Che la poesia, nel farsi pensiero sulla cosa, possa farsi anche la cosa stessa appare la sfida che la parola di Giorgiomaria Cornelio scelga e accetti di mettere in scena. Un pensiero che si compatti in una specie di calco, ma che coltivi al suo interno lo spazio per il dissesto e la cura di un soffio aurorale. Una cosa che mostri, nell’innesco di strappi e incrinature, il suo stesso sorgere archetipo, mitico, ontologico. Una parola che arda, in un magma che tuttavia non divampi né consumi la materia del suo dire, il cui grado di incandescenza venga mantenuto in allerta, limpido e infuocato, “sul crinale / tra il chiarore e l’ustione”. […] (Laura Caccia)
Giorgiomaria Cornelio
La promessa focaia
Riflessione critica di Laura Caccia
Verona, Anterem/Cierre Grafica
“Opera Prima”, 2019
le opere di Giorgio, ( col quale mi complimento e che saluto carissimamente ), comprese quelle fotografiche – che ho avuto l’ onore di incrociare sul mio cammino ‘ virtuale ‘ in rete precedono una schiusa consapevole, uno sdoganarsi dagli ormeggi paludati ritrovatisi egli addosso, nolente, dolente. questa la mia personalissima visione/sensazione. Egli partorisce la sua assenza in formadi architettura alchemica in divenire e lo fa come figlio che va per il mondo del mondo al mondo e non desidera voltarsi indietro. Cosa del Mondo. c’è molta forza ancora in fasce in questi versi, una forza artistica da corpo_teatro quale è il corpo di Giorgio, forza sovrumana e consapevolmente calibrata dosata seminascosta nella sua volumetria magmatica.
mi ha interessata molto anche la critica precisa limpida dritta al bersaglio di Laura.
grazie per la condivisione qui e caro saluto a Francesco.
paola
Cara Paola, mi fa veramente piacere risentirti.
Grazie per il commento, di cui condivido l’intenzione e lo spirito: per essere un’opera prima, si tratta di un lavoro notevole.
Ciao, un abbraccio.
fm
grazie a te, caro Francesco.
il mio abbraccio per te.
paola