Nanni Cagnone è uno di quei rari che si sottraggono a qualunque categorizzazione, ma che incarnano l’idea, platonica vorrei dire, del Poeta, non solo perché scrivono versi – sempre, anche quando in versi non scrivono, anche quando pensano, parlano, tacciono, vivono, respirano – ma perché consacrano la vita a dare forma, e rendere quale dono, a una visione nuova del mondo, frutto di una ricerca che mai si interrompe, che è esplorazione e sperimentazione di ogni possibilità, di ogni strumento, mezzo e tecnica che parola e speculazione offrono. E lo fanno da innamorati dell’ignoto. Seguendo, come unica guida, il proprio dàimon. Perché questa è la loro natura.
Grazie, per me un onore essere qui.
Grazie a lei per questo gran bel lavoro. Aspettiamo il seguito.
M.S.
Grazie davvero.
Ottimo saggio, Francesca, su un poeta che merita da sempre la massima attenzione critica, come conferma la sua costante presenza nella Dimora.
Grazie infinite Marco. Nanni è un’inesauribile foresta amazzonica.