Ogni giorno è oggi (X)

Stefanie Golisch

Ogni giorno è oggi (X)

Tutti questi biglietti – nelle vetrine dei negozi o incollati ai pali – con le foto di persone scomparse, per lo più di ragazzi. Credo sia facile perdersi nel labirinto di questa città, facile cadere e, caduta dopo caduta, non aver più la forza di rialzarsi. Lo stavo pensando ieri sera, quando, alla fermata del pullman, ho visto una ragazza, quasi ancora bambina, con una brutta borsa della spesa di Lidl piena di vestiti. Ho visto il momento in cui stava scivolando per terra, come se, arrivata fin qui, non avesse più un motivo per andare avanti. Quasi era un bel quadro: lei con i capelli verdi seduta nel fogliame colorato di questo autunno senza pietà

Un’altra immagine è di una donna non giovane e non vecchia con in braccio una enorme bambola. Una donna come tante che non si sarebbe nemmeno notata se non per quella bambola. È più facile pensarla diversa, non come me, che pensare alle proprie bambole, tic, incongruenze, follie quotidiane senza i quali io non sarei io: imperfetta, tormentata, inaffidabile come tutti noi

Improvvise gentilezze gratuite.
Un uomo mi augura una buona vita.
Bisogna scrivere anche questo.
E lo scrivo.
Da un po’ di tempo il mio Bildungsroman si sta svolgendo all’inverso: dall’astratto al concreto.
Non mi interessano più le teorie, ma l’ultima vespa dell’estate, morta questa mattina
sul bordo della vasca da bagno.

Incontro in un campo giochi al Rüdesheimer Platz. Una giovane donna con il velo, venuta in Germania nel 2015 dalla Siria, mi racconta, in un ottimo tedesco, delle sue esperienze, buone complessivamente, ma non solo. Ci sono, nello studio dentistico dove lavora, dei pazienti che si rifiutano di accettarla come assistente alla poltrona e alcuni giorni fa le è successo che qualcuno le abbia sputato in faccia mentre stava passeggiando insieme a suo marito e a suo figlio. Parla di tutto ciò come se raccontasse di un’altra persona. La sua tenuta è molto ammirevole e molto triste. Avrei voluto farle un augurio sincero, ma non sapevo cosa augurarle

Deutschland im Herbst si intitola un film del 1977. I cosiddetti anni di piombo. All’epoca, lo stato sembrava il peggiore nemico del suo popolo. Fu un autunno pieno di manifestazioni e di proteste di tutti i tipi. Si pensava che le cose dovessero cambiare e che potevano cambiare. Ora sembra che tutto ciò che succede si svolga secondo una dinamica prescritta. C’è una guerra in corso che nessuno vuole fermare: chi perché la vuole vincere, chi perché vuole guadagnare e chi perché la pace è diventata troppo noiosa. Deutschland im Herbst 2022 è un film senza né storia né messaggio

Il bambino Nepomuk.
Incontrato questa mattina al parco giochi.
Dove sta scritto che un essere umano soltanto perché è ancora bambino è per forza simpatico?
Il bambino Nepomuk, sicuramente, non lo è.

Due bambini di forse dieci, undici anni in metropolitana che parlano della scuola e di come si fa a copiare e fare copiare gli altri. Sembrano piuttosto esperti e quindi mi complimento con loro. Mi guardano, però, sospettosi, probabilmente perché conoscono soltanto degli adulti che non hanno mai copiato e che non hanno mai fatto copiare. Traguardo grottesco dell’infanzia: svelare tutte le bugie che ti hanno raccontato gli adulti prima di diventare adulto te stesso

Due ragazzi, sempre in metropolitana, che si atteggiano a giovani intellettuali, in animata discussione sui vari metodi per incrementare il proprio quoziente d’intelligenza. Siamo soli nel vagone, parlano ad alta voce e siccome ho l’impressione che stiano aspettando un commento da parte mia dico prima di scendere: lasciate perdere il latino e il greco, invece, semplicemente, guardatevi intorno. È la realtà stessa la cote per affilare i nostri coltelli!

Nessuna voglia, in questo periodo, di visitare educatamente un museo.
Soltanto quella mostra dedicata ai Desastres de la guerra di Goya.
I disastri della guerra di per sé.
Senza dividere il mondo in buoni e cattivi, in crimini giustificati e non giustificati.
Goya lo dice chiaramente: una volta scatenata, inevitabilmente, il protagonista della guerra diventa la violenza stessa.

Che altro dire della guerra, di tutte le guerre di tutti i tempi?

*

Pubblicità

1 commento su “Ogni giorno è oggi (X)”

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.