Quattro testi
(dicembre 2017)
non c’è mai stato l’angelo nuovo nella stanza “del bambino”;
non c’è una lacrimetta per il piccolo:
questo è piano. Ma regge ancora un’altra luce
ed invade la stanza “del bambino” e la pioggia
violenta fa cadere scaglie bianche
del colore e gli anni sono lunghi a questa stanza
“del bambino”.
The End grandissima ha flauto, corde, una
voce, un uomo. L’arte è sterminare lo sterminio.
Tutta la casa ha solo 9 gradi, sempre luce, niente figli.
*
se è severamente è ad occhi chiusi, dai e dai –
una violenza. Un vaso che si tocca, un premio
come la buona bocca. E non
togliere la vita. E dov’è il figlio? Ma il figlio è già
un tributo; è vostro; è nelle opere. Un dumpster diver
che si atteggia a divo – e lo sarà – non è poco: ma è
povero, sfuggente.
*
la Pace viene dopo molto
amore morto poi vivo. vuoi lapidare il tuo nemico qui
o te? oppure fuggi te e il nemico e
la piazza delle macchine di Natale. Sono
quasi nel nido, vivo: allora il vino è
chi è gloria al freddo contro l’ansia grossa, la Pace
è questa offesa alla castità.
*
c’è una cinghia selvaggia
e avvelena la vita
così la testa grida
“voi mi piacete” come l’aria
e questo diario orale segna
l’oltraggio precisamente, il giorno 24 dicembre.
io amo quest’uomo