Alle mura di Pistoia abbeverare gli occhi.
Alle mura di Pistoia chiedere un’aruspicina per un cavallo e un cavaliere.
Sceglie un punto dell’orizzonte e lo congiunge con il proprio corpo: l’immaginaria linea è orizzontale, parallela al suolo.
Sceglie poi un punto nel cielo, diciamo lo zenith e lo congiunge col proprio corpo.
L’immaginaria linea è perpendicolare al suolo.
Il suo corpo è a dorso d’un cavallo, il cavallo è l’intersezione delle due linee che tracciano lo spazio del pensiero.
Il cavallo s’allunga e si torce: il cavaliere pure.
Quell’incrocio di linee invisibili, nodo di vita e di pensiero, cavallo e cavaliere, cielo e terra, prima e dopo, linguaggio del silenzio.
complimenti di cuore a Fiammetta e ad Antonio, poeta-critico come pochi…
Buongiorno, cara Lucetta; perdonami, ma non ho capito il senso del tuo commento…
Lucetta si è proprio sbagliata di commento e ti sorride. Un caro saluto a te, Elma e Giulia, “nell’incrocio di linee invisibili”. Marco