ESPRESSIONE
[(Sono parentesi tonda
all’espressione quadra
Agra sosta muta
alle cause dell’ora
Arco inclinato e volubile
dove curva il senso omesso
Come un astratto afflato
mi ripiega su se stesso
Flessa sulla soglia austera
di una modalità retta
resto china sul confine
di un solido senso netto
Ripiego il mio miraggio
su un raggio verticale
ma il tratto del mio fluire
più di tanto non sale
Ho solo pause mute
alle cifre della catena
e piegata su me stessa
alla cornice do la schiena
Potenza di un’incognita
fuori dal mio anfratto
mai cesso di contare
in segno misto e fratto
I numeri che il caso
illogico ci addice
stimano il mio valore
sulla calcolatrice
Segno oscillante
di una moltiplicazione
che comunque darà uno 0
al risultato dell’espressione)]
IL BACIO DI AMORE E PSICHE
I fiati affilati di guglie
ascendono a liriche soglie
Di voglie in faville riarsi
in umidi morsi sparsi
catena di gocce scioglie
in punte di rocce le braci
E tace nell’elica dei baci
la voce in nodi tra i sensi
che in brividi di marmo densi
scende sui palmi tesi
pallidi di soffitti stesi
in bianchi affreschi immensi
SCOLPIRE L’ARIA
Trattenni tutta d’un fiato
l’estasi di quel momento
Poi te la soffiai addosso
sul corpo nudo
E tu mi dicesti
che sapevo scolpire l’aria
(a mia madre)
Se per un momento
ti vidi vera
oltre i petali
il polline
segreto
nascosto nel cuore
di una bocca che tace
sfiorita
della tua essenza
partecipai
nell’assenza dei miei sensi.
Del tuo vibrato colore
colsi la sfumatura più intensa
quando eri bianca
non già di notte vestita
ma tramontata
luna
mattiniera
che hai il nome
madre
di tutti i tuoi figli
piena
ABITO
Un nudo di donna
Per vestire un uomo
-
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-
-
- Da “
Alfabeti”
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-
-
-
CONCORDI IN CORDE
Concordi in corde confluire
creando costellazioni celesti
confermando congiunzioni connaturate
Crepare di capricci di carne
cancellando concetti consueti
di città cariate
e cariatidi di chiese
Cogitabondi coincidere
cotrapponendo carteggi costernati
Carezzandoci corretti
costeggiando
corridoi e corsie corrotte
Cantando in curve
complici in complotti
curvare capi corteggiandoci
Confusi congegni concatenati
cresciuti in corse controvento
conturbati
culminando curvi in culle di cute
Con coraggio
comprendiamo
comprensibili compromessi
Curiamo
componetrarsi di complessi
concependo concerti complicati
Confortandoci nel confondere confini di conflitti
contempliamo contorni
congedandoci casti
Cavalchiamo clessidre
chiare calamite
di un caos
corto
DIVA
Diva/ che dormi discinta/ dimenati docile/ divarica il derma/ denudati desta/ dardeggia desueta/ dipingiti donna/ distesa su un drappo/ diventa declivio/dirupo/ e decolla/ diabolica e diafana/ divora i miei dubbi/ dammi una dose d’amore dissolto/ distilla il diluvio/ disarma il mio dogma divino/ dilegua il discorso/ duella col dramma./ Se la direzione/ è un decreto dettato/ da un despota duro/ un divieto in divisa/ discorde al disarmo/ che danaro distratto dissipa a dado/ divora il desco con dente di drago./ Domanda dolente/ al deserto/ un detrito di duna/ a dispetto digiuna/ disposta al dolore/ al duello/ a disfatta/ al delirio/ al destino/a un dissenso disperato/ e duetta con Dio/ dissacrandolo/ daccapo/ Diva…
TU
Tu / tacito tabù
trionfo triste su un tramonto tremante/travolgente, trasparente./Sulla terra il tintinnio dei tuoi tacchi/il trucco tenue sulla tela.
Tu/ tenero timore
ti tengo in tasca il tempo di un tango/tentennando tasto il terreno/ tento la terna e trovo il tredici.
Tu/ tète-à-tète
torre tornita il tuo tronco in tempesta/ tempestato di turgidi terrazzi/nel talamo tagliente/un turbinio trascendente di trame./Ti tolgo la tonaca/ti tocco il torace tondo/e trovo il topos della Terra tutta./
Tu / teoria, terapia.
