per ricordare al Papa che la pedofilia appartiene alle parafilie dunque disturbi elencati nel DSM IV mentre l’omofilia recentemente è stata rimossa dal suddetto DSM IV; perchè Papa Ratzinger si ostina a invocare un insensato giudizio Divino sui pedofili e invece non affronta la scelta di una cura per chi ha manifestato tali comportamenti? Basti vedere a quali cure è stata sottoposta la donna elvetica ricoverata dopo un maldestro avvicinamento al Papa.

  238. Era stato proprio il Prof. Ratzinger a ricordarci che chiunque avesse avuto orientamenti omosessuali era inappropriato a svolgere attività clericali perchè malato! Un falso scientifico ; Dio e i tribunali non c’entrano nulla in queste cose , basta un buon sessuologo e psichiatra per accertare la natura di tali disturbi.

  239. Grazie Vincenzo e grazie Angelo per il lavoro indefesso che state portando avanti.

    Non nego, comunque, che mi aspettavo un maggior coinvolgimento del “popolo” della rete, così come avvenuto in altre occasioni.

    Andremo avanti comunque, anche da soli, senza smettere mai di chiedere “verità e giustizia”.

    @ Mauro

    La cosa più oscena dell’attuale politica del “consiglio di amministrazione” della Vaticano SpA, del “gestore” e dei suoi più stretti collaboratori, nel caso specifico, è quella di continuare a far passare, come se niente fosse, l’equazione “omosessualità = pedofilia”: una bandiera buona per parecchie battaglie. Sulle migliaia di crimini che vengono alla luce, invece, l’unica è affidarsi alla giustizia di dio e gridare al complotto contro la chiesa. Si vede che dal socio di palazzo chigi hanno imparato bene la lezione…

    fm

  240. Ciao Francesco e a tutti voi, i limiti sono stati abbondantemente superati , forse nessuna malafede inconsapevole/consapevole solo stoltezza, ormai schieramenti e barricate di interesse, delle lacune insanabili fra il vero e chi invece divulga un proprio convincimento di vero senza accettare nessuna verifica.
    E pensare che proprio il pontefice recentemente aveva esordito dicendo che non era umano dire bugie, forse si riferiva alle bugie di Pinocchio che in effetti era di legno, mentre la connivenza con evidenti inesattezze non viene messa in discussione.

  241. ho aspettato un po per rispondervi perchè la notizia della presenza dell infermiere sospeso dall ospedale e normalmente al lavoro nella clinica privata mi ha fatto venire in mente tante e brutte cronache, esperienze di vita vissuta, da me o dai miei parenti, da me o da altri non importa. Grazie a Angelo per aver scritto mettendo insieme il filone cileno che ci tocca vedere – da cucchi a francesco, eccoci, siamo qui.
    un ultima considerazione, riallacciandomi a francescomarotta, non è che non c è partecipazione, la gente legge tutto ma non si espone, purtroppo c’è molta paura. Tutto oggi è strumentalizzato in modo feroce, dal calzino turchese a finire alla foto del che, dal commento buttato li su facebook alla foto pubblicata per caso. La gente ha paura da una parte di finire sui giornali, in tv, di essere assaltata con la foga che ormai tutti conosciamo e dall altra di passare un guaio. Non c’è giustizia in questo paese, è inutile che ce lo neghiamo. E chi ne fa le spese, sono quelli che non commettono reati.

  242. PER LIBERAZIONE (DOMENICA 22 MARZO 2010) IL DECESSO DI UVA RICORDA QUELLO DI FRANCESCO.

    Caso Uva: rincorso e poi picchiato prima di essere caricato su una macchina delle forze dell’ordine

    E’ stato rincorso e poi picchiato prima di essere caricato su una macchina delle forze dell’ordine. Giunto in caserma è stato pestato di nuovo. Un testimone racconta di un lasso di tempo lunghissimo nel quale si sentivano distintamente le urla del malcapitato provenire da un’altra stanza. Stiamo parlando del fermo di Giuseppe Uva morto il 14 giugno 2008 dopo le percosse subite in una stazione dei carabinieri e il ricovero coatto in una struttura psichiatrica. La vicenda è stata resa nota ieri da Luigi Manconi dopo che l’avvocato Fabio Anselmo, lo stesso che ha seguito il caso di Federico Aldovrandi e Stefano Cucchi, ha assunto il patrocinio legale a nome della famiglia. Giuseppe Uva aveva 43 anni e la sera del fermo aveva fatto le ore piccole. Alle tre di notte forse era un po’ brillo mentre si aggirava per le strade di Varese a fare “bischerate”, come in Amici miei . Ricordate il film di Mario Monicelli, girato nel 1975, dove cinque amici ormai cinquantenni si divertono a organizzare scherzi goliardici in giro per la città? Una delle ultime pellicole della commedia all’italiana dove si descriveva un paese ancora in grado di ridere di sé. Una risata piena e disperata, consapevole di una condizione umana ormai persa in un mondo senza grandi prospettive. Le «zingarate» dell’allegra brigata erano una fuga per non morire di tristezza. Un tentativo d’annegare la disillusione in un riso intriso di malinconia. In quell’Italia lì si poteva finire in caserma o in carcere per tante ragioni, spesso politiche, ma non ancora per ridere. Non erano tempi terribili e cupi come quelli dell’Italia attuale, dove un ragazzo che rientra da un concerto, come è accaduto a Federico Aldovrandi , viene fermato sul ciglio del marciapiede di una strada di Ferrara e massacrato da alcuni poliziotti. Dove un artigiano mite che lavorava il legno come Aldo Bianzino , uno che viveva nel suo casolare umbro senza dare disturbo a nessuno, viene arrestato perché nel suo orto crescevano delle piante di marijuana che consumava solo per sé. Portato in carcere lo ritroveranno morto in cella. L’autopsia segnalerà la presenza di traumi interni, lacerazioni del fegato e degli altri organi dell’addome, manifesta conseguenza di percosse subite. A Riccardo Asman non è andata meglio. Affetto da problemi psichiatrici, mostra segni di forte euforia spogliandosi e tirando petardi dalla finestra di casa, da dove fuoriesce anche musica ad alto volume. L’intervento del 113 finisce in tragedia. L’uomo muore soffocato con le caviglie legate da fil di ferro, le pareti dell’abitazione sporche di sangue e il corpo devastato da brutali percosse praticate con oggetti contundenti. Stefano Cucchi , invece è morto disidratato, segnalano i referti, nell’indifferenza e l’incuria di un ospedale penitenziario. Il suo corpo era martoriato da lesioni, fratture ed ematomi. Traumi subiti dopo il suo fermo mentre era nelle mani di chi doveva assicurarne la custodia.
    Giuseppe Uva pare avesse spostato delle transenne in mezzo alla via. Non aveva commesso reati, al massimo una violazione al codice della strada. Per questa bischerata è morto. Il suo decesso ricorda quello di Francesco Mastrogiovanni , il maestro anarchico di Castelnuovo Cilento anche lui fermato per futili motivi e condotto nell’ospedale di Vallo della Lucania dove è deceduto durante un Tso. L’autopsia ha rivelato la presenza di un edema polmonare. Mastrogiovanni era rimasto legato per giorni su un letto di contenzione, lacci ai polsi, contro ogni regola. Qualcosa del genere è accaduta anche a Giuseppe Casu , l’ambulante cagliaritano fermato e poi ricoverato a forza perché non voleva lasciare la sua bancarella vicino al municipio. Sette giorni di letto di contenzione, farmaci somministrati contemporaneamente e in dosi elevate l’hanno ucciso. Queste morti hanno tutte un filo comune: colpiscono piccoli consumatori di droghe, persone con disagi psichiatrici o individui percepiti dalla comunità come “diversi”, troppo originali. Insomma segnalano un problema d’intolleranza e disprezzo verso popolazioni stigmatizzate, fasce considerate immeritevoli di rispetto e diritti. Sollevano poi l’irrisolto problema degli apparati di polizia pervasi da culture sopraffattrici, specchio di un’epoca dove la spoliticizzazione ha aumentato a dismisura il grado di violenza che pervade i rapporti sociali. Infine sollevano un paradosso: una legalità eretta a tabù si rovescia nel suo esatto contrario.
    Paolo Persichetti

    in data:22/03/2010 – Liberazione.it

  243. Ciao a tutti, ciao Vincenzo e grazie per aver postato l’articolo di Liberazione , descrive purtroppo il senso di enorme violenza avvenuta nelle varie vicende ma poi finalizza generalizzando in modo affrettato; non lo condivido nella sostanza, credo che la rigorosità dei giudizi non possa prescindere dall’analisi del singolo caso in modo distinto, solo così si potrebbe aspirare ad una verosimiglianza di verità e giustizia.
    Credi possa essere così risolutivo collegare la vicenda Uva a Mastrogiovanni e altri che non conosciamo?
    La società è violenta , vedi l’aggressione del pugile a Pescara, di conseguenza anche lo Stato-istituzione potrebbe trovarsi a rispecchiare proprio negli stessi comportamenti.
    L’argomento lo ha introdotto proprio Paolo Persichetti, ” piccoli consumatori di droghe” che però ormai non sono più una minoranza come dice il giornalista ,ma sta dilagando con assoluta normalità come riferiscono statistiche sanitarie.
    Alle nostre latitudini/ altitudini nessun aiuto di sostanze psicotrope sarebbe necessario per svolgere una sana vita di relazione, a meno che non venisse prescritto da un medico quale scelta terapeutica.
    Spero venga fatta prima o poi una legge che regolamenti sotto l’aspetto medico-scientifico l’uso di qualsiasi sostanza stupefacente in modo da garantirne libertà di scelta ma anche di opportuna comunicazione sociale.
    notte a tutti

  244. p.s.
    A proposito di barbarie e violenza mi sembra doveroso, in questo spazio dedicato alla ricerca di verità e giustizia, dedicare un pensiero all’ispettore di Polizia G. Raciti di Catania e alla famiglia; il processo ,iniziato con numerose difficoltà vista l’età dei ragazzi accusati, ha concluso l’altro ieri il primo passaggio in merito alle responsabilità di quanto accaduto.
    notte a tutti.

  245. Caro Francesco ringrazio te e quanti hanno relazionato sul post circa gli argomenti inerenti il TSO di Mastrogiovanni con l’auspicio di apportare sempre qualche utile contributo all’intera collettività.
    Il pensiero del giornalista di Liberazione riportato qui da Vincenzo sposta l’attenzione su conclusioni politiche.
    Un qualsiasi Tso resosi necessario per esempio potrebbe venire poi viziato dall’avere forse anche una matrice repressiva di Stato o altro , non pensi sia troppo pericolosa una logica simile? Io non la condivido per nulla nonostante sia importante e sempre parlare e dare notizia dei fatti.
    I latini ammonivano come ben sai che la virtù sta nel mezzo. Una deduzione affrettata potrebbe pregiudicare mesi e mesi di onesto lavoro.
    notte a te e a tutti

  246. Di seguito la comunicazione di Giuseppe Galzerano che ringrazio. Approfitto per specificare che anche se firmato da me è stato possibile redigere il dossier grazie ai contributi di Vincenzo, Giuseppe, Doriana,Peppe, Caterina, D’aiuto e quanti partecipano ogni giorno con i loro scirtti e con le loro azioni alla battaglia per la verità e la giustizia per Franco e per tutte le vittime di Stato.

    Il prossimo numero 353 del mensile «A RIVISTA ANARCHICA», che esce in elegante veste tipografica da 40 anni a Milano, pubblica un ampio dossier, curato da Angelo Pagliaro, sulla drammatica vicenda di Francesco Mastrogiovanni, sottoposto a TSO da parte del sindaco di Pollica e morto il 4 agosto 2009 nel reparto di psichiatria dell’Ospedale di Vallo della Lucania, dove è stato legato per tutta la durata del ricovero.
    Per chi non sia già lettore/lettrice di «A RIVISTA ANARCHICA», una copia o più copie della rivista possono essere richieste ad uno dei seguenti indirizzi:
    arivista@tin.it
    tel. 02. 2896627
    fax 02.28001271
    Editrice A
    Casella Postale 17120
    20128 Milano
    Una copia costa €. 3,00, l’abbonamento annuale costa €. 30.00 e la somma va versata o sul ccp n. 12552204 o sul conto corrente bancario n. 107397 presso Banca Popolare Etica, Filiale di Milano, Iban IT10H0501801600000000107397, Bic CCRTIT2T84A.
    Grazie a tutti per la diffusione che darete a questa comunicazione.
    Buona lettura e un cordiale saluto.
    Giuseppe Galzerano
    (tel. 0974.62028)

  247. Poco fa leggevo le riflessioni su ‘’la gabbia d’acciaio della razionalità’’postatami da Francesco che saluto , mi confrontavo con essa e con il possibile caos che può portare un’impostazione sociale sempre più critica verso le diversità e racchiusa nei rassicuranti meccanismi dell’assoluto. Assoluto che per me esiste nella ricerca nella verifica e nella divulgazione scientifica prima ancora che Divina.
    Le vicende elencate tempo fa da Ascanio Celestini e da Paolo Persichetti mi comunicano elementi contrapposti , da un lato la speranza di risposte istituzionali autorevoli mentre dall’altro una sensazione che si siano compromessi alcuni rapporti di fiducia.
    Avevo contestato quanto riportato sull’articolo di Liberazione, è /era più forte la speranza di mantenere idealmente tutto nei termini del verificabile , del razionale senza rendere tutte le vicende accomunate da similitudini operative. Depongo una volta per tutte le mie riserve, le evidenze dei fatti lasciano poco spazio ai distinguo.
    Le metodiche sbrigative , le ingiustificabili violenze quando non verificabili su un piano di indeferibile necessità né di opportunità, mostrano settori di potere perdere di autorevolezza, un’ esibizione di supremazia da rivolgere al malcapitato di turno; l’impressione è quella di un Credo educativo/punitivo volto a soddisfare spesso manie e frustrazioni in un rituale di sadico dominio.
    Vittime e carnefici nella promiscuità della vita spesso facce della stessa medaglia tuttavia con i secondi che a fatica potranno fornire una giustificazione largamente condivisa.
    Notte a tutti

  248. P.S.
    L’Italia s’è divisa? No anzi s’è riunita! Il ponte della libertà ha congiunto con un balzo le Alpi alle terre di Re Italo, scavalcando la piena del fiume rosso.

  249. Caso Mastrogiovanni: i giudici dispongono il giudizio immediato

    I giudici del Tribunale di Vallo della Lucania, completati gli interrogatori, hanno disposto il giudizio immediato per il personale sanitario (medici e infermieri) oggi imputati per il sequestro e la morte del maestro anarchico Francesco Mastrogiovanni, deceduto nel reparto di psichiatria dell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania il 4 agosto 2009, a soli 58 anni, per edema polmonare conseguente ad un TSO ed alla contenzione illegittima durata circa 80 ore, senza alcuna possibilità di movimento e senza adeguate cure sanitarie e appropriata alimentazione. Il codice di procedura penale consente al PM di chiedere il giudizio immediato solo in presenza di prova evidente e, in questo caso, la prova è insita nel video shock registrato nel reparto lager di psichiatria dell’Ospedale cilentano, tempestivamente sequestrato dai giudici e allegato agli atti processuali. I familiari e i componenti del “Comitato verità e Giustizia per Franco” nell’ esprimere apprezzamento per l’operato della magistratura inquirente di Vallo della Lucania, invitano alla mobilitazione popolare in occasione dell’inizio del processo che si terrà, presso il Tribunale di Vallo della Lucania (SA), il 28 giugno 2010. Affinchè non accada mai più!
    Angelo Pagliaro

  250. Ciao a tutti a leggere la notizia di giudizio immediato per le prove evidenti e poi trovare ancora un numero così ampio di indagati che tuttavia hanno maturato buona stima professionale da parte del Direttore sanitario mi fa sorgere qualche interrogativo, comunque se questo è l’iter non resta che sperare in una verosimile convergenza alla verità dei fatti.
    Da 19 a 14 , poi in un post recente si accennava anche al fatto di poter entrare e uscire senza particolari difficoltà dal reparto a qualsiasi ora, i numeri a questo punto potrebbero confondere le idee e poi i primi sospetti sul cadavere solo grazie al dettaglio percepito dall’avvocato di famiglia e nessun altro organo di tutela preventivamente intervenuto se non per l’inizio dei rilievi.
    Notte e grazie a tutti e grazie a chi……

  251. Nell’ultimo post non un cenno al video, alla “prova evidente” delle crudeltà subite da Francesco negli ultimi quattro giorni della sua esistenza sfortunata!

    Comincia ad affacciarsi in vista del processo una tesi negazionista?
    ==============

    P.S.: per quanto concerne “i primi sospetti rilevati sul cadavere solo grazie al dettaglio percepito dall’avvocato di famiglia”, è doveroso riferire che è stata proprio la direzione sanitaria a comunicare alla famiglia ( a mezzo chi scrive ed altri parenti) la necessità di procedere, come previsto dalla legge, ad esame autoptico “aziendale” per appurare la causa della morte di Francesco perchè sconosciuta al personael sanitario del reaprto (Comunicazione verbale di tale contenuto fatta al sottoscritto dal vice-direttore sanitario e alla presenza di altra persona).
    Pertanto, non è corretto scrivere “nessun altro organo di tutela preventivamente intervenuto se non per l’inizio dei rilievi.”

    E ancora sempre in quella mattinata un medico del reparto ha riferito a chi scrive che Francesco alle ore 7,30 stava bene e che aveva parlato tranquillamente con gli infermieri!
    Dal video rilsulta ben altro! Francesco è morto durante la notte (e non improvvisamente) e senza alcun intervento da parte del personale
    sanitario!)
    Un tentativo di rianimazione è stato effettuato soltanto all’ora del caffè mattutino!
    ===
    In udienza, già a partire dal 28 giugno 2010, sarà presente un testimone decisivo per appurare, in modo incontrovertibile, la verita dei fatti accaduti nel reparto di psichiatria di Vallo della Lucania!

  252. Gentile Mauro, ricorda le scarpe di Pinelli? “Ho cercato di tenerlo per i piedi, dichiarò uno dei poliziotti che era nella stanza con Calabresi, ma non ci sono riuscito e mi è rimasta la scarpa in mano”. Peccato che Pinelli aveva tutt’e due le scarpe ai piedi. Cucchi è caduto dalle scale e le sue fratture erano precedenti…peccato che il giorno prima, con quelle fratture, era andato in palestra. Aldovrandi fu soccorso ma peccato che morì ammanettato e con il torace schiacciato per terra.
    Angelo

  253. Con i miei più cari auguri, vi seguo sempre.

    Dicono che “Il linguaggio è anche luogo di lotta” e allora io ci credo e attacco a cantare…in questo venerdì santo, mettendo in processione notizie e parole dal mio Paese, cercando di liberarmi, ricordando Pier Paolo Pasolini che si rivolgeva alla Nazione.Perchè così non siano le Quistioni Meridionali.

    Non risorge l’uomo che è morto ieri all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, l’attacchino di 42 anni precipitato lo scorso 22 marzo da un’impalcatura mentre affiggeva manifesti elettorali. Non risorge Francesco Mastrogiovanni morto per Trattamento Sanitario Obbligatorio, legato 80 ore ad un letto di contenzione, nello stesso paese e ospedale, reparto psichiatria a Vallo della Lucania.Non risorge Edoardo De Candia: “L‘avevano voluto pazzo, chiamato pazzo, deriso per strada, ignorato, sfruttato.Le sue opere adornano le pareti dei salotti leccesi… comprate per mille lire, o un bicchiere di vino. Lui, Edoardo, bellissimo come un dio greco, sapeva di essere sfruttato, ma sorrideva…Una leggenda, o forse la scia di una voce amica narra che usava stemperare i colori delle ultime opere con acqua di mare. ”Tra vent’anni quei quadri cadranno a pezzi”, avrebbe detto lui a qualcuno. Non si sa. Io spero di si.
    Edoardo aveva conosciuto anni di manicomio, decine e decine di elettroshock. Per tutti era il pazzo di Lecce“.
    L’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia della ‘Messa Crismale’ celebrata nella Cattedrale di San Lorenzo dice: “Nessuna ombra, per quanto grave, dolorosa, deprecabile, può annullare il bene compiuto” da tantissimi sacerdoti”.
    “Carissimi, celebrare la Pasqua vuol dire affermare che Dio ancora una volta ha deciso di sorprendere gli uomini. Quella che sembrava una sconfitta, un bruciante insuccesso, ora appare chiaramente come un “vittoria” sul male , sulla morte,sulla cattiveria che paralizza e blocca la nostra e la storia dell’umanità. Alle donne smarrite e impaurite viene rivolto l’invito: “Perchè cercate tra i morti colui che è vivo: e risuscitato!”. La novità è troppo grande per essere taciuta. . accogliere questo messaggio significa avere il coraggio e la gioia di cercare il Risorto non tra le mura fredde di una tomba, ma nella vita quotidiana, lì ove Egli ci viene incontro. Questo è il nostro Augurio pasquale don Antonio e don Marco N.B. : Le offerte che siete soliti dare in questa circostanza andranno per il “Restauro” della Chiesa di S. Maria.“
    Il presente invito l’ho ricevuto in busta bianca, grazie alla Parrocchia S. Giovanni Evangelista a Capranica. Gli uomini rimarranno sorpresi e alle donne “smarrite e impaurite” viene rivolto l’invito da un paese che sembra ieri finita la guerra, nel degrado e nell’incuria del suo centro storico, sgombro oggi per la processione serale del venerdì santo.

    Scriveva Rina Durante che ho avuto la fortuna di conoscere “Il nonno di mio padre era brigante come Carmine Crocco e Ninco Nanco è sua la testa mozza che financo sopra i libri di storia hanno stampato rubava ai ricchi per dare ai cafoni…per questo gli tagliarono i …Per lui la Quistione meridionale non è stata certo un buon affare…Conosco invece un tizio un professore che studiando con cura la Quistione del Mezzogiorno in breve è diventato un grosso personaggio, un deputato dirige enti corsi e scuole d’arte e gli entrano quattrini da ogni parte per lui la Quistione meridionaleè stata certamente un buon affare“.
    A distanza di un anno, ripeto, forse serve solo a me: Senza pulcini, polli ed agnelli, tantomeno uova con sorprese a pagamento, vi mando i miei auguri di arrampicate sull’albero della Libertà, ‘che di frutti ne ha ancora da dare e per noi da scoprire, senza che nessuno ce la regali, in vita, la Libertà.
    Anche per me certe Quistioni non sono un buon affare e allora vivete senza paura, perchè i piaceri li cerchiamo e i dispiaceri ci cercano sempre.Amo anche io,il mare e il vento, e il sole e la terra, la libertà e l’anarchia, come il pazzo di Lecce.
    Esiste un Ritorno a casa, senza servi nè padroni.
    Senza Paura.

    Doriana Goracci
    http://www.reset-italia.net/2010/04/02/questioni-e-insorti-minori-senza-paura/

  254. La Pasqua come sinonimo di passaggio, di superamento di quelle chiusure alla comunicazione , all‘informazione che spesso sono causa di incomprensioni e scontro.
    Rispetto la comunicazione impersonale ognuno ha i suoi tempi e i suoi modi, tuttavia questo rende meno credibile uno spazio di comunicazione spontanea come questo.
    Mi è capitato spesso di constatare come il forte agonismo in fase di giudizi possa intralciare il profondo senso della verità innanzitutto, precludendo magari ulteriori verifiche.
    Si comunica spesso solo per corporazioni ,lobby , gruppi di appartenenza e questo inevitabilmente sposta il confronto a mio avviso su un livello sempre meno universale , che spesso poi diventa esclusivo o indifferente.
    Alle sue origini il diritto romano in sinergia con la cultura giudaico-cristiana (oggetto tuttavia di fratture in sede europea) sembrava prefiggersi il miglior sistema di coesistenza civile fra gli uomini, adesso sembra essersi ridotto spesso ad esclusivo mezzo di valutazione.
    Si faceva riferimento ad una vicenda (che non conosco) il cui epilogo è stata la pubblica uccisione del commissario Calabresi, ma poi c’è stato anche il giudice Galli , Alessandrini ecc ecc con un filo comune , quello è certo, che li univa tutti come dipendenti dello Stato italiano.
    Gentile Angelo sono evidenti le violenze in tutte le vicende da lei indicate ,non ho mai negato i fatti, ma poi accomunarle tutte come nell’articolo di Liberazione rende tutto abbastanza risolutivo secondo me; mai un contrappeso , un sospetto sugli effetti degli stupefacenti anche nelle modalità consentite dalla legislazione, né allo spaccio per fini di lucro, tutto viene abbastanza sottovalutato ma poi le ricadute sociali quali sono? Per me una legge del ministro della salute sarebbe più che necessaria considerando anche la crescente tropicalizzazione del clima.
    Un saluto e serena Pasqua a tutti voi .

    P.S.
    Le tesi negazioniste in genere subentrano solo dopo che un fatto è stato completamente giudicato e reso pubblico, dunque a rigore tutto quello che qua si dice rientra nelle libertà di espressione , di pensiero , dei dubbi e delle domande, nessuna tesi che abbia a che fare con qualsiasi processo o altro.

  255. Mauro, nessuno qui ti negherà mai il diritto di esprimere le tue idee – ma è altrettanto importante che lo stesso diritto non sia negato a chi non le condivide per niente.

    Un saluto a tutti e l’ennesimo grazie ad Angelo, Doriana e Vincenzo.
    Buona pesàch a tutti coloro che si sono battuti e si stanno battendo in nome di “verità e giustizia”.

    fm

  256. Caro Francesco ti ringrazio per l’opportuna moderazione che tuttavia mi sento di contestare nel modo più civile possibile ricambiando con affetto i saluti a te e a tutti i visitatori del sito.
    Qualsiasi violenza meriterebbe verità con il supporto più plurale e professionale possibile secondo me , mettendo comunque in gioco tutte le opportune risorse con pazienza e ricerca.
    Ho abbandonato la logica del tiro alla fune nelle vicende umane/sociali, specialmente dove aumentava la comunicazione indiretta che trovo dannosa se esercitata con abitudine; ormai anche involontariamente capita di relazionarsi con sovrastrutture sociali sempre più complesse, penso sia un allontanarsi dal vero.
    Riprendendo quanto detto in precedenza non è stata mai negata alcuna delle violenze citate , né giudicato i sentimenti altrui, il mio pensiero va sempre con rispetto a chi non ha potuto essere ascoltato o difendersi su un piano di parità, errare è umano ma anche ciò andrebbe verificato.
    L’appartenenza socio/politico/religiosa per me dovrebbe restare sempre lontano dai rapporti personali diretti gestendo al minimo le fisiologiche diffidenze che appartengono all’uomo in generale; attenuanti ad una ideale logica di principi di solito trovano supporto negli scontri sui fattori primari come ad esempio libertà (soppressione) amore(gelosia) società (dignità/provocazione) relazioni sociali(ricatto/prevaricazione) ecc ecc., cioè laddove spesso ci si trova in un confronto diretto con una parte della nostra identità.
    Nella rappresentazione dell’Antigone secondo me il Re scelse in modo affrettato quando sentitosi messo in discussione, poichè l’esigenza di contravvenire ,di disubbidire, della donna rappresentava forse un fattore primario nessun interesse di rimozione del Re, era da comprendere nella sua logica ,aveva la precedenza su quanto impostole.
    Sono solo i miei punti di vista , solo riflessioni personali, in un mondo tuttavia diviso sulle scelte di giudizio , anche in inglese viene definito civil-law quello che proprio i Romani avevano iniziato a divulgare.
    Notte a tutti

  257. Francesco ringrazio te e quanti con compostezza hanno comunicato i personali punti di vista sulle varie vicende di attualità.
    Credo sia giusto e coerente uscire per un po’ da questo luogo di comunicazione pur avendone gradite le opportune moderazioni,non riuscirei tuttavia a comunicare più nulla.
    Faccio ancora i migliori Auguri di sereno lavoro a chi si trova ogni giorno ad esprimersi con giudizio sulle vicende che interessano l’intera collettività.
    Un abbraccio

  258. Stasera, per la prima volta e assieme alll’avvocato Caterina Mastrogiovanni (cugina di Francesco), ho visto vari files del video con Francesco che entra vivo nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania alle ore 13 circa del 31 luglio 2009 e ne esce morto il 4 agosto 2009.
    Mio cognato dal video si vede che entra in reparto in barella già sedato (sulla spiaggia, i testimoni hanno riferito di ben tre iniezioni!).
    Francesco, dopo circa un’ora dal suo ingresso in reparto, viene legato al letto mentre dorme pesantemente perchè qualche minuto prima il personale sanitario ha effettuato un’iniezione di farmaci sedativi (la quarta nell’arco di un’ora circa!).
    Ha fatto appena in tempo a mangiare qualcosa e la sua condotta nei confronti del personale, come si vede dal video, è stata normalissima e per nulla giustificatrice di misure estreme di contenzione fisica (a differenza di quanto riferito ai giudici dal personale sanitario che ovviamente e grazie al video non hanno considerato credibili le versioni rilasciate in sede di interrogatorio).
    Francesco (che dorme) è talmente sedato che non si rende nemmeno conto che viene legato alle braccia e alle caviglie (per non parlare del catetere).
    Soltanto una volta sveglio c’è una reazione da parte di Francesco (e giustamente anche il giudice del riesame scrive che la reazione è determinata dalla contenzione e non dalla patologia).

    Francesco nelle ore a venire e nei giorni che lo separano dalla morte continua ad essere sempre legato alle braccia e ai piedi, sia di giorno e sia di notte.
    Non gli danno da bere e nè da mangiare.
    Viene lasciato completamente solo giorno e notte con le sue sofferenze sempre più faticose!
    Non c’è traccia di monitoraggio delle funzioni vitali, di visite mediche, di rispetto del protocollo in materia di contenzione fisica.
    Soltanto rarissime flebo e nulla di più!

    La contenzione fisica dovrebbe svolgersi con certe modalità, non dovrebbe essere associata a quella farmacologica, non dovrebbe avere una durata superiore ad un certo numero di ore (max 12) e soprattutto DEVE ESSERE MOTIVATA ed AUTORIZZATA PER ISCRITTO DAL DIRETTORE DEL REPARTO (cosa che non risulta dalla cartella!)

    Il video ci mostra una persona che soffre per circa quattro giorni (con evidenti difficoltà respiratori) e soltanto dopo alcune ore dalla morte – avvenuta in completa solitudine – si cerca di rianimarla (ma ormai è inutile) e che viene finalmente liberata agli arti superiori e a quelli inferiori (da morto!)

    In un luogo di cura, come è possibile che personale che dovrebbe essere preparato professionalmente (prescindiamo da ogni discorso sulla vocazione che pure dovrebbe essere presente) viola per giorni e palesemente ogni regola deontologica, ogni protocollo oltre a dare prova di indifferenza per non dire altro nei riguardi di una persona che viene lasciata morire lentamente (e che viene privata di ogni dignità)?

    Il giudizio immediato darà una risposta?

    Anche Mauro dopo aver fatto cenno alla buona stima professionale da parte del direttore sanitario ed altro di similare ha scritto di abbandonare il forum non avendo nulla più da comunicare!

    Buonanotte a tutti!

  259. Ciao a tutti,
    non potevo abbandonare la dimora del tempo sospeso troppo a lungo pena il salto nel vuoto! :-)
    Rieccomi per salutarvi e farmi perdonare (spero) quando risultato noioso o eccessivamente spigoloso specialmente con Vincenzo che saluto.
    I fatti di tutte le vicende parlano più di quanto poi possa essere dibattuto e di sicuro saranno gli esperti a dare il giusto risalto a quanto accaduto.
    Per quello che mi capita di leggere, nei vari contesti le vendette assumono molteplici forme ma spesso quelle patologiche evidenziano un gesto sadico-dimostrativo che pone la vittima sempre in uno stato di sottomissione, indifesa, priva di una ragionevole dunque umana giustificazione.
    Anche un ceffone compulsivo rivolto da un ridente docente ad un minore , spesso per futili motivi e dinanzi solo ai compagni di scuola, assume questa forma che come risultato finale diventa in buona sostanza terrorismo e soppressione, poiché sproporzionato nella logica di necessità.
    Recentemente il giornalista di Liberazione nell’ultimo articolo mentre accennava ad una libertà eretta a tabù e nel rovesciamento al suo esatto contrario prefigurava forse la sintesi di un diffuso sadismo?
    notte a tutti

  260. No Vincenzo nessun abbandono ( un saluto a te e ai tuoi cari) era solo l’incomprensibilità della vicenda, per la stima complessiva verso la ex ASLSa3, che ha evidenziato nei mesi i vari interrogativi; se un Direttore sanitario dopo tanti mesi difende l’operato dei sanitari era giustificato a tal punto pensare che vi potesse essere entrato qualche estraneo in quel reparto. Da come descritto sopra sembrerebbe invece tutto racchiuso nel contesto sanitario di quei 4 giorni.
    notte a tutti

    P.s.
    Angelo non conosco le vicende degli anni 70 anche se tutte quelle vittime molto promiscue con l’assassino danno il senso di un conflitto fra fratelli. Ormai sono passati tanti anni e se anche gli errori si possono sempre ripetere penso che la conoscenza abbia fornito nuovi strumenti quantomeno per attenuare la barbarie.

  261. Bentornato in questo luogo di democrazia dove molti di quelli che scrivono, fortunatamente, coltivano il dubbio.
    Solo il caso Pinelli riguarda gli anni ’70! I casi Cucchi, Aldovrandi, Lonzi, Uva , Bianzino, Mastrogiovanni ecc. sono recentissimi ed hanno molti tratti in comune.
    Quello che ci preoccupa è la difficoltà che hanno i responsabili di queste tristi vicende di ammettere i popri errori, le proprie manchevolezze e l’assurdo tentativo di difendere i propri colleghi di lavoro facendo emergere lo spirito di corpo anzichè avere qualche timido sussulto di onestà e di umanità.
    A presto
    Angelo

  262. errata corrige:
    ….una legalità eretta a tabù ……’sorry!

