A immagine dell’uomo


“Je lève une goutte de rosée comme une larme de la terre
et je regarde mon propre visage”

                                  Bruno Durocher

              Il braccio dell’uomo

                            (Mauthausen 1939 – 1945)

 

Ogni giorno il mio corpo diventa immenso come l’universo
e io sono a un passo dalla tristezza più profonda
affamato di vita e di pane
ricoperto dalla morte e dall’incubo
bevo l’odore del forno crematorio come una goccia d’acqua
……viva

.

tocco la verità della vita e dell’ombra

.

e quando la mia ombra muore
quando cerco un foglio di carta in fondo ai miei occhi
sollevo con le mie braccia la montagna di pietre
e risuono
come una fetta di pane
nell’oscurità della notte

.

perché la notte è come l’attesa della fame
e della paura
perché il giorno è come un bubbone purulento
e la vista è smarrita in una realtà più orribile del terrore notturno

.

già mille volte hanno bruciato il mio scheletro
ma continuando a vivere divento spietato
sono il guardiano l’assassino e il prigioniero
la terra preme sopra il mio fiato
con un desiderio simile a un’abitudine insensata
io esisto

 

*

 

L’odore della morte mi toglie il respiro
mi trovo al centro di un paesaggio fatto di frammenti allucinati
i miei occhi fissano lo sguardo sul grido inudibile della mia
……bocca
bisogna rassegnarsi a morire
soltanto la preghiera separa questo mondo dall’altro
i giorni somigliano a una ruota assetata di sangue
che getta nella gola del fuoco scheletri vestiti solo di pelle

.

il segno dell’alleanza grida la paura del mio corpo

.

la vita è fragile in quest’universo dove la violenza schiaccia la
……debolezza
la cantilena dei giorni modula la paura in mille accenti
e trascina la mia esistenza sulla ghiaia piena di escrementi

 

*

 

E’ il giorno dei cambiamenti e dei destini indecifrabili
la mia testa brucia tra le mani smunte come una fiamma
il mondo è un folle delirio nelle tenebre
il sogno e la pena sbriciolati in parole sparse ovunque
e quando la voglia di un corpo estraneo penetra i sensi
il desiderio avvampa e fa male
nel vuoto il vento accende la sua canzone

.

O Eterno, concedimi la calma delle stelle immutabili e la loro
……saggezza
fa che io sia forte di silenzio
che con la mano armata di luce
prenda il mio posto fra le ombre di mezzanotte
e dimentichi i miei occhi

 

***

 

              Resurrezione

                            (1945 – 1947)

 

Lascio questa testimonianza della mia giovinezza trafitta
……dall’angoscia e alla fine giustiziata
nella camera di tortura della storia
la morte visitava la mia visione
tutti i miei sono sepolti nelle sabbie della bufera
mia madre le mie zie i miei zii le mie sorelle e i miei fratelli sono
……tutti morti
sulla montagna del castigo
il grande guerriero teutonico avanzava e uccideva
la mia paura aveva gli occhi sgranati di follia
il mio popolo pagava il suo tributo secolare all’opera di Dio
tutto un mondo moriva
era la fine
era la fine del mondo

.

E quando il mondo fu consumato
quando mi ritrovai solo sulle macerie
senza la forza di fare la scelta e andarmene verso la terra di
……Abramo Isacco e Giacobbe
la lingua polacca che era stata la lingua della mia infanzia e della
……mia giovinezza agonizzava in me
il mio popolo morto non parlava più
il suo unico linguaggio era il silenzio dell’Eternità erano i miei
……singhiozzi
la mia città natale era diventata un cimitero senza tombe
dove le ombre raccontano ancora la storia di un popolo che fu
……e non è più

.

Chi sono io per continuare a vivere dopo la scomparsa dei miei
il mondo tenebroso e senza affetti completava la demolizione
……delle mie illusioni
nessun frammento di passato mi dava riparo
la Polonia era morta in me portata via dal ricordo dei miei
……morti
la lingua polacca era morta in me con l’immagine di mia madre
……violentata e assassinata dai compaesani
perché era ebrea mia madre

.

La storia degli uomini volta pagine piene di catastrofi
come se il destino dell’uomo fosse quello di uccidere e soffrire
senza remissione

.

Non permettete ai bambini di sorridere
siamo in lutto
siamo in lutto per gli innumerevoli morti e per la morte della
……speranza
io salvato dalla morte resuscitato miracolato
io il sopravvissuto della fine del mondo
io grido agli uomini:

.

……fermate la vostra corsa
……volgetevi verso l’altro parte della vita
……dove la pace di San Benedetto fosse anche sola esiste

.

Quando il silenzio calò sulle ceneri del mio mondo
ho tastato il mio corpo senza credere che esistesse
era composto di ossa e di pelle come uno scheletro ricoperto
……con un lenzuolo
un fantasma affamato uscito dal fondo dell’incubo
con gli occhi segnati dall’orrore

.