Tesi di un trattato tratteggiato e trasposto/trasfigurato dal turista di un tuo tragitto/trasportato in un testa-coda /al traguardo trasognato
Tu / ti telefono:
TU- TU- TU- TU…
SALMO DEL SESSO
Sporgo scalza sullo sfondo della scena,
scomponendomi simmetrica
al suo sguardo screziato di scarlatto.
Sosto spontanea
spogliandomi sferica della sottana,
sognando sodalizi soavi
e stasi simultanee.
Sfoggio scabrose sembianze
di strega salvifica.
Sortilegio,
stacco alla straziante sinfonia
dello struggente senno.
Supina
sussurro sottovoce
la semplice sequenza di sillabe
smarrita sulla scia dei sensi:
“Si!”
Lo scalpello sbuccia la scultura
schiudendo il sigillo
nella suadente sintesi
e io mi specchio nella somma dei simboli.
Strido subendo sublimi slanci
sensibili alle mie spine.
Scacco!
Soccombo superba,
sbronza.
Svengo,
stanca e sazia
scissa solamente dal sogno
sfumato nel sudore smaliziato.
VENTICINQUE (natale)
Vendono il vagito di un ventre vergine
che in un viaggio verticale
violando il vacuo
veniva a verità
vendicando vasti vuoti
Nella vigilia vernale
fra le vili voglie di vischio
il volgo volge il volto al vizio
nelle vetrine vanitose
verniciate di verde e vermiglio
Vacilla il verbo
sul versante delle vittime
Viviamo in voragini vistose
al veleno di vipera
Senza vergogna
vendiamo la virtù
Vendono il vagito di un ventre vergine
Voulez vous?
BATTITO DI BRACE
Burbero bussasti al bulbo di bellezza
belva boriosa, barando alla bisca
Bianca di brividi brilla la bambola
bellico briglie e bastoni brandisce.
Barda di barbaro barrica al bivio
bacia la bocca beata e benigna
Battito in bilico brucia alla branda
biblica biscia bisbiglia alla bolgia
Buca il brigante bramoso la buccia
batte il bolero ballando bizzoso
Beve bagnato il bersaglio alla breccia:
brucia di brace bollata la bozza
francesca è dotata di una raffinata scrittura poetica in cui il suo umanesimo profondo trova vie immaginifiche al fare poetrico, sono felice di averle dedicato una imago per il suo “ABITO”…
erremme
Una riverenza a Francesco, innanzitutto, la cui magnanimità ha permesso che mie “tracce” restassero in questa splendida Dimora. Poggio i miei piedini, leggera leggera, là dove ci sono le orme di individualità che hanno peso massimo ed enorme spessore, pur essendo estremamente sottili. Non potrei essere più onorata. Grazie ancora Francesco… E resto china.
Roberto: a te, alla tua imago e immaginazione
DISEGNO
Ed emergo
da dietro l’apparenza della facciata
riflessa in un tuo carattere
specchiata in un tuo profilo
incorniciata dalle tue speculazioni
disegnata ad arte senza una regola
compresa in quel tuo spazio
autentico
senza tono
e nella tua tonalità
ad immagine della tua immaginazione
che ritratta ogni volta il disegno
di un quadro generico
che da sola non reggerei
Qui c’è una veste di suono (dove nel disegno di Erremme “un nudo di donna per vestire un uomo”)
che non è parentesi che chiude, ma tramite d’esistenza, lunghezza d’onda per quella “Potenza di un’incognita” che la parola incarna.
Così anche il battito concorde delle lettere (“alfabeti”), veste i versi con una sequenza di tasselli che si trasmettono l’uno all’altro, variando nella vibrazione. Se vuoi la sensazione è quella di un vestito fatto a scaglie di xilofono iridescenti che lasciano intravedere ciò che sotto va mutando.
Ciao!
Che bello trovare Francesca qui, in questa splendida casa!
La sua poesia trova la giusta risonanza, in un luogo che accoglie l’espressione poetica e le dà il giusto risalto.
Mi piace molto il commento di Margherita e lo condivido perché scintillante delle stesse considerazioni che avrei fatto io e che lei ha fatto molto meglio.
Grazie dunque a Francesca, al caro Ospite, e ai commentatori.
cristina
Tu-Tu-Tu …TU sei proprio una splendida donna, Francesca, e la scrittura ti è specchio.
Un abbraccio di cuore
Grazie a te, Francesca, a chi ha lasciato le sue impressioni e ai tanti che stanno leggendo i tuoi testi.