    Angelo grazie non conosco le vicende nello specifico che ha generato la soppressione, ma di certo la similitudine è inquietante; il potere che ha perso di autorevolezza e deve giocoforza accrescere in autoritarismo.
    Come quando un maestro si vede costretto ad alzare frequentemente la voce per mascherare delle probabili lacune.
    Forse non sarebbe in discordanza pensare anche ad una autorità eretta a tabù che si rovescia nel suo contrario.
    notte a tutti

    P.s.
    Su fatti così gravi l’onestà sarebbe stata la garanzia dell’assenza di ambiguità dunque di buonafede, così non è andata.

  263. ooh finalmente sono riuscita anch io a collegarmi qui!!! ma ho ricevuto tutti i commenti via mail quindi vi ho seguito anche se da lontano.
    In bocca al lupo VINCENZO!!! ti guarderò e farò il tifo per te!
    Approfitto per ringraziare Angelo Pagliaro e Giuseppe Galzerano e naturalmente, la Rivista Anarchica A che hanno dedicato lo speciale a Francesco, e che finalmente posso ordinare eheh:):)
    Un bacio forte a tutt* voi e soprattutto ai familiari di Francesco, IN BOCCA AL LUPO!!!!! ci sentiamo domani qui su questa rete per i commenti e le indescrizioni:)

  264. Caso Mastrogiovanni: proiettato, a “Mi manda rai tre”, il video dell’orrore

    Venerdì 9 aprile, alle 21.10, la trasmissione televisiva “Mi manda Rai tre”, condotta con grande professionalità dal giornalista Andrea Vianello, ha presentato, al pubblico nazionale, la triste vicenda di Francesco Mastrogiovanni. Nel corso della trasmissione, alla quale hanno partecipato la nipote di Franco, Grazia Serra, la sorella Caterina con il marito Vincenzo Serra e l’avvocato Caterina Mastrogiovanni D’Aiuto (legale della famiglia) è stato proiettato una parte significativa del video girato dal sistema interno di sorveglianza del reparto di psichiatria dell’Ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania. Il video racconta, minuto dopo minuto, le atroci sofferenze e la morte del maestro 58enne, di Castelnuovo Cilento (SA), avvenuta per edema polmonare lo scorso 4 agosto, dopo aver trascorso più di 80 ore, legato mani e piedi ad un letto dell’ospedale, senza essere adeguatamente nutrito, senza assistenza e controlli sanitari, soggetto a una “sconcertante sequela di abusi”. Il maestro entra in reparto in barella già sedato, dopo circa un’ora dal suo ingresso, viene legato al letto mentre dorme pesantemente. La sua condotta nei confronti del personale, come si vede dal video, è normalissima e per nulla giustificatrice di misure estreme di contenzione fisica. Franco, dopo aver mangiato qualcosa, è talmente sedato che non si rende nemmeno conto che viene legato alle braccia e alle caviglie. Viene lasciato completamente solo giorno e notte, non c’è traccia di monitoraggio delle funzioni vitali, di visite mediche, di rispetto del protocollo in materia di contenzione fisica. Soltanto rarissime flebo e nulla di più! Il video mostra una persona che soffre per circa quattro giorni (con evidenti difficoltà respiratorie) e soltanto dopo oltre 6 ore dalla morte – avvenuta in completa solitudine – si cerca di rianimarla. A visionare, per la prima volta il video, in collegamento dagli studi RAI di Napoli, in rappresentanza dell’Asl, il dott. Luigi Pizza che, con notevole imbarazzo, ha cercato di rispondere alla domande incalzanti, avanzate, con grande dignità e fermezza, da Grazia Serra. A dir poco sconcertanti le motivazioni addotte dagli avvocati difensori nel tentativo di motivare l’immotivabile a difesa dei loro assistiti i quali, è bene ricordarlo, sono imputati di sequestro di persona, morte come conseguenza di un altro delitto e falso ideologico, nel processo che comincerà il 28 giugno presso il Tribunale di Vallo della Lucania. Il conduttore, Vianello, ha sottolineato più volte il trattamento disumano riservato al maestro e ha censurato il comportamento degli infermieri che avevano l’obbligo umano e professionale di intervenire per alleviare le sofferenze del paziente e segnalare ai medici la condizione di «un uomo sofferente e in palese difficoltà respiratoria». Il gip di Vallo della Lucania, Nicola Marrone, ha deciso di mandare a giudizio immediato i medici e gli infermieri coinvolti nella vicenda della morte di Francesco Mastrogiovanni mentre il reparto di psichiatria del “San Luca” resta chiuso. Allo stato attuale i 18 sanitari imputati, dopo la decisione del Tribunale del Riesame di Salerno che di fatto li ha reintegrati alla professione, sono impiegati nella varie strutture del territorio. Ricordiamo inoltre, perché nella trasmissione RAI non se n’è parlato, che durante la presa visione del video, da parte della magistratura, è stato possibile risalire anche agli abusi perpetrati contro un altro paziente che si trovava nella stessa stanza di Franco: Giuseppe Mancoletti il quale ricoveratosi spontaneamente è stato legato e privato, per ore, della libertà personale.
    Angelo Pagliaro

  265. Inoltro quanto ho scritto dopo aver visto la trasmissione Mi manda Rai Tre. L’ho fatto questa volta di getto e non è un articolo esaustivo e di diffusione come altri, sono solo emozioni e una l’ha già mossa. Si tratta di Natascia che commenta: “Mi piacerebbe mettermi in contatto con la famiglia di Francesco…so cosa si prova a perdere il proprio caro legato in un letto…anche mio padre è morto così, spero possiate aiutarmi, avete la mia mail, buona giornata “. Le ho risposto pubblicamente e tra poco in privato. Siamo quì, sempre.

    Legittimo Impedimento per non morire
    I parenti di Francesco Mastrogiovanni ce l’hanno fatta ad arrivare sugli schermi della Rai, in prima serata, quella che magari guardano anche i nipoti oltre le nonne.Mi manda Rai Tre, ore 21,10 di venerdì 9 aprile 2010: “Muore dopo essere rimasto per 4 giorni legato al letto di contenzione: è un incredibile video a raccontare le ultime ore di vita di Franco Mastrogiovanni, maestro elementare sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio nell’ospedale psichiatrico di Vallo della Lucania. Le telecamere interne della struttura hanno registrato tutto e sono state determinanti per il rinvio a giudizio di 18 tra medici e infermieri. La famiglia è in studio per chiedere giustizia”. Abbiamo visto, non so in quanti. Abbiamo sentito, non so in quante. Non lo conoscevo affatto Franco, il maestro anarchico, aggettivo che non è stato neanche per una volta nominato. Lo nomino io, perchè non è una vergogna questa appartenenza, nota. Aggrava il quadro del soggetto “disturbato”. Siamo stati in molti a scrivere in Rete di Franco, un tentativo in alcuni momenti patetico, era estate, e poi autunno, poi inverno. Siamo dovuti giungere in primavera per avere visto la notizia prendere il volo dei Media. Siamo anche abituati alle notizie. Ogni giorno sempre più infernali, più volgari, più inimagginabili e senza neanche più soffrirne, se non un poco. Sarebbe impossibile guardarsi quelle 80 ore di un corpo che il letto neanche conteneva, tanto era alto, come dicevano i suoi alunni. La sorella non vuole vederlo neanche per un secondo, non ce la fa. C’è anche chi non si scusa, aspetta prima il decorso della giustizia.

    E’ legittimo impedirsi i dispiaceri? E’ legittimo impedire che si muoia per TSO? E’ legittimo impedire che circolino le informazioni? E’ legittimo chiedere giustizia e verità?

    Un operaio italiano di circa 45 anni è morto questo pomeriggio a Pomezia, centro a pochi chilometri da Roma, dopo essere rimasto coinvolto in un incidente all’interno di un’azienda per lo smaltimento dei rifiuti.

    Domenico Cardarelli, 39 anni di Roma, internato nel supercarcere diSsulmona, ieri sera, alle 22, è stato trovato senza vita al fianco del suo letto. L’ipotesi, stando ai primi rilievi necroscopici esterni, è quella di un malore dovuto ad overdose.
    Si indaga su questi decessi.Ma queste sono altre storie…
    Noir Désir, per dritto e per rovescio ,À l’envers, à l’endroit

    Doriana Goracci

    À l’envers, à l’endroit Noir Dèsir

    Sembra che per noi sia tempo di pensare a un nuovo ciclo Si possono accarezzare ideali anche volando bassi Si può continuare a sognare di andarsene senza partire mai Dicono che la palombella bianca abbia trecento tonnellate di piombo nelle ali Dicono che dovremo abituarci a primavere senza rondini La bella addormentata nel bosco ha rotto le trattative Sollevando l’unilaterale protesta del principe azzurro Dobbiamo sempre e comunque piegarci in nome di una linea retta? Vorremmo trovare gli spazî infiniti tra le pareti di una scatola Cos’è che s’intravede in lontananza? Un estuario o la fine della strada? Speciale dedica alla pozzanghera in cui nuotiamo, in cui anneghiamo “Ancora non siamo tornati dal mondo delle favole Va detto che ci siamo entrati senza aver visto la luce Là ci sono l’acqua, il fuoco, i computer, Vivendi e la terra, Dobbiamo avere l’opportunità di realizzarci per poi mandare tutto all’aria franarci addosso Intorno agli ulivi sussultano le origini Continuamo pure a riverire i reucci patacca E a sperare che un giorno entreremo a far parte della famiglia Prima o poi provocherai un crollo borsistico per conto tuo, come no! Potremmo persino ipotizzare che tutto finirà per Ce ne stiamo a guardare mentre ci facciamo eternamente intortare Per dritto e per rovescio, per dritto e per rovescio Per rovescio e per dritto, per dritto e per rovescio È previsto un incendio per questa sera all’emiciclo? Intorno ai mandorli sbocciano mondi in sordina No pasarán sotto le forche caudine Per dritto e per rovescio, per dritto e per rovescio Per rovescio e per dritto, per dritto e per rovescio

    Traduzione italiana da Farfadet

    http://www.reset-italia.net/2010/04/09/legittimo-impedimento-per-dritto-e-per-rovescio-a-lenvers-a-lendroit/

  266. E’ importante – sicuramente – che il caso sia approdato all’attenzione del vasto pubblico, ed è auspicabile che la visione, anche se parziale, dell’orrore contenuto nel filmato abbia sradicato qualche “anima bella” dall’autocompiaciuta contemplazione narcotica della realtà.

    Ho qualche perplessità sull’impianto complessivo della trasmissione – comunque: sulla “resezione” di qualsiasi ipotesi di lettura “politica” dell’intera vicenda, ad esempio; sulla mancanza di qualsiasi accenno all’ordinanza che, imponendo il tso, ha originato la tragedia; sull’assenza di un minimo di sguardo critico su talune istituzioni di controllo sociale. E potrei continuare… Ci sarà tempo e modo, più avanti, ma non nascondo una sensazione che mi pervade già da tempo: quella dell’inesorabile slittamento del tutto nel mare magnum della casistica degli episodi di “malasanità”…

    Rimane, a conforto (e non è poco), la grandissima e umanissima lezione di dignità e pudore che i familiari di Francesco hanno saputo impartire a tutti – a cominciare da taluni “piccoli” uomini a cui piace, deposta ogni remora e ogni dignità, sguazzare nel pantano della difesa dell’indifendibile: maschere oscene della rappresentazione che si celebra ogni giorno in ogni angolo di questo paese.

    fm

    1. Francesco condivido quanto hai scritto, dalla prima all’ultima riga. Mi chiedo sempre dove finiscano certe considerazioni se finiscono nel mare magnum …come scrivi, i casi della malasocietà, tutta. Ha accennato un avvocato a quanti sono stati i Tso effettuati in un anno: centinaia. Era tutto gongolante nel dire che nessuno è morto. Bisognerebbe vedere che succede ai vivi, malgrado il subito, e a chi gli vive a fianco. Cifre da capogiro, per non parlare degli psicofarmaci, dei sedativi, del profitto che ne deriva, senza farsi nessuna remora, di qualunque natura. Ci sono due piani su cui vivo, uno privato e uno pubblico. Riuscire a scendere e salire e convivere con entrambi, non è facile, a volte mi sembra che la casa sia una sola, a volte che ci vivo sola con l’amarezza e la certezza di una distruzione costante.
      Sembra tutto ripetersi e davvero cerco a volte il senso, anche di commentare l’oscena rappresentazione e che senso abbia parlare di bene comune.

  267. Doriana, io credo che esista un blocco rimosso di proporzioni smisurate in questo paese: non uno dei tanti, ma una vera e propria frana che ha spazzato via, quasi definitivamente, l’anima e la sostanza di qualsiasi ipotesi democratica – la capacità di vivere e di muoversi criticamente, alimentando in sé e negli altri la dignità che si fa “denuncia” dell’esistente, difesa dei diritti elementari di ogni persona: sostituita dall’assuefazione a qualsiasi orrore e prospettiva, dalle pratiche di piccolo cabotaggio e di effimera sopravvivenza individuale, di arroganza e violenza quotidiane: in una parola, dalla “naturalizzazione” di ciò che è dato storico – e che, come tale, sarebbe sempre modificabile – e dalla sua iscrizione nel novero delle leggi “eterne” della vita – che, come tale, risulta immodificabile, accettato passivamente (è la logica a cui risponde e su cui poggia ogni forma di potere).

    Questo blocco è rappresentato dalla “macelleria” genovese del luglio 2001: la democrazia “sostanziale” di cui sopra – per quanto deficitaria fosse già allora -, è finita in quei giorni.
    Da quel momento, chiunque abbia avuto, a qualsiasi livello di responsabilità, personale o comune, un minimo di “funzione di controllo”, si è sentito legittimato a ogni deroga e a ogni nefandezza – forte di quel paradigma pervasivo che, rotti gli argini, si era perfettamente istituzionalizzato. Con gli effetti che sappiamo: sono qui sotto i nostri occhi tutti i giorni…

    … Insieme al finto orgoglio e alla disperata rassegnazione di chi ha rinunciato – nei fatti – ad opporvisi.

    fm

  268. Ciao a tutti ciao Francesco Doriana condivido le osservazioni sui numeri , in effetti 508 TSO negli ultimi 2 anni visti i dati demografici del territorio credo meritino qualche verifica magari nell’arco di 10 anni, senza considerare il controllo sociale adottato in questa come in altre eventuali circostanze.
    Il TSO da strumento innanzitutto di ascolto e diagnosi scientifica imparziale sembra essere invece l’arma segreta di una parte politica quale il Sindaco che potrebbe scegliere con poca autorevolezza.
    Nel video sembra che il dottore abbia dato una delle possibili risposte a quanto accaduto proprio nel’escludere l’intento torturatorio dei sanitari; le torture si adottano spesso proprio perché non si vuol far morire il prigioniero.
    Ma cosa sarebbe stata la vicenda in reparto se invece di 80 ore il sistema cardiocircolatorio di MG avesse ceduto in un tempo statisticamente più breve stante la somministrazione dei vari sedativi/anestetici prima della contenzione…..quel modo ‘’improvviso‘’; e neppure i segni sui polsi avrebbero avuto il tempo di manifestarsi!
    Il video non mostra molta ansia dei sanitari sulle condizioni cliniche che andavano via via peggiorando di MG ,flebo a parte, un’attesa.
    Notte a tutti

  269. P.s.
    la richiesta di TSO di Sindaco e Sanitari del territorio meriterebbe una più attiva partecipazione in tutta la prassi proprio del Giudice tutelare , quale ultimo collegamento fra l’interesse della collettività e del singolo.

  270. Ciao a tutti ciao Francesco , riflettevo sul titolo dato a questa dimora fin dall’inizio come elemento accusatorio al pari della vicenda della questura di Milano. Personalmente non condivido il riferimento ad altre vicende perchè , come detto in precedenza, parallelismi e analogie molto spesso generano timori e dubbi ma poi non stimolano nell’approfondire la conoscenza sulla dinamica psicologica di ogni fatto accaduto.
    L’uomo è così oggi come migliaia d’ anni fa tuttavia si è incrementata sempre più la voglia di ricerca e la comunicatività; a mio avviso nel bene o nel male oggi i contrasti politici sono vissuti con più trasparenza e spontaneità di quelle noiose tribune politiche degli anni ’70 .
    Sono contrario all’anarchia , l’ho detto e lo ripeto, non tanto sotto il profilo politico/ideologico ma quello umano/narcisistico, questo non significa che non si debba contestare ,litigare, dimostrando le proprie ragioni quando ce n’è di bisogno ma se questo poi diventa un metodo o un sistema allora la relazione sociale troverebbe degli ostacoli dunque scontri
    La vicenda Mastrogiovanni a mio avviso dovrebbe essere analizzata coinvolgendo opportunamente sotto l’aspetto emozionale/relazionale da esperti psicoterapeuti.
    Potrebbe sembrare un’assurdità ma è proprio la verifica emotiva da una parte come dall’altra che andrebbe a rendere più umano qualsiasi scontro vissuto o negligenza sanitaria.
    Diversamente ci troveremo ancora fra 100 anni a celebrare l’Antigone oppure a sospettare a volte anche senza motivo di manovalanze o altro.
    Attualizzare i comportamenti umani sulla scorta di quanto di scientifico si conosce rende a mio avviso molta giustizia e serenità.
    Diversamente ,rifugiarsi in modo dominante nell’antipsichiatria o altre forme escludenti di fatto ci farebbe il peggior danno possibile, l’isolamento delle nostre ancestrali fobie.
    Gli attimi di un violento alterco in pubblico di fatto ci pongono al confine con la nostra zona narcisistica (che per noi è il buono) laddove ci troviamo di fronte proprio ad uno speculare elemento di sadismo (il cattivo); conoscere e comprendere i due aspetti dovrebbe si spera rendere sempre più remota la sosta in quella zona terribile di confine.

  271. P.s.
    Notte a tutti,
    Spero siano spunti per approfondire sempre qualsiasi vicenda in una chiave di lettura complessiva senza per questo nulla interferire sugli aspetti giudiziari che comunque evolvono e si aggiornano nei secoli con la conoscenza di vizi e virtù umane.
    Qualsiasi critica è gradita.

  272. P.s.
    Notte a tutti,
    Spero siano spunti per approfondire sempre qualsiasi vicenda in una chiave di lettura complessiva senza per questo nulla interferire sugli aspetti giudiziari che comunque evolvono e si aggiornano nei secoli con la conoscenza di vizi e virtù umane.

    Qualsiasi critica è gradita.

  273. Ricevo e pubblico con alcune modifiche per rispetto privacy e-mail indirizzata all’avvocato della famiglia Mastrogiovanni.

    “Sono sconcertata. Sono un medico e mi vergogno di appartenere alla stessa categoria di certi MOSTRI, perchè tali sono quei colleghi che indegnamente portano un camice per ignorare, maltrattare, umiliare i pazienti che invece, specie in un servizio pubblico dovrebbero SERVIRE!

    Mio Dio ho visto il video del povero Franco. Posso solo dirvi che l’agitazione è uno dei sintomi premonitori dell’embolia polmonare e di altre condizioni respiratorie, ma anche strettamente neurologiche o di scompenso cardiaco con edema polmonare grave. Troppo facile legare un paziente agitato senza sottoporlo coscienziosamente ad una DIAGNOSI! Maledetti. Dovrebbero espellerli dall’albo professionale, sia i miei colleghi che gli infermieri che hanno trattato in quel modo vergognoso, disumano, schifoso, il povero Franco; ma nel pubblico, si sa, cara Avvocatessa, l’andazzo è quello: in genere il primario è un imbecille raccomandato, gli Aiuti, altrettanti raccomandati e quindi ricattabili e succubi e gli infermieri degli incompetenti, cialtroni, che non vogliono rotture di scatole mentre prendono il caffè, fanno la calza, giocano a carte o guardano la TV in reparto. Ho lavorato 12 anni all’ospedale di xxxxxxxx in xxxxxxx, e dopo il primo anno di segnalazione continua di disservizi, mi hanno fatto una sospensione cautelare come una delinquente, per un mese. Ma non mi arresi, feci un sit-in di protesta nel 90, finii su 1 mattina, Diogene, rai 3 e vinsi tutto. Resistetti altri 11 anni ma lo schifo era totale ed io ero da SOLA a protestare contro tutti e tutto, disperata e patetica e per non ammalarmi alla fine mi licenziai e adesso faccio la libera professione a xxxxxxxxxxx. Ho perso tanti soldi licenziandomi dal pubblico ma ho guadagnato la mia vita. Mi dispiace per aver abbandonato i pazienti nei DISSERVIZI SANITARI!. Vi porgo le mie più sentite condoglianze, la mia solidarietà umana e professionale. Per favore, cara Avvocatessa, faccia giungere il mio messaggio a tutta la famiglia. Lottate, andate avanti, questi delinquenti devono pagare, compresi i dirigenti che stanno solo a scaldare le poltrone che occupano.
    Un cordiale saluto e buon lavoro. xxxxxxxxxxxx

  274. dal Blog Minima e Moralia

    Matteo Zattoni Dice:
    aprile 11, 2010 alle 11:28 am

    L’episodio sconvolgente del maestro Mastrogiovanni è tanto più sconvolgente se si pensa che tale “trattamento” è stato riservato anche ad altri degenti e solo fortunosamente essi hanno riportato più lievi conseguenze. Dunque si può presupporre, fino a prova contraria, che esistesse all’interno del reparto di San Luca di Vallo della Lucania una specifica “prassi” in tal senso. Ciò è confermato anche dall’ultima affermazione di Mastrogiovanni come uomo libero, udita e riportata anche da un testimone: “se mi portano a Vallo, non ne esco vivo”.

    Ho visto le immagini dell’agonia, registrate dalle telecamere interne dell’ospedale, e non necessitano di ulteriori commenti. La magistratura dovrà accertare le precise responsabilità: perché si è reso necessario un T.S.O., chi ha ordinato quelle modalità (legacci, tra l’altro strettissimi ai polsi e ai piedi) dal momento che il degente era già sedato, chi ha omesso di alimentarlo e di dargli da bere (al di là della flebo), chi ha omesso di verificare periodicamente le sue condizioni di salute, chi – infine – ha permesso che venisse tenuto legato e in quella posizione per quattro giorni…

    Astraendo dal caso concreto, questa tragedia riporta alla luce il problema dell’applicazione (o non applicazione) della legge Basaglia. Già nel periodo immediatamente successivo all’approvazione della legge si era parlato di un’applicazione e di servizi cd. “a macchia di leopardo” per indicare un’applicazione diseguale in molta parte del territorio italiano e specialmente in ampie zone del meridione. Ciò dava adito al fiorire di tutta una serie di cliniche private all’interno delle quali era difficile approntare un sistema di controlli efficace su pratiche e procedure.

    Ma nel caso di Mastrogiovanni il problema è ulteriore: ci troviamo in un reparto ALL’INTERNO di un ospedale pubblico. Inoltre è persino superfluo sottolineare che il comportamento tenuto dai medici e dagli infermieri è contrario non solo ai principi promossi da Basaglia, ma anche alla deontologia della categoria professionale d’appartenenza (tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo). Nei tempi odierni, dove gli psicofarmaci, di cui si fa largo uso e che costituiscono un business per le case farmaceutiche, sono considerati vere e proprie “camicie di forza farmacologiche”, non si vede il senso di una contenzione così severa e prolungata nel tempo. Salvo casi di estrema violenza del degente, che qui non è avvenuta e comunque con la diligenza e le cautele necessarie a preservare la sua salute.

    Ecco: la gravità di questo caso sta proprio nel carattere “preventivo” della contenzione che assume il sapore di una prassi. E, come tale, fonda le sue radici sul mai morto pregiudizio della pericolosità del malato di mente o – il che è anche peggio – su convenienze di tipo organizzativo: il malato legato al letto non impegna il personale sanitario in alcuna interazione terapeutica. Da un lato, dunque, i servizi psichiatrici dovrebbero ricevere maggiori e più mirati finanziamenti, ma dall’altro è necessario che la magistratura vigili e interrompa queste prassi che violano i diritti dell’uomo (prima ancora del malato), in modo che il nome di manicomio non sia scomparso solo formalmente.

  275. Caro Vincenzo, sono un maestro dell’IC Villongo dove tu hai lavorato e dove anche Franco prestò, per vari anni, servizio. Solo ora, grazie alla trasmissione di rai 3, abbiamo appreso la tragica sequenza di quanto è accaduto. Chi lo ha conosciuto ne è rimasto veramente sconvolto; è assurdo e sono troppi gli episodi che stanno emergendo in varie zone d’Italia di cittadini che vengono barbaramente uccisi; ma cosa sta succedendo in questo paese? Comunichiamo a te e ai famigliari tutta la nostra solidarietà e sostegno perchè venga fatta giustizia. Un abbraccio.

  276. Caro Francesco,
    sono contento di questo contatto. Anche noi ci ricordiamo di voi tutti e di Villongo e della provincia di Bergamo e forse era meglio non rientrare nella terra di origine!

    Quello che è successo a Vallo della Lucania, quello cui è stato costretto Francesco negli ultimi giorni della sua vita E’ VERAMENTE TROPPO!

    Sono trascorsi otto mesi dalla morte e NON CI FERMEREMO MAI fino a che Francesco (ormai la sua memoria) non abbia ottenuto GIUSTIZIA e possa così riposare in pace.

    Grazie per la solidarietà e riferirò ai familiari che sicuramente saranno contenti di questo contatto.

    Un abbraccio e grazie ancora.

    Vincenzo Serra

    http://www.giustiziaperfranco.it (sito che ho dedicato a Franco, ma non sono un webmaster)

    vincenzo.serra13@tin.it

  277. ……..gli attimi di un violento alterco in pubblico di fatto ci pongono al confine con la nostra zona narcisistica (che per noi è il buono) laddove ci troviamo di fronte proprio ad uno speculare elemento di sadismo (visto come il cattivo); conoscere , comprendere e diffondere i due aspetti dovrebbe , è una mia speranza, rendere sempre più remota la sosta in quella zona terribile di confine della psiche in tensione fra sogno e realtà…….
    ……..ho pensato di sintetizzare così la mia personale impressione sull’accaduto; caro Francesco non sono portato a nasconedere le mie impressioni e proprio in una ricerca di verità e giustizia ,fatta di certezze ma anche di dubbi, non posso non nascondere che il titolo del post non lo trovo appropriato. Spero solo a me ,infonde un senso di sfiducia verso chi governa oppure opera nelle istituzioni con tutte le pulsioni e umane reciprocità del caso; p.e. il discorso della macelleria 2001.
    Francesco credimi non critico con alcuna finalità le scelte che hai fatto, anzi confermo la stima nel gestire la Dimora del Tempo Sospeso, ma ti posso assicurare in modo inequivocabile che la fase di escandescenza o di etero-aggressività possono precedere molte situazioni difficilmente gestibili che, purtroppo associate a conoscenze incomplete , ad umani pregiudizi dell’operatore di turno, alla sbrigatività del momento possono degenerare nei modi più imprevisti.
    Non mi piace puntare il dito verso nessuno anche se a volte, quando capita, non posso fare altro che rivolgere doverose scuse.
    Stuazioni di confine ed emancipazione della psiche dolorose spesso non sono neppure state mai scritte e provenivano dagli orfanotrofi post-bellici , gli edifici mondo , le carceri, con le criticabili ma sempre necessarie figure degli Istitutori.
    Ti saluto alla prossima , piano con la critica ,grazie.

    P.S.
    Come detto fin dall’inizio di questo post credo che focalizzare solo l’aspetto legale sul reparto sanitario non fornisca nessuno spunto ad iniziative di conoscenza e approfondimenti che dovrebbero vedere coinvolte tutte le istituzioni secondo me. Un approccio integrato per non temere le proprie fobie nè accrescerle negli altri. Riporre fiducia anche nell’operato di un nostro avversario predispone ad una migliore socializzazione ,anche se poi nella pratica non è mai così semplice.

  278. Ovviamente un’escandescenza verbale o una fase non minacciosa di aggressività non meritano secondo me uno sbrigativo ricorso al TSO; sarebbe più auspicabile dove possibile una querela per quel che riguarda i rapporti con l’esterno e un approccio di ascolto psicoterapeutico per sciogliere tensioni sconosciute al singolo e conoscere eventuali provocazioni subite. Questo allontanerebbe dannosi pregiudizi e invece aprirebbe ad una convivenza fra personalità opposte ma rispettose del bene comune.
    Le provocazioni e le reazioni alle stesse meritano secondo me sempre una serena verifica altrimenti non si stabilisce poi mai un peso di responsabilità su base scientifica.

  279. Ultimo e chiudo ,
    il timore di un ricovero in ospedale per TSO in linea generale rappresenta una minaccia alla propria autodeterminazione e a pericoli di vita per chiunque , non interpreto le idee di chi non c’è più , ma se esistevano fondati timori si dovevano quantomeno avere delle notizie anche in precedenza, in tempi non sospetti . Le generalizzazioni fatte all’intero reparto di psichiatria non mi convincono, tuttavia la verifica in atto fornirà gli opportuni riscontri. Un sereno lavoro a tutti voi.
    notte a tutti

  280. Mauro, aspettare nove mesi e quasi quattrocento commenti per dire che non condividi il titolo del post: cosa significa?

    Sotto il titolo c’è il mio nome, cioè quel titolo esprime il mio sentire: vi hai letto per caso una richiesta di condivisione da parte di chi legge o commenta sotto questo articolo?

    Se sì, sei l’unico: complimenti!

    Qualche domanda, in ordine sparso (c’è solo l’imbarazzo della scelta):

    1) Tu a Genova, nel 2001, c’eri? Hai mai avuto modo di parlare con una sola delle migliaia di persone che erano là a manifestare pacificamente?

    2) Cosa significa piano con la critica? Chi è che ne stabilisce l’andatura? Tu?

    3) Quella che ti fa stare così male e preoccupato (macelleria), è una lettura storica dall’interno (cioè: la testimonianza di chi c’era): ci hai pensato?

    4) Non credi che la tua visione dell’anarchia sia nient’altro che un cumulo di luoghi comuni, per non dire altro? Ti risulta che esiste una dimensione etica della teoria e della prassi politica? Hai mai pensato che quel termine, con tutto il carico di libertà, di storia e di umanità che si trascina, possa rientrare a pieno titolo in quella dimensione?

    5) Hai paura che, esprimendo qui – liberamente – le tue opinioni, qualcuno ti appiccichi qualche “etichetta” libertaria?

    Non si spiegano altrimenti le tue periodiche uscite in questa direzione…

    E poi, le istituzioni: ne riconosco una sola – la Costituzione: la memoria di chi l’ha scritta col sangue, lo spirito e la lettera: il tutto condensato nei primi dodici articoli.

    Serve altro?
    Se vivo nel rispetto di quello spirito e di quella lettera e denuncio tutto ciò che, giorno per giorno, ne fa strame – sono contro le istituzioni?
    Se non mi sento rappresentato da un parlamento dove siedono decine di pregiudicati e di collusi – sono contro le istituzioni?
    Se non mi sento rappresentato da un governo dove un ex picchiatore fascista fa il ministro – sono contro le istituzioni?
    Se mi fa schifo un paese dove si ammazza un uomo in un ospedale pubblico e si nega un piatto di minestra a un bambino – sono contro le istituzioni?

    Sì? E allora è un problema tutto mio, non ti sembra? Qual è il tuo?

    :::::

    Visto che la parola “macelleria” la vuoi associare solo alle bistecche, leggi qua:

    Diaz, sangue sangue – di Simona MAMMANO

    è scritto da una rappresentante delle forze di polizia: non dirmi che ti fa paura anche lei e che, magari, con le sue parole, ti fa perdere fiducia nelle istituzioni….

    E poi ti regalo questa “fotografia” a colori degli anarchici, così li puoi riconoscere meglio: l’unica “bomba” è la loro esistenza – che vale da sola a destabilizzare qualsiasi disegno “provvidenzialistico” della storia: un’esistenza da uomini liberi, che non smetteranno mai di esserlo:

    intorno al collo
    portano fieri il fazzoletto nero
    che li consacra per sempre
    compagni di ogni pena
    gli orli fasciati di rosso
    per costruire legami
    nel colore che annulla le distanze

    :::::

    E, con questo, spero che la parentesi sia chiusa – definitivamente.

    fm

    1. C’ero a Genova nel 2001 con mia figlia sedicenne e i suoi amici. Accompagnavo. Mai stata prima di quell’anno a manifestazioni. Devo andare indietro alla fine degli anni ’60 e poi i primi del ’70 per riocordarmi dov’ero con la folla…Non scordo quel luglio, quelle giornate, non lo potrò fare mai. Mia figlia mi aprì gli occhi e io le stringevo la mano, per non perderci. Abbiamo corso camminato per chilometri, quel giorno e quelli che sono seguiti, nessun diritto, niente è scontato, acquisito, sicuro…
      Il rifiuto del potere,della guerra, totale, non è stato appicciccato con una spilletta o una bandiera, è montato da solo, nella verifica ogni giorno di ciò che toccavo con mano, vedevo, vicino e molto e lontano…un colore che annulla le distanze, per costruire legami. Di certo rimane questo, in direzione ostinata e contraria, comunque la chiamino quella “retta via “che è lastricata di menzogne e sangue.

