Η ποίηση: μια μορφή αντίστασης
Ευχαριστώ Eυαγγελία Πολύμου
και Σωτήρης Παστάκας
Fosca Massucco
Alberto Mori
“Il genio dell’uomo è foggiare
rotonde balle di fieno
immote in una laguna
d’erba disseccata.
La perfezione di dio
è disporre sopra due corvi.”
Qualcosa di imperfetto che giunge e raggiunge mentre il tempo si restringe e bisogna farsi trovare pronti… Dio ha inviato il segno. Due corvi.
Alla fine dell’insonnia è necessaria una trasformazione.
Una trasfigurazione.
«Non ho tempo»
Sul progetto e sulla completezza
Parlando o scrivendo una lettera a qualcuno, non dire
spesso e senza una ragione stringente ‘Non ho tempo’.
Marco Aurelio
Jorge Luis Borges
I Teologi
Devastato il giardino, profanati i calici e gli altari, gli unni entrarono a cavallo nella biblioteca nel monastero e lacerarono i libri incomprensibili, li oltraggiarono e li dettero alle fiamme, temendo forse che le pagine accogliessero bestemmie contro il loro dio, che era una scimitarra di ferro. Bruciarono palinsesti e codici, ma nel cuore del rogo, tra la cenere, rimase quasi intatto il libro dodicesimo della Civitas Dei, dove si narra che Platone insegnò in Atene che, alla fine dei secoli, tutte le cose riacquisteranno il loro stato anteriore ed egli, in Atene, davanti allo stesso uditorio, insegnerà nuovamente tale dottrina. Continua a leggere I teologi
Il divenire di un’alba
Ci sono spettacoli della natura silenziosi e minimi, privi di effetti strabilianti, pacati e leggeri da passare per ovvi e irrilevanti. Ci sono poi osservatori attenti e frugali che assimilano quegli spettacoli come facendo finta di impossessarsene voracemente, lasciando agli occhi il compito di ispezionarli nella loro completezza e al respiro e al pensiero di stabilire una comunicazione, un bisogno di compiutezza.
Alfonso Gatto (1909-76) scrisse questa poesia nella raccolta La memoria felice (1937-39):
Tutto intorno c’è l’umido
senza braccia né corpo.
I compagni di Klein
I corpi in visita. La domenica di fine luglio porta queste due intelligenze da piazza delle Erbe all’ingresso colonnato del Ducale. C’è la possibilità che lui tenga in tasca le mutandine di lei. Con quella leggerezza sociale che nessuno conosce e celebra, se non nelle altitudini marziane. Forse per quel giorno i marziani veri, carnali e mentali, siamo noi. Reduci dalle bevande estive, dentro un caldo che scricchiola, e in scompartimenti in cui nessuno entra. Ma che chiunque può vedere. Continua a leggere I compagni di Klein
Caos inesistente
(una storia vera)
9 – 7 – 28. Ho 46 anni. 3 – 15 – 29. Mi chiamo Ian. 4 – 12 – 51. Ho 46 anni, vivo a Torino da pochi mesi. Volete controllare la mia carta d’identità? Sono di origine rumena. 5 – 67 – 82. Come vivo? Sono attore di strada, falsario, collezionista. Di cosa mi sospettate? Perché avete bussato con tanta violenza alla mia porta? Per le mie casse di libri? Ho cominciato a collezionare libri per caso. Prima per colore; poi per argomento; poi per titoli. È stato semplice, naturale. Ho cominciato a tenere un diario, dove descrivevo con attenzione le posizioni in cui li avevo collocati. Continua a leggere Caos inesistente
Nìkos Alèxis Aslànoglou
Νίκος Αλέξης Ασλάνογλου
Nasce a Salonicco nel 1931. Nell’adolescenza, adotta lo pseudonimo Alèxis del protagonista di “Umiliati e offesi” di Dostoevskij. Dopo gli studi di filologia francese all’università della sua città, divenne condirettore dell’industria tessile del padre, che fallì dopo pochi anni. Partì da Salonicco per continuare i propri studi universitari al Cairo e ad Aix-en-Provence. Svolse molti lavori: bibliotecario, insegnante di lingue straniere e come consulente tecnico nel settore edile. Nel 1980 si stabilì ad Atene, dove è morto nel 1996. Ha scritto soprattutto poesia, pubblicando nove raccolte dal 1954 al 1991, un romanzo e alcuni lavori per il teatro, come sceneggiatore.
