(da: “La Foce e la Sorgente” – Quaderni, IV)
Lamenti di un Icaro
Gli amanti delle puttane
sono felici disponibili e sazi;
quanto a me, ho le braccia rotte
per aver stretto a me troppe nuvole.
E ringrazio gli astri disuguali
che fiammeggiano in fondo al cielo
se i miei occhi consunti vedono
solamente le memorie dei soli.
Invano ho voluto dello spazio
trovare il centro e la fine:
non so sotto che occhio di fuoco
sento spezzarsi la mia ala.
E bruciando d’amore per il bello
non avrò il sublime onore
di dare il mio nome all’abisso
che mi farà da tomba.
(Charles Baudelaire, Les plaintes d’un Icare, traduzione di Lucetta Frisa)
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