Dure paroi / Ardua parete

Yves Bergeret

Dure paroi
Ardua parete

Tratto da Carnet de la langue-espace.
Versione di Francesco Marotta.

*

Ces photos ont été prises par Harold Bruce le samedi 15 octobre 2022 par grand froid lors de son ascension (avec deux compagnons de cordée) de la face sud-ouest du Pic Sans Nom (3913 mètres), sommet qui domine le Glacier Noir, près de Briançon.

Le foto sono state scattate da Harold Bruce sabato 15 ottobre 2022, in condizioni di freddo intenso, durante la sua scalata (con due compagni di cordata) della parete sud-ovest del Pic Sans Nom (3913 metri), cima che domina il Glacier Noir, nei pressi di Briançon.

*

Le gel.
Le centre de la nuit.
Le fracas des étoiles
qui m’écrasent les doigts.
Roche paroi montagne,
tout s’étreint
plus étroit plus dur.

Puis époustouflante
l’aube qui jette
en travers du ciel
le chaud drapeau de la vie.

Il gelo.
Nel cuore della notte.
Il fragore delle stelle
che mi schiacciano le dita.
Roccia parete montagna,
tutto si stringe in una morsa
sempre più serrata più dura.

Poi l’alba
portentosa
che distende nel cielo
il caldo vessillo della vita.

*

Les mélèzes qu’enflamme l’automne
sur sept vires en pleine paroi
poussent mes cris de joie.
Même au centre de la nuit
même dans la masse minérale
la cascade est la flamme
de la bougie renversée tête en bas
que je serre dans ma paume,
que dans ma pensée je serre.

I larici che l’autunno infiamma
su sette ripiani della parete
mi strappano grida di gioia.
Anche nel cuore della notte,
anche nella massa minerale,
la cascata è la fiamma
della candela capovolta
che stringo nel mio palmo,
che conservo nella mia mente.

*

Je suis en trois.
L’un grimpe tout contre moi
et m’instille la ténèbre.
Un autre sue toutes les larmes de son corps
à ôter du mien les clous.
Impossible de savoir où entre eux je suis.

La montagne est mon bâti,
mon miroir, ma compréhension
à géantes marches
sans qu’elle me dise pour aller où.

Io sono in tre.
Uno si inerpica davanti a me
e mi inonda di oscurità.
Un altro fatica fino allo stremo
per rimuovere i chiodi dal mio corpo.
Impossibile sapere dove mi trovo tra di loro.

La montagna è la mia cornice,
il mio specchio, il mio orizzonte
dagli enormi gradini
che non mi dice dove conducono.

*

Le vallon glaciaire
courbé plié rond
entre les deux parois
entre mes deux temps
entre mes deux tempes

c’est l’empreinte de la nuque et du crâne
qui se sont appuyés ici à toute force
à tout espoir
pour jeter dans l’espace encore aphone
le sens et le chant de la parole que je cherche.

Il vallone glaciale
curvo piegato tondeggiante
tra le due pareti
tra i miei due tempi
tra le mie due tempie

è l’impronta della nuca e del cranio
che vi si sono appoggiati con forza
con grande fiducia
per lanciare nell’aria ancora fioca
il senso e il canto della parola che cerco.

*

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1 commento su “Dure paroi / Ardua parete”

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