canterò le stelle,
conterò le stalle;
conterà lo stile,
canterà la stele.
Certi pensieri un po’ così
*
la libertà
è quando
il cuore è la prigione;
quando volo,
rido,
piango,
nasco e muoio,
senza una ragione.
è quando,
non si può dire,
lo so.
- *
c’è un cuore
in fondo a un fiore
che succhia l’acqua
e la trasforma
in sangue
che chiede
nel deserto
se s’ama o
se non s’ama
- *
fuori,
la notte tace;
sola,
qualche luce canta,
con il vento,
sulle foglie.
il mare,
è tutto da rifare,
dice.
*
granellino,
fratellino mio,
di sabbia,
a che serviamo,
noi,
se non odiamo
il mare,
se non ci arroventiamo,
per tanto poca
rabbia?
- *
la nebbia,
bagnata,
sul mare;
palazzi specchiati
a rovescio:
l’amore,
contrario,
e il vento,
si nutre d’angoscia.
- *
vorrei morire,
un giorno,
per amore,
un giorno,
per amare;
un giorno,
per andare,
un altro,
per tornare.
*
mezza luna
bianca
e mezza
nera;
il cielo
l’abbraccia
tutt’e due.
intera.
sembra una milonguera.
- *
m’addormento
e ti sogno;
e mi segno
i segni di
tutto il tormento,
in un solo momento.
e se non ci riesco,
rifaccio il disegno,
fino a che sogno.
- *
più che
partire,
sparire,
morire,
mi sarebbe piaciuto
non aver
mai potuto
venire.
*
sarà cosi,
la mia ultima
notte,
la mia prima
morte:
che non mi piegherà
l’amore,
che non mi piegherà
il dolore.
- *
questo viale,
per me,
lo si
fa correndo
e dimenticando;
o, forse,
lento,
per assaporare il pianto
del tormento.
del mare,
del tramonto.
- *
che peso,
la sera
leggera,
tra l’abbraccio
di braccia pesanti,
luminose,
di ghiaccio,
e uno straccio di vita,
che spera.
*
c’è un muro
di pietre.
a volte,
di vetro,
di gomma o di specchio,
quando sei vecchio,
in fondo
alla strada;
la stessa che hai perso.
- *
canterò
le stelle,
conterò
le stalle;
conterà
lo stile,
canterà
la stele.
- *
non ti curar
del mare,
non ti crucciar
pei monti;
non tremerà
la terra,
amore,
se amor tu ruberai,
senza pudore.
*
sento un lamento
nel vento.
odo lodi
nell’odio.
vedo il velo
su labbra,
pesare;
e la notte
negli occhi.
- *
la follia
di urlare
tra la folla
pare il silenzio
del folle
chiuso in una stanza
vivo
senza speranza.
- *
che colore
ha il cuore
che muore
di dolore?
sarà d’oro
sarà avorio
sarà
ma non lo so
il colore
del dolore
che muore
per un cuore
*
è stata,
la scintilla,
urlò il fuoco,
per uscir fuori
dal giogo;
la colpa
non è mia,
se il vento,
gli sguardi verso il mare
non si sanno amare.
- *
marinaio,
soldato solitario,
che peschi
la bottiglia,
senz’aver
mai male al cuore:
speri sia quello tuo,
quello del primo ardore.
- *
non c’è
la luna,
stasera;
o,forse,
è azzurra e,
adesso,
è nera.
forse,
è solo triste
oppure non esiste
o al buio
non resiste.
- *
chiedi,
sempre,
perché,
figlia mia;
non avrai risposte,
ma non avrai rimpianti,
in questa strada,
senza viandanti.
senza tormenti.
L’ha ribloggato su SESTOSENSOPOESIA feliceserino's blog.
grazie, signore norise. fatevi un buon anno.
un inizio anno nel segno della naïveté
La parola che vive da sé, non come veicolo di significati. Mi piacciono molto. Viva Santiago (chiunque sia).
Grazie, ma “Santiago”, cioè il sottoscritto, Mario Santoro, non è l’autore di questi testi, che sono opera del Contadino della sua terra.
M.S.
Santiagoro, complimenti.
tanti a uguri a tuttu quanti!