domani
seminerò risvegli
nelle vostre anime
fanciulli
sarò il maestro di grazia
che insegna il fare
lieve del ciliegio
mentre s’imbeve di orizzonte
Roberta Borsani, Testi inediti (2009)
[Qui altri testi poetici presenti nel blog]
mi è nata stanotte una bambina d’edera
mi è nata stanotte una bambina d’edera
il suo vagito ha chiuso
la porta di un sogno che grondava
al risveglio
era primavera
e le gazze erano blu come l’oceano
foglioline nate da un’ora
stringevano la pioggia
fra tenere gengive
e non c’era verbo che non fosse
d’acqua mista a cellule
non c’era verbo che non desse
zucchero e fibre
la mia bambina intanto era
cresciuta era fioraia
dava viole e semi d’erbe nuove
da mettere a giacere sotto l’ala
nebbiosa della terra
*
nasturzi
questi che ti dono
vengono su dall’inferno
con la sola spinta del soffio
(qualcuno ha impastato
le bocche di cerbero
e loro son passati)
ma quando giungono in alto
non sono meno
del dio che li ha pensati
*
slegate i sogni
slegate i sogni
ho l’anima labile
vado come Cristo sull’acqua
sono il pescatore di perle
che la risacca
fece sordo per sempre
sono il muto
che il dito punta alla luna
ma il cuore a brandelli lo invita
a dire cose dell’origine
e il muto sordo smania
gli occhi
si stacca dalla faccia
unica
gli resta la visione
del Signore sull’acqua
*
sciolgo
sciolgo
sotto la lingua
granuli d’alba
domani
seminerò risvegli
nelle vostre anime
fanciulli
sarò il maestro di grazia
che insegna il fare
lieve del ciliegio
mentre s’imbeve di orizzonte
e
traspare
miracolosamente
nel fiore
e nelle sue parvenze
più fresco
più incerto del mare
*
convegno
la luna è solo un petalo
offre la gola al prato
d’erba straniera
il cielo
ovunque
senti crescere uno sguardo
che immortala:
dio è qui per te stanotte
riceve alle tre in punto i sognatori
nella tana segreta
del fagiano dorato
*
Il mare è stato qui
Il mare è stato qui
e ha impresso sigilli animali dentro la roccia
l’ha fatto con tutto l’amore tutta la cura
dei vecchi: spine di pesce e gusci
imbiancati, mute cordate
sui crinali del tempo
erano allora le bestie dell’acqua
molto meno intelligenti
il Verbo stava tutto fra le stelle e
passava come un nastro da un luogo
all’altro seminando ossigeno
l’uomo e la donna ancora erano in forse:
se ne parlava a bassa voce e solamente
tra parenti stretti
Dio non voleva che la nuova si spargesse
aveva già un nemico e più di un invidioso
guardava di traverso malignava tralignava
anche fra gli angeli
*
notte
notte
il silenzio sfila
dromedari in lente processioni
scortano il latte delle femmine
l’innocenza è liquida
impregna le anime porose
dei grandi peccatori della notte
e non c’è (non c’è non c’è)
altra salvezza
*
alba
alba
vagolo nell’abbondanza
gradinate di manna
dispiegano
la sola immensa rampa
grondando il fresco
nome del dio
*
è un pensiero
è un pensiero
l’uomo col cane nella nebbia
falcia con l’ombra un fieno
d’avena gelato
bacia sulla bocca la paura
sfila coi denti il pezzo
di mela avvelenato
e lo dà agli inferi
– e invece
io credo nell’eternità
del viaggio – dice il cane –
io credo
in transustanziazioni di sangue
d’ortica e di pane
ma voi non ditelo all’uomo
e al suo domandare sagace
che insidia le semplici menti
tacete!
lui sempre
mastica parole più lievi
di questo regno d’acqua che s’aggruma
lui brancola nella memoria
bianca di un’origine
che il cane non rammenta (e forse
per questo sta in pace)
non fosse l’umida
mandorla dell’occhio piena
della pena dell’uomo.
*
la morta si è destata con la sete
la morta si è destata con la sete
non piove da secoli sulla sua polvere
si scuote di dosso le uova di ragno:
dove prima era il sonno
è pieno di angoli che si stirano
adesso lo sa:
lei morta risorgerà
da una molecola d’acqua tagliata
a metà
verrà il grido dell’ariete
***
Immagini riflesse allo specchio e specchianti a loro volta, queste poesie di
Roberta Borsani. Rifrangono la luce del sogno e del reale…”Ci conducono a un luogo” immaginario e sfiorano la vita e la morte, il sorriso e le spine…ricoprendoli di petali-parole che formano corolle di luce.
