Ogni giorno è oggi (XI)

Stefanie Golisch

Ogni giorno è oggi (XI)

La tristezza e la felicità di ogni nuovo giorno
insistono sul loro diritto di esserci.

Neve a metà novembre.
Novembre di Flaubert e novembre vero.
2022.
Tra questi due – la vita gioca le sue carte.

Ti ricordi quando abbiamo mangiato delle fragole insieme?
In pieno inverno!
Ti ricordi il gusto dell’estate?
L’inverno delle fragole?

Poesie che nessuno legge, nessuno ha bisogno,
che arrossiscono dell’imbarazzo e della vergogna.

Sta leggendo un libro mentre cammina nel bosco invernale.
Tu non ti puoi vedere, ragazza con la scarpa a righe, ma io ti vedo.
Io ti ho visto.

Il peggiore dei mondi possibili: dove nessuno sbaglia più.
Popolato in tutti i sette, otto, nove continenti di gente per bene.

Case abbandonate.
Chi è vissuto qui?
Scoprire il secreto!
Scoprire tutti i segreti!
Così ci hanno insegnato.
Ma ora basta.
Aggiungete, bambini, a un segreto subito un altro.
E un altro ancora.

Dedica a un neonato:
Come tutti sei venuto per salvare il mondo.
Come tutti non riuscirai.

Marygreen.
A volte una parola è già tutta una storia.
Inizio e fine.
Tra uno e l’altra si estende la coperta di toppe e pezzi.
Coperta dei destini.

In una grande città gli uomini – tanti! – sembrano
fuggire dai loro destini. In sempre più grossi zaini
portano con sé di tutto: provviste, computer, vestiti di cambio,
talismani e cose che non si sa.
Sono pronti a tutte le eventualità.
Nulla può succedere a loro.
Tranne l’incontro con il loro destino.

La pensione sociale.
Una casa dalla quale non possono buttarlo fuori.
E la poesia.
Non hanno nulla da temere.
Né lui, né lei.

La morte del vicino senza nome.
Dell’uomo a righe grige e beige che
non mancherà a nessuno.
Cosa sappiamo noi dell’altro?
Del nostro vicino?
Del prossimo?
Di noi stessi?

Il non finito:
che non bisogna cercare di finire.

Esperienza di una lettura.
Non mi ricordo il plot.
Nessun dettaglio.
Solo l’atmosfera che mi aveva avvolto mentre leggevo.
Un senso di libertà.
Come accedersi tranquillamente una sigaretta laddove è severamente vietato.

Dalla vita ho imparato questo: nel nostro sonno il mondo
inspira ed espira.

Il senso della vita?
Fare tutto ciò che non si deve.
Pentirsi seriamente ogni volta e cominciare da capo.

Soul-making. Una bella parola, colta in una poesia.
Non so più quale.
Soul-making: pericoloso lavoro di una vita.

La domanda: dove sei nato?
Ma questo luogo non c’è più.
La domanda: dove sei stato ieri?
Ma questo luogo non c’è più.
La domanda: come ti chiami?

Cosa vuoi diventare da grande?
Un uomo.
Pensaci bene!

Svelami il tuo segreto.
Ti prometto che lo dirò a tutti!

Quello che si considera raramente o mai:
che il più disperato giorno nella vita più disperata ha pur sempre
ventiquattro ore.
Ventiquattro ore da vivere nella piena consapevolezza della disperazione.
Non è da considerarsi, chi riesce, un vero eroe?

Nel mese del compianto dei morti, ogni giorno si aggiungono altri morti.
Non tutti lebensatt – sazi di vita. (Parola coniata da Luther)
Le catastrofi della fame e della guerra sono con noi.
Le sappiamo, ma non le sentiamo nelle nostre pance e nel nostro sangue.
E quindi rimangono lontane.
L’invasione di notizie, alla fine, causa soltanto il desiderio di non sentire più nessuna notizia.
La battaglia dell’io contro la guerra non porta alla pace, ma all’indifferenza.
Nulla si può contro la violenza nel momento in cui si deve scatenare.
Ogni guerra ha la sua durata naturale come il corpo dell’uomo che muore quando deve
morire.
Poi ci sarà festa.
Ein bisschen Frieden.
Poi di nuovo guerra.

Intanto vado a fare la spesa per il mio vicino di casa 85enne:
sei bottiglie di Coca Zero della marca di Aldi.
Dodici uova e pancetta grassa.
Bisogna risparmiare, dice Herr Meister, ma anche mangiare.

*

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6 pensieri riguardo “Ogni giorno è oggi (XI)”

  1. Sarebbe bello vederli raccolti tutti insieme questi brani, quando finiranno. O forse sarebbe ancora meglio se non finissero.

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