  281. DA FACEBOOK

    Colomba Di Luca
    Sono a dir poco allibita…Questa è la società italiana dove tutti svolgono il proprio lavoro con negligenza…Dove I nostri rappresentanti dovrebbero impedire che eventi come questi accadino..Ma nessuno alza un dito..!Nessuno mette fine ai sorprusi e alle ingiustizie che avvengono..A partire da cose più semplici fino ad arrivare a cose gravissime! Alcune volte mi vergogno di essere italiana,perchè la colpa è di tutti noi,che non agiamo,ma facciamo solo chiacchiere inutili!
    4 ore fa
    Simona Tarquini Non posso credere a quello che ho visto… sono senza parole!
    In che razza di società viviamo?! Spero che vengano puniti per ciò che hanno fatto… che sia resa giustizia!
    Raffaella Ciervo
    Voglio la certezza della pena!Da cittadina italiana la pretendo!Non possono esistere attenuanti. E dobbiamo pretendere l’introduzione del reato di tortura!Perchè è questo quello che io ho visto nel video…insieme all’inciviltà e alle condotte bestiali di chi operava in reparto.
    Ieri alle 15.24

    Dexter Rosa
    forse e vero nn succederà mai nulla a quelle bestie…ma ki cm me crede deve lottare fino alla fine xke Franco lo merita..verità e giustizia..verità e giustizia..verità e giustizia..
    Lun alle 17.10 •
    Raffaele Gentile
    la verità e stata vista da milioni di italiani.spero che come me milioni di italiani aspettino GIUSTIZIA GIUSTIZIA GIUSTIZA!!!!
    Lun alle 23.16 •
    Flavia Liotti Tanto non succederà niente! Non verranno mai condannati all’ergastolo quei 19 animali!
    Questa è l’Italia…
    Ho visto le immagini e mi sono sentita male. E’ stato troppo brutto…sembrava una cavia da laboratorio…con quale coraggio lo si è lasciato da solo in quelle condizioni? Non è possibile che al giorno d’oggi accad…ano questi episodi, no, non è possibile proprio…
    Se fossi al posto degli avvocati di quegli animali mi vergognerei.
    Nemmeno le bestie vengono trattate come è stato trattato lui…spero solo che la giustizia divina faccia il suo dovere.
    :(
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    Lun alle 17.00 • Commenta • Mi piaceNon mi piace più • Mostra commenti (7)Nascondi commenti (7) • Segnala
    Tommaso De Martino
    sono stati tanti i casi e poco è cambiato… la psichiatria viene usata come mezzo per reprimere il diverso… e io ne so qualcosa perchè vivevo a Collegno, città del torinese famosa per il suo ospedale psichiatrico e sono tante le brutte storie successe lì dentro… sembra che i tempi non siano cambiati e che anche la lezione di Basaglia si sia persa come polvere al vento. In bacheca vi segnalo alcuni link sull’argomento molto interessanti
    Ieri alle 17.59 •
    Cristina Iscafi bisogna fare giustizia, anche se non sarà mai abbastanza visto che quest’uomo ha perso la vita!
    Lun alle 8.55 • Commenta • Mi piaceNon mi piace più • Segnala

    Rimuovi
    Angela Provenzano che vergogna ragazzi! Non ci sono parole…
    Dom alle 15.10 • Commenta • Mi piaceNon mi piace più • Mostra commenti (1)Nascondi commenti (1) • Segnala
    Nicola De Marco Avvocatucoli da strapazzo.
    Dom alle 0.55 • Commenta • Mi piaceNon mi piace più • Mostra commenti (1)Nascondi commenti (1) • Segnala
    Federico Fred Dalla Costa in che mondo viviamo?criminali pericolosi escono indisturbati di galera o non sono perseguiti dalla giustizia e persone con problemi di salute vengono massacrate????
    10 aprile alle ore 18.10 • Commenta • Mi piaceNon mi piace più • Mostra commenti (1)Nascondi commenti (1) • Se
    Raffaele Gentile ho ancora impresse le immaggini di quel video,e assurdo solo pensare di trattare una persona in quel modo,ma piu assurdi gli avvocati difensori.la gente che fa’ x i soldi,vergogna mi fate schifo!!!!…CIAO FRANCO MAESTRO DI VITA!!!!
    Grazia del Corso è stata un’agonia terribile
    10 aprile alle ore 14.43 • Commenta • Mi piaceNon mi piace più • Segnal
    Alessandra Esposito Ho visto Mi Manda Rai Tre e per quello che è successo nessuno è senza colpe …Deve essere fatta giustizia, ma purtroppo Francesco Mastrogiovanni non c’è più…
    Ghionna Andreina
    Non c’ è pena che possa rendere giustizia, in questo come in altri casi, ma noi diffondiamo, parliamone, condividiamo, facciamo sapere a quante più persone possibile quello che è successo nel chiuso di quell’ospedale.
    Nicola De Marco Penso che milioni di spettatori da ogni parte d’Italia abbiano detto solo:vergogna.Un caso di cui si parlerà ancora molto, spero.
    Ghionna Andreina
    Se ne parlerà se noi ne parleremo, se lo racconteremo ai nostri vicini, ai nostri compagni di scuola, al negoziante,e se loro lo racconteranno ad altri, se noi faremo diventare Francesco Mastrogiovanni come una catena di Sant’Antonio (positiva però), come arma abbiamo solo la parola e quella possiamo usare, altrrimenti domani si saremo dimenticati di questo maestro alto, buono, colto, un po’ anarchirco e un po’ irrequieto.
    10 aprile alle ore 15.06 •
    Nicola De Marco
    Punizione ai colpevoli. BASTA MEDICI IN POLITICA.ALTRIMENTI NEGLI OSPEDALI CI METTERANNO SEMPRE GENTE IN CAMBIO DI VOTI!
    Doriana Goracci Legittimo impedimento per non morire
    I parenti di Francesco Mastrogiovanni ce l’hanno fatta ad arrivare
    sugli schermi della Rai, in prima serata, quella che magari guardano
    anche i nipoti oltre le nonne.Mi manda Rai Tre, ore 21,10 di venerdì 9
    aprile 2010: “Muore dopo essere rimasto per 4 giorni legato al letto di
    contenzio…ne: è un incredibile video a raccontare le ultime ore di vita
    di Franco Mastrogiovanni, maestro elementare sottoposto a trattamento
    sanitario obbligatorio nell’ospedale psichiatrico di Vallo della
    Lucania. Le telecamere interne della struttura hanno registrato tutto e
    sono state determinanti per il rinvio a giudizio di 18 tra medici e
    infermieri. La famiglia è in studio per chiedere giustizia”. Abbiamo
    visto, non so in quanti. Abbiamo sentito, non so in quante. Non lo
    conoscevo affatto Franco, il maestro anarchico, aggettivo che non è
    stato neanche per una volta nominato. Lo nomino io, perchè non è una
    vergogna questa appartenenza, nota. Aggrava il quadro del soggetto
    “disturbato”. Siamo stati in molti a scrivere in Rete di Franco, un
    tentativo in alcuni momenti patetico, era estate, e poi autunno, poi
    inverno. Siamo dovuti giungere in primavera per avere visto la notizia
    prendere il volo dei Media. Siamo anche abituati alle notizie. Ogni
    giorno sempre più infernali, più volgari, più inimagginabili e senza
    neanche più soffrirne, se non un poco. Sarebbe impossibile guardarsi
    quelle 80 ore di un corpo che il letto neanche conteneva, tanto era
    alto, come dicevano i suoi alunni. La sorella non vuole vederlo neanche
    per un secondo, non ce la fa. C’è anche chi non si scusa, aspetta prima
    il decorso della giustizia.
    Sesto Tesla Empirico Per la prima volta vedo l’agonia di Franco Mastrogiovanni,
    solo, nel buio di un’anonima stanza d’ospedale.
    È un’immagine che
    si è incollata sugli occhi, non scivola via.
    È terribile vedere un
    uomo morire così.
    Ed è nauseante vedere gli avvocati della difesa
    esercitare il loro mestiere, d’altronde il mio garantismo non …può
    accettare l’idea che gli assistiti non siano meritevoli di essere difesi.
    Contro
    i processi di piazza, contro i processi senza difesa;
    per una giustizia
    giusta, per Franco Mastrogiovanni che merita di assistere ad un
    processo esemplare!
    Ghionna Andreina Ho alcuni amici avvocati che stimo e ai quali voglio bene, ma dopo aver visto la trasmissione non capisco, ma proprio non capisco, come si possano difendere alcune persone, come si possa dire: “il mio assistito lo anche fatto bere!” Aggiungo io: Ringraziamo l’infermiere che l’ho ha fatto bere!!!! ASSURDO!!!!!
    Francesco 恩里科 D’Angelo è vergognoso….quello che è successo è semplicemente vergognoso….bisogna fare qualcosa,bisogna intervenire!!!!!!!!!!!!!!!
    Ghionna Andreina
    Assurdo non basta nemmeno l’evidenza
    09 aprile alle ore 22.23 •
    Francesco 恩里科 D’Angelo
    infatti…spero con il cuore ke la giustizia faccia il suo VERITIERO corso…
    Ghionna Andreina
    Fb è come una piazza, bisogna diffondere diffondere, a 50 anni attraverso fb ho scoperto dei mondi che nemmeno immaginavo, voi giovani che dovete ancora vivere per molto tempo, diffondete e fate in modo che questi casi non finiscano nel dimenticatoio di tonnellate di sabbia
    09 aprile alle ore 23.18 •
    Antonio Giordano Bastardi crimanali.
    Gisella Trincas Ho visto la puntata di Mi manda rai tre e le immagini che riportano il corpo nudo di Franco legato e abbandonato, fino alla morte, in un letto di un servizio sanitario pubblico. Quelle immagini gridano giustizia! Sono la presidente nazionale del movimento delle associazioni dei familiari (UNASAM) e comprendo il dolore …dei familiari e degli amici di Franco. E’ molto importante che la Procura tra i reati contestati abbia indicato anche il reato di sequestro di persona e una condanna in tal senso sarebbe un passo importante per la messa al bando della contenzione (da alcuni vergognosamente definita “atto medico”)
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    10 aprile alle ore 1.10 • Commenta • Non mi piace piùMi piace • Mostra commenti (3)Nascondi commenti (3) • Segnala
    Roberto Capasso
    Ho avuto i brividi quando ho sentito gli avvocati difensori degli infermieri…
    Lun alle 16.39 • Segnala
    Teresa Serra
    si devono solo vergognare a difendere delle BESTIE!!!
    fossi stata al posto di mia sorella (Grazia Serra) li avrei sputati in faccia!!!
    Lun alle 20.59 • Segnala
    Biagina Grippo
    Ho visto la trasmissione e le immagini del maestro Francesco Mastrogiovanni di cui avevo letto e sentito.Non ci sono parole….Dopo quelle immagini bisognava solo dire:”Ci vergogniamo e chiediamo scusa per l’orrore”….Affermare invece :”Se saranno dimostrate responsabilita’(!!!) chiederemo scusa”, fa davvero rabbrividire….Ma che societa’ è diventata la nostra?Vergogna!!!
    Sara Vasconi
    misteriosa? e quale sarebbe il mistero? cambiate titolo al video di grazia…
    Ema Ema
    Sarebbe possibile postare il video anche su youtube? I video della Rai non sono molto facili da aprire. Grazie!
    Ieri alle 7.32 • Segnala
    Loredana Arestia
    assurdo ma vero!!!! so come trattano i ricoverati in quei reparti e sono inorridita e disgustata!
    Ieri alle 22.47 • Segnala
    Emanuela Scalas
    Purtroppo un fatto molto simile è accaduto anche a Cagliari,un ambulante legato al letto per giorni poi deceduto.
    Palma Di Battista
    auguro a tutti i colpevoli le stesse sofferenze fatte subire a lui e alla sua famiglia
    09 aprile alle ore 22.07 • Segnala
    Emma Tumino
    vergogna!!!tutti quelli che sono in stadio avanzato di bornout o abbandono del compito sono pregati di farsi curare loro!!!
    Lia Bongiovanni
    Stavo guardando la trasmissione ma ho provato troppa pena e così ho spento! Fossi stata una parente dopo 24 ore dal ricovero senza avere notizie,avrei fatto intervenire le forze dell’ordine,altro che TSO!!!!
    Matteo Luraschi
    ma chi è il malato di mente? quello ricoverato o chi lo “cura”? Sembravano immagini di 1 film di un manicomio anni 30! Pazzesco… Altro che avvocati : una serie di pedate nel culo fino a farli stramazzare! E via tutti quei paroloni di bocca per giustificare qualcosa che non è giustificabile in nessuna maniera! Che vergogna.. Pover uomo!
    Ema Ema
    Sono d’accordo, Lia.. Ma in alcuni ospedali è veramente difficile avere informazioni. Degli ospedali sono l’equivalente dei lager. Sapete se l’ospedale è il San Luca?
    09 aprile alle ore 22.33 • Segnala
    Antonella Dessì
    non conosco i particolari del caso dell’uomo morto ma vorrei fare una domanda alla famiglia………..dove eravate ? se in ospedale sono stati cosi’ leggeri com’e’ possibile che voi non ve ne siate accorti ??????
    Lia Bongiovanni
    Non so il nome dell’ospedale,non credo abbiano detto il nome….povero Basaglia,si starà rivoltando nella tomba!!!!
    09 aprile alle ore 22.36 • Segnala
    Ema Ema
    grazie. Come pensavo. Spero solo che si possa sapere e che tutti i responsabili siano indagati e paghino ciò che hanno fatto.
    09 aprile alle ore 22.38 • Segnala
    Lia Bongiovanni
    Beh,comunque non credo che in quella zona ci siano tanti ospedali di questo tipo…!!!
    09 aprile alle ore 22.43 • Segnala
    Ema Ema
    Non saprei…
    09 aprile alle ore 22.46 • Seg
    Emanuele Rizzo
    Si è il San Luca di Vallo.
    Gli imputati sono 18 e dovranno rispondere il 28 Giugno di : omicidio preterintenzionale,sequestro di persona,falso in atto pubblico.
    E quel poco che si è visto stasera riguarda “solo” quanto successo in ospedale.
    Il “pre” per certi aspetti è anche peggiore…
    Ema Ema
    grazie Emanuele!
    10 aprile alle ore 7.30 • Segnala
    Emanuele Rizzo
    Di nulla.Sono di Vallo e sia io che la mia famiglia eravamo amici di Franco.Un uomo buono.Un uomo del quale il parroco del paese disse.”Non ho mai conosciuto un uomo dal cuore così nobile”.

    Cmq,nella fretta,ho sbagliato.
    Una delle accuse non è omicidio preterintenzionale,ma morte conseguente ad altro delitto(o qualcosa del genere).
    10 aprile alle ore 15.23 • Segnala
    Grazia Serra
    Vorrei rispondere a chi dice dove era la famiglia.
    Non ci hanno fatto entrare in reparto dicendoci che lui riposava tranquillamente e che la nostra presenza l’avrebbe turbato. In quel momento mi sono fidata sbagliando. Io sono stata da lui il 3 agosto nel pomeriggio e sarei tornata poi il giorno dopo…il dolore…la rabbia….è gi… Mostra tuttoà indescrivibile quindi Antonella Dessì, come lei ha detto non conosce bene i particolari…
    Amavo tantissimo mi zio, non pensavo potessero fare tutto questo e ora la devono pagare. In ospedale le persone andrebbero curate eparlo per me, mi sono fidata quel giorno, e non me lo perdonerò mai.
    10 aprile alle ore 15.33 • Segnala
    Valentina Stefania Sartore
    anch’io mi sarei fidata al posto tuo cara Grazia,la mente delle brave persone nn può arrivare ad immaginare tanto orrore. Ti sono molto vicina.
    10 aprile alle ore 17.18 • Segnala
    Grazia Serra
    Proprio così….senza parole
    10 aprile alle ore 17.42 • Segnala
    Teresa Serra
    Ma stiamo scherzando nel dire dove era la famiglia??? vi prego di non parlare se non sapete le cose…informatevi!!
    10 aprile alle ore 17.43 • Se
    Teresa Serra
    non ci potevamo mai immaginare che quell’ospedale è un lager!!!…non bisogna che ora arrivino delle persone a dire che dovevamo fare qualcosa!! è ASSURDO!!!!!!
    10 aprile alle ore 17.55 • Segnala
    Elettra Crocetti
    Nessuno, credo, signora , vi dice che dovevate fare qualche cosa, anzi, quello che vi è successo è semplicemente fuori da ogni logica umana, impensabile, assurdo. Penso che anche io, come chiunque ha un proprio caro che non sta bene, ed è in ospedale, mi sarei ciecamente fidata di chi lo aveva in cura in quel momento. E mi dispiace che per colpa … Mostra tuttodi persone arroganti e senza coscienza,anche l’altra signora, Grazia Serra, si debba sentire in colpa. Ma chi andrebbe mai e poi mai a pensare cose così allucinanti?Le sono molto vicina signora. Spero che riusciate a trovare giustizia per quella persona cara che ha dovuto subire tutte quelle torture.
    Gmarco Gualini
    odio i t.s.o speroro che marcisca in galera tutta quella gente…dire ke nn anno dignita nn basta… ma andate a fanculo tutti!!!!
    10 aprile alle ore 23.47 • Segnala
    Ema Ema
    Ci sono tanti Murray e Canaro in giro x gli ospedali e nelle strutture mediche.. E pensare che per loro la missione dovrebbe essere salvare la vita e non toglierla. :((
    11 aprile alle ore 8.59 • Segnala
    Stefania Linguanti
    la storia è tornata indietro è si è fermata nelle pagine degli orrori commessi all’umanità tutta, poichè quando si viene meno all’assistenza e alla cura di un uomo che soffre, fino al punto di lasciarlo morire senza dignità non c’è perdono nè comprensione nè pace per questi assassini i peggiori !
    Sara Vasconi
    io non riesco a trovare il video dal sito della rai – Vallo della Lucania. Muore legato al letto di contenzione: Video-shock dall’ ospedale. – mi aiutate?
    11 aprile alle ore 14.48 • Segnala
    Sara Vasconi
    vorrei evitare di pubblicarlo con il nome anti psichiatria…così lo si trova su youtube
    11 aprile alle ore 14.49 • Segnala
    Barbara Ventra
    @ Sara: sul sito della rai il video dovrebbe uscire lunedì
    Matteo Luraschi
    Non esiste nessun tipo di scusa che possa giustificare l’accaduto. Non esiste da nessuna parte. Chi ha fatto ciò deve pagare e anche severamente. Le famiglie ripongono le speranze nei medici e li lasciano fare in buona fede. I medici e infermieri devono assistere le persone curandole certo, ma anche sostenendole dal lato umano. Mettersi un camice bianco non è simbolo di onnipotenza e libero arbitrio.
    NON ESISTE. Punto.
    Daniela Pesci

    MONTE…E’ ANNI CHE DENUNCIO L’NCONGRUENZA CHE C’E’

    CC’E’
    C’E’ … Mostra tutto

    DA PARTE DELLE ISTITUZIONI
    Ema Ema
    Qui c’è il commento del Comitato dopo la trasmissione

    Mar alle 7.35 • Segnala
    Concetta Puglia
    Sono rimasta senza parole ma sopratutto nn vedo nessun pentimento o scuse dovute alla famiglia del sig. Francesco che vergogna manco le bestie era un lager quel ospedale
    Mar alle 11.43 • Segnala

  282. Ho inviato, per una più ampia diffusione e per un maggiore coinvolgimento delle associazioni che operano a difesa del cittadino il link del video RAI più la sintesi della vicenda, scritta da Vincenzo Serra, alla sezione italiana di Amnesty international e alla sezione campana delTribunale per i diritti del malato

  283. Mi VERGOGNO pubblicamente , ripeto mi VERGOGNO pubblicamente di me stesso per aver sospettato , umanamente, anche solo per un attimo che in quei giorni il Reparto Sanitario di Psichiatria di Vallo della Lucania abbia voluto ammazzare un paziente ricoverato in TSO; trovo sintonia con quanto espresso nella trasmissione dal Dott. Pizza e il richiamo alla calma.
    I parziali attimi di un video mandati in onda sulla rete Rai3 evidenziano tutti i momenti e le pratiche attuate dal personale consapevole oltretutto del video-sorveglianza.
    Dopo spontanei e personali sospetti , specialmente quando leggevo di legature con filo di ferro (poi smentite) e delle fasi coincitate sulla spiaggia, rimango convinto che si tratti di una dolorosa ma umana vicenda laddove anche il periodo estivo amplifica gli umori.
    La pratica delle modalità di ricovero e della contenzione prolungata, laddove possono emergere delle difficoltà più elevate del solito, meritano verifiche ma questo credo appartenga a quanto stabilito dal GIP e quanto sarà dibattuto nel processo da tutte le Parti.
    Pur non avendo accusato ingiustamente nessuno sento nel profondo del mio animo di scusarmi per le critiche rivolte al D..S. Palladino e altresì apprezzarne l‘estremo rigore mantenuto.
    Sono liberissimo di non condividere, e non condivido, il titolo dato a questo come ad altri post in rete; AD 1 SOLA CERTEZZA PREFERISCO 100 DUBBI .
    Le idee diverse , culturali socio politiche, non mancheranno mai di rivolgere a tutti voi , nonché a Francesco per aver offerto un pubblico spazio , un sincero saluto e sempre sereno lavoro.

    P.S.
    Francesco nessuna paura di nessuna etichetta ,rispetto il tuo sentire anche se non lo condivido, le risposte le troviamo poi nel vivere con gli altri, grazie del tuo riscontro,sincero.

  284. Non c’era assolutamente nessuna necessità di sottoporre a contenzione Francesco (anche le superate disposizioni di legge risalenti al 1909 stabiliscono che la contezione è una misura estrema, eccezionale, motivata ed autorizzata per iscritto);
    Francesco si è fatto sedare per la quarta volta nell’arco di pochi minuti;
    (sulla spiaggia di Mezzatorre qualche minuto prima infatti gli avevano praticato tre iniezioni di “potenti sedativi”);
    Fancesco è stata legato mentre dormiva ed era talmente sedato che non si è accorto di nulla (anche quando applicano il catetere);
    le linee guida, i protocolli, i codici deontologici (MA ANCHE IL BUON SENSO E IL POSSEDERE SOLTANTO UN POCHINO DI UMANITA’) disciplinano dettagliatamente le modalità di esecuzione della contenzione: non deve essere associata a quella farmacologica, non deve avere una durata superiore ad un certo numero di ore, devono essere monitorate costantemente le fuzioni vitali della PERSONA, deve essere visitato dai “medici”, la persona non deve essere assoggettata a contenzione durante il sonno, ad intervalli di tempo come da linee guida alla pesona deve essere consentito il movimento degli arti (si slega un arto, poi un altro e così via);
    non gli hanno dato da bere e nè da mangiare (tranne che all’ingresso);
    la flebo non è sostitutiva del bere anzi tale “terapia” comporta una “secchezza delle fauci”;
    nell’obitorio al polso sinistro aveva una ferita profonda (poi si è capito che è stata provocata dal braccialetto (quello mostrato da Grazia) il cui materiale costitutivo è metallo (un filo di metallo);
    la prima flebo è stata praticata alle ore 21 del 31 luglio, la seconda alle ore 9 circa del 2 agosto;
    per due sere su quattro non è stata somministrata alcuna terapia (nella cartella c’è scritto che sono presenti le facoltà cognitive).

    Tutti i giudici che si sono occupati della vicenda non hanno contestato il reato di omicidio, ma quello di morte derivante da altro delitto.

    Il personale era cosciente del sistema di videosoveglianza?
    Come mai non si sono accorti che stava morendo?
    Ciò è avvenuto dopo oltre 5 ore!!!
    Come mai con l’episodio della flebo se ne accorgono solo dopo che si è formata una macchia di sangue a terra?
    Perche, perche, …………..
    ===
    Attualmente la giurisprudenza all’ubriaco che alla guida di un autoveicolo investe un pedone contesta il delitto di omicidio volontario e non più quello di omicidio colposo.
    ================
    P.S.: Anche quando si lega un cane la prima cosa alla quale si pensa è la collocazione di un recipiente con l’acqua!

  285. Sig. Mauro immagini, solo per un momento, cosa sarebbe successo se il GIP non avesse sequestrato, il giorno successivo al decesso di Franco, il videofilmato. Questo caso si differisce dagli altri (Cucchi, Aldovrandi, Bianzino, Uva) proprio per il filmato. Che lei coltivi il dubbio non può che essere ritenuta , almeno da me, una qualità però una cosa è il dubbio altra cosa sono le evidenze. Negare le evidenze come hanno fatto in trasmissione alcuni degli intervenuti è, per ogni sincero democratico, inaccettabile. I fili di ferro e le prime versioni che abbiamo ascoltato nella prima settimana di agosto fanno parte della comunicazione immediata della tragedia. Certo le indagini hanno messo a punto alcune cose, altre sono state ampliamente chiarite dal Tribunale del riesame e la richiesta del giudizio immediato dimostra il resto. Questo per rimanere al percorso giudiziario. Poi c’è tutto il resto: il trattatmento riservato al povero Giuseppe Mancoletti (di cui in trasmissione nessuno ha parlato) poi c’è il TSO ordinato dal sindaco di Pollica e in ultimo, ma solo per non agitare gli animi, la questione politica di cui discuteremo a bocce ferme e che costituirà un momento di riflessione che , Le assicuro, impegnerà anche gli storici.
    Continui, La prego, a coltivare i suoi dubbi ma riconosca almeno le evidenze perchè questo è l’unico modo affinchè ognuno di noi possa continuare ad essere credibile

  286. Sig. Mauro,
    La prego di rispondermi.

    Dopo oltre otto mesi dalla morte di Francesco tante domande sono ancora senza una risposta!

    Perchè Francesco è stato sottoposto a contenzione? Era pericoloso per sè e/o per gli altri? C’è qualche frames del video che lo prova?

    Perchè la misura “terapeutica” della contenzione non risulta dalla cartella clinica? Perchè non è stata motivata ed autorizzata per iscritto?

    Quante volte Francesco (da vivo) è stato visitato da un medico? (qui il video dà una risposta precisa).

    Perchè aspettare prima la morte di Francesco e poi, dopo oltre cinque ore, praticare un tentativo di rianimazione e un esame ECG?

    Secondo Lei il mese di agosto si può rimanere per quattro giorni senza bere?
    =======
    Il compagno di stanza (contenuto solo agli arti superiori) durante la notte è diventato un acrobata per poter bere un sorso d’acqua.
    Ciò sta a dimostrare che, in quelle giornate e nottate estive, bere era assolutamente un bisogno che andava soddsfatto.
    ==============

  287. “Verità una, giustizia nessuna”.
    Data: sabato 24 aprile 2010
    Ora: 16.00 – 19.00
    Luogo: Sabato 24 a Pisa c/o Terrazza Leo Caffè alla stazione Leopolda in p.zza Guerrazzi.
    Descrizione: Niki Aprile Gatti, Manuel Eliantonio, Marcello Lonzi, Francesco Mastrogiovanni, Riccardo Rasman, Giuseppe Uva, Stefano Frapporti, Aldo Bianzino, Simone La Penna, Bledar Vukaj.

    Morti per mano di uomini in divisa al servizio dello Stato. come Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi

    Ci sembra importante fare una corretta informazione su cosa veramente è successo per far si che queste violenze non possano più accadere. L’obbiettivo dell’iniziativa è di far raccontare a tutti i familiari la loro storia, allargando allo stesso tempo il discorso ai vari contesti (repressione, carcere, immigrazione, manicomi) che emergono dalle diverse vicende.

    I FAMILIARI INCONTRANO LA CITTA’
    Diamo voce ai familiari delle vittime delle forze dell’ordine e delle istituzioni.

    SABATO 24 APRILE 2010 a Pisa
    c/o Terrazza Leo Caffè alla stazione Leopolda in p.zza Guerrazzi.

    a partire dalle 16.00 incontro dibattito

    a seguire dalle 19.00 aperitivo e buffet

    ZONE DEL SILENZIO:

    Associazione Aut Aut
    Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud
    Collettivo Aula R
    Coordinamento antifascista antirazzista pisano
    Guppo discussione carcere
    Osservatorio antiproibizionista-Canapisa Crew

  288. Peppe Tarallo SUL CASO MASTROGIOVANNI I VERTICI DELL’ASL FINORA SONO STATI MUTI O HANNO DETTO COSE VERGOGNOSE E INDECENTI:MERITANO DI ESSERE RIMOSSI PERCHE’ PRIMA NON HANNO IMPEDITO CHE SUCCEDESSE ORA NON POSSONO GARANTIRE CHE NON SUCCEDA PIU’. I LUOGHI DELLA SALUTE E DELLE CURE NON POSSONO ESSERE OCCUPATI DALLA CATTI…VA POLITICA CH…E METTE IN QUESTI POSTI NON CHI E’ PREPARATO E MERITA MA I PROPRI CLIENTI.

  289. MIMANDA RAITRE
    Ma se la sente di chiedere scusa ai familiari?????????????

    Giuramento moderno
    Il giuramento, nella forma qui sotto riportata, è stato deliberato dal Comitato Centrale della Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri il 23 marzo 2007. La versione precedente risaliva al 1998.

    Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro:

    di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento;
    di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
    di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;
    di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;
    di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;
    di promuovere l’alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l’arte medica;
    di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
    di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;
    di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali;
    di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
    di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;
    di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;
    di prestare assistenza d’urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell’autorità competente;
    di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;
    di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione.

  290. Prima di tutto sento di dover delle scuse per alcune personali valutazioni fatte su scelte diverse dalle mie e in primis a Francesco Marotta e a tutti gli Anarchici; non ne avevo il diritto tuttavia era solo l’esposizione di un confronto con me stesso , forse lesivo di sentimenti altrui se in assenza di autorevoli riscontri e aperti dibattiti, anche se il titolo non lo condivido .
    Vincenzo Angelo ho pianto, la vostra testimonianza mi mancava , non contesto nulla di quanto descritto, il tempo aiuterà a trovare le risposte più eque.
    Tutte le fasi descrivono delle scelte rivelatesi poi di sofferenza e poi fatali per un paziente di 58 anni.
    Sarebbe forse utile una ricerca di informazioni sui TSO in pazienti adulti in altri paesi come Germania o Gran Bretagna o Francia; un confronto almeno aiuterebbe a dare una proporzione ed ulteriore valutazione sulle scelte fatte.
    Angelo una lettura storico-politica della vicenda è interessante , spero possa dare il via a verifiche e chiarimenti utili per la collettività in una plurale e civile convivenza.
    Notte a tutti

  291. ViVincenzo, il dirigente della ASL è di nomina politica. Ora, io non esattamente a chi fa capo la ASL di Vallo della Lucania, ma le tue risposte – o meglio, il perchè delle omisse dichiarazioni, lo trovi nelle poltrone che nominano i dirigenti della ASL. Primo fra tutti il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, contestato in Consiglio Comunale per le sue dichiarazioni su Francesco (non trovo il link ma avevo l articolo, se non ce l hai lo cerco).
    Per tornare a noi, è ormai palese che l uso privato dei poteri concessi dalla ‘divisa’, qualunque essa sia, si tratti della giubba blu di carabinieri e polizia o della fascia tricolore da primo cittadino, è agli occhi di tutti.
    A questo aggiungo quanto passa sotto silenzio:
    – quello che succede nei CIE, oggi opportunamente definiti dal Ministro Zaia – l uomo che ha dato lo stemma della Repubblica Italiana al Mc Donald, non ce lo dimentichiamo, per la campagna promozionale ‘Mc Italy’ – ‘un esempio fulgido di civiltà’ e ne sono in costruzione altri due, uno in Veneto e uno in Toscana
    – i continui suicidi che avvengono nelle carceri di tutta la penisola, ormai ‘discarica sociale’, soluzione a tutto
    – la violenza continua, verbale e fisica, cui sono sottoposti tutti i ‘diversi’.
    Su questo mi aspetto un opportuna riflessione collettiva, perchè io non ci sto a essere come mi impongono di essere.

  292. E’ uscito il numero 353 del mensile «A RIVISTA ANARCHICA». All’interno un ampio dossier sulla drammatica vicenda di Francesco Mastrogiovanni. Per chi non sia già lettore/lettrice di «A RIVISTA ANARCHICA», può, se vuole, richiederne copia ad uno dei seguenti indirizzi:
    arivista@tin.it
    tel. 02. 2896627
    fax 02.28001271
    Editrice A
    Casella Postale 17120
    20128 Milano
    La rivista dedica al caso anche la copertina

  293. Ciao a tutti, buona giornata per l’incontro-dibattito di Pisa.
    Caro Francesco Marotta spero tu abbia lasciato qualche spiraglio disponibile ai miei dubbi circa l’accaduto.
    Non tanto dubbi su aspetti giudiziari come descritti già dal GIP, bensì su possibili fattori entrati in gioco in quei giorni di pre-ospedalizzazione e ospedalizzazione.
    Non ho visto il video ma Vincenzo riferisce che nessuno abbia visitato Mastrogiovanni negli ultimi giorni di vita , forse neanche una richiesta di aiuto in altre strutture Campane ove trasferirlo per difficoltà ingestibili, insomma se così fosse è stato trascurato il soccorso necessario affinché almeno si tentasse tutto affinchè sopravvivesse una persona in difficoltà.
    Un chiarimento pacifico e realista prima del processo forse scioglierebbe qualsiasi tensione senza nulla interferire sulle procedure giudiziarie , bensì accreditando maggior fiducia verso l‘ASL e la Giustizia da parte di chiunque, così come auspicato anche dal Direttore Sanitario.
    Ti saluto Francesco con affetto , non condivido la prima parte del titolo del post (non conoscendo la vicenda) mentre la seconda parte, per la mia coscienza, merita il sensibile responso del Giudice, ma io personalmente escludo volontarietà omicide nonostante fattori umani e pregiudizi possano sempre fuorviare le pur valide conoscenze scientifiche, è il mio sentire da inappartenente.

    P.S.
    Ho letto velocemente la disamina della d.ssa A. Pozzi che ho trovato molto interessante nella fase delicata di abbozzo di diagnosi e pre-ricovero, ma un punto che forse mi è sfuggito è quello non certo sottovalutabile dell’intrinseco legame di fiducia che si instaura fra Struttura curante e Paziente soprattutto in una fase coercitiva per la mente come il TSO.
    I Rappresentanti della Scuola Medica Salernitana , in parte già derivanti dalla Scuola Eleatica di Parmenide, ponevano particolare attenzione sui benefici di una farmaco da somministrare proprio nella sostanziale disponibilità del paziente ad accettarlo.
    Dico questo in relazione a quanto più volte riferito della totale sfiducia di Francesco nell‘essere ricoverato a Vallo mentre la sorella Caterina non era altrettanto prevenuta come esposto nella trasmissione di Rai3.
    Sono sicuro che l’occasione di verifica accrescerà le conoscenze medico-scientifiche e la fiducia verso l’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania ( storicamente preferirei chiamarlo Vallo di Velia ma su questo potrà darmi qualche info Angelo)

    Notte a tutti e sereno lavoro
    Il 4/5/2010 mi sembra ci sia un Convegno a Napoli che approfondisce le conoscenze sulle Psicosi e altre fenomenologie.

