(da: “La Foce e la Sorgente”, II, I)
Nella mezza ignoranza di una lingua,
poiché il dominio è impossibile,
le parole dimostrano essere fatte
dell’essenza del mondo e la poesia.
Penso a dirt, per esempio:
“fango, limo, terra,
polvere, suolo, immondizia,
sporcizia, oscenità,
bassezza, viltà”.
Sporcizia della terra, tomba e matrice.
Sacri rifiuti
che mescolarono piante e ossa.
Decomposizione che muta la morte in vita.
Strano chiamare “terra” il pianeta errante
che transitiamo avvolti nelle tenebre
e la materia dalla quale tutto esce
e tutto ritorna.
La terra deserta, la terra promessa,
la terra di nessuno.
(José Emilio Pacheco, A largo plazo, trad. di Monica Liberatore)
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