@ Roberto: se mi fai avere una copia di “Abito” (che non ho potuto riprodurre direttamente) la inserisco nel corpo del post.
Un saluto a tutti.
fm
cara Francesca, i tuoi versi sono densi e particolari – fiori che da chiusi si vedono sbocciare davanti agli occhi – sembrano segreti e rivelano un’elegante semplicità – acrobazie intime – scritte in modo ritmico, fino a sentirne una musica –
complimenti!
grazie! e un bacio –
ciao!
setteanelli
@ Margherita: ti ringrazio molto per il tuo commento, così appassionato e suggestivo.
La veste di suono, musica, vibrazioni, è forse un’eredità trasmessami da quelli che considero i miei due Maestri e Mentori, nonchè Amici di cuore e penna, in quella che fu l’auletta anarchica universitaria di Balbi 4: Bob Quadrelli, musicista dei Sensasciou, premio Tenco ’97 e Marino Ramingo Giusti, autore di Frigidaire, cantautore e molto altro ancora.
Io devo tutto a loro e alla loro arte.
@ Cristina: la tua presenza fra i commentatori mi lusinga alquanto, essendo tu così soave al verso e dotata. Grazie!
@ Rina: TUM TUM – TUM TUM : cuore che batte per un commento di cuore
@ Setteanelli: che sorpresa che mi hai fatto! Non una, ma sette gioie. Grazie anche a te! baci
A Francesco
DONO DI STELLA CADENTE
Cadono –
in luminoso dono
Un tuffo come un alto di co/meta
-Cadenti e lucide-
Potrebbero essere
Di gioia / le lacrime
Se fosse come pioggia a ciel sereno
O notte illuminata da presenza
Per abbondanza di sufficienza
O abbandono al Caso
Senza smania…
…Stella…
in un firmamento
Che ruota (!)
A nome Tuo .
belle!
Grazie,
Carmelo,
per l’apprezzamento.
Il tuo sguardo favorevole mi ha risollevato in un periodo di crisi.
sai scolpire l’aria, simile a una dea
Massimo,
ora che sei anche tu qui, ospite nella Dimora,
l’aria è ancora più gentile e profuma di spezia rara.
ammirare l’acrobata passo dopo passo, lassù, salvarsi con lui quando non cade
(grazie)
Stefano,
ho un acrobata nel cassetto…
Lo spolvero per te e la tua gentilezza. Grazie!
In bilico fedele di dubbio
persuaso all’instabile asse
su un fievole centro volubile
costante a un provvisorio certo
attendo l’inatteso imprevisto
sul perno di un binario effimero
retto da un principio mutevole
accolgo insospettato l’inaspettabile
flessibile a un reale fittizio
predisposto a un autentico artefatto
tenace ad un saldo variabile
sostenuto da un occulto manifesto
………..
Svengo,
stanca e sazia
scissa solamente dal sogno
…….
molto piaciute!….
maurizio
(…)Satellite sono
scorza sciolta
Sonora e suadente
Ruoto silente e sapida
Scalza spicco il salto
scandendo suoni soavi
Sola a stringere schizzi
Su spartiti di sensi sazi
da “Sonora”
Grazie anche a te, maurizio.
scusate, ma non ho ancora cliccato sull’opzione di avviso via e-mail di nuovi commenti sul post, e, per farlo, devo lasciare una mia traccia qui.
nella dimora, ogni post resta aperto perpetuamente, come un fore a cui, privo della corruzione, è negato appassire, ed è stata una stupenda sorpresa per me trovare a distanza di tempo nuovi commenti al mio lavoro. un dono.
lascio qualche verso, anzi, l’ultima mia.
come ringraziamento a lettori, commentatori e ,ancora, a francesco.
saluti a tutti!
accade che il buio scolora
a sciami di corda
vibrando d’accento cromato
s’esegue il riflesso-
sull’iride curva la luce s’apprende in pigmenti
che a macchia d’insetto
trafiggono il nero
per dare contorno tarlato all’oggetto
e appare la luna
Francesca
scolpire l’aria, e una volta fatto quello, la strada è libera :)
Grazie Daniele!
per aver fatto entrare l’aria tua in questo respiro :)
lascio qui il link al dipinto di roberto matarazzo che corredava i miei versi ” un nudo di donna per vestire un uomo” (abito), in quanto il collegamento al blog splinder non è più valido.
ancora grazie infinite a roberto ed alla sua arte, che spero possa essere ammirata dal pubblico.
e grazie infinite a francesco.