  294. P.S.
    Ho visto l’intervista al D.S. dott. Palladino e l’auspicio di un aperto dibattito coi familiari , chiarificatore sul piano dei fatti; poi la Giustizia fa il suo corso. Personalmente lo trovo onesto e proficuo.

  295. Fra regole collettive e spontanea individualità vi auguro buonanotte con i Matia Bazarhttp://video.libero.it/app/play?id=62acfd5448684c78560edba74018e649

  296. Rimangono comunque dubbi sulla sedazione antecedente la contenzione così come mostrata nella trasmissione di Rai3; Vincenzo mi poneva dei perchè su fatti riproposti al pubblico da un video nazionale a cui non saprei dare un senso , andrebbero forse chiariti col Presidio sanitario di Vallo.
    Un saluto a tutti.

  297. Caro Vincenzo mi ponevi all’attenzione gli aggiornamenti di norme inerenti gli incidenti e relative conseguenze legali.
    L’argomento mi coinvolge , ho avuto incidenti con chi assumeva alcol da vino/birra ecc. e con chi , astemio , non aveva mai sentito neppure il profumo di una bevanda socializzante ,sebbene non escluso forse l‘uso di stupefacenti nel passato.
    Di tutti soltanto l’astemio aveva colpa grave (ufficiosamente stabilita in modo accurato anni dopo) , ma è stato l’unico a non aver riconosciuto mai alcuna responsabilità (neppure una richiesta di confronto) anche quando ormai non sarebbe stato neppure sanzionato ,mentre con gli altri l‘accordo è stato equo sul piano del riconoscimento di colpa, lasciando poin al minimo il risarcimento previsto da legge.
    Una personalità ambivalente , con alterazioni di umore e/o carattere , mai ubriaca né alterata, ma sempre pronta a capovolgere la realtà dei fatti per futili interessi, e non a difendere soltanto le proprie pacifiche ragioni. Molto dannosa per me, una presunzione eretta a tabù.
    In qualsiasi controversia è fondamentale, oltre a quanto stabilisce la legge, valutare la Buonafede delle Parti; fatto salvo questo aspetto sarà poi la sensibilità del Giudice a stabilirne volontarietà o colposità.
    Viceversa si declasserebbe il Giudice solo ad applicatore di norme prestabilite magari sul pregiudizio di abitudini (comunque sempre necessaria la conoscenza) dei guidatori.

    P.s.
    Ciò non toglie l’assunzione consapevole e autodeterminata di qualsiasi sostanza nel rispetto soprattutto delle proprie reazioni e non da meno di quanto per legge stabilito in base a corporatura e altri parametri.
    Immagina per un attimo quanto lavoro avrebbero avuto i legali se nella fiorente Enotria ci fossero state anche le automobili, e lì si lavorava e si socializzava anche con distillati da uva e corbezzolo senza economia.
    Proprio la ricerca di socializzazione da sempre lega le Genti in un percorso di umanità.

  298. ARTICOLO DI IERI SU LIBERAZIONE di
    Checchino Antonini

    «Voi archiviate noi no»: lo slogan c’è già e Ornella, la mamma di Niki Aprile Gatti, è arrivata a Pisa con una bozza di associazione che ha messo a disposizione di tutti i familiari che sono intervenuti all’iniziativa promossa dai collettivi antiautoritari, di studenti e lavoratori, che lavorano sulle “Zone del silenzio”. Spiega Ornella che sarebbe un’associazione di familiari ma aperta a chiunque prenda coscienza della mancata tutela dei diritti umani nelle carceri, nelle caserme di polizia, negli ospedali psichiatrici. Niki è stato trovato morto quattro giorni dopo l’arresto in una cella di Sollicciano. Poche ore prima aveva dichiarato di voler collaborare alle indagini. Era il 28 giugno di due anni fa.Giovedì, a Firenze, il gip s’è preso altro tempo per decidere se riaprire il caso. Vincenzo Serra è il cognato di Francesco Mastrogiovanni, il maestro ucciso a luglio in un ospedale di Sala Consilina. Racconta del video che mostra Francesco calmo ma legato, che crolla dopo la quarta iniezione e viene legato mentre dorme. La via crucis di suo cognato è un film straziante di 82 ore senza un gesto di umanità da parte di un infermiere, senza la visita di un medico. Morirà di crepacuore. Il 28 giugno inizia il processo ma ce ne dovrà essere un altro perché il Tso che lo ha portato lì era illegale, l’ordinanza del sindaco fu emessa sul territorio di altro comune e, comunque, Mastrogiovanni aveva accettato la terapia e non ebbe colluttazione con i carabinieri. Vincenzo crede sia importante stare tutti insieme per costruire meccanismi di garanzia contro aguzzini e torturatori come quelli che hanno ucciso suo cognato. «Speriamo di riuscire a essere ancora più uniti», dice anche Francesk Vukaj, che non può credere al suicidio di suo figlio Bledar, promessa del football americano trovato morto nel cremonese. Il caso è stato archiviato ma da mesi nessuno gli dice perché.
    Federica Barbieri fa parte di una delle 36 famiglie di lavoratori del cantiere navale Nca morti per amianto. Suo padre c’è stato dal ’66 al ’92. Dieci anni dopo s’è preso l’asbestosi che l’ha fatto fuori nel 2007. L’Inail nega che sia una malattia professionale e, in appello, la sua famiglia è stata condannata a a restituire indennizzo con gli interessi. Eppure l’ultimo morto tra gli ex della Nca c’è stato l’altroieri: Bruno Moscatelli, 63 anni.
    «Ci accomuna con le altre madri l’indifferenza dello Stato, il declassamento a persone di serie B.
    Con loro c’erano Maria Ciuffi, la mamma di Marcello Lonzi, Maria la madre di Manuel Eliantonio, i familiari di Giuseppe Uva, Stefano Cucchi, Stefano Frapporti, Aldo Bianzino e Haidi Giuliani, intervenuta per lettera. I soggetti che hanno dato vita alle “Zone del silenzio” metteranno in rete il dossier: “Verità una, giustizia nessuna”.
    La prossima settimana dovrebbe chiudersi l’inchiesta sull’omicidio Cucchi e mercoledì si riunirà la commissione Marino dove le destre, da un mese, ritardano l’invio degli atti dell’inchiesta parlamentare sul caso alla Procura. Di cosa avranno paura?

  299. Caso Mastrogiovanni Trasmesso in tv il video dell’orrore
    Venerdì 9 aprile, alle 21.10, la trasmissione televisiva “Mi manda Rai tre”, condotta con grande professionalità dal giornalista Andrea Vianello, ha presentato, al pubblico nazionale, la triste vicenda di Francesco Mastrogiovanni. Nel corso della trasmissione, alla quale hanno partecipato la nipote di Franco, Grazia Serra, la sorella Caterina con il marito Vincenzo Serra e l’avvocato Caterina Mastrogiovanni D’Aiuto (legale della famiglia) è stato proiettato una parte significativa del video girato dal sistema interno di sorveglianza del reparto di psichiatria dell’Ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania. Il video racconta, minuto dopo minuto, le atroci sofferenze e la morte del maestro 58enne, di Castelnuovo Cilento (SA), avvenuta per edema polmonare lo scorso 4 agosto, dopo aver trascorso più di 80 ore, legato mani e piedi ad un letto dell’ospedale, senza essere adeguatamente nutrito, senza assistenza e controlli sanitari, soggetto a una “sconcertante sequela di abusi”. Il maestro entra in reparto in barella già sedato, dopo circa un’ora dal suo ingresso, viene legato al letto mentre dorme pesantemente. La sua condotta nei confronti del personale, come si vede dal video, è normalissima e per nulla giustificatrice di misure estreme di contenzione fisica. Franco, dopo aver mangiato qualcosa, è talmente sedato che non si rende nemmeno conto che viene legato alle braccia e alle caviglie. Viene lasciato completamente solo giorno e notte, non c’è traccia di monitoraggio delle funzioni vitali, di visite mediche, di rispetto del protocollo in materia di contenzione fisica. Soltanto rarissime flebo e nulla di più! Il video mostra una persona che soffre per circa quattro giorni (con evidenti difficoltà respiratorie) e soltanto dopo oltre 6 ore dalla morte – avvenuta in completa solitudine – si cerca di rianimarla. A visionare, per la prima volta il video, in collegamento dagli studi RAI di Napoli, in rappresentanza dell’Asl, il dott. Luigi Pizza che, con notevole imbarazzo, ha cercato di rispondere alla domande incalzanti, avanzate, con grande dignità e fermezza, da Grazia Serra. A dir poco sconcertanti le motivazioni addotte dagli avvocati difensori nel tentativo di motivare l’immotivabile a difesa dei loro assistiti i quali, è bene ricordarlo, sono imputati di sequestro di persona, morte come conseguenza di un altro delitto e falso ideologico, nel processo che comincerà il 28 giugno presso il Tribunale di Vallo della Lucania. Il conduttore, Vianello, ha sottolineato più volte il trattamento disumano riservato al maestro e ha censurato il comportamento degli infermieri che avevano l’obbligo umano e professionale di intervenire per alleviare le sofferenze del paziente e segnalare ai medici la condizione di «un uomo sofferente e in palese difficoltà respiratoria». Il gip di Vallo della Lucania, Nicola Marrone, ha deciso di mandare a giudizio immediato i medici e gli infermieri coinvolti nella vicenda della morte di Francesco Mastrogiovanni mentre il reparto di psichiatria del “San Luca” resta chiuso. Allo stato attuale i 18 sanitari imputati, dopo la decisione del Tribunale del Riesame di Salerno che di fatto li ha reintegrati alla professione, sono impiegati nella varie strutture del territorio. Ricordiamo inoltre, perché nella trasmissione RAI non se n’è parlato, che durante la presa visione del video, da parte della magistratura, è stato possibile risalire anche agli abusi perpetrati contro un altro paziente che si trovava nella stessa stanza di Franco: Giuseppe Mancoletti il quale ricoveratosi spontaneamente è stato legato e privato, per ore, della libertà personale.
    Angelo Pagliaro

  300. AAngelo, un bellissimo articolo.
    Ricordo che l iniziativa a Salerno è per il prossimo 2 maggio dalle ore 19 in poi presso l’Hostaria “Il Brigante” Via Fratelli Linguiti 4, Salerno

    -Presentazione del libro “Il sopravvissuto – cronache di sofferenze” e del DVD “Quando la dignità diventa follia”
    con l’autore Sabatino Catapano

    -Presentazione del “Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni”
    intervengono Vincenzo Serra (Fondatore) e Giuseppe Tarallo (Presidente del Comitato)

    Stand libri e materiali di controinformazione su carcere e psichiatria

    A seguire cena sociale a sottoscrizione

    “L’intento è la volontà di denuncia forte e radicale contro ogni forma
    di potere che con le sue strutture totali impone un sistema di
    controllo,di repressione, di annientamento psicofisico per
    distruggere chi si oppone a questa società-prigione: in particolare gli individui che si
    ribellano all’imposizione, allo sfruttamento, all’alienazione, tutti quelli
    che rifiutano il bavaglio per poter gridare forte il proprio dissenso, la propria
    rivolta, rivendicando il diritto alla vita nella sua pienezza armonica,
    gioiosa,umana, fraterna e solidale.”
    Dall’introduzione del libro “Il Sopravvissuto—cronache di sofferenze” di Sabatino Catapano

    buon lavoro, come sempre Y*

  301. Poco fa mi è capitato di leggere l’aforisma di F. Goya in versione originale …. senza il timone della ragione la fantasia genera mostri …. , in tal senso (prima non l’avevo capito) lo prendo come un utile monito in qualsiasi situazione della vita , anche se poi le emozioni che a volte pretendono l’autonomia dalla ragione meritano un’adeguata valutazione sul piano scientifico.
    Caro Vincenzo mi erano rimasti alcuni dubbi sulla sedazione ma, dopo aver ascoltato che ne erano state fatte altre due nei giorni successivi e inoltre era passato anche il Primario che aveva salutato, l’idea che mi sono fatto è che non vi siano state delle volontà dolose verso Suo cognato, nonostante per chiunque sono possibili anche i più remoti pregiudizi.
    Credo che sia io che Lei in quella giornata , con tutte le fobie accumulate , le insicurezze ed eventuale sfiducia avremmo potuto incontrare gli stessi automatismi del Reparto reagendo in modo più o meno diverso forse solo in base ad una risposta diversa del fisico sotto le stelle del destino.
    Tutto ciò merita delle risposte (quando si sente chieda un confronto con l’ASL) ai suoi ….perché…. , sulle visite assenti , la limitata assistenza soprattutto nelle ultime fasi di vita; anche la sostituzione dell’ orario del decesso, laddove tutti erano a conoscenza delle riprese video, a me fa pensare a irregolarità , grave superficialità , ma non a torture o malafede.
    La mia impressione dal parziale video di Rai3 è stata quella che le sedazioni effettuate anche prima del pranzo di Mastrogiovanni non avessero dato effetti clinici migliori , anzi forse un aumento dell‘irrequietezza.
    Mi chiedevo se il rifiuto di una terapia forzata e coincitata in TSO possano aver favorito in un adulto quei disturbi che poi in fase di contenzione non monitorata abbiano accentuato l‘agitazione invece di sedarla; come se una terapia di routine in un contesto delicato abbia potuto produrre degli effetti contrari.
    Probabilmente un paziente ad es. di 28 anni non avrebbe avuto tale esito fatale in analoga terapia, anche se veniva violato il divieto di contenzione prolungata in presenza di terapia psicofarmacologica.
    Notte a tutti , buon incontro all’Hostaria ; all’inizio di questo post mi ero espresso a favore del Potere quale imparziale e necessario regolatore della quotidianità, lo penso ancora e forse il momento di crisi e di critica potrà fornire opportuni miglioramenti.

    P.s.
    Vincenzo non ci sono domenica a Salerno , conto di incontrarLa nella sede del Comitato a Vallo.
    Per chi incuriosito il giorno 4/5 c’è un Convegno all’Ospedale Monaldi di Napoli sul tema delle psicosi , ma non sono riuscito a trovare se è rivolto a tutti oppure solo ai Medici.

  302. Appunti utili, per gli interventi di Mauro.

    “LINEE GUIDA CONTENZIONE
    Pag. 17 del verbale d’udienza del 9/12/2009:
    DOMANDA (PUBBLICO INISTERO) – Senta, presso il reparto voi avete delle linee guida su come effettuare la contenzione?
    RISPOSTA (INFERMIERE – da dieci anni presso il reparto di psichiatria di Vallo della Lucania)- Non le abbiamo mai avute, le abbiamo avute dopo il decesso del Mastrogiovanni
    ============
    CARTELLA INFERMIERISTICA
    Altro verbale di udienza
    DOMANDA – E quindi non c’è al reparto, non c’è mai stata questa cartella infermieristica?
    RISPOSTA (INFERMIERE) – NO.
    ===================
    REGISTRO CONTENZIONI
    Pag. 18 verbale udicenza del 9/12/2009
    DOMANDA GIUDICE: Il registro di contenimento, ………………..non è stato mai istituito presso questo…
    RISPOSTA (PSICHIATRA) – Perchè nessuna norma prevede un registro.
    DOMANDA – Nessuna norma prevede?
    RISPOSTA – No, no”

  303. Mauro, hai ragione! Non è stata tortura!

    Un infermiere in sede di interrogatorio fa presente al giudice che in quei giorni nel reparto c’era un caldo infernale!

    Perciò, non dare da bere ad una persona (alta un metro e 97 e di circa 100 chili di peso) per 3, 4 giorni (di caldo infernale) non è una tortura.
    Non è una tortura!
    Hai ragione, Mauro.
    ===

  304. Non comprendo e non comprenderò mai l’ostinazione di Mauro.

    A Vincenzo e a tutta la sua famiglia la mia vicinanza e solidarietà.

    jolanda

  305. La contenzione meccanica non è per pochi momenti , solo per la somministrazione della terapia, ma si protrae nel tempo e dunque non è più adeguata allo scopo e richiede mezzi idonei. Dunque può configurare sequestro di persona, violenza privata, maltrattamento, abbandono di incapace.(pag. 20 della relazione di CTU dei dott.ri Maiese e Ortano)

  306. Un ringraziamento a Nadia Agustoni per la segnalazione del numero di “A”. Gentile Nadia, ho già inviato alla redazione di “A” il prossimo dossier che darà pubblicato sul numero estivo (Luglio – Agosto) dal titolo “Lo spergiuro d’Ippocrate” e insieme saranno riportate le conclusioni dei 2 medici consulenti del PM che hanno effettuato l’autopsia. Due domande retoriche che noi meridionali non possimo che rivolgere a noi stessi!!!! Se al posto di Mastrogiovanni fosse stato ricoverato un membro di una famiglia camorristica, o un/a figlio/a di uno dei medici interni al reparto quale trattamento sarebbe stato riservato loro? L’avrebbero lasciato legato nudo come il Cristo di Mantegna??????

  307. Vincenzo, Jolanda, Angelo nessuna ostinazione nè contestazione su quanto da voi sempre riportato con rigorosità; non è questo il punto e sebbene questo post permetta molta espressione oltretutto pubblica e moderata , credo che nulla possa sostituire un confronto del pensiero nel reale.
    Le mie sono delle impressioni solo in base a quanto letto e visto nel video di Rai3 , quindi coi limiti di chi dall’esterno può orientare una propria idea .
    Ha fatto bene Vincenzo a ricordarmi le domande sulla contenzione e sulla possibilità di bere sostituita con le flebo se non erro ed occasionale acqua data da un infermiere.
    Come viene descritto, a me da il senso di procedure errate (magari da confrontare con altre strutture sanitarie nazionali, e sulle loro operatività) che probabilmente in quel giorno si sono amplificate con Mastrogiovanni ma non verso di Lui in modo preordinato.
    Attuare una volontà di tortura su una persona conosciuta, sotto le riprese di una telecamera, quando la persona stessa poteva essere affrontata in qualsiasi momento della sua vita per qualsiasi eventuale controversia da chiarire ,almeno per me ,anche se fossi il solo a pensarlo, sembra surreale.
    Niente di esaustivo è chiaro i dubbi mi restano ,è normale,e possono sorgere in modo diverso a chiunque, ma credo che una risposta all’invito dell’ASL donerebbe un chiarimento pubblico al netto di ostilità, ci spero molto anche se i tempi di ognuno vanno rispettati.
    Vincenzo e a tutti voi serenanotte.

  308. GRAZIE A TUTTI I COMPAGNI ED AMICI CHE ABBIAMO INCONTRATO A SALERNO PRESSO L’HOSTARIA IL BRIGANTE PER RICORDARE FRANCO. SIETE ECCEZIONALI!
    =======
    AGUZZINI E PROTETTORI NON DEVONO RIMANERE IMPUNITI PER I CRIMINI ORRENDI COMMESSI A DANNO DI FRANCO!!!!

    GIUSTIZIA PER FRANCO!

  309. Gentile Tiziana, ho segnalato il Suo articolo , Caso Mastrogiovanni, sul blog La dimora del tempo sospeso. Un esempio di giornalismo che aiuta la causa di giustizia e verità che ci vede impegnati, come Comitato, da agosto 2009.
    Un cordiale saluto
    Angelo Pagliaro
    collaboratore
    “A” Rivista
    Umanità Nova

  310. Nel silenzio generale in questi giorni è in calendario alla Commissione Affari Sociali della Camera un progetto di legge della maggioranza di governo che, se approvato, cambierà in modo drastico la 180 e la psichiatria italiana.

    La redazione di Psicoradio è molto preoccupata in particolare per tre ragioni:

    Si introduce il TSOP (Trattamento Sanitario Obbligatorio Prolungato). Sarà possibile rinchiudere per sei mesi rinnovabili una persona che rifiuti le cure per “curarla e rabilitarla”.

    Il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) verrà prolungato dai sette giorni attuali a 30 giorni, rinnovabili.

    Nel progetto di legge il TSO e il TSOP sono effettuati anche in istituti privati.

    Psicoradio sta raccogliendo adesioni all’appello tra le altre “radio della mente”, associazioni di persone con sofferenze psichiche e familiari.

    Qui puoi leggere l’appello e i motivi della contrarietà al progetto di legge, le adesioni vanno inviate a psicoradio@gmail.com

    Psicoradio è una testata radiofonica di persone che hanno avuto o hanno sofferenze psichiche. La trasmissione è in onda sulle frequenze di Città del Capo ogni giovedì alle 15 e ogni domenica alle 13. Il giovedì su tutte le radio del circuito di Popolare Network.

  311. NEWS! Psicoradio lancia un SOS per la 180
    Sabato 08 Maggio 2010 00:00
    E’ in discussione un progetto di legge per modificare la legge 180 e la psichiatria italiana

    In questi giorni è in calendario alla Commissione Affari Sociali della Camera un progetto di legge che, se approvato, cambierà in modo drastico la psichiatria italiana. Psicoradio ha scritto una lettera che vi invita a leggere e sottoscrivere. Fino ad oggi hanno aderito più di 160 associazioni di utenti dei servizi e familiari.
    Psicoradio organizza una conferenza stampa per presentare il documento, martedi 11 maggio alle 12.30 presso la Biblioteca del Minguzzi (ex Roncati – entrata viale Pepoli 5 o via S. Isaia 94).

    BASAGLIA PIACE SOLO IN TV?
    E’ IN DISCUSSIONE UN PROGETTO DI LEGGE PER MODIFICARE LA LEGGE 180 E LA PSICHIATRIA ITALIANA

    Come utenti dei servizi psichiatrici e come familiari, siamo molto preoccupati.

    Tre punti , in particolare, ci allarmano.

    1) L’articolo 11 (Ciccioli C. 2065) intende introdurre il TSOP, Trattamento Sanitario Obbligatorio Prolungato. Se passa questo progetto, sarà (di nuovo) possibile rinchiudere per 6 mesi, rinnovabili per altri 6 mesi, rinnovabili per altri 6 mesi… una persona che rifiuti le cure, per “curarla e riabilitarla”. I luoghi di queste cure possono essere istituti privati. Si tratta di una noma in totale contrasto con il principio che anima la legge 180

    “11. È istituito il trattamento sanitario prolungato (TSOP) senza consenso, finalizzato al ricovero di pazienti che necessitano di cure obbligatorie per tempi prolungati in strutture diverse da quelle previste per i pazienti che versano in fase di acuzie, nonché ad avviare gli stessi pazienti a un percorso terapeutico-riabilitativo di tipo prolungato. Il TSOP ha una durata di sei mesi e può essere interrotto o ripetuto. Il TSOP è un progetto terapeutico prolungato, formulato dallo psichiatra del DSM in forma scritta, nel quale sono motivate le scelte terapeutiche vincolate e non accettate dal paziente a causa della sua patologia. Il TSOP è disposto dal sindaco entro quarantotto ore dalla trasmissione del progetto da parte dei DSM ed è approvato dal giudice tutelare. Il TSOP è finalizzato alla possibilità di vincolare il paziente al rispetto di alcuni princìpi terapeutici quali, l’accettazione delle cure e la permanenza nelle comunità accreditate….” (Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica. Ciccioli C. 2065 )

    2) L’articolo 7 vuole allungare i tempi previsti per il TSO, trattamento sanitario obbligatorio, dai sette giorni della legge attuale a 30 giorni, rinnovabili.

    “7. Il TSO per malattia mentale dura trenta giorni e si applica con la procedura di cui all’articolo 35 della legge 23 dicembre 1978, n. 833….”(ibidem)

    3) Nel progetto di legge il TSO e il TSOP sono effettuati anche in istituti privati.

    “Il TSO può essere effettuato: a) in condizione di degenza ospedaliera,nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura b) in fase di prosecuzione della degenza, anche presso altri centri accreditati rispetto a quelli di cui alla lettera a….” …. Il TSOP è finalizzato alla possibilità di vincolare il paziente al rispetto di alcuni princìpi terapeutici quali l’accettazione delle cure e la permanenza nelle comunità accreditate….”

    Cerchiamo di spiegare i motivi del nostro allarme

    Il TSOP – nuovi piccoli manicomi?
    Innanzitutto, ha tecnicamente senso parlare di “cura” della malattia psichica contro la volontà del paziente, che viene rinchiuso a questo scopo? E’ su questa domanda che si gioca la differenza tra chi crede che la malattia psichica sia curabile anche solo con i farmaci, e chi invece ha dimostrato che oltre ai farmaci è indispensabile una relazione tra paziente e medico basata sulla fiducia e sulla parola. Senza, non è possibile un miglioramento profondo e duraturo della condizione del paziente. La guarigione inizia con la consapevolezza del disturbo da parte della persona, e con la condivisione del percorso di cura. Come puo’ stabilirsi un rapporto di fiducia con chi ti toglie la libertà? E quale riabiIitazione puo’ avvenire nella costrizione? La chiusura dei manicomi partiva dal principio che non è possibile curare senza libertà. Questo progetto rischia di portare alla ricostruzione di tanti “manicomi diffusi”.

    Il TSO a 30 giorni
    Il TSO non è uno strumento terapeutico; serve per il momento acuto, in cui la persona non si rende conto del suo stato e puo’ essere di danno a se’ o ad altri. Appena calmata la situazione di emergenza, inizia il lavoro degli operatori per ottenere il consenso alla cura. Inoltre, in caso di necessità anche con la legge attuale è possibile prolungare il TSO oltre i 7 giorni. Quale è dunque il senso di alzare a 30 giorni il periodo stabilito, se non quello di rendere piu’ facile ed automatico la contenzione del paziente?

    La privatizzazione
    Qual è la necessità di privatizzare i luoghi in cui si effettuano i trattamenti sanitari obbligatori? Il TSO è un intervento molto delicato, spesso doloroso e traumatico, che deve durare il meno possibile, per essere sostituito da una cura concordata con il paziente. Ma questo principio contrasta con il fatto che, inevitabilmente, il privato trae profitto dal prolungarsi delle degenze, e questo, come minimo, va a minare la fiducia del paziente rispetto alla situazione in cui si viene a trovare.

    Sappiamo che la incompleta applicazione della legge 180 lascia sole molte persone, molte famiglie, e puo’dare alle persone un senso di insicurezza.

    Non crediamo assolutamente, pero’, che la soluzione sia la riforma di una legge che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l Unione Europea indicano come modello da seguire.

    La 180 deve trovare gli strumenti, anche culturali, per essere completata e applicata diffusamente. Come pazienti e familiari sappiamo bene che il percorso di riabilitazione che la legge 180 prefigura, quando è davvero applicato, è lungo e faticoso, richiede impegno e lavoro da parte degli operatori, dei pazienti, dei familiari, e anche della società, che si assume il disturbo psichico come un problema da affrontare e non da nascondere.

    Ma sappiamo anche che rispetto al disturbo psichico non esistono facili scorciatoie, neanche quelle che sembrano piu’ “rassicuranti”.

    PSICORADIO invita le altre Radio della mente, le Associazioni di utenti e di familiari ad aderire alla lettera, scrivendo a: psicoradio@gmail.com

  312. Cara Jolanda ma sul serio mi trova incomprensibilmente ostinato? Eppure non credo di essere stato uno di quegli insistenti e noiosi amanti che probabilmente non sapeva proprio come toglierseli di torno ;o)) , né ho mai contestato la legge di gravità di Newton.
    Se avesse partecipato alla conversazione fin dall’inizio si sarebbe accorta che ho fatto alcuni cambiamenti discostandomi da alcune emotività e impulsività iniziali, quindi tutt’altro che ostinazione, semmai poca credibilità come faceva cenno Angelo, ma anche questo fa parte di un orientamento in attesa dei dibattimenti della fase processuale.
    Modificare la propria idea sulla base di dubbi personali senza per questo nulla togliere alle certezze fin qui descritte credo sia piuttosto accettabile rimanendo nei limiti.
    Anche se in minoranza non mi vergogno di eventuali errori di valutazione ed è opportuno comunque e sempre che il moderatore o altri possano farmeli presente.
    Le novità di Leandra le apprendo ora e la ringrazio, qualsiasi cura merita tempo e professionalità e anche il dialogo e la psicoterapia, nell’ approccio integrato coi farmaci, necessitano proprio di un contesto di libertà e dignità nel quale il paziente non deve sentirsi e non può essere considerato il colpevole al 100% di un qualsivoglia conflitto psichico che lo vede esposto alle proprie fragilità; se il Legislatore decide per le modifiche della 180 dovrà fornire adeguata motivazione sulle scelte adottate.
    Speravo venisse introdotto il disaccoppiamento fra la parte sanitaria e quella giudiziaria del TSO, proprio per lasciare ai medici la valutazione sanitaria mentre le eventuali responsabilità civili-penali da affrontare in altra sede, ma sembra che questo non sia stato preso in esame.
    Prima del processo mi sentivo di dover definire una mia posizione, quella più aderente alla mia coscienza, soprattutto per non risultare né ipocrita né ingiusto verso chiunque sia parte in causa in questa come in qualsiasi altra vicenda umana.
    Spero con fiducia che Vincenzo mi comprenda nel tempo; ho sempre pensato fosse preferibile un oppositore esplicito piuttosto che un amico poco convinto.

    Notte a tutti

    P.S.
    Nei mesi autunnali avevamo fatto qualche cenno sulla vicenda Marrazzo e sono contento che abbia ricevuto pienamente tutto l’onore di uomo calpestato nei suoi momenti privati.
    Il Corpo Reale dei Carabinieri ,divenuto poi Arma, come poche altre forze attinge da una cultura di politiche di ordine sociale e difesa militare di origine romana ; anche se gli errori possono capitare ovunque e a chiunque vi riconosco la complessiva sobrietà ed efficacia nel porvi rimedio restituendo affidabilità e fiducia.
    Mi sento di rivolgere così un doveroso ringraziamento a quanti ogni giorno mettendo a disposizione la propria incolumità, garantiscono l’altrui serenità .
    In questi giorni si avviano le celebrazioni per i 150 anni di Unità d’Italia, ma cosa sarebbe stato il 1861 senza il 1848 e la carica di Pastrengo a difesa del Re sabaudo? Un nord austro-ungarico e un centro-sud Italiano? Uno stivaletto al posto di uno stivale chissà , comunque rimane quella vittoria per restituire libertà ad un Veneto oppresso da chi oramai veniva da tempo sentito come un temibile nemico.

    1. Mauro,
      in sede di interrogatorio, qualche “operatore sanitario” a domanda risponde che dopo il decesso di Francesco Mastrogiovanni nel reparto di psichiatria dell’ospedale pubblico di Vallo della Lucania la misura della contenzione non è stata più applicata.

      Sempre nella suddetta sede emerge che qualche “operatore sanitario” viene a conoscenza delle linee guida in materia di contenzione solo dopo il decesso di Francesco Mastrogiovanni e di aver provveduto a “scaricarle” da Internet!

      Preferisco, poi, non far cenno ad altro!
      Per stanotte basta così!

      …notte.

  313. Vincenzo scrivo con calma nei prossimi giorni.
    Credo che il sentire sensibile del cuore e della ragione sia il vostro di familiari ,degli amici intimi in questo post come nella vita e del GIP che ha descritto quanto percepito in fase di indagine dove una risposta ,uno sguardo, un’emozione che non può essere gestita dalla volontà orienta verso un giudizio di buona o cattiva fede; lager fa venire in mente a metodiche di routine, forse pregiudiziali , comunque da giustificare da parte dei sanitari.
    Le mie possono essere opinioni ,punti di vista, ma nulla a che paragonare coi vostri sentimenti.

    Notte a tutti

  314. In video veritas: a Pisa un’iniziativa sul Caso Mastrogiovanni
    Continuano in tutta Italia le iniziative per chiedere verità e giustizia per Francesco Mastrogiovanni, morto per TSO a soli 58 anni, e le altre vittime dello Stato in attesa che il 28 giugno inizi, presso il Tribunale di Vallo della Lucania (SA), il giudizio immediato che vede imputati numerosi medici e infermieri del reparto di psichiatria dell’Ospedale Civile “S.Luca” di Vallo. Sabato 5 giugno, alle ore 16.30, presso il Saloncino del comitato di gestione della Provincia, c/o largo Concetto Marchesi via Betti a Pisa, il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud e la Biblioteca Franco Serantini presentano l’iniziativa: “Dalla repressione alla contenzione quando la psichiatria uccide: Il caso Mastrogiovanni”. Nel corso dell’iniziativa verrà proiettato il drammatico video sequestrato dal GIP nel reparto di psichiatria che riprende le 80 ore di contenzione durante le quali Franco è morto per edema polmonare, legato e abbandonato senza ricevere le cure necessarie e adeguata alimentazione. Interverranno il Gruppo Germinal di Carrara, zone del silenzio di Pisa e, per il Comitato costituitosi a Vallo della Lucania, il Prof. Giuseppe Tarallo già presidente del Parco nazionale del Cilento, amico di Francesco e protagonista, insieme a Vincenzo Serra e a Giuseppe Galzerano di una incessante campagna di informazione per esigere verità e giustizia per il maestro anarchico, affinchè non accada mai più!
    Angelo Pagliaro

  315. BOLOGNA
    Psichiatria e razzismo
    Data:
    Lun, 31/05/2010 – 17:00 – 18:30

    Dibattito intorno alle vittime della repressione psichiatrica come controllo sociale e discriminazione con la presentazione del caso Francesco Mastrogiovanni, attendiamo conferma partecipazione familiari di Francesco http://www.giustiziaperfranco.it/

    Dibattito intorno alle vittime della repressione psichiatrica come controllo sociale e discriminazione, saranno presenti:
    Giorgio Antonucci, che nel 1969 ha lavorato nell’ospedale psichiatrico di Gorizia con Franco Basaglia e dal 1973 al 1996 lavora a Imola per smantellare gli ospedali psichiatrici Osservanza e Luigi Lolli
    Collettivo ‘Irren Offensive’, cioè Follia Militante, da Berlino.http://www.antipsychiatrie.de/
    Osservatorio antiproibizionista Pisa http://www.osservatorioantipro.org/
    Collettivo Antipsichiatrico Artaud http://artaudpisa.blogspot.com/
    Centro di Relazioni Umane http://www.anti­psichiatria-bologna.net/

    PARTECIPERA’ IL PRESIDENTE DEL COMITATO, PROF. GIUSEPPE TARALLO.

