René Char
(Tratto da Les Transparents, 1947-49)
DIANE CANCEL
Le casanier
– Les tuiles de bonne cuisson,
Des murs moulés commes des arches,
Les fenêtres en proportion,
Le lit en merisier de Sparte,
Un miroir de filibusterie
Pour la Rose de mon souci.
Diane
– Mais la clé, qui tourne deux fois
Dans ta porte de patriarche,
Souffle l’ardeur, éteint la voix.
Sur le talus, l’amour quitté, le vent m’endort.
*
Der Hausmann - Gut gebrannte Dachziegeln, Mauern wie Torbögen, Maßgefertigte Fenster, Betten aus Kirschbaumholz, Ein erbeuteter Spiegel, Für die Rose meiner Unruhe. Diane - Der Schlüssel aber, der sich zweimal dreht, In deiner Tür des Patriarchen Atmet die Glut, lässt die Stimme verstummen. Am Abhang, verlorene Liebe, es wiegt mich der Wind.
*
Il casalingo
– Tegole di buona cottura,
Muri modellati come archi,
Le finestre su misura,
Il letto in ciliegio pregiato,
Uno specchio da filibusteria
Per la Rosa del mio tormento.
Diane
– Ma la chiave, che gira due volte
Nella tua porta di patriarca,
Smorza l’ardore, spegne la voce.
Sulla scarpata, fatto l’amore, mi culla il vento.
***
Versioni di Stefanie Golisch (in tedesco) e di Francesco Marotta (in italiano).
La versione di Stefanie Golisch sarà pubblicata integralmente in “Quaderni di Traduzioni”, vol. LXVII, aprile 2021.
“Fatto l’amore” non è un po’ riduttivo contro l’amore perduto delle altre lingue?
Per “magia” telematica, nel copia-incolla da un file all’altro, “perso l’amore” divenne “fatto l’amore”; quando me ne accorsi, avevo già pubblicato anche il “Quaderno” (che tra l’altro contiene un paio di refusi nella trascrizione del testo originale) e non avevo né tempo (soprattutto) né voglia di rifare tutto. Poi ho pensato che il termine non stonava nell’architettura complessiva del “dialogo” (più che “riduttivo”, direi “obliquo”, “tangente”) e ho lasciato perdere.
Grazie dell’ (acuta) osservazione.
fm