Rimando al sito di Benway Series dove è possibile leggere degli inattesi sviluppi che riguardano la traduzione in italiano di Zong! di M. NouerbeSe Philip:
The Italian Translation of Zong! must be destroyed!
Mi permetto di esprimere la mia totale solidarietà ai traduttori e a tutta la casa editrice che, ribadisco qui, hanno compiuto un lavoro di altissimo valore sotto ogni punto di vista possibile – vedo il loro lavoro, tra l’altro, come una tappa importante nella presa di coscienza del passato colonialista e razzista dell’Occidente che non pochi intellettuali, poeti, scrittori, traduttori europei stanno compiendo; avevo già affrontato la questione sul “diritto di tradurre” a proposito delle polemiche che avevano investito alcune traduzioni europee della poesia di Amanda Gorman The hill we climb – mi rattrista quello che sta accadendo, anche perché Zong! è un capolavoro che dà a tutti indistintamente l’occasione di capire, di riflettere, e, quindi, d’impegnarsi per un presente e per un futuro finalmente liberi dal pregiudizio e dal razzismo: e la poesia risiede anche, tra l’altro, nella passione intellettuale e civile con cui si traduce un libro da una lingua all’altra.
Ricorda le polemiche discussioni innescate da un’opera di Dana Schutz (Open Casket, 2016), tra cui quella di una storica dell’arte svizzera che contestava a W. Kentridge, come “bianco”, il diritto di affrontare il tema dell’ apartheid.
Sì, hai ragione caro Pasquale: grazie per questo suggerimento.