  316. Grazie Angelo e grazie Vincenzo.

    Purtroppo, per problemi vari, non mi è stato possibile seguire le iniziative come avrei desiderato fare.

    fm

  317. Nel numero 355 del mensile «A RIVISTA ANARCHICA» numero estivo (luglio-agosto-settembre) un secondo dossier sulla drammatica vicenda di Francesco Mastrogiovanni. Questa volta tutto sulla sanità: “Il giuramento d’Ippocrate” -” La parola ai medici”- “La voce ai dottori” i titoli degli articoli che riportano in modo preciso e puntuale non solo le risultanze dell’esame autoptico, della cartella clinica ma anche la dichiarazione conclusiva dei due medici incaricati dal giudice di effettuare l’autopsia.

    Per chi non sia già lettore/lettrice di «A RIVISTA ANARCHICA», può, se vuole, richiederne copia ad uno dei seguenti indirizzi:
    arivista@tin.it
    tel. 02. 2896627
    fax 02.28001271
    Editrice A
    Casella Postale 17120
    20128 Milano

  318. Caso Mastrogiovanni: l’ASL di Salerno si costituisce parte civile

    Il 28 giugno inizierà, presso il tribunale di Vallo della Lucania (SA), il processo con giudizio immediato per la morte di Francesco Mastrogiovanni, il maestro elementare anarchico nativo di Castelnuovo Cilento morto il 4 agosto 2009 dopo circa 80 ore di contenzione nel reparto di psichiatria dell’ospedale civile “San Luca” di Vallo. Franco, a seguito di un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), è stato legato e tenuto a letto per quattro giorni e quattro notti completamente a digiuno, fino al momento della morte, alimentato solo con flebo di glucosio, con ferite ai polsi non medicate e senza la possibilità di poter respirare correttamente. Dopo circa 10 mesi dalla data della morte l’Asl di Salerno ha deciso di costituirsi parte civile nel processo. Per la vicenda sono stati rinviati a giudizio 17 tra medici e paramedici del reparto, tra i quali il primario Michele Di Genio. Mentre si organizza la mobilitazione per il presidio previsto giorno 28 giugno davanti la tribunale di Vallo, i componenti il “Comitato verità e giustizia per Franco” sono impegnati in varie località italiane (Bologna, Pisa, Verona, Ancona) in convegni e manifestazioni nel corso delle quali viene proiettato “il video dell’orrore” contenente le immagini della straziante contenzione che ha portato il “maestro più alto del mondo” (come lo chiamavano i suoi scolari) alla morte.
    Angelo Pagliaro

  319. Caso Mastrogiovanni: iniziativa ad Ancona il 19 e sit-in a Vallo della Lucania il 28 giugno.
    Si moltiplicano le iniziative in tutta Italia per chiedere che sia fatta luce sull’assassinio del maestro elementare Francesco Mastrogiovanni, morto dopo 80 ore di agonia legato mani e piedi in un letto del reparto di Psichiatria dell’Ospedale “S.Luca” di Vallo della Lucania (SA). Dopo le mobilitazioni di Bologna, Pisa, Salerno il 19 giugno è la volta di Ancona dove, presso il Circolo Anarchico E. Malatesta, in Via Podesti 14, si terrà un’iniziativa sulla morte del maestro anarchico. “Sarebbe stata sufficiente la denuncia e/o il rifiuto di un solo operatore, tra i 18 rinviati a giudizio, e Mastrogiovanni sarebbe ancora vivo” si legge nel manifesto che pubblicizza l’iniziativa. Ed è proprio vero! Come mai nessun operatore sanitario si è ribellato alle torture? E’ possibile che nessuno dei 18 imputati ha avuto un sussulto di umana pietà? La legge prevede che il paziente sottoposto a Trattamento Sanitario Obbligatorio possa parlare e comunicare con chiunque e ricevere i familiari. Questo ai parenti di Franco è stato negato disattendendo la legge ma soprattutto ignorando i più elementari diritti umani. Saranno presenti ad Ancona Giuseppe Galzerano, del comitato verità e giustizia, amico e compagno di Franco, Sabatino Catapano dell’USI, Eugenio Solla , operatore sociale e Sandro Capannini dell’Associazione Nazionale ex Utenti Psichiatrici e Componente Direttivo Telefono Viola di Roma. Dopo il “Buffet delirante” offerto dai compagni di Ancona seguirà, alle 21.30, lo spettacolo di Sabatino Catapano.

    Angelo Pagliaro

  320. Caso Mastrogiovanni: il PM Rotondo vince il ricorso in Cassazione e i sanitari vengono nuovamente interdetti

    La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal PM Francesco Rotondo contro la decisione del Tribunale del riesame di Salerno che, lo scorso febbraio, aveva reintegrato nei loro ruoli i sanitari del “reparto lager” di Psichiatria dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Dopo la notizia della costituzione di parte civile dell’ASL di Salerno nel giudizio immediato, che inizierà lunedì 28 giugno alle 9,30, presso il Tribunale di Vallo della Lucania (SA), questa è un’altra bella notizia che soddisfa pienamente le aspettative di tutti coloro che si battono, da circa un anno, per ottenere giustizia per uno dei crimini più efferati che la sanità italiana conosca. L’insegnante anarchico cilentano cessò di vivere nell’indifferenza di chi avrebbe dovuto curarlo il 4 agosto dello scorso anno, dopo essere stato legato mani e piedi per oltre 80 ore ad una branda nel reparto di Psichiatria dell’ospedale vallese. I sanitari si accorsero dell’avvenuto decesso dopo oltre sei ore, si cercò di rianimarlo ma, come sappiamo, è raro che tali miracoli accadano agli anarchici.
    Angelo Pagliaro

  321. Angelo, metti il titolo direttamente nel testo, altrimenti wordpress considera i tuoi commenti come spam e non li pubblica.

    fm

  322. Nessun problema, Angelo, ci tengo a che i tuoi interventi non vadano perduti. Cosa che accadrebbe se, come è successo, fossi lontano dal computer per qualche giorno e non avessi la possibilità di liberare i commenti dallo spam.

    Un caro saluto.

    fm

  323. COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA

    PER FRANCESCO MASTROGIOVANNI

    MORTE O ASSASSINIO?

    T.S.O. O SEQUESTRO?

    CURA O TORTURA?

    Alla vigilia dell’inizio del processo contro medici ed infermieri del reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della L. ( 28 giugno 2010)

    CONFERENZA – DIBATTITO

    25 Giugno 2010 alle ore 10,30

    presso Aula Consiliare ex Convento dei Domenicani VALLO DELLA LUCANIA in Via Luigi Rinaldi

    SARA’ PROIETTATO IL VIDEO SULLA MORTE DI FRANCESCO

    (se ne sconsiglia la visione ai bambini)

    Partecipano:

    Giuseppe TARALLO, Giuseppe GALZERANO e Vincenzo SERRA (Comitato Verità e Giustizia)

    Caterina MASTROGIOVANNI (Avvocato)

    Agnesina POZZI (Medico)

    Pietro PALAU GIOVANNETTI (Presidente Associazione Avvocati senza Frontiere)

    Girolamo DIGILIO (Vicepresidente UNASAM)

    Antonio MANZO (Giornalista de Il Mattino)

    Massimo ROMANO (Giornalista de Il Cilento)

    Moderatore:

    Gerardo RUSSO (Giornalista RETE7)

    AVVISO

    28 GIUGNO 2010 – 0RE 9,30

    SIT-IN DAVANTI AL TRIBUNALE

    di VALLO DELLA LUCANIA (SA)

    Sito web: http://www.giustiziaperfranco.it – email: postmaster@giustiziaperfranco.it

  324. Ciao a tutti ,ciao Vincenzo
    riprendo dall’ultima volta sulla questione tortura.
    Qualsiasi pratica di vera e propria tortura contempla in modo esplicito e programmato la volontarietà , l’intenzionalità di procurare proprio quelle sofferenze , di coartare qualsivoglia individuo, per finalizzare ad esempio un progetto politico, militare o ideologico o anche psicologico che sia (vedi stalking).
    Uno per tutti, il sequestro di persona dell’On. Aldo Moro che pure deve avergli generato dei supplizi fisici/morali , un calvario ,a lui e ad un’intera comunità è stato , ancor prima di un delitto allo Stato una tortura, in quanto erano esplicite scelte e volontarietà fatte da alcune persone su quell’uomo , per non parlare della sua scorta.
    Nel caso di suo cognato,almeno per me, non è la stessa cosa sebbene il GIP identifichi ‘’lager psichiatrico’’,da cui torture, che io non condivido (dopo motivo il dissenso), senza per questo porre a confronto la morte e le sofferenze di chiunque; le parole del dott. Pizza su Rai3 e del DS dott. Palladino avevano sedato una mia emozione e sospettosità iniziale circa l’attuazione del TSO, nonostante alcuni interrogativi operativi restino vista l’età del paziente e lo stress della mattinata.

    Tornando ai tre quesiti previsti nel prossimo forum a Vallo.

    1)Un TSO che inizia in modo concitato, laddove il paziente può aver dato segnali di aggressività etero-diretta anche senza aver evidenziato dei seri danni, di per sé pone degli interrogativi a livello di operatività ma non ad un sequestro di persona; ve ne erano stati altri due in precedenza ,si andrebbe a sospettare poi di tutto e di tutti, mi sembra inverosimile(piuttosto se fosse stato il primo); in allegato c’è anche un appuntamento il 29/06/2010 organizzato dall’SPDC di Torino un utile approfondimento proprio sulla figura dell’’’Uditore di voci’’.
    In qualsiasi altra vicenda come in questa credo che un approccio basato sull’ascolto del paziente, con fiducia e disponibilità dello stesso,avrebbe potuto forse limitare la fase di resistenza, di sospettosità e insicurezza come spesso può generare qualsiasi parziale difesa psicotica che spesso genera violenza verso sé o gli altri in modo indistinto.
    2)Ho escluso tortura, ma la sporadicità delle visite, la contenzione prolungata , il falso nelle cartelle anche se non fossero state presenti sofferenze da ferite evidenti ,mostrano una distanza dal paziente , scarse verifiche sulle sue condizioni di difficoltà.
    3)Il GIP ha già parlato di morte derivante da ‘’altro delitto’’, non assassinio, anche per me è così. Nella società siamo tutti responsabili a mio avviso di ‘’altri delitti’’come ad esempio l’indifferenza , l’incoerenza, il pregiudizio, a volte la prevaricazione da appartenenza , l’ambiguità, potenzialmente usuranti per la società, ma non per questo siamo portati a definirci assassini, responsabili di sicuro.
    Vincenzo mi ricordava l’assenza di visite dei medici durante la degenza del paziente e dell’assenza di un ben evidente protocollo di operatività nei casi di contenzione; allora mi domando , da ottuso come ventilava tempo fa Jolanda Catalano, ma la parte giudiziaria che tutela un paziente in TSO dovrebbe informarsi anche nella degenza in un reparto di psichiatria visto che in soli due anni sono stati segnalati 508 casi? E’ sufficiente video-sorvegliare un reparto ospedaliero così delicato oppure sarebbe anche utile maggiore sinergia fra le Istituzioni durante le cure, addebitando così le giuste responsabilità al paziente in cura ma anche presumendo quei minimi accrediti che ridimensionerebbero eventuali pregiudizi? Non condivido la definizione di ‘’lager psichiatrico’’ contenuta nell’ordinanza Gip; ‘’lager’’ appartiene ad atteggiamenti di premeditata soppressione con implicito addebito di malafede a chi li attua ,di conseguenza farebbero pensare di sicuro alla tortura; riversare tutto all’improvviso su un reparto con 19 indagati Vincenzo io non lo comprendo, nonostante le responsabilità che saranno poi evidenziate, penso che il dibattito legale-scientifico poi possa fornire tutte le risposte .
    La d.ssa Pozzi introduceva l’aspetto di sadismo ma è automatico che ciò richiami anche a quello di narcisismo, alla base delle relazioni umane; sadismo/narcisismo sono insiti di ciascuno di noi e per evidenziare un loro sbilancio e responsabilità occorrerebbe a mio avviso focalizzare il movente dei fattori primari o secondari che entrano in gioco.
    Un alterco per gelosia o per un’ offesa ala persona, cioè una scomposta difesa con aggressività è inequivocabilmente un fattore primario dell’individuo,sebbene punibile, ma non può essere messo sullo stesso piano di un alterco sociale dove invece i fattori in gioco potrebbero assumere vari aspetti anche secondari per le parti, anch’essi punibili; sadismo/narcisismo in entrambi i casi acquisiscono diverse valenze, meriterebbero un’analisi .

    Un augurio di sereno svolgimento del processo a tutti voi nonché ai sanitari coinvolti ai quali non viene meno la mia stima e solidarietà e ai magistrati chiamati sempre al delicato compito di giudicaree errori e responsabilità che possono coinvolgere chiunque ancor più in una difficile fase sociale con complesse sovrastrutture ed ambivalenze di difesa.

  325. Caro Mauro,
    ti rispondo con l’invito a partecipare all’inziativa di domani presso l’aula consiliare di vallo della lucania (ex convento dei domenicani).
    In tale occasione sarà poiettato un video sulla degenza di Franco presso il reparto psichiatria (video sintesi di circa 30 minuti).
    La visione del video, ove la tua mente sia sgombra da posizioni preconcette, sarà sicuramente utile per poter comprendere quanto verificatosi.
    Cosa dici a proposito della decisione dell’ASL di costituirsi parte civile nel processo?
    Pizza e Palladino avevano dunque “gli occhi coperti di lardo”?
    Stamattina un infermiere che ha prestato attività lavorativa presso reparti psichiatici mi ha deto che i casi analoghi sono tantissimi e lo saranno anche in futuro. Perciò tale evenienza potrebbe anche riguardarti. Siamo tutti fatti della “stessa pasta”, senza alcun intento di offesa.

  326. Caso Mastrogiovanni: l’ultima conferenza stampa prima del processo

    Il 25 giugno, dalle ore 10.30 alle 14.00, presso la sala consiliare del Comune di Vallo della Lucania (SA), si è tenuta la conferenza stampa promossa dal “Comitato Verità e Giustizia” per chiedere che nel processo, che inizierà lunedì 28, venga fatta piena luce sula morte di Francesco Mastrogiovanni, il maestro elementare deceduto presso il reparto di Psichiatria dell’ospedale “San Luca” di Vallo il 5 agosto 2009. In sala, insieme a Giuseppe Galzerano e Giuseppe Tarallo la sorella Caterina con il marito Vincenzo Serra e le due figlie. Nonostante lo sciopero ferroviario la sala del consiglio è piena di giornalisti, cittadini e rappresentanti di associazioni. Unici ad essere assenti, anche dal dibattito di questi mesi, sono i medici e gli operatori sanitari della città. Un velo di tristezza avvolge l’aula quando scorrono le immagini del video shock del sequestro e dell’abbandono sul letto di contenzione del maestro libertario. “È passato quasi un anno – ricorda nel suo intervento Giuseppe Tarallo, componente del comitato – e stiamo andando verso il processo che si terrà il 28 giugno. Ci battiamo per una sanità migliore, siamo per la difesa dell’ospedale di Vallo della Lucania e del Cilento dai provvedimenti finanziari che potrebbero penalizzarlo, sono gli altri i tagli che la Regione deve compiere, ma non possiamo tollerare che avvengano queste ingiustizie tra le mura di una struttura pubblica”. I membri del comitato, oltre a organizzare il sit-in davanti al tribunale di Vallo per lunedì 28, si sono recati in questi mesi, a Verona, Pisa, Roma, Salerno, Ancona, Perugia per chiedere giustizia per tutti i cittadini che subiscono violenze. “Franco è stato doppiamente vittima – ha dichiarato a Umanità Nova lo scrittore Giuseppe Galzerano – prima, negli anni settanta, della mala-amministrazione e oggi della cattiva sanità. Braccato dai Vigili urbani, dai Carabinieri e dalla Guardia Costiera, come fosse una belva, senza un certificato valido per un TSO, è stato costretto all’ospedale di Vallo dove ha trovato la morte”. Molto apprezzato dal pubblico l’intervento appassionato di Antonio Manzo, giornalista de “Il Mattino”, che per primo si è occupato del caso. “Ci sono medici in sala, nessuno? Molto male”, domanda dal tavolo della presidenza,con tono polemico, Agnesina Pozzi, medico pediatra che, dopo aver visto la puntata su Rai3 dedicata al caso Mastrogiovanni, ha contattato la famiglia per mettere a disposizione della stessa le proprie conoscenze e competenze. “Dove non ci sono controlli regionali sulla sanità – ha affermato ancora Agnesina Pozzi – non si fanno aggiornamenti ed esistono solo politica e clientelismo. I medici e gli infermieri perdono ogni stimolo a lavorare bene, nel caso di Franco poi, non c’è stato alcun interesse alla sua situazione di paziente che presentava un quadro clinico bisognoso di cure”. A chiudere i lavori è toccato al vicepresidente dell’Unione associazioni salute mentale Girolamo Digilio che ha chiesto la cancellazione del TSO, strumento che per sua natura si presta ad un utilizzo il più delle volte improprio. Il presidente di “Avvocati senza frontiere”, Pietro Palau Giovannetti, non potendo essere presente all’iniziativa ha inviato un comunicato nel quale chiede che il processo possa essere svolto dal PM Francesco Rotondo che ha operato in modo magistrale e che, guarda caso, pochi mesi fa è stato applicato ad altro incarico presso il Tribunale di Salerno. “Promoveatur ut amoveatur” (che sia promosso per rimuoverlo?).

    Angelo Pagliaro

    inviato a Vallo della Lucania (SA)

  327. Nella mia prima corrispondenza vi erano 2 refusi. La presente è quella corretta, quindi definitiva. Me ne scuso con i lettori
    angelo
    Caso Mastrogiovanni: l’ultima conferenza stampa prima del processo

    Il 25 giugno, dalle ore 10.30 alle 14.00, presso la sala consiliare del Comune di Vallo della Lucania (SA), si è tenuta la conferenza stampa promossa dal “Comitato Verità e Giustizia” per chiedere che nel processo, che inizierà lunedì 28, venga fatta piena luce sulla morte di Francesco Mastrogiovanni, il maestro elementare deceduto presso il reparto di Psichiatria dell’ospedale “San Luca” di Vallo il 4 agosto 2009. In sala, insieme a Giuseppe Galzerano e Giuseppe Tarallo la sorella Caterina con il marito Vincenzo Serra e le due figlie. Nonostante lo sciopero ferroviario la sala del consiglio è piena di giornalisti, cittadini e rappresentanti di associazioni. Unici ad essere assenti, anche dal dibattito di questi mesi, sono i medici e gli operatori sanitari della città. Un velo di tristezza avvolge l’aula quando scorrono le immagini del video shock del sequestro e dell’abbandono sul letto di contenzione del maestro libertario.

    “È passato quasi un anno – ricorda nel suo intervento Giuseppe Tarallo, componente del comitato – e stiamo andando verso il processo che si terrà il 28 giugno. Ci battiamo per una sanità migliore, siamo per la difesa dell’ospedale di Vallo della Lucania e del Cilento dai provvedimenti finanziari che potrebbero penalizzarlo, sono gli altri i tagli che la Regione deve compiere, ma non possiamo tollerare che avvengano queste ingiustizie tra le mura di una struttura pubblica”. I membri del comitato, oltre a organizzare il sit-in davanti al tribunale di Vallo per lunedì 28, si sono recati in questi mesi, a Verona, Pisa, Roma, Salerno, Ancona, Perugia per chiedere giustizia per tutti i cittadini che subiscono violenze. “Franco è stato doppiamente e contemporaneamente vittima – ha detto nel suo intervento e conferma ad Umanità Nova lo scrittore Giuseppe Galzerano – della mala-amministrazione e della malasanità, perché un sindaco gli ha tolto la libertà e i medici la vita. Braccato come fosse una belva feroce dai Vigili urbani, dai Carabinieri e dalla Guardia Costiera, senza un certificato valido per un TSO, è stato poi portato all’ospedale di Vallo della Lucania, dove è stato trattato ancora una volta come una belva feroce e lo hanno legato come si fa appunto con le belve e alla fine del lungo calvario lo sbocco naturale non poteva non essere che una morte atroce disumana”.

    Molto apprezzato dal pubblico l’intervento appassionato di Antonio Manzo, giornalista de “Il Mattino”, che per primo si è occupato del caso.

    “Ci sono medici in sala, nessuno? Molto male”, domanda dal tavolo della presidenza, con tono polemico, Agnesina Pozzi, medico pediatra che, dopo aver visto la puntata su Rai3 dedicata al caso Mastrogiovanni, ha contattato la famiglia per mettere a disposizione della stessa le proprie conoscenze e competenze. “Dove non ci sono controlli regionali sulla sanità – ha affermato ancora Agnesina Pozzi – non si fanno aggiornamenti ed esistono solo politica e clientelismo. I medici e gli infermieri perdono ogni stimolo a lavorare bene, nel caso di Franco poi, non c’è stato alcun interesse alla sua situazione di paziente che presentava un quadro clinico bisognoso di cure”. A chiudere i lavori è toccato al vicepresidente dell’Unione associazioni salute mentale Girolamo Digilio che ha chiesto la cancellazione del TSO, strumento che per sua natura si presta ad un utilizzo il più delle volte improprio. Il presidente di “Avvocati senza frontiere”, Pietro Palau Giovannetti, non potendo essere presente all’iniziativa ha inviato un comunicato nel quale chiede che il processo possa essere svolto dal PM Francesco Rotondo che ha operato in modo magistrale e che, guarda caso, pochi mesi fa è stato destinato ad altro incarico presso il Tribunale di Salerno. “Promoveatur ut amoveatur” (che sia promosso per rimuoverlo?).

    Angelo Pagliaro

    inviato a Vallo della Lucania (SA)

  328. E’ uscito il n. 355 del mensile «A RIVISTA ANARCHICA» numero estivo (luglio-agosto-settembre) con un secondo dossier sulla drammatica vicenda di Francesco Mastrogiovanni. Questa volta tutto sulla sanità: “Lo spergiuro d’Ippocrate” -” La parola ai medici”- “La voce ai dottori” i titoli degli articoli che riportano in modo preciso e puntuale non solo le risultanze dell’esame autoptico, della cartella clinica ma anche la dichiarazione conclusiva dei due medici incaricati dal giudice di effettuare l’autopsia.

    Per chi non sia già lettore/lettrice di «A RIVISTA ANARCHICA», può, se vuole, richiederne copia ad uno dei seguenti indirizzi:
    arivista@tin.it
    tel. 02. 2896627
    fax 02.28001271
    Editrice A
    Casella Postale 17120
    20128 Milano

    Il costo di questo numero speciale è di 5 euro

  329. “…UNA DIRIGENZA CHE NON FUNZIONI …..TRASFORMA ANCHE IL MIGLIOR DIPENDENTE IN UN MOLLUSCO ……IN UN TIMBRATORE DI CARTELLINO …..IN UNA PERSONA PERICOLOSA PER SE E GLI ALTRI…” AGNESE POZZI, MEDICO.

  330. INIZIATO IL PROCESSO MASTROGIOVANNI – PRESENTE IL TELEFONO VIOLA

    Stamani, 28 GIUGNO 2010, c’è stata la prima udienza del processo Mastrogiovanni a Vallo della Lucania. Il Telefono Viola si è costituito parte civile. Così anche la Unasam (Associazione nazionale per la salute Mentale) , la ASL di Vallo della Lucania, la famiglia Mastrogiovanni, ed un’altra associazione, “Movimento Robin Hood”, rappresentata dagli Avvocati Senza Frontiere. L’Avvocato del Telefono Viola, Gioacchino Di Palma, ed il Presidente, Alessio Coppola, in accordo con i familiari e con l’Avvocata dei familiari di Mastrogiovanni, hanno presentato gli statuti e un dossier con molta documentazione che dimostra l’attività quasi ventennale del Telefono Viola a favore dei diritti dei cittadini contro gli abusi e le violenze psichiatriche.
    Il processo è stato aggiornato al 30 novembre alle ore 11,30 per esaminare le varie richieste di costituzione e completare le notifiche ad alcuni avvocati degli operatori sanitari come responsabili delle pratiche restrittive che hanno portato alla morte Francesco Mastrogiovanni. Di Palma e Coppola sono stati intervistati da alcune TV locali, che invieranno appena possibile i link del video per il nostro blog. All’esterno del tribunale, Sabatino Catapano, responsabile della sezione di Sarno dell’Unione Sindacale Italiana USI- AIT, ha distribuito un volantino dal titolo: Psichiatria strumento di morte.
    Proposta anche l’idea di costituire un gruppo di avvocati e volontari per la costituzione di un Telefono Viola nella regione sud campana. Presente all’udienza anche Maria D’Oronzo del Centro di Relazioni Umane e Telefono Viola di Bologna.
    Una più completa comunicazione sul processo in corso a Vallo sarà data durante la prossima sesta conferenza sociale che si terrà presso la sede di Piazza Vittorio 31 in Roma giovedì 29 luglio alle ore 16, con il tema: “Dal Tribunale Foucault di Berlino al Tribunale di Vallo della Lucania: processo alla psichiatria della tortura psicofisica tramite TSO”.

    LA SEGRETERIA DEL TELEFONO VIOLA
    Pubblicato da Alessio Coppola Presidente Telefono Viola Roma

  331. Lunedì 28 GIUGNO 2010 ore 9.30
    SIT-IN al tribunale di Vallo della Lucania
    Il 28 giugno avrà luogo il processo per Franco Mastrogiovanni, morto il 4 agosto 2009 nell’istituto psichiatrico di Vallo della Lucania, dopo esser stato lasciato per 4 giorni senza acqua né cibo, su un letto di contenzione con tutti e 4 gli arti legati. Il tragico episodio di Franco non è altro che lo specchio del clima repressivo che si vive oggi in Italia, nelle carceri e nei reparti psichiatrici.
    Il caso Mastrogiovanni non rimane slegato da casi come quello di:
    Stefano Cucchi, Diana Blefari, Marcello Lonzi, Alessandro Lamagna e tutti gli altri…
    Il 2009 ha segnato uno dei periodi più tragici per quanto riguarda le morti strane nelle carceri italiane (ben 109 i casi), nel 2010 siamo già arrivati a 42, l’ultimo suicidio proprio a Salerno. Il numero è destinato a salire a causa dei maltrattamenti, delle scarse condizioni igienico sanitarie e del sovraffollamento.
    La nuova finanziaria, l’aumento della precarietà e l’incapacità politica di prendere misure immediate nell’affrontare problematiche sociali (assistenza sociale – reinserimento sociale) determineranno il crescere di un alto tasso d’istigazione a delinquere come unica forma di sopravvivenza, un aumento del disagio psichico, azioni autolesioniste, suicidi, etc. alle quali si risponderà con le solite misure repressive e con la violazione del rispetto della persona.
    I più elementari diritti, primo fra tutti quello alla vita ed il rispetto della dignità umana, vengono oggi messi in discussione non solo nelle carceri ma, anche in altri luoghi di sofferenza. Ne è reale testimonianza il fatto che in Italia muoiono in media 3 persone ogni giorno sul proprio posto di lavoro!

    PER DENUNCIARE LE CONDIZIONI DI MALTRATTAMENTO SOCIALE E LA NEGAZIONE DEL DIRITTO ALLA VITA DI OGNI INDIVIDUO

    Associazione Culturale Andrea Proto
    c.s.a. AsiloPolitico
    Rete Studenti Salerno

  332. Vincenzo ma quali preconcetti vuole che ci siano dopo dieci mesi che scriviamo in questo post , ci mancherebbe altro che avessi ancora delle perplessità sulle mie scelte ,su cosa abbiano generato molte ideologie ,fondamentalismi o logiche di aggregazione anche questi per me moralmente sono ‘’altri delitti’’, la ringrazio comunque dell’invito e mi scuso consapevole di non aver mantenuto quanto promesso.
    Spero che lei non debba affrontare mai alcun evento traumatico di tipo psichico, ma se dovesse succedere e può esserle di aiuto confidi solo nel Creatore e si affidi con fiducia a qualunque sanitario voglia assisterla.
    Anche il suo migliore amico medico , quello che accorrerebbe sempre in suo aiuto da qualsiasi parte del mondo si trovasse, potrebbe amorevolmente aiutarla ma contemporaneamente non riuscire ad attivare mai nessun meccanismo di cura; si legga la vicenda di Cogne e comprenderà di sicuro quanto sia difficile aiutare chi ha scelto di chiudersi, di barricarsi, spesso di negarsi. Una moralità imposta e non condivisa, l’estremo rigore, l’orgoglio , il perfezionismo, la paura di non essere come gli altri, tutto ciò predispone spesso a frustranti conflittualità; gli Uditori di voci sono necessari proprio in una fase di ascolto e prevenzione, poi tutto diventa più difficile.
    Lei desidererebbe diffondere lo slogan tutti ‘’della stessa pasta’’ ?? Adesso si comprende anche perché è aumentato il numero di pazienti nei Reparti di Psichiatria, è proprio lei a preparare la ricetta della pasta!! Vincenzo ha ragione in parte, le emozioni però appartengono alla genetica ognuno ha le sue priorità, spesso poi manca anche un’adeguata disciplina ed interpretazione, dei parametri oltre i quali tutto potrebbe nuocere invece di apportare benefici. Anche le emozioni e i sentimenti se vissuti con troppa intellettualizzazione possono togliere autonomia al nostro corpo che, se inascoltato, si ribella al controllo della mente.
    Penso che stiamo diventando sempre più fragili, anche la Nazionale sembrava una squadra di promozione mentre la Germania è sempre così attiva, la costola che ci manca, da noi più aumenta la crisi e più crescono i vizi, lamentosi , speculativi , ce la prendiamo con tutti , io che vigliaccamente gioco col cognome di un Sindaco, insomma Vincenzo per me una vergogna a cui porre rimedio, con l’impegno e l’apertura verso il prossimo anche se ostile avversario, il tempo porterà consiglio.
    Rinnovo a lei e a tutti cordiali saluti e sereno periodo estivo.

  333. A bocce ferme vorrei porre una domanda al Prof. Galzerano e ad Angelo Pagliaro . Nell’intervista rilasciata sulla Rivista@ del 2006 veniva storicamente giustificato come ineluttabile il Regicidio ad opera di Gaetano Bresci si diceva ,se non ricordo male ,per eccesso di reazionarietà; fin qui nulla da eccepire visto che chiunque può fornire un proprio movente storico , ma che cosa spinge poi uno studioso a dire che il successivo erede al trono abbia avuto una migliore condotta politica facendo tesoro dall’assassinio del padre? Senza nessuna minima condanna invece al gesto terroristico del Bresci! Prof. Galzerano non crede che così si diffondi violenza culturale , non è medioevo anche questo?oltretutto dopo cento anni , davvero a lei non dispiace minimamente che fosse stato assassinato il Re d’Italia? Un gesto isolato non crede che sia molto diverso dai moti popolari di protesta in senso collettivo?
    Anche le vicende italiane possono aprire polemiche , critiche contestazioni per chiunque ma non si potrebbe giustificare poi il gesto di Tartaglia quale necessario per modificare la politica dei Presidenti del Consiglio, chi ha vinto le elezioni governi fino alla fine!. Questo è il rispetto delle regole secondo me .

    1. Perché, piuttosto che al prof. Galzerano, non provi a rivolgere le tue domande alle vittime dei massacri e degli eccidi milanesi dei primi di maggio del 1898?

      fm

  334. Scusami Vincenzo se puoi , mi rendo conto che spesso prendo le distanze e divento scontroso; sono delle mie necessità .
    Alcuni preconcetti li ho come tutti penso, ma sono sicuro che con pazienza e volontà li affronterò e almeno li potrò comprendere con minore diffidenza.
    Polemizzo spesso troppo e anche verso il Prof Galzerano non mi sono smentito, tuttavia non era un’accusa ma soltanto la necessità di non vedere solo il buono da una parte e il male dall’altra , tutto qua.
    Vincenzo ok ”della stessa pasta” basterebbe la prova del morso!! se poi mi trovi amaro però non lamentarti.
    Un saluto a te a tutti.

    P.S.
    Ma francescomarotta è ancora incavolato con me? mettete la buona parola ciao

    1. francescomarotta non è incavolato con nessuno: questo è un luogo aperto a tutti, in cui ognuno scrive quello che vuole, cazzate comprese: ma, proprio “perché”, e “in quanto”, tale, non è detto che uno debba rispondere per forza…

      Salud y saludos.

      fm

  335. Mauro,
    solo adesso ho avuto il tempo di dedicarmi alla lettura del tuo post del 24 giugno u.s.

    Rilevo una preoccupazione che, a mio parere, è un po’ eccessiva.
    Per quanto concerne la questione della tortura, gli imputati non corrono e non possono correre alcun rischio a tal proposito in quanto il nostro ordinamento giuridico non contempla il delitto di tortura.

    E probabilmente gli imputati non corrono nemmeno il rischio di essere condannati per i reati di cui ai relativi capi di imputazione (sequestro di persona, morte derivante da altro delitto e falso ideologico) nonostante il GIUDIZIO IMMEDIATO chiesto ed ottenuto dal P.M. Dr. Rotondo (per via della prova evidente circa i fatti verificatisi nel reparto di psichiatria dal 31 luglio al 4 agosto 2009).

    Inoltre e dalle prime avvisaglie chi ha a cuore le sorte processuale degli imputati può tranquillamente tirare un respiro di sollievo.

    Le udienze non hanno alcuna validità in caso di omessa notifica ai difensori (come avvenuto il 28 giugno u.s.) e per tante altre ragioni.

    La prossima udienza quella del 30 novembre sarà dedicata soltanto alla disamina delle richieste di costituzione di parte civile.

    Soltanto quella dell’11 marzo 2011 dovrebbe segnare l’inizio vero e proprio del processo.

    E con un’udienza all’anno e con tutte le persone da sentire la conclusione non arriverà prima di diversi lustri!

    E poi niente paura, Franco, anche nel processo svoltosi sempre a Vallo della Lucania (anni 1999, 2000), grazie alla testimonianza coraggiosa di diverse persone, doveva essere assolto dai reati di cui era accusato, ma …. non fu così!

