Il vincolo
Come un bambino la parola nasce e non è sola. Nasce da un essere umano, ma non nasce una volta sola. Nasce continuamente, muore continuamente, per questo il mondo non le apparterrà mai. Per questo il mondo non avrà mai una parola definitiva.
La parola esce dalle labbra in stato d’emergenza. E’ un movimento d’uscita, sì – va verso il fuori, venendo da dentro. Coincide col movimento del ritorno e dell’addio. E più la parola è poetica – cioè più autenticamente politica -, più stretta è la porta da cui riesce a passare. Stretto è il passaggio da cui esce la parola, stretta è la parola finché qualcuno non la spalanca in chiacchiera.
La parola non nasce libera, viene al mondo in un vincolo, e sì, la vita della parola è il movimento di liberazione da quel vincolo. Come il primo respiro, come quando la testa esce dall’acqua e incontra un volto, la terra: fuori!… qui si nasce! Qui si afferma un distacco: movimento di liberazione dal chiuso, dalle cose come stanno, dalla insopportabile oscurità del più luminoso pensiero. (pag. 47)
Ida Travi
Poetica del basso continuo
La scrittura, la voce, le immagini
Bergamo, Moretti & Vitali Editori
“Le forme dell’immaginario”, 2015
L’ha ribloggato su trattiessenziali.
L’ha ribloggato su letteraturanecessaria.
L’ha ribloggato su Manifesto Webe ha commentato:
Partenza riflessiva interessante
buonasera, ciao caro Francesco. Allora hai ricevuto il libro?
Io l’ho postato sul mio profilo FB. Che bella, il linguaggio è tutto ciò che esprime la nostra crescita ed è un argomento che mi interessa molto da vicino. Stupenda Ida Travi
“Più la parola è poetica – cioè più autenticamente politica.” Essenziale
Politica come movimento di liberazione da un vincolo e voce di altri, voce di popolo.
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