I miei passi si sono mescolati ai passi della folla nella grande
……città sulle rive della Senna
sono stato vestito e nutrito
ho ricominciato a vivere
la parola è di nuovo emersa dal mio spirito
la lingua del mio paese natale vegetava in me come una radice
……malata
come un ricordo che ritornava alla realtà
la metamorfosi fu lenta
ho parlato per molto tempo ancora con i miei morti
il mio passato generava le mie parole
ed eccole riaffiorate alla memoria e rese altre

.

Mi ci vollero tre anni per calpestare le pietre di questa città
tre anni per respirare la polvere di Parigi
per far nascere i miei pensieri in questa lingua
e rendere indipendente la mia parola
liberata dal passato che restava alle mie spalle come un gomitolo
……rappreso di dolore
la forma spaventosa che lo stupore lasciò nel fondo segreto del
……mio sguardo

.

Un giorno ritroverò la mia gente morta sulle rive della vita
io parlo per loro e imprimo il loro grido sulla faccia del mondo
io sono il loro testimone

 

__________________________
Bruno Durocher nasce a Cracovia il 4 maggio 1919 da un’ebrea e un ufficiale austriaco che muore poco dopo la sua nascita. Per proteggerlo, la madre gli dà il nome di Bronisław Kamiński, gli inventa dei nonni appartenenti alla piccola nobiltà polacca e lo affida per l’istruzione alle cure di un convitto di preti cattolici. Scoperta la sua vera origine, a quindici anni abbandona il collegio, conosce il ghetto, frequenta dei rabbini e si appassiona ai testi antichi della sapienza e della mistica ebraica. In seguito studia filosofia all’Università di Cracovia e scrive le sue prime raccolte poetiche che gli valgono negli ambienti letterari l’appellativo di Rimbaud polacco. Diventato comunista e schedato come sovversivo, viene arrestato a Danzica nel 1939 e internato per sei anni, prima a Sachsenausen e poi a Mauthausen. Riuscirà a sopravvivere all’inferno concentrazionario e all’atto della liberazione, il 5 maggio del 1945, viene inviato dalla Croce Rossa polacca in Francia, a Parigi. Qui pubblicherà la sua prima raccolta poetica in francese, Chemin de couleur, che viene accolta molto favorevolmente dai maggiori poeti francesi dell’epoca e gli vale la frequentazione e l’amicizia di poeti, intellettuali ed artisti quali Queneau, Éluard, Char, Cendrars e numerosi altri. Nel 1949 fonda, con Jean Tardieu, Jean Follain e André Frénaud, la rivista Caractères, che l’anno successivo diventerà una piccola casa editrice con lo stesso nome, da lui diretta fino alla morte. Fedele a una poesia che programmaticamente si pone contro le convenzioni e gli statuti tradizionali, nemico giurato di ogni forma di manierismo, Durocher pubblicherà nel corso degli anni il meglio della poesia francese e, di pari passo, avvierà un programma di traduzione delle opere di molti autori fondamentali del panorama internazionale (Elytis, Lorca, Glissant, Guillén, Milosz, Pessoa, Rilke, Ritsos, Séféris, tanto per citarne qualcuno). I libri usciranno in edizioni molto curate, accompagnate quasi sempre da illustrazioni di pittori e artisti tra i maggiori del secolo (Arp, Masson, Picasso e Picabia, tra gli altri). Muore a Parigi il 9 luglio 1996. Il corpus delle sue opere, di cui sette in polacco, comprendente dieci raccolte di poesie in francese, cinque romanzi, due opere teatrali, saggi e scritti vari, è stato pubblicato integralmente in quattro volumi dalla casa editrice da lui fondata, per le cure della moglie, Nicole Gdalia, poeta e scrittrice a sua volta, che la dirige dopo la sua morte.

I testi qui presentati, Le Bras de l’Homme (Mauthausen 1939-1945) e Résurrection (1945-1947), sono tratti da Á l’image de l’homme, primo volume (Poèsie) delle opere complete, Paris, Éditions Caractères, 2012.

L’immagine di apertura dell’articolo è un ritratto dell’autore realizzato da Hilda van Norden per la copertina dell’opera di Durocher Dans la nuit la lumière del 1997.

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3 pensieri riguardo “A immagine dell’uomo”

  1. «  […] L’homme émerge de l’animal. La conscience émerge de l’homme. Chemin difficile et compliqué. Tumulte et désordre.
    S’arracher de cette obscurité, de cette confusion douloureuse. Ouvrir les portes de la lumière. Remonter du fond de là malédiction à la clarté où résonne la bénédiction de l’Eternel. L’Ancien des anciens est là. Le géniteur est là. Il attend notre retour.
    Retour. Arrivée. La lumière est grande. Tu n’es plus toi. Tu es tout. Tout es Lui, omniprésent, universel. Tu es le monde entier. Il n’y a rien qui est en dehors de toi. Le mal et le bien n’existent pas. Rien que l’existence illimitée. C’est toi. Tu es arrivé dans ta maison. « 

    Un saluto all’amato poeta e uno specialissimo grazie al caro Marotta per averlo qui pubblicato e tradotto.

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