    Niente paura, dunque.

    Quanta verità nello striscione coraggiosamente collocato all’ingresso del palazzo di giustizia il 28 giugno u.s.!

  336. nel desiderio di rendere questo spazio un momento costruttivo di riflessione comune, vi segnalo il fatto che in italia non c’è una legge contro la tortura e non è un dato poco significativo.
    il caso scoppia dopo le tristi vicende di bolzaneto e l italia si accorge che pur avendo ratificato la convenzione ONU del 1987, dopo 20 anni non ha provveduto a colmare la lacuna legisativa e pertanto i giudici non possono applicare alcun criterio di merito nel caso delle note sevizie avvenute nella tristemente famosa caserma.
    la questione è tornata alla ribalta di fronte agli utimi tragici avvenimenti che hanno visto protagonista il nostro caro Francesco Mastrogiovanni e purtroppo i tanti successivi – da Cucchi a Bianzino, da Uva a Aldovrandi, da Eliantonio a…ho perso il conto.
    Consiglio in proposito di leggere il libro di Sabatino Catapano, Il Sopravvissuto, che ho letto tutto d’un fiato.
    Malgrado gli appelli presentati da Amnesty International, dall ONU, dall, UE ecc ecc, il nostro impegnatissimo parlamento non ha avuto il tempo di dedicare uno dei tanti decreti legge che davvero in questo caso presenta le caratteristiche di priorità e urgenza che tante volte sono invocati in altri casi.
    Nell augurio che le esperienze personali di tutti noi possano permettere una vita migliore a chi verrà dopo di noi, un bacio a tutt*

  337. Vincenzo l’inizio è lo stesso ma poi si dà importanza a valori certamente diversi sulla base di educazioni, acquisizioni culturali e predisposizioni genetiche, dunque in senso lato potremmo vivere vizi e virtù simili ( rif alla pasta) ma in modo diverso, non è omologabile a priori il vissuto di un individuo a quello degli altri se non si conoscono a fondo le scelte fatte e soprattutto le motivazioni fornite, con la sincerità tutto è più facile.
    Provocare con intenzionalità e malizia per me è sempre stato più grave sotto l’aspetto relazionale che reagire difendendosi anche in modo sbagliato, non mi è parso che la pensassi allo stesso modo.
    Non è mai trapelata neppure alcuna condanna verso chi avesse disprezzato le divise o i dipendenti e i servitori dello Stato italiano ,insomma le Autorità che garantiscono ordine e civiltà valide per tutti.
    Se si minaccia lo Stato perché costui non può diventare altrettanto minaccioso verso di noi ?Repressione o legittima difesa dei valori fondanti ?
    L’argomento TSO può riguardare certamente chiunque ma per quel che mi riguarda non avrei alcuna diffidenza ad essere assistito dai Sanitari indagati del Reparto di psichiatria. Non c’è molto da meravigliarsi sull’appellativo ‘’lager’’ visto che i cultori dell’ antipsichiatria sono stati da sempre e a torto definiti nazisti . Per essere seri, scientifici ,occorrerebbe esaminare sempre l’intera casistica in un sostenuto arco di tempo. Una rondine non fa primavera e neppure un incidente di percorso può squalificare contemporaneamente e improvvisamente un intero Reparto ospedaliero , fermo restando le responsabilità che troveranno riscontro.

    Notte a tutti

    P.s.
    Lo so che non esiste il reato di tortura , tuttavia se mi preoccupava analizzarlo era solo per un fatto di chiarezza visto che qui tutti ne parlavano.

    P.s.
    Grazie del riscontro Francesco Marotta , lo sapevo che mi avresti consigliato di conoscere la storia la netto di cavolate , ma non era questo l’oggetto di contestazione.
    Per mia natura non posso prescindere dal rispetto incondizionato di chi mi governa anche se lo dovessi contestare o criticare.
    Se a ribellarsi fosse stata l’intera popolazione sarebbe stato anche comprensibile sotto il profilo dell’esasperazione, ma un gesto isolato almeno a me sembra meno credibile, comunque avrei preferito dei distinguo di condanna almeno per il reato.

  338. Detesto essere vigliacco , il non condividere molte posizioni non mi autorizza a contrappormi con giudizi personali troppo impulsivi o inutili contrapposizioni ; una crisi di coscienza fra cuore e mente su cui devo riflettere con tutta la calma necessaria.
    Sono entrato per l’ultima volta , vi ringrazio per il tempo trascorso insieme, e spero che i progressi scientifici siano sempre più contagiosi in modo da tranquillizzare nel modo meno traumatico possibile qualsiasi disagio psichico.
    Notte a tutti

  339. Il dr Pizza dichiara in sede di audizione Commissione parlaemntare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del S.S.N. “Nella trasmissione televisiva in cui per la prima volta ho visto il filmato……..ho cercato non di fare una difesa becera ma di spiegare esattamente come stanno le cose e soprattutto di esporre i dati secondo la deontologia medica: un principio a cui non vogliamo assolutamente derogare.”

    Altro che progresso scientifico, siamo in pieno …….. medioevo!
    Buonanotte anche a te!

  340. Grazie Vincenzo , buonanotte anche a te, dall’inizio di questo post avrei desiderato che tuo cognato avesse potuto passare una mezza giornata o anche più osservato ma con una persona disponibile e critica al suo fianco per tirare fuori tutte le sue tensioni e affrontare un trattamento sanitario con più accettazione; ma il carattere è così non si riesce sempre a domare,sempre nostro alleato indiscusso, poi all’improvviso ci abbandona ci mette in discussione e si comincia a non aver fiducia più in nessuno ,forse perchè già sfiduciati in noi stessi.
    Il Dr. Pizza parla della realtà delle cose, la difficoltà nel riconoscere che si stia generando una improvvisa aggressività, anche se la persona non avrebbe mai calpestato neppure una formica, di fatto fa prendere delle precauzioni spesso anche molto dure (i numerosi militari intervenuti) per controllare comunque una situazione di irrazionale.
    Il dopo-cattura, quello che poi avviene in qualsiasi Reparto consegue anche dalle dinamiche precedenti oltre che dal monitoraggio clinico carente e dalla sorte, credo non sia mai facile, non ritorno sulla polemica nello specifico di quanto accaduto ma sarà la buona volontà di tutti quanti e l’aiuto Divino a dare consiglio.

    Sii fiducioso il progresso scientifico è nel cuore di tutti, forse era anche nella volontà di Franco rendere partecipe un’intera Comunità sugli argomenti in discussione.

  341. p.s.
    ”Sorte” intesa come una dinamica sfavorevole non sotto l’aspetto deresponsabilizzante e di approfondimento che penso sia stato preso in carico.
    Metto una song di Gaetano

    p.s.
    Francesco ne sono convinto anch’io che la necessità di una dimensione etica e partecipativa possa a pieno titolo far entrare la cultura anarchica come qualunque altra nella politica del proprio Paese.Questo passaggio però, a mio modo di vedere, non può prescindere dal dare il tempo ad acquisizioni ed evoluzioni condivise sempre dalla collettività.
    Proprio in merito a ciò di recente sono state avanzate numerose proposte di depenalizzazione di reati (tutt’altro che un condono) sulla base credo proprio di acquisizioni e ulteriori conoscenze umane. Maggiore conoscenza e flessibilità rimuovono ,o a almeno tentano, inutili ostacoli
    notte a tutti alla prox

  342. Tutto è possibile, Mauro, anche l’impossibile. Basta crederci.

    Il caso che prospetti, comunque, ha le stesse possibilità di avverarsi di quante ne ha la conversione di un cattolico al Cristianesimo…

    Ti saluto.

    fm

  343. infatti Francesco, tutto è possibile, anche l impossibile – chi l avrebbe mai detto che un sindaco di marca piddì, che si dichiara dunque un uomo di sinistra, un uomo di progresso – avesse pensato di fare cosa buona e guista inaugurando solo pochi giorni fa un monumento alla memoria di carlo Falvella.
    com ‘è noto alle cronache locali – la sezione della ‘Giovine Italia’ del PdL di stanza a salerno in compagnia della sezione locale di Casa Pound Italia – aveva avanzato richiesta al Comune di Salerno per cambiare il nome della strada in cui falvella fu assassinato, da via Velia a via Falvella.
    il sindaco illuminato avrà pensato che in medio stat virtus e che una manciata di voti in fondo fanno sempre comodo, considerato che il comune vessa in quasi bancarotta a seguito dei numerosi e insostenibili impegni edilizi che la giunta – inesistente – e travolto dagli scandali Pierro e Corte dei Conti – cosi, si strizza l occhiolino, anche quando la sensibilità storica e politica dovrebbe certamente consigliare in altro modo.
    QQualche giorno fa dunque, al via le danze: posata la lapide a memoria di Carlo Falvella – qui potete vedere le immagini dell inaugurazione e le magliette ‘fascists love’ brillare al sole del sud:

    http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/fotogallery/2010/07/falvella/monumento-memoria-falvella-1703342693617.shtml#5

  344. come si diceva qualche post fa, quello che manca a questa classe dirigente, locale e nazionale, è il senso delle proprie azioni.
    Il Comune giustifica questa scelta sostenendo:
    «Affinché la passione politica non degeneri mai nella violenza»
    ebbene, giacchè violenza e morti ce ne sono stati tanti, avrebbe potuto (e dovuto) fare un monumento generale alla libertà e alla democrazia e non prendere parte in causa, citando uno dei tanti morti.

  345. Nocera: psichiatra in cella, violentò due pazienti depresse con «terapia freudiana»

    SALERNO (10 luglio) – È stato arrestato un medico psichiatra che avrebbe abusato di due donne tra il gennaio del 1999 e il 2000 nell’agro sarnese nocerino e condannato a dodici anni di reclusione dalla Corte d’appello del tribunale di Salerno per violenza sessuale aggravata. Il provvedimento è stato eseguito stamani dai carabinieri della compagnia di Nocera inferiore. Il medico avrebbe approfittato, nel pieno esercizio delle sue funzioni, di due pazienti (all’epoca trentenni), colpite da depressione per gravi lutti subiti in famiglia, durante quelle che lui definiva terapie freudiane (finalizzate a suo dire di far cessare lo stato patologico in cui si definiva un Dio), nel corso delle quali aveva un rapporto sessuale completo con le vittime. L’uomo avrebbe abusato più volte delle donne. Gli abusi emersero nel 2004, quando alla stazione dei carabinieri di Nocera Inferiore pervenne un esposto. Le successive indagini consentirono ai militari di individuare tra le clienti del medico le due vittime. La sua mancata collaborazione e la rilevante pena, ancora non passata in giudicato, hanno reso necessario l’ordinanza cautelare. L’arrestato è stato rinchiuso nella casa circondariale di Salerno.

  346. e a buon conto, visto che è stata fatta per l ennesima volta, una scelta opportunistica e non una scelta oculata e lungimirante che avrebbe consegnato alla memoria della cittadinanza quel simbolo di democrazia e libertà che il Comune di Salerno ha perso l occasione di lasciare, vi lascio qui l articolo molto chiaro del Corriere della Sera.
    ASALERNO – L’accoltellamento di Falvella da parte dell’anarchico Marini, nel luglio del ’72, portò a una serie di scontri e manifestazioni che caratterizzarono Salerno fino alla conclusione del processo relativo all’omicidio. Il caso dello scontro fra il giovane aderente al Fuan e l’anarchico divenne un fatto nazionale e il ferimento a morte del giovane missino divenne una questione politica che vide sugli opposti schieramenti interventi autorevoli. Il difensore di Giovanni Marini, ad esempio, è stato il senatore Umberto Terracini, una delle figure storiche del Pci italiano, mentre l’Unità fece scendere in campo uno dei suoi migliori inviati, Giorgio Frasca Polara, per descrivere il clima che si viveva in quei giorni a Salerno, e non solo. Dall’altra parte c’era tutto il gruppo dirigente dell’Msi, tra i cui attivisti c’era anche la mamma della vittima fra i suoi più attivi attivisti. Ad acuire la tensione il non trascurabile particolare che la federazione provinciale del Msi e quella del Pci erano dislocate sulla medesima stradina: più d’una volta il circolo di sinistra era stato circondato da esponenti della destra.

    L’AGGRESSIONE – Perché scattò l’aggressione e cosa spinse il gruppo di giovani ad affrontarsi, fino al colpo che si rivelò mortale per Falvella, non è stato mai chiarito fino in fondo, neanche durante il processo. Secondo la testimonianza di Giovanni Alfinito, che al momento dell’aggressione passeggiava in compagnia dello studente di destra, al momento di rincasare lui e Falvella avevano notato un gruppo formato da tre persone di tendenza anarchica o di estrema sinistra. Da questo incontro casuale sarebbe nata una discussione al termine della quale Marini aveva estratto un coltello vibrando un colpo al basso ventre di Alfinito, che era riuscito a evitarlo. Falvella si sarebbe lanciato contro Marini e i due erano caduti a terra. Marini e i compagni erano poi sono fuggiti, lasciando a terra Falvella e Alfinito, che solo in quel momento avrebbe scoperto che l’amico era stato ferito all’aorta. Secondo una seconda versione, invece, l’omicidio avvenne dopo un’aggressione posta in essere dai due ragazzi di destra a Francesco Mastrogiovanni, militante di sinistra che stava passeggiando insieme a Marini e Gennaro Scariati. Marini reagì all’aggressione riuscendo ad afferrare il coltello in mano ai due missini e con questo avrebbe colpito Falvella.

    LE REAZIONI – L’11 luglio, quattro giorni dopo la morte di Falvella, il Secolo d’Italia, organo ufficiale del Msi, pubblicò in prima pagina il titolo: «Un altro martire per la gioventù d’Italia. Dopo Ugo Venturini il sacrificio di Carlo Falvella», definendo l’aggressione dell’estrema sinistra un «barbaro omicidio». Anche la federazione salernitana del Pci espresse il proprio sdegno, non mancando tuttavia di sottolineare il proprio allarme nei confronti delle «violenze fasciste» e fece affiggere un manifesto nel quale il partito esprimeva «il proprio profondo cordoglio per la giovane vita stroncata e lo sdegno e la condanna più netta per il ricorso alla violenza». Subito dopo l’omicidio fu organizzata una campagna tesa a dimostrare l’innocenza di Marini che intanto era stato arrestato e stava subendo il processo. Soccorso Rosso Militante pubblicò un pamphlet intitolato «Il caso Marini» nel quale illustrava una posizione di difesa nei confronti dell’anarchico.

    L’ANARCHICO – Giovanni Marini, deceduto il 23 dicembre del 2001 a 59 anni divenne un simbolo della sinistra extraparlamentare. Su di lui fu scritta anche una canzone («Liberiamo Marini», 1974) e a suo favore si pronunciarono artisti come Dario Fo e Franca Rame. Tutte le persone coinvolte nell’aggressione furono prosciolte dalle accuse per rissa. Marini invece restò in carcere perché dopo il fatto si era costituito subito. Il processo cominciò il 28 febbraio 1974. Nei due anni di carcerazione, Marini divenne un leader di un movimento per i diritti dei carcerati ed entrò nella redazione del periodico «Carcere Informazione» diretto da Giuliano Capecchi e che aveva come redattori Giovan Battista Lazagna e lo scrittore Vittorio Baccelli. Durante il processo Marini divenne una specie di eroe della sinistra extraparlamentare (il Pci, nonostante il coinvolgimento di Terracini come avvocato difensore dell’anarchico) mantenne le distanze dal caso. Il quotidiano «Lotta continua» definì l’incarcerazione di Marini «un’odiosa vendetta del potere». La tensione che si generò alle prime udienze del processo fece trasferire il dibattimento a Vallo della Lucania. Marini fu condannato a dodici anni di carcere, poi ridotti a nove.

    LA CONCLUSIONE – Scarcerato dopo circa sette anni di reclusione (in carcere era stato un detenuto modello) ottenne un lavoro da parte del presidente della Comunità Montana Vallo di Diano di Padula, il socialista Gerardo Ritorto. Marini si emarginò progressivamente dalla vita politica e sociale. Nel 1975 per i tipi di «Marsilio Editore» pubblico un volume di poesie, «E noi folli e giusti» che arrivò a vincere il premio Viareggio per l’«Opera prima». Numerosi personaggi della cultura italiana espressero giudizi lusinghieri sul lavoro di Marini: Alberto Moravia, Camilla Cederna e Dario Fo. Oltre a questo volume di poesie Marini ha pubblicato anche «Di sordomuti post», «Antonio per inerzia», «Il bambino chiamato Zio Ciccio».

  347. per un gap al sito mi sono sovrapposta a vincenzo serra che saluto e ringrazio per la segnalazione della notizia dell arresto.
    credo che abbiamo entrambi risposto a mauro nello stesso modo a modo nostro – io non mi farei curare da un indagato come non mi farei amministrare da un sindaco che non sa riconoscere le differenze opportune tra momenti storici e situazioni contingenti.
    nel salutarvi di nuovo tutti, vi segnalo una bellissima iniziativa che si terrà sabato e domenica prossime a genova, per non dimenticare.

  348. Sab
    Comitato Piazza Carlo Giuliani o.n.l.u.s.
    Via: Sala Incontri Palazzo della Regione
    Città/Paese: Genova, Italy

    ato 17 ore 10,30
    TESTIMONIANZE DI IERI

    Brani da spettacolo teatrale e letture, a cura di Enrico Agostino

    Giuseppe Pinelli Claudia e Silvia Pinelli con Francesco Barilli
    Franco Serantini lettura di un testo di Teresa Mattei
    Francesco Lorusso Mauro Collina con Stefano Tassinari
    Fausto e Iaio Maria Iannucci con Francesco Barilli

    Sabato 17 ore 16,30
    CARCERE e ALTRI LUOGHI DI DETENZIONE

    Le canzoni di Alessio Lega e Marco Rovelli

    Aldo Bianzino Giuseppe Bianzino
    Stefano Frapporti Una rappresentante di parenti e amici
    Stefano Cucchi I genitori di Stefano
    Giuseppe Uva Lucia Uva

    L’autore legge pagine da Impìccati! Storie di morte nelle prigioni italiane, di Luca Cardinalini

    Sabato 17 ore 20,30
    TESTIMONIANZE DI OGGI

    Scuola Diaz Enrica Bartesaghi con Lorenzo Guadagnucci
    Carlo Giuliani Giuliano Giuliani con Massimo Calandri
    Federico Aldrovandi Patrizia Moretti con Checchino Antonini
    Bledar Vukaj Francesk Vukaj con Haidi Giuliani
    Francesco Mastrogiovanni Giuseppe Galzerano con Checchino Antonini

    Domenica 18 ore 10,30
    DALLA PARTE DELLE VITTIME

    Partecipano:

    Don Andrea Gallo Comunità S.Benedetto al Porto
    Stefania Zuccari Madri per Roma città aperta
    Gilberto Pagani Avvocati Europei Democratici
    Francesco Barilli Reti In-visibili
    Carlo Bachshmidt Segreteria Genoa Legal Forum
    Italo Di Sabato Osservatorio Repressione

    Piazza Alimonda

    Martedì 20 Luglio 2010, dalle ore 15.30

    MUSICA IN PIAZZA

    Renato Franchi e l’orchestrina del suonatore Jones

    Alessio Lega

    Luca Lanzi e la Casa del Vento

    LA COMPAGNIA TEATRO DEGLI ZINGARI

    presenta

    I LUOGHI DEL DELITTO

    Brani tratti da: “SERVABO”, “PUNTO E A CAPO”, “FRAGILI E RESISTENTI”, “LAMENTO IN MORTE DI CARLO GIULIANI”, “CON IL NOME DI MIO FIGLIO”
    Adattamento di Franco Fuselli

    Voci: Arianna Sale, Ottavia Brunetti, Marika Traverso, Pierugo Bertolino, Maurizio Frumento, Roberto Bobby Gho, Giorgio Scicchitano, Angelo Frola

    Musiche a cura del gruppo Nessuno schema
    Massimiliano Olivieri batteria, Valentino Sagnolo basso, Lara Oliboni corista, Davide Latini chitarra, Pierugo Bertolino chitarra e voce

    e con la partecipazione straordinaria dei musicisti

    CLAUDIO MAIOLI e LUCA SERRAPIGLIO

    Il Comitato Verità e Giustizia per Genova organizza

    Mercoledì 21 Luglio 2010

    Ore 17 presso l’Arci Zenzero in via Torti, 35

    Presentazione dell’ Annuario dei Diritti Globali 2010

    Lorenzo Guadagnucci, giornalista, autore del libro “Noi della Diaz”, intervista il curatore Sergio Segio
    Intervengono: Ciro Pesacane (Forum Ambientalista), Enrica Bartesaghi (Presidente del Comitato Verita’ e Giustizia per Genova). Coordina Antonio Bruno (Consigliere Comunale).

    ore 19.30 Cena di Autofinanziamento. Per adesioni 00393666756779 bruno@aleph.it

    ore 21.00 a partire da Piazza Martinez FIACCOLTATA VERSO LA SCUOLA DIA

  349. VITTIME FORZE ORDINE, ORDINE NUOVO, MSI E IGNOTI – ANNO 1972

    Giuseppe Tavecchio (civile)
    Franco Serantini (manifestante)
    Antonio Ferraro (Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri), Donato Poveromo, Franco Dongiovanni (carabinieri)
    Mariano Lupo (attivista di Lotta Continua)
    Fiore Mete (civile)
    Vincenzo De Waure (antifascista)
    Giangiacomo Feltrinelli (GAP)

    =================

    Carlo Falvella (attivista del FUAN)
    Luigi Calabresi (Commissario Capo della Polizia di Stato)

  350. http://www.riflessionline.it/articoli/2010%20lug%20-%20ediz%2011/2010-07%20nr%2011%20-%20Editoriale%20-%20morte%20innocente.html

    PASSIONE E MORTE DI UN INNOCENTE
    Luigi la Gloria

    Alle 7:20 del 4 Agosto del 2009, dopo 82 lunghe ore legato ad un letto di contenzione del reparto di psichiatria dell’ospedale civile di Vallo della Lucania (Salerno), moriva il maestro più alto del mondo: Francesco Mastrogiovanni. Per molti di voi questo nome risulterà sconosciuto sebbene la terza rete della televisione pubblica, nel corso del programma “Mi manda Rai 3” del 30 Aprile del 2010, abbia divulgato una sintesi video della sua passione e della sua incredibile morte. Quelle immagini brutali ci hanno lasciato attoniti; durante quegli interminabili minuti le nostre incredule coscienze sono arrivate a pensare che ciò a cui stavano assistendo fosse il frutto della sapiente macchinazione organizzata da qualche regista del genere horror. Disgraziatamente però si trattava di un’agghiacciante realtà.
    E quando le nostre menti, forzando il disgusto, sono riuscite stentatamente a metabolizzare l’orrore di quelle scene da lager nazista, ci siamo interrogati sulla natura di questa sorta di torturatori. Ci siamo chiesti a quale varietà d’uomini appartenessero, quali scellerate pulsioni ottenebrassero le loro menti, tanto da spingerli a trascendere le più elementari regole di civiltà e di carità cristiana, comportandosi come sinistri carcerieri. Eppure costoro sono dei professionisti formati ed istruiti, sottoposti alla rigida regola del diritto e del rispetto della persona umana! Perché hanno agito con tanta superficialità, incuranti delle gravi conseguenze che una prolungata contenzione, unita ad una scarsa alimentazione, potevano causare su di un paziente già provato da un internamento forzato e dalla somministrazione di psicofarmaci?

    La risposta a queste domande va ricercata, senza dubbio alcuno, nell’incuria di un personale disinteressato alla propria missione, aggravata poi dalla totale disapplicazione di interi istituti, introdotti dalla riforma psichiatrica a garanzia e tutela dei diritti del malato. Sebbene costoro saranno chiamati a rispondere davanti alla giustizia delle loro azioni disumane, tra le pieghe di questa vicenda si celano responsabilità, forse ancora più gravi, che non hanno domicilio tra le mura del nosocomio dell’amena cittadina del Cilento e sulle quali sarà molto difficile fare chiarezza e ancor di più rendere giustizia.

    A determinare lo sciagurato ricovero è stato un ordine di trattamento sanitario obbligatorio (TSO), firmato da un’Autorità Municipale del luogo su segnalazione di alcuni vigili urbani che affermavano di aver visto Mastrogiovanni alla guida di un’utilitaria con uno sguardo assente. Ai loro occhi d’acuti indagatori del comportamento umano, Francesco è apparso come un essere smarrito in un’astrazione che avrebbe potuto pregiudicare pericolosamente la sicurezza pubblica quindi, con doverosa premura, lo hanno immediatamente segnalato all’autorità che, senza indugio alcuno, ne ordinava il ricovero. Ne scaturisce una caccia all’uomo di vaste proporzioni che interessa la Benemerita ed i Vigili Urbani inoltre, trattandosi di una località balneare, anche la Guardia Costiera. Francesco Mastrogiovanni è braccato per un’intera giornata, come un terrorista pronto a farsi esplodere nel bel mezzo di una piazza affollata. Dopo molte ore d’affannosa ricerca, le forze dell’ordine coadiuvate da una motovedetta della Marina Militare, lo rintracciano. Il malcapitato, come extremaratio, cerca rifugio nel mare ma presto, circondato e senza vie di scampo, comprende che la sua fuga non ha più speranze così, stremato ed impaurito, decide volontariamente di consegnarsi.
    Ad attenderlo sulla spiaggia, insieme alle forze dell’ordine, vi è un medico che, con sorprendente rapidità, giudica Mastrogiovanni in condizioni d’eccitazione psicomotoria con comportamento eteroaggressivo e di scarsa consapevolezza della malattia, diagnosi che determina l’assoluta necessità di un ricovero obbligatorio. Senza opporre alcuna resistenza egli si lascia sedare, ammesso che fosse necessario, visto che aveva accettato di essere “curato” e, dopo aver profeticamente espresso l’opinione che non sarebbe uscito vivo da quell’ospedale, a bordo di un’ambulanza si avvia, privato di ogni diritto, verso una morte annunciata.

    Questa è la breve sintesi dell’incredibile vicenda che ha portato Mastrogiovanni all’internamento forzato. Consultando poi l’intricata normativa che regola questi estremi provvedimenti, se ne deduce che la decisione per un TSO viene in genere valutata sulla base di gravità clinica e di urgenza, sempre finalizzata comunque alla tutela della salute del paziente stesso. Un provvedimento dunque molto impegnativo che si suppone venga firmato solo in casi di autentica necessità e soprattutto quando il paziente rifiuta le cure del caso.
    A questo punto viene naturale chiedersi quale pericolosa patologia psichiatrica affliggesse Francesco e perchè sia stato oggetto di un così grave provvedimento. A questo proposito si rivelano quanto mai interessanti le dichiarazione del dott. Luigi Pizza che, all’epoca dei fatti, come tiene a specificare, non era responsabile del DSM (Dipartimento Salute Mentale) dell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania, ma si stava occupando del caso solo per questioni d’ufficio. Al cospetto della commissione del Senato che gli chiedeva sulla perfettibilità della disciplina vigente del TSO e se nello specifico, a proposito dell’ordinanza riguardante Mastrogiovanni, essa fosse stata correttamente interpretata, il dottore rispondeva che il TSO era più che giustificato, anche in considerazione del fatto che il paziente era già stato precedentemente oggetto d’altri due provvedimenti coattivi.
    Verissimo, ma prima dell’ultimo fatale ricovero Mastrogiovanni non era mai stato preso in carico dal DSM né tanto meno era stato seguito con terapie specifiche per presunta diagnosi di disturbo schizzoaffettivo. Ciò che ci lascia poi ulteriormente sorpresi è che il dott. Pizza afferma che il paziente era dipendente da cannabinoidi, quando il valore del THC dosato al momento del ricovero era di 0,007 ng/ml, dato del tutto contrastante con la supposta diagnosi di tossicodipendenza. Quel valore di THC nel sangue è compatibile con uno spinello fumato il giorno prima.
    Il dottor Pizza giudica il caso Mastrogiovanni sulla base di documentazioni cliniche redatte “frettolosamente” dai colleghi, dove, come è dimostrato, non viene mai fatta menzione dell’uso della contenzione. La cosa non sembra turbarlo. Continuando la lettura delle sue improbabili dichiarazioni, egli si dice profondamente dispiaciuto per il decesso di Mastrogiovanni ma difende l’inconcepibile operato dei suoi colleghi, tenendo a sottolineare che non si tratta di una becera difesa corporativa, ma di principio di deontologia medica da cui non vogliamo assolutamente derogare. Poi, con freddo distacco, al margine di questa terribile storia di violenza, si limita a riconoscere obsoleta la struttura psichiatrica che è costata la vita a Francesco.
    Restiamo attoniti. Lamenta, inoltre, che nell’enfatizzazione delle notizie locali si era arrivati a definire torturatori gli addetti alle cure del Mastrogiovanni. Rimaniamo ancora una volta travolti dallo stupore; nemmeno immagini così spietate e crudeli hanno convinto il dirigente che in quel luogo, in quelle ore si commetteva una violenza gravissima che portava alla morte un uomo. Ad onor del vero conveniamo con il Dott. Pizza che i sanitari in questione non sono dei torturatori, tuttavia è bene che si convinca che si sono comportati come tali. Ed infine il dirigente emette la sua sentenza: i medici hanno agito in maniera corretta dal punto di vista sanitario.
    Sì, così ha tristemente dichiarato; peccato che abbia omesso di dire che nessuno ha consultato i parenti del paziente e che, quando questi sono venuti a conoscenza del ricovero coatto, è stato impedito loro di visitare il congiunto. Inoltre non risulta che ci siano stati accertamenti, nei tempi prescritti dai protocolli di osservazione, per chiarire se fossero presenti concomitanti quadri patologici, oltre allo stato psichiatrico d’agitazione psicomotoria; le analisi ematiche vengono richieste solo tre giorni dopo il suo internamento e sono visionate solo dopo la sua morte.
    Il paziente non viene idratato sufficientemente. Non è alimentato per 4 giorni, ad esclusione di un frugale pasto concessogli appena entrato in reparto. E, come risulta dalle immagini registrate, è tenuto in contenzione per 82 ore durante le quali nessuno gli rivolge la parola, nessun medico valuta la possibilità di toglierlo dalla contenzione.
    O tempora o mores.
    Siamo davanti ad un caso per il quale non è mai stato eseguito un affidabile inquadramento clinico, le diagnosi che si sono susseguite durante differenti osservazioni mediche fatte sul paziente risultano discrepanti. Insomma, un guazzabuglio di congetture senza fondamento alcuno.
    E’ importante sapere che la patologia superficialmente attribuitagli di disturbo schizzoaffettivo bipolare è, prendendo a prestito le parole di una nota psichiatra, una miscela esplosiva che si pone a metà strada tra le manifestazioni tipiche della schizofrenia e quelle dei disturbi bipolari. Questa malattia in letteratura è definita importante e necessita quindi di grande attenzione. Lo spazio a nostra disposizione non ci consente di approfondire questa complessa patologia che richiederebbe una lunga e circostanziata spiegazione; ci limitiamo, attenendoci alle opinioni degli studiosi, a definirla grave ed invalidante.
    Ebbene ci si chiede: come poteva un soggetto così gravemente malato esercitare la professione di maestro elementare? Come poteva un pericoloso squilibrato, tossicodipendente, guidare diligentemente per tanti anni una classe di bambini? Egli ha esercitato questa delicata professione fino a qualche mese prima della sua morte e, dal suo comportamento sul lavoro, non è mai emerso alcun dato riferibile allo stato mentale diagnosticato dagli “allegri” medici di quel reparto di psichiatria; anzi ci risulta che sia stato amato dai suoi allievi, accettato e rispettato dai suoi colleghi.
    Alla luce di queste innegabili verità, inevitabilmente la vicenda del maestro più alto del mondo si tinge di nero e questo disumano trattamento che gli è stato riservato ci appare improvvisamente come una sorta di condanna, inflitta ad un uomo colpevole di aver preso le distanze da un Sistema che era in contrasto con la sua visone del mondo. Non abbiamo altre spiegazioni per giustificare la facilità con la quale è stato firmato il TSO da parte dell’autorità municipale. Come spiegare l’imponente schieramento di forze che lo ha braccato per un’intera mattinata, alla stregua di un pericoloso criminale? Francesco Mastrogiovanni sapeva fin troppo bene a cosa stava andando incontro. La sua fobia per i camici e le uniformi in genere era pienamente giustificata, considerando il trattamento che gli era stato riservato ogni qual volta ne era venuto a contatto.
    La fine di quest’uomo, immolato sul controaltare dell’intolleranza civile, che abbiamo visto tutti morire in uno squallido reparto di psichiatria di un’ospedale del quale i responsabili non hanno ritenuto neppure opportuno scusarsi con i congiunti della vittima, deve essere annoverata, ahinoi, tra quelle delle innumerevoli vittime innocenti di una società intollerante e violenta che contrasta duramente qualsiasi forma di diversità.

    La mia turbata coscienza, al cospetto di questo incivile sistema di prevaricazioni, desidererebbe trovare conforto nella giustizia, ma un’intima sensazione è in conflitto con il mio desiderio razionale e mette in guardia il mio infantile ottimismo dalle tortuose asperità che si nascondono all’interno della macchina burocratica che condurrà nel tempo questa tristissima vicenda al suo epilogo.