Che incanto!
Rosaria Di Donato
Cara Roberta, leggo questi tuoi, delicatamente acuminati, nuovi versi, dove vita e morte perdono ogni loro confine, dove l’erba e la luna delle fiabe si innestano nel dolore dell’esserci, dello stare in mezzo, fra l’una e l’altra, giacere insonni e insieme sognanti come bisce che fiutano l’acqua degli stagni. Ti leggo, con sorpresa e convinzione, e qui ti abbraccio. Fabio
“domani
seminerò risvegli
nelle vostre anime
fanciulli
sarò il maestro di grazia
che insegna il fare
lieve del ciliegio”
Intense queste poesie. Complimenti. Un saluto
molto intense, complimenti.
V.
Grazie amici
per le parole intense e preziose, in cui leggo il desiderio raro (sempre più raro, considerata la volgarità del tempo in cui ci troviamo a vivere) di valorizzare l’espressione poetica altrui. Una cosa che sanno fare ancora i poeti. Di alcun di voi conosco la bellezza e la profondità dei versi anche grazie al bellissimo blog di Francesco, al quale va tutta la mia gratitudine.
Un abbraccio
roberta b.
ecco la meraviglia del web: scoprire, in un sabato grigio con nuvole che promettono pioggia, la grazia leggera di una poetessa che non conoscevo, che racconta la vita come fosse una fiaba. e questo mi toglie di dosso un po’ della malinconia dei miei giorni. Blumy
Ecco, è davvero la meraviglia che prende nel leggere queste poesie delicate e intense. Già dal titolo s’indovina la grazia.
Pensa bene, questa poeta, e sa “fare” poesia, personalissima e davvero davvero bella.
Complimenti all’autrice e a Francesco che sa scovare queste perle
ciao
liliana
luminescente Grazia
Grazie a tutti per i commenti. E grazie a Roberta per essere qui con i suoi testi.
Capita raramente di “sentire” già al primo impatto, attraversando la traccia di una sequenza di testi, con quanta e quale innata disposizione e naturale capacità di scrittura il poeta sia stato capace di trasformare, come in questo caso, il senso e il suono di una profonda partitura allegorica in un reticolo di immagini cantabili, percorribili e decodificabili anche da un bambino. E senza che nulla risenta, o si perda, del/nel “passaggio”: né l’architettura complessiva di pensiero che presiede all’atto, né la forma in cui il verso realizza la sua natura di trasparenza e le ragioni della sua assoluta, necessaria leggibilità. Qui succede: ogni sovrastruttura cede, lasciando tutto lo spazio della pagina al segno dove l’occhio e la visione che abbraccia sono uno.
fm
molto belle
bravissima roberta
c.
grazie a tutti voi,
mi commuove e un po’ mi sorprende sentirvi tanto vicini.
E anche la tua lettura, Francesco, mi lascia stupita perchè afferra così intimamente la natura della mia ispirazione.
Ciao,
un abbraccio
roberta
Grazie, Roberta.
La fruizione della poesia è direttamente proporzionale alla capacità di ascolto da cui siamo abitati. E quest’ultima passa, inevitabilmente, attraverso il riconoscimento di un testo per “quello che è necessariamente”, nella sua esistenza qui e ora in quella forma, non per quello che dice, o che vorrei dicesse, in relazione a scelte e opzioni che sono e rimangono esterne alla natura profonda di quell’irripetibile corpo di parole.
Ciao, un abbraccio a te e un saluto a tutti gli intervenuti.
fm
davvero intense ed alte – complimenti
“la morta si è svegliata con la sete” , una circolarità d’abbraccio totale
una lettura, quella di Roberta Borsani, prima che una scrittura. Leggere è toccare, giungere, nel senso anche di collegare, in più luoghi e tra-tenerli in sé. Trovare un segno che si distingua e proporlo alla lettura di altri è alquanto difficle, poiché in natura il mondo si ri-produce e si ricrea ad ogni visione moltiplicando le distanze, facendone specchi dietro cui non c’è che un’ombra.
ho salvato i testi qui proposti per rileggerli ancora. Grazie a Roberta e a Francesco per farsi tramite. fernanda