Strada / Linea nel cielo

…………………………………………………Yves Bergeret

…………Route / Ligne dans le ciel
…………..Strada / Linea nel cielo

…………………………………..Tratto da Carnet de la langue-espace.
…………………………………….Traduzione di Francesco Marotta

 

………………………..Route

 

Trois ont bâti une route.
Le terrassement fut difficile et hardi.
Partout le sol fuyait. Tout alentour
des rats rongeaient les racines.
Les brutes stupides démolissent.
Personne ne doit circuler, ajoute le tyran,
il fait détruire le terrassement.
La route s’effondre par le côté,
son revêtement fond dans sa bouche puante.

Les trois reprennent de bâtir la route.
D’abord est très clair très hardi ce qui fait terrassement.
Pas de sol. Seulement les trois voix disant
chantant jusqu’au haut des vents de très haute altitude
où il fait si froid qu’on ne meurt plus.
Le son des trois voix, c’est la route.

Rats, frénésie, meurtriers s’agitent par la plaine.
La route passe bien plus loin, bien plus profond,
bien plus haut, touche par-dessus la mer des nuages
ma montagne blanche où je ne ferme jamais les yeux.

Elle touche par-dessus la mer de poix noire
la deuxième montagne où on quitte sa virginité.

Elle repart et touche par-dessus la tempête de sable
la montagne orange où on invente le fer et le feu.

Trois consolident la route
où vont ceux qui savent porter
d’une humanité à l’autre le fer, le feu,
la conscience et leur enfant aîné
qui s’appelle la parole.

 

………………………..Strada

 

In tre hanno costruito una strada.
Lo sterramento è stato difficile e rischioso.
Il terreno cedeva da ogni parte. Tutt’intorno
dei ratti rosicchiavano le radici.
Stupidi teppisti devastano.
Nessuno deve circolare, soggiunge il criminale,
e fa distruggere il terrazzamento.
La strada crolla di lato,
il rivestimento si scioglie nella sua putrida bocca.

I tre riprendono a costruire la strada.
Da subito è ben chiaro, e molto audace, cosa farà da argine.
Non il terreno. Soltanto le tre voci che dicono
e cantano fino all’apice dei venti di alta quota
dove fa così freddo che non si muore più.
Il suono delle tre voci è la strada.

Ratti, ferocia, assassini impazzano nella pianura.
La strada passa molto più lontano, molto più in fondo,
molto più in alto, tocca da lassù il mare delle nuvole
la mia montagna bianca dove non chiudo mai gli occhi.

Tocca da lassù il mare di pece nera
la seconda montagna dove si lascia la verginità.

Riparte e tocca da lassù la tempesta di sabbia
la montagna arancione dove s’inventa il ferro e il fuoco.

I tre consolidano la strada
dove passano quelli che sanno portare
da un’umanità all’altra il ferro, il fuoco,
la coscienza e il loro figlio maggiore
che ha nome parola.

 

 

…………………..Ligne dans le ciel

 

Dans le ciel j’ai tiré un long fil noir.
A longs intervalles j’ai planté sur les montagnes
des poteaux pour le mener loin, loin,
le poteau d’anti-colère, en buis rouge,
le poteau d’anti-tempête, en hêtre bleu,
le poteau d’anti-foudre, en chêne jaune.

J’ai pris le soc de la charrue,
j’ai retourné la terre du champ.
J’ai broyé les orties
et mis de l’air dans l’humus.

Je me suis glissé dans le bruit du torrent
et ai roulé contre les rochers
pour qu’ils me décapent.

Alors j’ai entendu la première mésange
qui distillait les gouttes cristallines de la vigueur
et les jetait contre la fange de la bêtise
et en mille petits miroirs élançait la ténacité.

Sur le sommet la neige a resplendi trois fois
puis a glissé dans ma poche une clef.
Avec six avalanches la neige l’a entaillée
et lui a donné sept crans.

Si je tourne la clef dans le thorax de nos ombres épaisses
il se peut que les ombres se crispent à grand cri.
Il se peut aussi qu’elles s’écartent et que se lève
une grande vague lumineuse et qu’elle déferle.

Dans la vague, portées par la vague
nagent arrivent des personnes de parole
l’une nageant, l’autre se laissant glisser
sans fiel ni croc dans la clarté;
arrive aussi cela qui peut avoir la forme d’un poème
ou le souffle d’un lied ou la cavernité d’un signe
allant sur le grand fil noir, de poteau de vie
à poteau de joie, et même bien au-delà,
dans l’haleine infinie de la parole.

 

…………………….Linea nel cielo

 

Ho disteso nel cielo un lungo filo nero.
Ben distanziati, ho piantato sulle montagne
dei sostegni per condurlo lontano, lontano,
il palo anti-collera, in legno rosso,
il palo anti-tempesta, in faggio azzurro,
il palo anti-fulmine, in rovere giallo.

Ho preso il vomere dell’aratro,
ho rivoltato la terra del campo.
Ho estirpato le ortiche
e immesso aria tra le zolle.

Mi sono insinuato nel rumore del torrente
e mi sono rotolato contro le rocce
per farmi scrostare.

Allora ho sentito la prima cinciallegra
che distillava le gocce cristalline del vigore
e le scagliava contro il fango della stupidità
slanciando in mille piccoli specchi la tenacia.

Sulla cima la neve ha brillato tre volte
poi ha infilato una chiave nella mia tasca.
Con sei valanghe la neve l’ha intagliata
e vi ha inciso sette tacche.

Se giro la chiave nel torace delle nostre fitte ombre
può succedere che le ombre si contraggano con grandi grida.
Può succedere anche che si allontanino e che si levi
una grande onda luminosa che rifluisce.

Nell’onda, trasportate dall’onda
nuotano arrivano persone di parola
una nuota, l’altra si lascia scivolare
senza fiele né artiglio nel chiarore;
arriva pure qualcosa che può avere la forma di un poema
o il respiro di un canto o la cavernosità di un segno
che corre sul grande filo nero, dal palo della vita
al palo della gioia, e anche molto al di là,
nell’anelito infinito della parola.

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