  351. http://jetzt.sueddeutsche.de/texte/anzeigen/508258

    Psychiatrie – erschreckende Fakten
    Text: Skulski
    Zwangseinweisungen und somit „Behandlungen“ mit Zwang gehen trotzt eindeutiger Kritik des UN-Hochkommissariats für Menschenrechte weiter.
    ………………………
    Italien – Chronik eines Todes
    Der Mythos: “In Italien gibt es doch gar keine Psychiatrien mehr!” oder: “Italien hat seine Psychiatrien doch damals (in Zeiten der ´Reformen´ Mitte der 1970 Jahre – Anm.: A.S.) aufgelöst!” – dieser Mythos hält sich leider immer noch sehr hartnäckig… Ein Todesfall während einer Zwangseinweisung in einer italienischen Psychiatrie letztes Jahr, 2009, beweist mal wieder das Gegenteil. Eine Überwachungskamera zeichnet den Totschlag eines Mannes durch die italienische Psychiatrie auf.
    – Von Psychiatern und “Pflegepersonal” zu Tode gefoltert: Youtube

    “Ans Bett gefesselt mit Händen und Füßen, so soll Francesco Mastrogiovanni, Grundschullehrer aus Castelnuovo Cilento, gestorben sein. Er war 58 Jahre alt. Am 31. Juli war er in Krankenhaus San Luca di Vallo della Luciania eingeliefert worden: für ihn war eine gerichtliche Unterbringung nach dem “Trattamento sanitario obbligatorio” (dem T.S.O., dem Gesetz 180 [legge 180/1978] über medizinische Zwangsbehandlungen, Anm. d. Übers.) vorgesehen. Vier Tage später, am Morgen des 4. Augusts, wurde er von den Pflegern des Krankenhauses tot aufgefunden.”
    Quelle

    “Er hieß Franco Mastrogiovanni, war Anarchist, und wurde am 4. August 2009 in einer der gewalttätigsten und kriminellsten totalitären Einrichtung der staatlichen Kontrolle hingerichtet: in einem Psychiatrischen Krankenhaus. Zum wiederholten Male ein staatlicher Mord: Der nicht verschwiegen werden soll und auch dieses mal, wie alle anderen male und wie immer, ungestraft bleiben soll.”
    Quelle
    ……………….

  352. Leandra ti ringrazio per il pensiero ma non credo di aver posto interrogativi in particolare sulle capacità professionali di nessuno, scusami se mi è sfuggito qualche post.
    Magari puoi chiedermi di essere più chiaro su qualcosa e forse riesco anche a non dire troppe cavolate ; l’unica cosa di cui diffido sono gli approcci un po’ ambigui ed un esempio in questo post è stato l’inserimento voyeuristico di Jolanda.
    Non comprendo ( si sta avvicinando a me ) ….nè comprenderò mai ( a questo punto si allontana da me ) l’ostinazione di mauro ( si riavvicina di nuovo a me con la supponente necessità di giudicare) .
    Va bene anche così ormai molti sociologi ritengono la comunicazione non fisica dei post come un filtro alla nostra necessità di comunicare dunque in buona sostanza terapeutico , anche se nulla può sostituire l’incontro.
    Jolanda ti va di incontrarmi? non sono voyeuristico bensì esibizionista , proprio la tua metà ……se sei acquario è fatta!

    Io condivido la scelta del Sindaco di Salerno , non vi leggo pretatttica oppure opportunismo, forse può aprire dibattiti ma credo che sia un segno di riavvicinamento delle parti; in un’altra città magari avverrà il contrario a favore di altri caduti di quegli anni.
    Anche lui bistrattato da più parti , spesso visto come sceriffo, ma almeno nel bene o nel male Salerno si sta riappropriando di una sua personalità, meno subalterna e con più speranze di sviluppo , non è poco.

    Sulla questione psichiatrica ho maturato un mio convincimento ; quanto accaduto di sicuro avvierà approfondimenti su una materia conflittuale, complessa, oggetto di critiche e contestazioni ma l’unica che può dare ancora qualche speranza di conoscenza ed equità.
    Il Dott. Pizza fa cenno al rapporto comunicativo che si va ad instaurare fra paziente e psichiatra fin dai primi istanti , non avviene in nessuna altra disciplina medica tale relazione in una zona di confine quale è la nostra psiche.
    Potenzialmente siamo tutti buoni o cattivi pazienti così come buoni o cattivi Dottori; la disponibilità a comunicare , la partecipazione,è molto più importante di qualsiasi blasonato luminare.
    Tuttavia i comportamenti non giustificabili che fanno trapelare chiaramente finalità volte a commettere un danno al prossimo, un reato un soppruso vanno opportunamente capiti ed eventualmente puniti.
    In ambito di reati sessuali per esempio sono state avanzate delle proposte di legge per disporre la cura psichiatrica/sessuale piuttosto che la carcerazione.

    Notte a tutti

  353. Mauro, forse è il caso che ti prendi una vacanza: continui a fare e a disfare la stessa identica tela da un anno, ripetendo un copione immutato e immutabile. Hai una “missione” da portare a termine? Quella di convincere qualcuno della giustezza delle tue analisi? E’ questo l’accanimento terapeutico che qualcuno vedeva nei tuoi “interventi”, perché di quelli parliamo – ragion per cui, non capisco il motivo che ti spinge anche a dare, adesso, giudizi sulle persone. Qualcuno, per caso, ha mai cercato di farti cambiare idea o ti ha mai contestato il diritto di scrivere quello che ti pare? Non mi sembra proprio. E allora?

    fm

  354. sinceramente, Mauro, una pietra con su scritto ‘a carlo falvella’ e non ‘alla democrazia’ o ‘alla libertà politica’ o qualunque altra cosa simile, non riavvicina proprio nessuno, anzi – non riappropria di nessuna identità e di nessuna memoria perchè la stravolge e non fa giustizia a nessuno.

  355. Ma no Francesco ( la vacanza ben accetta), nessuna missione come dici tu, proprio a me lo dici che sono in bilico anche come missionario! Torno serio ,hai ragione sulla mia ripetitività ma non è per convincere nessuno, figurati, era una ricerca mia isolata, una divulgazione di mie esperienze un continuo stimolo alla partecipazione fra paziente e psichiatra al’instaurarsi di fiducia, tutto qua, non mi sembra di aver detto solo sciocchezze.Guarda che io non ho dato giudizi a nessuno, nè offeso, sono stato giudicato ma va bene anche così lo accetto; voyeuristico non è offesa significa uno che ti legge ma non si fa leggere, e poi con distacco giudica , lo trovi proprio un buon modo di comunicare? Forse migliore delle mie noiose cavolate? Terapeutico lo è soprattutto per il sottoscritto e di questo non ne ho fatto mai mistero nè mancato di ringraziarti/vi.
    Leandra ho capito la tua posizione non la discuto, ma in tale vicenda si è dedicato a chi è morto.
    notte a tutti

  356. La lettura di Luigi La Gloria riassume alcune mie impressioni, la cultura a monte, e anche Angelo Pagliaro faceva cenno all’approfondimento storico-sociale.
    Non ho avuto l’impressione di malasanità, troppe le persone avvicendate nei turni, operatori ma anche studiosi di una materia in continua evoluzione; piuttosto la necessità di risolvere i casi, le scelte culturali maturate circa la cura, i 508 casi negli ultimi 24 mesi .
    Freud per me rimane il punto di riferimento, la regolarità, la mediana , le sue teorie necessarie per affrontare un giudizio, come si farebbe senza ? Come interpretare le responsabilità di relazione senza Freud? Riconoscere i limiti oltre i quali si è in difetto, il rispetto per sé e per il prossimo, il DSM IV deriva da lì ,sono riferimenti fondamentali.
    Ma dopo , se tutto si va a semplificare, il rischio di una rigidità ingiusta è più che fondato. Dover trovare sempre il sistema più efficace per frientrare a tutti i costi nella mediana è materia della medicina ma anche sociale. dell’ambiente.
    Credo basterebbe il principio della massima restrizione in funzione della potenziale pericolosità dell’individuo per l’incolumità del prossimo e per la propria; anche la normalizzazione del TSO va bene , una contenzione regolare, se produce gratificazione nel paziente perchè no, ma se invece mette a rischio il fragile circuito di un paziente?
    Dopo tante malattie incurabili, rischiare di morire anche di atipicità sembra sproporzionato, tuttavia questo è lo stato delle cose , i delicati equilibri fra ordine e caos , fra normalità e originalità, credo saranno oggetto di ulteriori approfondimenti.
    Notte a tutti

  357. AD UN ANNO DALLA MORTE DI FRANCESCO
    RICORDARE E CHIEDERE GIUSTIZIA PER FRANCESCO MA RICORDARE ANCHE LE ALTRE PERSONE MORTE NEI REPARTI DI PSICHIATRIA O A CAUSA DI FATTI IVI VERIFICATISI

    DA
    http://www.positanonews.it/index.php?page=dettaglio&id=30473
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    26/11/2009
    PRAIANO DOPO IL CASO MASTROGIOVANNI I FAMILIARI DI FERRAIOLI VOGLIONO GIUSTIZIA
    6109_img1-63892294.jpg
    E’ successo in costiera amalfitana nel silenzio e indifferenza assordante di tutti. Ebbe un trattamento sanitario obbligatorio, prese misteriosamente fuoco in ospedale psichiatrico, poi fu ricoverato e morì. Lo conoscevano tutti come “O mericano”. Gli ospedali psichiatrici forse sono dei propri lager, anche se il condizionale è d’obbligo e bisogna distinguere fra persone e persone, non c’è solo il caso Mastrogiovanni da risolvere sull’ospedale psichiatrico di Vallo della Lucania, anche se le dinamiche sono diverse il caso ha riaperto la vicenda de “L’Americano”, Antonino Ferraioli, morto tre anni fa dopo esser stato ricoverato proprio a Vallo della Lucania, dove era andato a fuoco, e poi trasferito a Roma dove è morto. Sulla vicenda i familiari hanno fatto delle denunce senza alcun esito fino a questa vicenda. Tonino “U mericano” lo conoscevano tutti in costiera amalfitana, stava in giro da Positano ad Amalfi, spesso lo si notava soprappensiero con la sua sigaretta e l’atteggiamento un pò burbero accentuato dalla sua mole, una persona con problemi come tanti, ci si poteva parlare, era in guerra con se stesso, non in guerra con il mondo, il mondo gli faceva guerra per i suoi problemi invece di aiutarlo, problemi che la società ha pensato di risolvere nel peggiore dei modi per la mancanza di strutture e assistenza adeguate. Così è successo – anche se il caso si sta chiarendo molto più della vicenda dell’Americano, sul quale non vi sono state iniziative giudiziarie – nel caso di Mastrogiovanni (dove sono usciti anche dei video). Francesco Mastrogiovanni era una persona dolce e problematica, con una storia difficile alle spalle, ed è morto per edema polmonare, alle 7,20 dello scorso 4 agosto, dopo essere stato costretto a stare per 80 ore coi polsi e le caviglie strette dai legacci, in un letto di contenzione, in una posizione innaturale in cui la normale funzione respiratoria è compromessa, alimentato solo attraverso le flebo, presso l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. Nei video delle telecamere dell’ospedale, che hanno ripreso l’agonia del maestro libertario, allegati al fascicolo giudiziario, tutta l’indifferenza, il disprezzo e l’oltraggio verso una creatura, una persona fragile bisognosa di cure e di attenzioni. Le indagini vanno avanti e l’adesione di centinaia di cittadini al comitato “Verità e Giustizia per Franco” non registra pause. In questi giorni i magistrati hanno emesso diciannove misure cautelari di sospensione temporanea dalla professione (7 medici e 12 infermieri), in pratica l’intero reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania risulta essere indagato per un omicidio che, insieme a quello di Stefano Cucchi, Aldo Bianzino, Federico Aldovrandi e di molti altri costituiscono la Spoon River del mondo carcerario italiano e del sistema poliziesco e repressivo dello Stato.

    Il Pm Francesco Rotondo che ha visionato la relazione del medico legale Adamo Maiese coofirmata dallo psichiatra Giuseppe Ortano, ha chiesto al Gip, Nicola Marrone, di procedere agli interrogatori di garanzia, obbligatori in quanto si tratta di pubblici ufficiali, che sono stati fissati per la prima settimana di dicembre. Un’altra importante novità è la dichiarazione dell’avv. Caterina Mastrogiovanni, cugina del maestro, la quale ha ribadito che la sua famiglia non ha mai contattato il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, smentendo in modo categorico le dichiarazioni rilasciate dallo stesso al giornale “Il Cilento” (ottobre 2009) e ribadite in un videofilmato visionabile su You tube, in cui egli afferma che i familiari di Mastrogiovanni lo avrebbero sollecitato più volte a disporre il trattamento sanitario obbligatorio nei confronti di Franco. Un’ulteriore contestazione dell’avvocato di famiglia riguarda la dichiarazione dei sanitari contenuta nella cartella clinica nella quale si legge: “Non si somministra terapia. Perché dormiva spesso, quindi era tranquillo”. Allora perché, ci chiediamo tutti, non gli hanno tolto i legacci ogni tanto? Cambiando posizione avrebbe respirato meglio, si sarebbe salvato e avrebbe continuato a vivere e a lottare, con il suo disordine discreto e a chiedere a chi avrebbe dovuto curarlo nei giorni dell’ennesimo ricovero: dov’è finito il vostro cuore?

    Diceva Emile Durkheim, che nella società “è la forma del tutto che determina quella delle parti”. E’ triste pensare di vivere in una società il cui grado di frustrazione è così alto da ripercuotersi a cascata fino a sfogarsi sul segmento terminale più debole e meno tutelato. Per valutare il grado di civiltà di un Paese occorre verificare le condizioni delle sue carceri, ma anche degli ospedali psichiatrici, dei centri di prima accoglienza, delle caserme, di tutti quei luoghi in cui il rapporto è asimmetrico e rigidamente gerarchico, dove si evidenziano le contraddizioni di un Paese che si definisce democratico, ma fa ricorso alla forza fisica per risolvere “civilmente” i problemi. Le vittime di soprusi atavici di un potere che corrompe non solo chi ne è investito, ma anche coloro che devono soggiacervi si trasformano in carnefici, sfogando sui più deboli e sui diversi le loro insoddisfazioni.
    ========

  358. Non c’è due senza tre!

    Dal video risulta che alcune ore prima della morte di Francesco, intorno alle ore 23 del giorno 3 agosto 2009 e in un’altra stanza viene contenuta un’altra persona, da pochi minuti ricoverata.
    Prima Franco, poi Mancoletti e poi il terzo contenuto e sempre mentre dorme (anche se solo ai polsi).
    Buonanotte Mauro.

  359. Agosto 2008, reparto di psichiatria dell’opedale di Vallo della Lucania: muore una persona durante la degenza.

    Agosto 2009, muore Francesco durante la degenza presso il medesimo reparto.

    4 Agosto 2010 – ore 20,30 – piazza V. Emanuele di Vallo della Lucania
    Iniziativa “In ricordo di Francesco” e di tutti i morti nei reparti di psichiatria.

  360. Appuntamento a Vallo della Lucania per ricordare Francesco Mastrogiovanni

    Speriamo di essere in tanti la sera del 4 agosto in Piazza Vittorio Emanuele di Vallo della Lucania (SA), insieme alle associazioni, ai movimenti di base ed alle individualità che da un anno, senza sosta, hanno promosso in tutta Italia, insieme al Comitato verità e giustizia per Francesco Mastrogiovanni, iniziative pubbliche per chiedere che vengano chiarite le responsabilità, a tutti i livelli, per la tragica morte dell’insegnate libertario.

    Durante il ricovero coatto, Franco venne legato mani e piedi al letto di contenzione per oltre 80 ore, senza ricevere nutrimento, fino a quando sopraggiunse la morte per edema polmonare.

    Ad un anno di distanza dalla tragica morte del “maestro più alto del mondo” (come lo chiamavano i suoi scolari) il processo con giudizio immediato dovrà delineare, con maggiore chiarezza, i contorni di una storia intrisa di pregiudizio politico, di violenza e di disprezzo per i più elementari diritti umani.

    La richiesta di giustizia (la verità la conosciamo già grazie ai video dell’orrore acquisiti dalla magistratura) salirà con la musica dell’Angel Galzerano Trio, con le parole di Sabatino Catapano, con le controdeduzioni tecniche del medico Agnesina Pozzi e le riflessioni del presidente dell’UNASAM Gisella Trincas.

    Pochi giorni fa il senatore del PD, Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare da lui guidata nelle visite a sorpresa svolte nei mesi di giugno e luglio in alcuni ospedali psichiatrici italiani, ha confermato ciò che da anni il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa afferma a proposito di quelle “zone del silenzio” che sono diventati gli Ospedali psichiatrici giudiziari.

    La battaglia per ottenere giustizia per Mastrogiovanni, nel primo anniversario dell’ennesimo odioso delitto di Stato, è un tutt’uno con quella per l’abolizione del TSO e delle misure di contenzione.

    Angelo Pagliaro

    1. IL CANTAUTORE ITALO-URUGUYANO PARTECIPERA’ ALL’INIZIATIVA “DEDICATO A FRANCESCO MASTROGIOVANNI”
      VALLO DELLA LUCANIA – PIAZZA V. EMANUELE – ORE 20,30 – 4 AGOSTO 2010
      =======
      “LA MUSICA ESPRIME CIO’ CHE NON PUO’ESSERE DETTO E SU CUI E’ IMPOSSIBILE TACERE” VICTOR HUGO

  361. “Sono stato sequestrato in pieno

    centro davanti a decine

    di persone che hanno assistito

    allibite a questo ennesimo

    atto di violenza indiscriminata.

    In caserma sono stato seviziato

    per oltre quattro ore, nonchè

    minacciato di morte, ma

    non a chiacchiere, bensì da

    un’arma da fuoco impugnata

    da un vile maresciallo che

    è stato fermato grazie

    all’intervento eccezionale di due

    carabinieri non criminali,

    che erano sopraggiunti da

    alcuni minuti e che evidentemente

    erano estranei alla congiura ideata e

    perpetrata dal maresciallo

    dei carabinieri di Vallo

    Scalo e da una squadraccia

    di cosiddetti “falchi”.

    Per questi motivi io ritengo

    che questo sedicente governo

    di sinistra sia peggiore del

    fascismo . Infatti nonostante

    in dichiarazioni pubbliche

    proclami di essere garante

    della libertà dei cittadini

    in pratica arma la mano

    di questi squadroni della

    morte facendo scivolare l’Italia,

    paese libero e civile per

    tradizioni storiche di lotte e

    sangue versato da combattenti

    per la libertà e la giustizia,

    verso una situazione

    sudamericana. E mentre

    i proletari e i sottoproletari

    languono in carcere

    i politici ed i loro lacchè

    continuano ad essere

    impuniti e quindi ad

    offendere la gente onesta

    che pure esiste nonostante

    tutto in questo paese chiamato

    Italia. Tutto il lavoro

    svolto da alcuni giudici

    poco inclini ai compromessi,

    alla carriera veloce e

    ai giochi di potere viene

    vanificato dal governo

    di questi “compagni”

    che sbagliano.

    Da queste considerazioni

    necessariamente consegue

    la mia dichiarazione

    di prigioniero politico.

    Mi dichiaro prigioniero

    politico in ostaggio del

    governo d’Alema.

    F.to Francesco M.

    6 Ottobre 1999″

    Francesco, in primo grado a Vallo della Lucania, fu condannato a due anni e nove mesi di reclusione nonostante la testimonianza a suo favore di sei persone presenti allo svolgimento dei fatti.
    Da innocente, dopo il 6 ottobre 1999, ha conosciuto di nuovo carcere e arresti domiciliari.
    Solo in appello fu assolto perchè per i giudici di secondo grado aveva reagito ad atto arbitrario ed illegale.
    Per i testimoni, da parte di Franco non ci fu nemmeno reazione.
    Dopo dieci anni, il 4 agosto 2009, Franco muore dopo quattro giorni di atroci sofferenze, ed anche in questo caso senza alcuna colpa.

    4 agosto 2010 – Francesco continua a vivere nelle iniziative del comitato verità e giustizia costituto dopo la sua morte.

  362. Solo ora vedo il post, per problemi di connessione.

    Leggerò tutto attentamente, da psichiatra che crede ancora nell’umanità di singoli uomini-psichiatri.

    Sono felice di abitare questa dimora del tempo reale.

    In ricordo di Francesco, sempre.

    Marco

  363. Scrivo oggi dopo parecchio tempo ma vi leggo sempre e vi abbraccio:

    Il 4 agosto 2010, è un anno che è stato ammazzato con un Trattamento Sanitario Obbligatorio, Francesco Mastrogiovanni, della serie Detenuti Contenuti Legati e Morti.

    Un anno fa appresi cosa significa TSO, Trattamento Sanitario Obbligatorio, scrivendo di Francesco, Franco per gli amici.Estate… Non lo conoscevo…La Dimora del Tempo Sospeso di Francesco Marotta ospita ancora oggi commenti arrivati a poco meno di 500. Così scrivevo Passione e morte di un innocente sulla mia pagina di Face Book e Vladimiro Cordone raccoglie…: “Vorrei portare a quanto detto da Doriana una mia esperienza sui TSO, che oggi si chiamano così, ma un po’ di tempo fa non si chiamavano nemmeno, c’erano i manicomi e basta, che però nella sostanza nulla cambia.” Ho chiesto all’amico il permesso di pubblicarla, di tirarla fuori la sua storia, da un limite di contenimento, quale può essere il mondo virtuale, perchè altre e altri possano sapere.

    Tuttavia nella testa, continua a girarmi un motivetto “U’ Munnu è fora” e le parole che l’accompagnano, ve le scrivo tutte, in una giornata di agosto 2010, come il racconto vero di uno qualunque tra noi. La canzone e il testo me l’aveva inviati Maria Leone su FB, così:” U MUNNU è FORA, il mondo è fuori… Il mondo è fuori, davanti la porta in mezzo alla strada, …sopra uno scoglio, sotto la luna. Il mondo suona una chitarra o una bomba, mangia carne arrostita o pane e acqua. Il mondo è fuori, fuori di testa, è fuori fuori. Si danna e spera, ride e balla e si consola c’è un mondo fuori che senza soldi non funziona, rumore che rende attoniti, rumore di macchine e motori. Il mondo è vergine di natura, ma senza soldi non funziona. Mi dà la forza di acchiappare senza una lira cielo e mare. e quando negli occhi vedo il mondo mi dà la pace come il sonno…. il mondo è fuori… Traduzione imperfetta perché alcune parole siciliane non possono assolutamente essere tradotte. Hanno una forza tutta loro che non trova un corrispettivo in italiano. Una lingua che viene dalla pancia e che spesso nella pancia rimane.”

    Vladimiro, è la stessa persona che ricordava certe voci inascoltate delle vuvuzela, e scriveva:” Sto facendo un viaggio alle sorgenti del mio tempo per scoprire quando sono diventato un fiume“. Quello che scriviamo, almeno quello, rimane. Ed è stata una bella giornata di sole.

    Doriana Goracci

    “Vorrei portare a quanto detto da Doriana una mia esperienza sui TSO, che oggi si chiamano così, ma un po’ di tempo fa non si chiamavano nemmeno, c’erano i manicomi e basta che però nella sostanza nulla cambia. L’esperienza tragica e dolorosa di cui vorrei parlare è quella di mio padre, Giampiero, morto suicida all’età di 49 anni. Dai miei ricordi fin dalla tenera età, la presenza di mio padre è sempre stata accompagnata da un insieme di violenze di assenze e di povertà. Operaio iscritto al PCI sempre in prima linea e con una grossa dipendenza da alcol oltre che a un grande senso di inadeguatezza alla vita stessa. Gli anni 60 furono anche gli anni del boom economico ma quelli che li precedettero, quelli in cui io ho vissuto la mia infanzia, furono anni duri, quelli del dopo guerra tanto per capirci. Per rendere più completo il quadro del contesto in cui si muove la storia di mio padre, e la mia, devo aggiungere che il tutto si svolge nella cattolicissima Lecco ieri roccaforte DC oggi avamposto ciellino oltre che legaiolo. ( non dimenticate che Formigoni si è fatto le ossa nei GS di don Giussani, con cui ebbi “rapporti ravvicinati”, proprio qui a Lecco. Per la cronaca La vicenda emblematica di Eluana Englaro non poteva trovare miglior palcoscenico proprio qui).
    Questi sono gli ingredienti e adesso la storia.
    Ciclicamente mio padre aveva delle esplosioni di violenza prima contro gli altri per poi rivoltarsela contro se stesso con tentativi di suicidio, non ne ricordo quanti , da molti che furono. Fatto sta che ogni volta che ciò accadeva finiva con un ricovero al manicomio di Como dove la cura era una buona dose di scariche elettriche come sedativo, il che funzionava per circa sei mesi per poi ritornare tutto come prima. Un routine fatta di sbronze più che quotidiane, che erano il suo personale sedativo al suo male di vivere. Poi accadde una sera, mi ricordo che era maggio e io tornavo, come ormai accadeva da cinque anni, dalla scuola serale dove studiavo come perito, era tardi, e stranamente tutte le luci di casa erano accese, cosa insolita che mi insospettì. E ne avevo ben donde. Per farla breve mio padre aveva radunato tutta la famiglia , mia madre e tre fratelli e sorelle in un angolo della casa mentre lui “tranquillamente si tagliuzzava la vene, la casa era un delirio di sangue e terrore, con uno stratagemma riuscii a tramortire mio padre e chiamai l’ambulanza. Risultato fu l’ennesimo ricovero al manicomio di Como, altre scariche e il ritorno a casa. Questa fu l’ultima volta che ebbi parte attiva in una situazione famigliare, poco tempo dopo, era il ’70, decisi di trasferirmi a Milano per inseguire il mio sogno di rivoluzione. Nel 76, era ancora maggio e mio padre finalmente, per lui decise che il suo tempo era arrivato. Aveva solo 49 anni.
    Racconto questa storia per far capire come in Italia, ieri come oggi, vengano trattati i cosidetti “matti”, cioè quelli che non riescono a vivere dentro le anguste e poco democratiche regole di questa società incivile. I TSO di oggi che fanno uso di potenti farmaci sedanti non sono per niente diversi dagli elettroscock di ieri e i letti di contenimento puzzano di urina e feci oggi come nei manicomi di ieri. Nulla è cambiato, se non il mezzo, per non curare questo disagio. A mio padre mai che abbiano chiesto il motivo dei suoi gesti auto/distruttivi, l’importante era ” fermarli”, affinchè non” apparissero”, non scalfissero l’immagine di una società proiettata al futuro in cui la catena di montaggio era diventata il nuovo totem, attorno a cui facevano saltellare tutti nella tragica danza del progresso. Tutte le battaglie di Basaglia sono finite nel cesso non solo per volere di una classe dirigente stupida e bigotta, ma anche per una società “civile” che non mai voluto accettare al suo interno ” elementi” portatori di disagio.
    Quante famiglie tengono nascoste, per ” vergogna”, situazioni in cui uno dei componenti viene travolto da questa “malattia”? Per mia esperienza vi posso dire : tante, ma proprio tante, il sistema sanitario poi non è in grado di affrontare queste tematiche per mancanza di una cultura di accettazione del ” diverso”. Si fa tanto parlare, giustamente, del razzismo imperante nei confronti dei migranti, e si fanno giuste battaglie. Ma quasi nessuno viene in mente di lottare contro quel razzismo che noi abbiamo anche con nostri parenti, quando proviamo vergogna di loro, per loro non ci sono CIE, vergogna di un paese civile, non esiste niente.
    Non esiste niente perchè niente ci deve essere, altrimenti sarebbe il riconoscimento che una società non è perfetta, non per niente i “matti” sono trattati in egual misura sia in una società capitalista o” comunista”. Nessuno deve turbare l’avanzata della società verso gli obiettivi prefissati. Non c’è spazio per i diversi in mondo di “uguali” di qualsiasi appartenenza essi siano. Dunque TSO o manicomi sono le facce di una stessa medaglia, quelle dell’emarginazione. E dico che nessuno può chiamarsi fuori.
    Mi ricordo che quando mio padre si suicidò, la maggior preoccupazione di mio zio, il fratello di mio padre, fu quella che i giornali non ne parlassero. Dopo i funerali io feci un comizio “volante” davanti alla fabbrica dove entrambi avevamo lavorato, per gridare con tutta la mia rabbia la storia di Giampiero, Pierino per gli amici, operaio comunista matto e alcolista.
    E mi ricordo anche una domanda che un “matto” fece a Basaglia. Dottore si è matti perchè si sente dolore o si sente il dolore perchè si è matti? Basaglia non ebbe la risposta.
    Sarebbe ora che noi ci ponessimo quella domanda.
    Ciao a tutti.

    Vladimiro Cordone
    riferimenti video e foto su:
    http://www.reset-italia.net/2010/08/06/il-mondo-e-fuori-ed-e-stata-una-bella-giornata-di-sole/

  364. Musiche, parole e idee per ricordare Francesco Mastrogiovanni
    Ad un anno esatto dalla morte del compagno Francesco Mastrogiovanni, insegnante originario di Castelnuovo del Cilento (SA) deceduto, il 4 agosto 2009, per edema polmonare dopo 83 di contenzione continua presso il reparto psichiatrico dell’Ospedale “ San Luca” di Vallo della Lucania, la famiglia e il Comitato Verità e Giustizia per Franco (www.giustiziaperfranco.it) hanno organizzato, la sera del 4 agosto, una manifestazione nella centrale Piazza Vittorio Emanuele di Vallo. Si sono alternati sul palco promotori della battaglia antipsichiatrica che in tutta Italia coinvolge associazioni e famiglie: Gisella Trincas, presidente dell’Unasam ha posto l’accento sull’abuso del TSO e delle contenzioni meccaniche, Giuseppe Tarallo, Giuseppe Galzerano e Angelo Pagliaro (membri del Comitato) hanno trattato i vari aspetti della triste vicenda fornendo al pubblico gli elementi necessari per una libera presa di coscienza. La Dott.ssa Agnesina Pozzi (consulente medico della famiglia Mastrogiovanni) ha denunciato, senza mezzi termini, il comportamento di negligenza commissiva e omissiva portato avanti per quattro giorni e quattro notti dagli operatori sanitari del reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo. Dopo una breve pausa, durante la quale i simpatici ragazzi della cellula Luca Coscioni di Caserta hanno sensibilizzato i passanti sulle tematiche a loro care, è iniziato lo spettacolo musicale che ha visto la presenza di molti artisti ( attori, musicisti, poeti) tra cui Angel Galzerano ,cantautore italo-uruguaiano. Nella platea più che le presenze si sono notate le assenze dei medici e delle istituzioni locali, provinciali e regionali, per non parlare della chiesa e delle organizzazioni cattoliche, sempre pronte a mobilitare i propri “guardiani della vita” quando si tratta di mettere in discussione il diritto ad una morte dignitosa o le leggi civili che regolamentano l’aborto o il divorzio. Dopo la pungente, ironica e colta performance di Sabatino Catapano si è esibito il giovane rapper Alessandro Galzerano che ha composto, per l’occasione, una canzone dal titolo “Reparto psichiatrico” dove spiega tutto ciò che è successo al maestro libertario in un modo così efficace e diretto da riscuotere un grande successo di pubblico e di critica.
    Angelo Pagliaro

  365. E’ uscito il n. 356 di A rivista anarchica. Insiema tanti altri servizi il terzo dossier su Mastrogiovanni.
    I titoli dei servizi sono:”Dal processo ai processi” e “Contratto di Ulisse o tela di penelope?” . Si analizzano il TSO, il TSOP, nonchè la contenzione.
    Si parla del processo e viene risportata la testimonianza del sopravvissuto Mancoletti Giuseppe, compagno di stanza di Franco.
    All’interno le dichiarazioni di Agnesina Pozzi, Gisella Trincas, Girolamo Digilio, Natale Adornetto, Ignazio Marino,Luigi Attenasio.
    Per chi non sia già lettore/lettrice di «A RIVISTA ANARCHICA», può, se vuole, richiederne copia ad uno dei seguenti indirizzi:
    arivista@tin.it
    tel. 02. 2896627
    fax 02.28001271
    Editrice A
    Casella Postale 17120
    20128 Milano

    Il costo di questo numero speciale è di 3 euro

  366. Ciao Francesco ciao a tutti e Buon Onomastico, sono passato per salutarti e sentivo ancor più di dare la mia solidarietà anche se mi rendo conto solo col pensiero al Comitato verità e giustizia.
    Il mio affetto al Prof. Tarallo è infinito viste le provocazioni di cui è stato fatto oggetto; sono sicuro che ha troppa educazione e cultura per dibattere in un momento doloroso come questo. Il rispetto, la lealtà, l’onestà ,per me vengono prima di qualsiasi dimostrazione dell’aver fatto o del non aver detto dal momento che credo tutti svolgano le proprie attività secondo le proprie capacità e coscienza. Proprio Vincenzo tempo fa mi ricordava che bene o male siamo della stessa pasta e tu con passione mi raffiguravi il nero bordato rosso quale fratellanza che annulla le distanze. A me hanno insegnato ad amare il mio prossimo (cilentano o non)come me stesso ,anche se spesso poi non ci sono riuscito , invece poi si torna col chiudersi col proteggersi con le sentinelle , forse a non sperare molto che anche le diversità possano introdurre fattori di crescita umana in qualsiasi territorio.
    Questa è una mia sensazione , solo una mia percezione culturale o forse demenziale (i due termini potrebbero anche essere sinonimi),da approfondire con esperti sociologi e storici ma che come somma credo porti alla lunga all’ isolamento e alla solitudine.
    Saluti a tutti notte

    P.S.
    Spero ci sia l’occasione per giustificarmi di persona col Prof. Galzerano circa le vicende storiche post-unitarie, sempre che lo voglia. Angelo aveva compreso il mio animo agitato e gliene sono grato.

