Non passerà molto tempo che alla frequentazione dell’ambiente letterario parigino [sott. Georges Perros] preferirà la compagnia dei pescatori bretoni, decidendo nel 1958 di vivere il resto della vita, con la compagna Tania e i figli, a Douarnenez, nel Finistère, terra di esilio volontario dove realizzerà anche fisicamente la marginalità della sua scrittura. Incapace, per sua stessa ammissione, di compiere un lavoro di revisione dei suoi scritti e, allo stesso tempo, disinteressato all’eventuale dignità letteraria della sua opera, soltanto nel 1960, grazie all’insistenza di Jean Paulhan, si deciderà a pubblicare il primo volume di Papiers collés. Nella prefazione a quel volume, prima di definire il carattere e le peculiarità di note e aforismi, l’autore si presenterà al lettore dicendo di sé: “Incallito creatore di note, non posso fare altro che scriverle a margine di quell’immenso libro aperto che è la vita. E cos’è questa vita, se non il testo dell’Altro, così follemente sollecitato.” Continua a leggere Sulle “idee-spiraglio” di Georges Perros