Giuseppe Zuccarino ha appena pubblicato presso Mimesis Edizioni il libro Sacrifici e simulacri. Bataille, Klossowski (Milano-Udine, gennaio 2021) che segue Il farsi della scrittura (2012), Prospezioni. Foucault e Derrida (2016), Immagini sfuggenti. Saggi su Blanchot (2018), Interscambi. Filosofia, letteratura, pittura (2019) per ricordare soltanto i titoli usciti sempre con Mimesis, ché le pubblicazioni dello studioso ligure sono molteplici come ben sanno i lettori più attenti della Dimora che ha avuto molto spesso il privilegio di pubblicarne gli studi prima che questi venissero raccolti di volta in volta in volume.
Così è di quattro degli otto saggi che compongono Sacrifici e simulacri: Aprire gli occhi, Sovranità e sacrificio, L’esperienza di “Acéphale”, Klossowski fra Nietzsche e Bataille.
Qui desidero sottolineare l’interesse di Zuccarino per autori (tendenzialmente di lingua e cultura francese) nello stesso tempo impervi, interessantissimi e irrinunciabili, il suo esemplare rigore metodologico e l’ineccepibile precisione nell’utilizzo delle fonti – la conseguenza sono sempre saggi articolati e capaci di offrire delle vere e proprie avventure del pensiero, viaggi della mente e dell’esplorazione scientifica (linguistica, culturale, filosofica, letteraria, figurativa) capaci di sorprendere e di affascinare; dietro l’apparente (necessario e metodologico) distacco dello studioso dalla materia osservata e trattata e che impiega di conseguenza un linguaggio e uno stile di cartesiana limpidezza, c’è il piacere coinvolgente della ricerca e, appunto, dell’esplorazione, dello studio di fatti, di testi e di fonti la cui collazione dà vita a un vero e proprio racconto: il lettore è condotto proprio là dove il rigore e l’intuizione, la curiosità e l’oggetto di studio, l’ipotesi di partenza e il punto d’arrivo si riuniscono e danno all’arte saggistica quella sua peculiare natura di testo nel quale la scrittura possiede il rigore della conoscenza e la bellezza della creazione immaginativa.
Ci s’immerge nei saggi di Giuseppe Zuccarino con la certezza di andare a inoltrarsi in un universo molto vasto di riferimenti e di tessiture concettuali e culturali (il solo apparato di note costituisce sempre una vera e propria biblioteca), la mente che legge vede letteralmente dilatarsi gli orizzonti, lo sguardo rivolto ai grandi Francesi trova ossigeno, sprone e conforto rispetto alla sovente claustrofobica realtà culturale italiana.
Grazie, caro Antonio, per aver segnalato il libro e per le tue gentili considerazioni.
Caro Giuseppe, non si tratta di “gentili considerazioni”, ma di una mia precisa presa di posizione rispetto a un modo di fare ricerca ( la tua) che apprezzo e condivido.
Tra i saggi da acquistare. Grazie
Non posso che concordare. Da molti anni Giuseppe è protagonista di questa rigorosa ricerca, dalla quale si può solo imparare.