Nìkos Alèxis Aslànoglou
Antologia poetica
Cura e traduzione di Massimiliano Damaggio
Il 15 ottobre 1987, veniva assassinato Thomas Isidore Noël Sankara, più conosciuto come Thomas Sankara. Egli fu presidente dell’Alto Volta, un piccolo paese dell’Africa occidentale che ribattezzò Burkina Faso ovvero “la terra degli uomini integri”. Oggi il mondo ricorda un uomo integro morto per avere voluto dare dignità al suo popolo e liberare il continente africano dei suoi sfruttatori. Il Che Guevara africano come fu sopranominato diceva: “Per l’imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità”.
Nell’ultimo libro di Francesco Marotta “Esilio di voce”, Smasher 2011, risalta, immediato, il forte motivo della scrittura ingaggiante con la realtà una lotta per l’egemonia, poiché si direbbe che il senso appartenga soltanto alla scrittura, a una realtà artificiata, dunque. Innanzitutto è una scrittura che s’accampa su qualsiasi superficie: pelle, occhi, carne e si appropria di vocaboli che appartengono alla natura: argine, margine, sentiero, pietra, acqua, cielo. Ma soglie, ombra, specchio in qualche modo ne fanno echeggiare come un falsetto la nuda sostanza, pura inconsistenza, denunciandone la falsa legittimità ad accamparsi in vece del reale. Già in difficoltà, il linguaggio viene aggredito dal poeta che ne mostra con grande tensione le lacune, le fallacie, gli scarti dal senso comune in agguato. Torsioni imposte al linguaggio non ottengono che di mettere in nuce fatiche, eccedenze, discordanze e, forse, un’offerta di silenzio. Ma anche il silenzio, come pausa in ovattata neve, pur se “accordo muto”, non è che misero traguardo. La guerra non vede una sola battaglia, ma molteplici vittorie e sconfitte. Continua a leggere “Esilio di voce” nella lettura di Rosa Pierno
Daniele Ventre
Vincenzo Sparagna
Francesca Canobbio
Il romanzo della parola esplosa e ricomposta
La poesia di Francesca Canobbio, nel panorama della lirica di questi anni, segue un percorso specifico, alquanto composito e diversificato, in cui però si possono cogliere alcune tendenze di fondo, che la raccolta Asfaltorosa compendia nella loro apparente eterogeneità e nella loro unità sostanziale.
Il topo sognatore
e altri animali
(esercizi di paezoologia)
Sono un ragno, mi chiamo Domenico. Vivo dentro una damigiana in una vecchia casa abbandonata. Vicino alla damigiana c’è un materasso tutto pieno di muffa e poi una sedia rotta. Io sono un ragno disoccupato. Faccio ogni giorno la mia tela, ma mosche non se ne vedono. Sono molto dimagrito, sembro un filo della mia tela.
L’arte del monologo
Diciamo la verità: un drammaturgo ricorre al monologo quando non sa come procedere nell’azione e quindi nella stesura di una commedia o di un dramma. Il monologo teatrale spezza appunto l’azione, alterandone la continuità spazio-temporale e rimodulandone l’impianto drammaturgico. Sorprende e talora sconcerta scoprire all’interno di una sequenza drammatica questa sorta di “fermo-storia”, quest’interruzione nel flusso narrativo di una vicenda. Continua a leggere L’arte del monologo
CARNET DE LA LANGUE-ESPACE
Un sito dedicato all’opera di Yves Bergeret.
“Tout espace est une élaboration humaine, même le désert apparemment le moins habité.
Car des hommes et des femmes y vivent, y ont vécu, y vivront, y passent, y ont passé, y passeront, donnant à tout venant les traces sereines ou inquiètes de leur vie et de leur passage, les signes simples ou complexes, profanes ou sacrés, de leur pensée et de leur destin: l’espace est de la langue.” […]
(Dalla Presentazione…)
L’homme inadéquat
Poème sicilien de février 2011
[L’uomo inadeguato
Poema siciliano del febbraio 2011]
Quaderni delle Officine
XXXIV. Ottobre 2013
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Del pensare ossessivo (2005, 2013)
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