  367. Grazie per gli auguri, Mauro, fanno sempre piacere.

    Per il resto, credo che le incomprensioni siano parte integrante della “logica del vivente”, a prescindere dalle sue convinzioni radicate o passeggere. Ciò che conta davvero è proprio quel “rispetto, la lealtà, l’onestà” che “vengono prima di qualsiasi dimostrazione dell’aver fatto o del non aver detto”…

    Ciao.

    fm

  368. Solidarietà del Comitato per Francesco Mastrogiovanni alla famiglia Franceschi
    “Solidarietà e grande vicinanza alla famiglia Franceschi per questa incredibile e vergognosa vicenda : un figlio morto e restituito privato di organi e in avanzato stato di decomposizione e solo dopo la protesta della mamma verso cui è stata usata una inaudita violenza! Anche la Francia come l’Italia? Vergogna europea!!!”
    Questo è il testo del comunicato, breve ma significativo, a firma del presidente Prof. Peppe Tarallo, che il “Comitato Verità e giustizia per Franco….e mai più!” ha diramato, da Vallo della Lucania (SA), in data 15/10/2010. Anche il sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, ha scritto al presidente francese Nicolas Sarkozy per far luce sull’atroce morte di Daniele Franceschi, il ragazzo viareggino morto quest’estate nel carcere di Grasse, in Francia in circostanze tutte da chiarire. Nella lettera inviata all’Eliseo, il sindaco elenca le numerose incongruenze evidenziate, dai familiari del ragazzo, nel corso dei mesi: la data della morte, la posizione del corpo nel momento del decesso, la frattura del naso, il divieto imposto ai familiari ed ai periti di vedere la salma, il copro esanime del ragazzo che giunge in Italia in avanzato stato di decomposizione e privo di alcuni organi. La mamma di Daniele, Cira Antignano, che con il suo coraggio ha ottenuto il rientro della salma del figlio in Italia, nonostante sia stata picchiata e arrestata dalla polizia carceraria davanti al carcere di Grasse, ha scritto a Carla Bruni per chiedere di avere giustizia. Mentre in tutta Italia ci si mobilita per questa ulteriore vergogna, e i sanitari italiani verificano la possibilità di effettuare una nuova autopsia sul corpo appartenuto a Daniele, la quale potrebbe riservare molte sorprese, a Napoli, in occasione del Festival del Cinema dei Diritti Umani, il Comitato per Franco Mastrogiovanni ha assicurato la presenza del suo presidente, il Prof. Peppe Tarallo, e di alcuni familiari del maestro anarchico per la conferenza di giorno 10 novembre che si terrà, presso l’aula magna dell’Università Orientale. Il quartier generale del festival sarà ospitato dal Forum delle Culture Napoli 2013 in vico G. Maffei, 18, nei pressi di san Gregorio Armeno. Il festival si articolerà in tre sezioni: la prima, locale, che avrà carattere itinerante tra quartieri e comuni della fascia metropolitana, la seconda, competitiva, che selezionerà e presenterà documentari e fiction e assegnerà tre premi, infine la terza, internazionale, che ospiterà ben 7 Paesi del mondo e vedrà rappresentanti delle società civili di Europa, Africa, Sudamerica e Asia. Al Festival sarà collegato, come ogni anno, un concorso di opere audiovisive di autori italiani e internazionali sul tema della dignità della vita e una sezione speciale dedicata ad opere napoletane dal titolo “Napoli, ieri, oggi e … domani?”.

    Angelo Pagliaro

  369. ANCHE PER LA CASSAZIONE PENALE (SENTENZA DEL 27/9/2010) ESISTONO GRAVI INDIZI DI COLPEVOLEZZA A CARICO DI TUTTI I MEDICI – DIRIGENTE COMPRESO – PER L’APPLICAZIONE DELLE MISURE CAUTELARI.

  370. “Questa non si chiama giustizia”. Intervista a Lucia Uva, sorella di Giuseppe “Pino” Uva
    Francesco “baro” Barilli
    2 novembre 2010
    Varese, 14 giugno 2008. Sono circa le 3 di mattina quando Giuseppe Uva e Alberto Biggiogero vengono fermati, in stato di ebbrezza, dai carabinieri. Portati in caserma, Biggiogero sente le urla dell’amico provenire da un’altra stanza. Alle 5 i militari chiedono l’intervento di un’ambulanza. In ospedale richiedono un TSO e il trasferimento nel reparto psichiatrico, dove il 43enne Uva muore poche ore dopo per arresto cardiaco. Dagli esami tossicologici risultano somministrati farmaci controindicati in caso di assunzione di alcool. Sarebbe questa la causa del decesso, che lascia però aperte alcune domande: in primo luogo se Uva, fra le 3 e le 5 di quella mattina, abbia subito un assurdo pestaggio; in secondo luogo se i traumi eventualmente riportati abbiano contribuito a causarne la morte.
    Su questi aspetti si è concentrata l’attenzione dei familiari, a cominciare dalla sorella Lucia, che non ha risparmiato critiche all’indirizzo dei pm titolari dell’inchiesta. Infatti, da quanto apprendiamo dal quotidiano La Provincia di Varese, la Procura sembra avere un orientamento diverso: i pm sono convinti che la sola causa della morte sarebbe da ricercarsi nella colpa di due medici, ossia nell’incauta somministrazione del tranquillante che avrebbe provocato l’arresto cardiaco. Sarà il giudice a stabilire, nell’udienza fissata al prossimo 1 dicembre, in merito al rinvio a giudizio, ma le premesse fanno supporre che il procedimento sarà incentrato solo sui due medici, inquadrando la morte di Giuseppe Uva in un “normale” caso di “malasanità”.
    Ciò nonostante, quella di “Pino” Uva è innanzitutto la storia di un uomo affidato alle mani dello Stato (nel suo caso prima ai carabinieri, poi a una struttura sanitaria) e riconsegnato morto ai propri familiari. Conseguentemente è un caso in cui, indipendentemente dall’accertamento di responsabilità penali, è legittimo attendersi risposte dallo Stato, contrassegnate dalla massima trasparenza. Tutte considerazioni che portano ad accostare la vicenda, pur con i necessari distinguo, a fatti più noti all’opinione pubblica (Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi, per citare i due più significativi) in cui, al contrario, la trasparenza non ha contraddistinto l’azione dello Stato.
    Di tutto questo parliamo con Lucia, sorella di Pino.

    Tu quando e come hai saputo della morte di Giuseppe?

    Quella mattina ero partita in vacanza con mia figlia Angela e i miei nipotini. Alle 7:15 ricevo una telefonata da mia sorella Mara: mi dice che Pino si trova in ospedale, mi racconta che lo avevano portato lì i carabinieri perché prima lo avevano fermato ubriaco, e poi l’avevano accompagnato nel reparto psichiatrico in quanto “sragionava”. Ho risposto a Mara di andare subito in ospedale per vedere cosa stava succedendo e di farmi sapere…
    Dopo, ricordo tante telefonate. All’inizio Mara mi ha tranquillizzata: “Lucia, stai tranquilla, Pino sta dormendo. Se senti come russa, sembrano mesi che non dorme!… Ci hanno detto di non svegliarlo e di ritornare oggi pomeriggio alle 3”. Tutto questo verso le 10:00, ero appena arrivata al casello di Senigallia; poi alle 11:10 mi ha chiamato mio figlio Alessandro: “mamma, zia Carmela ti ha cercato… Zio Pino è morto…”. Non potevo crederci, pensavo a uno scherzo e gli ho riattaccato il telefono in faccia. Subito dopo ho richiamato Mara che, piangendo, mi ha confermato la notizia. Alle 15:45 eravamo in obitorio.

    Una volta giunta all’ospedale, hai potuto parlare solo con i medici, oppure sei riuscita a chiedere spiegazioni anche ai carabinieri che avevano arrestato Giuseppe?

    A dire il vero con i medici non ho parlato, lo avevano già fatto le mie sorelle. Io alle 17 sono andata al posto di polizia del pronto soccorso, ma loro non sapevano nulla della morte di mio fratello, non erano stati avvertiti. Non sapevano neanche che era stato fatto un ricovero coatto, un Tso, con Pino accompagnato lì dagli agenti. So che l’ispettore Talotta ha fatto subito delle telefonate per avvertire il Magistrato di turno, che quella notte era Agostino Abate. Purtroppo da quel momento il dottor Abate non ha ancora fatto chiarezza sulla morte di Pino, a mio avviso.

    Quale è stata la prima versione ufficiale?

    Ci hanno detto che aveva avuto un arresto cardiaco, un infarto: questo è quanto ci hanno detto, tutto qui. Poi sono spariti tutti, non si è fatto trovare più nessuno…

    So che quando hai visto il corpo hai avuto subito molti dubbi su quella versione…

    Sì, quando l’ho visto Pino era irriconoscibile: pieno di botte, il corpo tutto viola, con escoriazioni su entrambe le gambe, la mano destra aveva una nocca enorme… Poi ricordo le sue costole, sul lato sinistro, che sporgevano fuori in modo innaturale. Il suo corpo era privo delle mutande, ma aveva invece un pannolone: quando gliel’ho tolto era sporco di sangue, i testicoli erano viola… Quel corpo me lo sono guardato tutto; non era quello di uno che poteva essersi prodotto le lesioni da solo (ti ricordo che si parlò molto di suoi gesti autolesionisti, per giustificare le ferite): si vedeva che quelle erano botte date di santa ragione… E poi dovrebbero spiegarmi come può riuscire uno a conciarsi così da solo, proprio mentre è controllato da tanti uomini in divisa. Mi sembra una ricostruzione priva di logica…

    Cosa ti ha raccontato Alberto Biggiogero, circa quella notte?

    Mi ha detto che quella sera lui e Pino avevano bevuto un pò ed erano in giro a festeggiare. Aveva vinto la Nazionale, e loro due, per gioco, stavano transennando la via Dandolo (il giorno dopo era la festa delle ciliegie). A un certo punto è arrivata una macchina dei carabinieri. Uno di questi conosceva Pino: mentre lo inseguiva gli ha urlato qualcosa tipo “Uva, proprio te cercavo stasera!”. Dopo pochi minuti sono arrivate due vetture della polizia e tutti insieme sono andati in caserma; Alberto viene fatto entrare in una delle volanti della polizia, mentre fanno salire Pino nell’auto dei carabinieri. Dentro la caserma i due amici restano separati; Alberto è in una stanza, controllato a vista dagli agenti, e sente Giuseppe, in un’altra stanza, urlare “basta, basta”. A un certo punto Alberto riesce ad approfittare della momentanea assenza degli agenti e chiama il 118 per chiedere aiuto, ma subito dopo i carabinieri hanno minimizzato al personale del 118 quanto stava accadendo (“sono solo due ubriachi…”) e poi hanno tolto il cellulare ad Alberto…

    Tramite il tuo avvocato, Fabio Anselmo, hai prodotto perizie di medici che sostengono la tesi secondo cui la morte fu causata non da errori medici (o almeno non solo da quelli), ma dai traumi che Pino avrebbe subito nelle ore precedenti il decesso. Cosa pensi della decisione del gup di non includere nel fascicolo quelle perizie?

    Non posso accettare questa ricostruzione. Non è solo colpa dei medici, mi sembra una versione utile solo a nascondere la verità. A mio avviso il PM Abate ha voluto proteggere i carabinieri. Una cosa è certa: dopo 30 mesi non mi hanno ancora dato risposte. Cosa ci faceva Pino in caserma con 10 uomini in divisa? Perché aveva i pantaloni sporchi di sangue, dietro e davanti al cavallo? Perché era senza slip, e dove sono finiti? Perché il magistrato non ha fatto analizzare i pantaloni?
    Nel “caso Uva” mi sembra abbiano fatto di tutto per nascondere quanto successo. Questa non si chiama Giustizia…

    Qualora la magistratura confermasse la decisione di incentrare il processo solo sulla responsabilità dei medici, quali sarebbero i passi successivi che la vostra famiglia intende intraprendere?

    Posso solo dirti che andremo avanti nell’impegno di scoprire la verità. Lo dobbiamo a Pino. Sicuramente in questa battaglia ci aiuterà Fabio, il nostro avvocato.

    C’è un momento in cui hai deciso di far diventare pubblica la tua ricerca di verità?

    Sì… Una sera stavo seguendo un servizio sul processo per l’uccisione di Federico Aldrovandi. Rimasi sconvolta, perché sentivo le versioni dei poliziotti: erano le stesse cattiverie e falsità che avevo sentito dire su mio fratello. Le solite cose: le lesioni alle vittime attribuite ad autolesionismo, insinuazioni sul loro stile di vita (il tossico, l’ubriacone…), la negazione dell’evidenza…
    La mattina dopo chiamai Lino, il papà del povero Federico, gli dissi che anch’io stavo vivendo una tragedia come la loro, gli raccontai la mia storia e chiesi consiglio su cosa potevo fare. Mi rispose di cercare di farmi ascoltare dai giornalisti della mia città, di chiamare Beppe Grillo, di non arrendermi… Poi ricordo una domenica, quando sentii la vicenda di Stefano Cucchi: il lunedì chiamai Rita Cucchi e anche a lei dissi che stavo vivendo lo stesso dolore. Pure lei mi disse “devi denunciare, non dobbiamo arrenderci!”. E così ho ricominciato da capo la mia battaglia.
    Sono andata a Ferrara da Fabio Anselmo (che era già l’avvocato delle famiglie Cucchi e Aldrovandi). Lui, dopo aver visto i pochi fogli del fascicolo su mio fratello, si è impegnato subito per fare ripartire le indagini: dopo 24 mesi in cui non era stato fatto quasi niente, lui in pochi mesi è riuscito a smuovere quei PM dal loro torpore. Devo un grosso grazie a lui e anche, voglio ricordarlo, a Luigi Manconi.
    Ora vediamo cosa succederà… Io dico solo che mio fratello, come tutte le altre “vittime di stato”, merita giustizia. E ti dirò che, secondo me, non è solo una questione di giustizia, ma di dignità: una dignità che va restituita a Pino e a tutti quelli come lui, prima ammazzati e poi ricoperti di fango…

    Francesco “baro” Barilli

  371. MAYDAY, aiutatemi per piacere, firmate la petizione che trovate nel link http://www.petizionionline.it/petizione/fermiamo-la-psicopolizia-/2909, inserito anche nel commento del video caricato in Youtube, intitolato “MAYDAY! Psichiatra si presta alla Mafia-Massoneria giudiziaria di Pistoia

    “. Non voglio fare la fine che ha fatto il povero Mastrogiovanni.
    vds anche i video: Atto di terrorismo della mafia-massoneria giudiziaria di PT
    http://www.youtube.com/v/tOz-OJN81bw e video Salone della Giustizia 2009:
    Per vedere il video nel quale discuto con alcuni componenti del C.S.M. nel Salone della Giustizia del 2009, dovete cliccare su questo link http://video.salonedellagiustizia.it/ e poi andare a Org.: CSM (part 1), e andare al minuto 36
    Vi prego di diffondere quanto mi sta capitando perché è l’unica salvezza per me. Grazie.

  372. Ciao Francesco Buon 2011 a te e tutti , grazie per la comprensione sulla logica del vivente, credo sia proprio così considerato che a volte ho avuto un’eccessiva dose di diffidenza prendendo così un po’ di distanza dalla realtà degli avvenimenti ,che invece esige sempre calma e raziocinio.

  373. Nell’ottobre 2009, è morto un ragazzo romeno di 24 anni, Sorin Calin, nella caserma dei Carabinieri di Montecatini Terme (PT), Il ragazzo è stato ammanettato e arrestato perché ha dato fastidio alla sua ex ragazza e le ha preso il cellulare. Secondo la versione dei militari, giunti in caserma, il ragazzo ubriaco ha picchiato la testa contro le pareti e porte ed hanno dovuto chiamare il 118. Gli è stato somministrato un calmante ed è stato messo a dormire, senza portarlo all’ospedale. Dopo alcune ore, hanno cercato di svegliarlo, ma si è addormentato per sempre.
    La Procura della Repubblica di Pistoia, PM, dott. Ornella Galeotti, ha fatto archiviare il caso perché non ha riscontrato alcuna anomalia essendo stata rispettata la procedura.
    Secondo l’articolo del quotidiano La Nazione, gli analisi avrebbero confermato che il ragazzo sarebbe stato anche drogato.
    Sarebbe da domandare, se il ragazzo è stato affidato alla custodia degli agenti questi perché non hanno ostacolato che potesse autolesionarsi? Se era ubriaco e drogato perché non è stato accertato prima se fosse in condizioni di assumere altre sostanze? Perché non è stato portato in ospedale? Perché non hanno permesso al suo cugino di vedere il corpo?
    Della morte di questo ragazzo non si parla mai, forse perché è un romeno.
    Anche a me è stato tentato un TSO, il 14.12.2010, e vi assicuro che in un attimo sono stata ammanettata con le mani indietro e mi è stata tagliata la manica della maglia senza che mi fossi accorta, e sono stata stesa per terra, senza poter porre alcuna resistenza. E non ero ubriaca, figuriamoci un ubriaco-drogato e ammanettato come poteva far resistenza a diversi militari? Io mi sono salvata perché è arrivato un mio amico all’improvviso e non hanno più avuto il coraggio di somministrarmi la puntura. Giunta all’ospedale ammanettata, proprio da ultima delinquente (a fedina penale pulita), il psichiatra ha riscontrato che non avevo bisogno del TSO e mi ha rilasciata anche senza assunzione di psicofarmaci. Se mio amico fosse arrivato con un solo minuto di ritardo, io sarei arrivata in ospedale già in TSO e ci sarei dovuta rimanere per una settimane senza che ne avesi avuto bisogno.
    Il 15 novembre 2010, il psichiatra dott. Giovanni Carlesi ha effettuato una pseudo perizia, senza visitarmi e ha diagnosticato che, almeno da 20 anni, sono incapace di intendere e volere a. 100%, delirante, querulomane, aggressiva molto pericolosa alla società e la mia situazione è talmente grave che un caso così non aveva mai incontrato nella sua prassi.

  374. Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni

    Aversa, 14 e 15 gennaio 2011

    Il Presidente del Tribunale di Vallo della Lucania nell’udienza del 22 dicembre 2010 ha dichiarato formalmente aperto il dibattimento del processo penale contro 18 persone tra medici e infermieri del reparto di psichiatria del locale ospedale pubblico per la morte di Francesco Mastrogiovanni. Si apre così uno squarcio su una realtà finora inimmaginabile e coperta da un’inaccettabile omertà a fronte di episodi drammatici che la morte e il caso di Francesco Mastrogiovanni, avvenuta il 4 agosto ‘09, sta facendo emergere.
    Anche questa morte stava passando inosservata se sui segni riscontrati sul suo corpo non si fosse posato l’occhio attento di familiari, del medico legale dr. Adamo Maiese e la solerzia investigativa del P.M. Francesco Rotondo, che tempestivamente ha sottoposto a sequestro il sistema di videosorveglianza del reparto di psichiatria.
    La Procura di Vallo, grazie al video, ha potuto così stabilire i primi elementi, difficilmente controvertibili e del tutto oggettivi – in quanto comprovati dalla videoregistrazione installata nel reparto – che hanno smentito senza ombra di dubbio quanto affermato o scritto dagli indagati e dalle prime dichiarazioni dell’ASL ex SA3. Elementi confermati dal Tribunale del Riesame di Salerno e in ultimo dalla stessa Cassazione.
    Il prof. Franco Mastrogiovanni, ”il maestro più alto del mondo” per i suoi piccoli alunni, arrivato già sedato in reparto il 31 luglio 2009, dopo mangiato, anzi prima che avesse finito del tutto il suo tranquillo pasto, è stato di nuovo sedato e appena addormentato è stato legato a tutti e 4 gli arti e mai più slegato senza che la contenzione risultasse in cartella, senza essere più accudito e monitorato senza né cibo né acqua per 4 giorni consecutivi lasciato così fino alla morte per sopraggiunto edema polmonare.

    Una morte atroce inflitta a una persona sedata e tranquilla, una vera e propria tortura, come attestano i segni sul suo corpo, inaccettabile. E si fa fatica a pensare che questo sia potuto succedere dopo l’abolizione dei manicomi lager, in questo inizio di secolo di questo nuovo millennio: non prima di Basaglia, non nel medioevo ma oggi!

    Il Comitato ha presentato anche un dettagliato ed articolato esposto sulle modalità e motivazioni dello stesso TSO eseguito, a nostro parere, in maniera illegittima ed arbitraria, su ordinanza dell’allora sindaco di Pollica Angelo Vassallo, a sua volta vittima di morte violenta, per mano e motivazioni ancora ignote, il 5 settembre 2010.

    Anche se sarà il processo a stabilire e individuare le responsabilità dei vari imputati e della stessa ASL, che pur costituitasi parte civile, è stata chiamata a risponderne dai familiari, il Comitato si augura ed auspica che le Istituzioni fin da subito traggano le dovute e doverose conseguenze da questo caso, mentre ci lasciano ancora insoddisfatti il lavoro svolto in merito della commissione Marino, che sul caso ha sentito il solo dr Pizza, e non anche familiari e lo stesso comitato; e ancor più la risposta del Ministro Fazio alle interrogazioni proposte all’attenzione del governo che non tiene conto di quanto finora acquisito e che ha fatto parlare di orrore alla stessa Cassazione che sulla base delle immagini video e altri elementi acquisiti e agli atti ha parlato di ‘sistema’.

    E’ per questo che il comitato chiede verità e giustizia, perché Franco la possa avere almeno da morto e la sua morte possa servire a che ciò non accada di nuovo e ad altri ancora. E nessuna omertà, nessun silenzio potranno mai coprire fatti e responsabilità che devono essere chiarite fino in fondo perché il rispetto della persona, della sua dignità e della sua vita come bene supremo della persona stessa, soprattutto se affidata alle cure dello stato, non può venire mai meno: è da questo rispetto, di questi diritti inviolabili della persona e delle persone più bisognose e indifese che si misura la maturità e la civiltà di una società e di un popolo.

    Ed è per questo che siamo qui con voi, uniti da una comune volontà e battaglia per espellere la barbarie da luoghi che devono essere di cura,recupero, salute e benessere, dalle nostre vite quotidiane e dal tessuto della nostra convivenza civile.

  375. Da Umanità Nova
    Caso Mastrogiovanni: importante incontro, ad Aversa, tra Ignazio Marino e il Comitato
    Il 14 e 15 gennaio 2011, si è svolto ad Aversa (CE), presso il Castello Aragonese, il VI forum della salute mentale. I lavori, ai quali hanno partecipato rappresentanti di numerose associazioni, dei Comitati, delle Leghe delle cooperative sociali e dei sindacati hanno avuto la finalità di individuare delle strategie e delle pratiche efficaci per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, e di intravedere il ruolo che i dipartimenti di salute mentale possono e devono volgere al loro posto. A margine dei lavori, il Presidente del Comitato verità e giustizia per Franco….e mai più!, Prof. Giuseppe Tarallo, ha incontrato il senatore Ignazio Marino (Presidente della Commissione Permanente d’Inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale) al quale ha consegnato il video dell’orrore nel quale sono riprese le torture e le vessazioni alle quali è stato sottoposto l’insegnante anarchico, dal giorno del ricovero al suo decesso avvenuto, nell’abbandono totale, il 4 agosto 2009, e una corposa documentazione. Nella due giorni campana sono state numerose le testimonianze dei sofferenti psichici che vedono nella chiusura degli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) un primo passo verso la creazione di strutture di prevenzione e di accoglienza degne di questo nome. Il senatore Ignazio Marino, intervistato dalle tv locali, si è detto “fiducioso per la chiusura dei sei OPG ancora in funzione in Italia e ha dichiarato che nelle visite a sorpresa, effettuate nell’ultimo anno in varie località italiane, ha trovato condizioni disumane nel trattamento degli internati”. Dagli incontri istituzionali alle manifestazioni in tutta Italia, il Comitato per Franco non ha lasciato nulla di intentato al fine di divulgare un caso drammatico quanto incomprensibile, per certi aspetti unico al mondo, accaduto in una struttura pubblica. La prossima udienza, di un processo che si prevede molto impegnativo, si terrà il 22 Marzo 2011 alle ore 9,30 presso Tribunale di Vallo della Lucania. All’esterno del Tribunale si terrà un sit-in, promosso dai compagni e dagli amici del maestro cilentano, per non dimenticare e per chiedere che venga fatta giustizia.

    Angelo Pagliaro

  376. Grazie Angelo, come sempre.

    Immagino ti faccia piacere sapere che i “materiali” di questo “thread-archivio” stanno facendo da mesi il giro del mondo.

    Ciao, un abbraccio.

    fm

  377. Un luogo libero per un dibattito, a volte difficile, ma per questo vero.
    Grazie a te per lo spazio e l’opportunità offerta.
    Salute a tutti e libertà per chi lotta sapendo di non averla….
    angelo

  378. Il nome di Francesco Mastrogiovanni nel documento congressuale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’italia.

    “Documento politico-programmatico per il 15° Congresso Nazionale dell’ANPI
    ………
    No alla tortura
    …Come molti partigiani furono vittime di atroci torture durante la Resistenza, oggi ci ritroviamo ad assistere ad una recrudescenza della violenza della polizia e dei carabinieri. I casi più recenti di Stefano Cucchi  sul cui corpo sono stati fatti maltrattamenti terribili, di Federico Aldovrandi pestato a morte in piena strada, di Francesco Mastrogiovanni morto in un letto di contenzione dopo un TSO ne sono prova. Dobbiamo iniziare una vasta campagna per l’introduzione del reato di tortura, ricordando anche che l’Italia è sotto accusa da parte della commissione europea per la prevenzione della tortura.

  379. Comitato verità e giustizia per Francesco Mastrogiovanni.

    Martedì 5 Aprile 2011 …presso il Tribunale di Vallo della Lucania (SA), dopo alcuni mesi di sospensione, nuova udienza del processo contro gli imputati dei delitti commessi a danno di Franco (6 medici per sequestro di persona, morte derivante da sequestro di persona e falso ideologico e 12 infermieri per sequestro di persona e morte derivante da sequestro di persona).
    Noi ci saremo per continuare a chiedere giustizia!
    Non dimenticheremo mai quello che è stato fatto!

  380. COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER FRANCESCO MASTROGIOVANNI
    c/o Vincenzo Serra – 84078 Vallo della Lucania (SA) – Via A. Rubino, 177

    COMUNICATO STAMPA DEL 5 APRILE 2011

    Vallo della Lucania (SA), 5 Aprile 2011

    Alle ore 14 di oggi presso il Palazzo di Giustizia di Vallo della Lucania, con la presenza della Presidente del Tribunale, D.ssa Elisabetta Garzo, è ripreso il processo che vede imputati sei medici e dodici infermieri per la morte di Francesco Mastrogiovanni avvenuta durante la notte del 4 Agosto 2009 presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale civile di Vallo della Lucania.
    Secondo le risultanze dell’esame autoptico effettuato dal medico legale Dr. Adamo Maiese e dallo psichiatra Dr. Giuseppe Ortano, Francesco è morto per edema polmonare causato da circa quattro giorni di contenzione videoripresa dal circuito intermo di videosorveglianza del reparto.

    Numerose persone hanno assistito all’udienza; oltre a parenti ed amici , sono stati presenti membri del Comitato del posto e anche provenienti da altre parti d’Italia.
    Prima i legali delle parti civili e poi i difensori degli imputati hanno presentato le rispettive liste testimoniali. Non sono mancati momenti di tensione quando l’Avv. Caterina Mastrogiovanni – legale dei familiari di Francesco – ha definito elenchi telefonici le liste testimoniali presentate dagli avvocati degli imputati per via dell’indicazione di centinaia di persone come testi a favore di alcuni imputati (ovviamente a puro scopo dilatorio)..
    Circa il video che è stato determinante per il rinvio a giudizio dei medici e degli infermieri del reparto, le posizioni processuali prospettate, oltre a vedere una netta divergenza tra l’accusa (che ne chiede l’ingresso nel processo) e la difesa che invece ne invoca l’esclusione, anche tra gli stessi difensori degli imputati non vi è stata una convergenza di vedute in quanto alcuni avvocati hanno consegnato al giudice dei CD- ROM con fotogrammi ritenuti favorevoli ai loro assistiti.

    L’avv. Valentina Restaino – che rappresenta una delle associazioni che si sono costituite parti civili (UNASAM) – ha chiesto al Presidente di disporre l’ingresso di tutto il video nel processo e non solo di parte dello stesso perché soltanto con la visione di tutto il video in udienza il processo può assolvere alla sua funzione che è quella di accertare la verità. .

    Nel processo l’ASL di Salerno è presente nella duplice veste di parte civile contro gli imputati e di responsabile civile chiamato in giudizio dai familiari della vittima.

    Per Sabatino Catapano – artista salernitano presente all’udienza – alle prossime udienze bisogna far partecipare un pubblico sempre più numeroso perché in Italia in questi ultimi anni ci sono state troppe vittime presso le strutture psichiatriche e che il processo che si svolge a Vallo della Lucania è molto importante perché in futuro non succedano più casi del genere.

    I membri del Comitato verità e giustizia per Franco -. Presieduto dal prof. Giuseppe Tarallo –annunciano che, nei prossimi giorni, daranno luogo ad iniziative pubbliche per sensibilizzare l’opinione pubblica perché ritengono che i fatti che hanno portato alla morte di Francesco abbiano una rilevanza che trascende il caso singolo.
    La prossima udienza avrà luogo il 19 aprile p.v. alle ore 14,00.
    Per il Comitato
    prof. Giuseppe Tarallo

    Sito web http://www.giustiziaperfranco.it
    e-mail info@giustiziaperfranco.it
    cell 339 6290870

  381. Al comitato “Giustizia e Verità per Mastrogiovanni” il quale chiede, giustamente, non vendetta bensì giustizia per la morte del compianto Franco che, a soli 58 anni, dopo aver vissuto una vita fatta di angherìe, è stato mandato, come si dice dalle nostre parti, ingiustamente a “fare terra” vorrei far pervenire un mio messaggio.
    Sono pienamente d’accordo con voi quando chiedete a gran voce che non abbiano più a ripetersi episodi del genere così come quando chiedete che paghino coloro i quali, volontariamente o involontariamente, hanno provocato la morte di Franco oppure non hanno fatto in modo da evitarla.
    Però ritengo doveroso far pervenire la mia voce a sostegno di uno dei sei medici indagati e che, personalmente, ritengo ingiustamente sul banco degli imputati.
    Premetto che sono un ingegnere che lavora per una grande azienda nel campo della produzione dell’energia elettrica e che, per comportamenti scorretti da parte di alcuni dirigenti della azienda in cui lavoro (credo che si sia capito che sto parlando di Mobbing), mi sono ritrovato, mio malgrado, a ricorrere a cure psichiatriche c/o UOSM dell’Asl/SA per “disturbi psichici causati da costrittività organizzativa” dove ho avuto la grande fortuna di incontrare un professionista serio, preparato , umano e, soprattutto, molto legato ai pazienti che ha in cura.
    Parlo del dott. Rocco Barone il quale mi tiene in cura da circa due anni prima a Vallo della Lucania e poi a Salerno con il quale ho avuto modo di constatare che, a differenza di tanti “luminari” presenti nei ns ospedali, non è affatto venale tant’è che sono sempre stato visitato e curato solo ed esclusivamente in ospedale presentando l’impegnativa del mio Medico di Base ed effettuando il pagamento del ticket. Non ha mai minimamente accennato all’opportunità di fare qualche visita nel suo studio privato, dove esercita la professione libera, nonostante sappia che guadagno “abbastanza bene”. Nelle visite è sempre molto scrupoloso, attento a tutto ciò che gli riferisco e, grazie a lui, dopo circa nove mesi che sono stato a casa in malattia (si tenga conto che quando l’ho incontrato la prima volta ero, come si dice in gergo, “sull’orlo del baratro”) ho potuto riprendere a lavorare e, soprattutto, a godermi nuovamente mia moglie e la gioia della mia vita ovvero i miei due figli adolescenti.
    Non auguro a nessuno di vivere quello ho vissuto io e che continuo a subire da dei bastardi che si fanno chiamare “manager” ma se, malauguratamente, dovesse succedere auguro di cuore di avere la fortuna di incontrare professionisti come il dott. Barone. Dopo circa due anni di cure e visite con cadenza mensile, grazie al dott. Barone sono stato messo nelle condizioni di continuare a vivere e, soprattutto, ho ritrovato la forza per cercare di far valere le mie ragioni a livello legale.
    Nelle visite specialistiche ambulatoriali cui vengo sottoposto con cadenza mensile c/o il dott. Barone, quello che ho potuto constatare è che, sempre, chiede delle pause di quarti d’ora per recarsi in reparto per “andare a vedere i suoi pazienti” di cui ha a cuore la loro salute.
    Pertanto, con questa mia, volevo esprimervi il mio sostegno alla vostra iniziativa facendo però presente che almeno uno dei medici indagati sta ingiustamente subendo una gogna mediatica e, poiché trattasi di un vero “signore” (Barone di nome e di fatto), non lo merita affatto.
    Chiudo invocando giustizia per Franco perché è giusto che debba riposare in pace ma, attenzione, a non “sporcare” quelle poche mosche bianche che ci offre la Sanità Pubblica.
    Angelo Giudice

  382. I medici accorti e responsabili non dovrebbero essere delle mosche bianche, dovrebbero tutti fare il loro lavoro rispettando la dignità dei pazienti, per questo vengono pagati profumatamente, si avvalgono della collaborazione di infermieri professionali, di assistenti e di tante figure professionali alle quali basterebbe dire solo quello che devono fare a seconda dei casi. Gentile sig. Giudice veda il video dell’orrore e poi tragga le sue conclusioni……e se quell’uomo fosse stato suo figlio?

    I migliori auguri di pace e giustizia

  383. La dott.ssa Andrea Berzlanovich, medico legale austriaco, ha evidenziato che in 32 su 37 dei casi presi in esame la contenzione è risultata la causa scatenante del decesso.

    “Soprattutto le contenzioni meccaniche tramite cinghie sono note nella letteratura scientifica per le considerevoli conseguenze negative che esse comportano.

    In presenza di questo tipo di contenzione meccanica si osserva in genere un
    peggioramento dei disturbi psichici quali turbe comportamentali, come pure un
    aumento delle lesioni di grave entità dovute a cadute.

    Altre possibili conseguenze somatiche, spesso citate nella letteratura, sono stress, trombosi, embolie, contusioni, lesioni ai nervi, ischemie, e perfino strozzature e morte improvvisa per sincope cardiaca. Come ha sottolineato la dott.ssa Andrea Berzlanovich, medico legale austriaco, nella sua relazione su Todesfälle durch mechanische Fixierung (Decessi dovuti a contenzione meccanica tramite cinghie), presentata a un simposio berlinese sulla riduzione delle contenzioni meccaniche nell’ottobre 2009 – una indagine medico-legale di lungo periodo svolta a Monaco di Baviera sui decessi di persone che, al momento della morte, erano contenute tramite cinghie –, ha evidenziato che in 32 su 37 dei casi presi in esame la contenzione è risultata la causa scatenante del decesso.

    È quindi evidente che ci si debba interrogare a fondo se un rimedio che
    può avere siffatte conseguenze sia compatibile con la dignità umana.”

    Fai clic per accedere a lauer.pdf

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