Continuo a pubblicare, con gratitudine e piacere, i testi che Rocco Brindisi mi fa avere a intervalli irregolari e luminosi. Non smetterò mai di essergli grato perché, anni fa, il suo Silenzio della neve spalancò davanti al mio sguardo di lettore una scrittura di prodigiosa libertà capace di rivelare la magia imprigionata nelle cose quotidiane: … Continua a leggere “Mi piace scrivere a te” (di Rocco Brindisi)→
“Io amo Totò”. Si perde allegramente il pudore, pensando a Totò. Le mie figlie sono innamorate di Totò; Mariam e Sara, le mie nipoti, sono pazze di Totò; un amore, mai sbandierato, che si irradia e che nello stesso tempo è segreto. La nostra vecchia casa riecheggia delle nostre risate, quelle di loro due bambine, … Continua a leggere Lettera d’amore a Totò (di Rocco Brindisi)→
Scendo in lavanderia con un bustone di panni. Mi porto le “Lettere di Don Milani” per ingannare l’attesa e perché questo libro è una delle letture più avvincenti di questi ultimi mesi: la bellezza dolorosa della lingua, l’ostinazione, fraterna, a ragionare sulle parole, sui fatti. Don Milani è malato, costretto a letto, è lì che … Continua a leggere La lavanderia (di Rocco Brindisi)→
È ancora notte. Ho letto l’articolo di una donna. Parla, come nessuno mai, del “cinismo di noi cattolici”, di fronte alle violenze subite da bambini, ragazzi, da parte di preti e laici della Chiesa. Tra i preti, anche se la donna dell’articolo non lo nomina, il cinismo del Papa, il suo cinismo “buono”. Ma non esiste … Continua a leggere Ancora notte (di Rocco Brindisi)→
SE FATE I BRAVI di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone Su tutto, il dolore di ricordare, riattraversare quei giorni con una memoria intatta. Il film si apre con la visione di treni in partenza, vagoni strapieni di ragazzi, che si parleranno, tra poco, e lo faranno con … Continua a leggere Quello che ci resta di questo film è tutto il film (di Rocco Brindisi)→
Amo la castità del ballatoio. La ragazza di ieri era un’altra. L’ho vista di sfuggita: bruna, prosperosa, assente. Era lì che spazzava. Non l’ho invitata per il caffè: avrei dovuto rifarlo. Né mi commuove non avere desideri. E quando mi ha guardato, un istante, ho sperato non venisse [sfiorata dalla mia infelicità, che non è … Continua a leggere Amo la castità del ballatoio (di Rocco Brindisi)→
Se hai deciso di ricordare all’interlocutore di Destra le Leggi Razziali del ’38, non contentarti della sua presa di distanza da quello che lui definirà un errore (non parlerà mai di colpa, di vergogna); passagli una copia di quelle Leggi e invitalo a leggerne tre, quattro articoli. Se troverà retorico farlo, leggiglieli tu. Non t’inorgoglire, stupidamente, come fanno tutti i tuoi colleghi, … Continua a leggere Modesti consigli per il giornalista non ancora completamente imputtanito (di Rocco Brindisi)→
Ogni volta che Rocco mi manda un suo testo provo la gioia e l’orgoglio di poter pubblicare uno degli autori che più stimo e amo; questa volta mi permetto anche di aggiungere questa breve premessa perché condivido in pieno i contenuti del testo che andrete a leggere e perché, “se vince la Destra”, questi anni … Continua a leggere Se vince la Destra (di Rocco Brindisi)→
Leggo “Le belle bandiere”, seduto davanti al bar, sotto i portici. Il volto del poeta in copertina: capelli arruffati, guance scavate, una bellezza antica. La ragazza del bar mi informa, con un sorriso: “Il suo amico è venuto poco fa”. Un po’ le dispiace che non ci siamo incontrati, un po’ è felice di averlo … Continua a leggere Leggo “Le Belle Bandiere” (di Rocco Brindisi)→
Franca Rame. Chi ha visto e ascoltato il suo monologo sullo stupro subìto dai fascisti, non ha avuto il tempo di sognare che il suo racconto non fosse vero. Ma è vero; le speranze cadono, si inabissano. La donna che ricostruisce l’orrore di quella sera lo fa con una semplicità allucinata, che dà alla testa. … Continua a leggere Franca Rame (di Rocco Brindisi)→
La figlia di Beppino Englaro era, al tempo, una bambina. Stava nel cuore dei giorni. Nulla sapeva delle finzioni della morte. Come tutti i bambini, recitava, a volte un ultimo respiro. Giocava alla morte; poi, riprendeva a respirare, tornava al respiro del suo sguardo, e il respiro del suo sguardo era buono. La sua infanzia … Continua a leggere La cecità delle ore (di Rocco Brindisi)→
Angela dorme. Si è addormentata. Uno dei suoi sogni: addormentarsi. Uno dei miei sogni: sentire il suo sonno nell’aria. Così dolci, le sue palpebre abbassate. Batte, il cuore del sonno. La sua sagoma, avvolta dal lenzuolo, oro della notte. C’è un altro gioco possibile, in questo letto, tra padre e figlia? Sento fiorire i rami … Continua a leggere Il sonno di Angela (di Rocco Brindisi)→
Ho ricordato a Werner Herzog, dopo la proiezione del suo ultimo film: “La regina del deserto”, il viaggio che fece, a piedi, da Monaco di Baviera a Parigi, per vedere un’amica che stava morendo. Si era messo in cammino nella speranza, che per lui diventava sempre più una certezza, che, finché durava quel viaggio, l’amica non … Continua a leggere Werner Herzog e io (di Rocco Brindisi)→
Qualcuno dovrebbe avere una foto di Dio bambino; non del bambino chiamato Cristo, ma un ritratto del Creatore del mondo, sorpreso nella sua infanzia, mentre guarda malinconicamente la propria eternità. Mia madre, non l’ho mai vista guardare un ritratto, non l’ho mai sentita nominarne uno. Ho appena letto a Angela, che aveva pianto, alcune pagine … Continua a leggere Una foto di Dio bambino (di Rocco Brindisi)→
Ascolto “Hona” di Boubacar Traore. Mi sono svegliato con una malinconia che mi spezza le ossa. Elena portava un fazzoletto in testa; quando si affaccendava in cucina. Lo pretendeva mio fratello Totore. Mia sorella schiaccerebbe questa malinconia come un pidocchio tra i capelli. Sulla scrivania, una decina di segnalibri colorati, dipinti dai miei scolari. Ce … Continua a leggere Raccontami qualcosa, come facevi una volta (di Rocco Brindisi)→
Una ragazza conversa con Muratov, amico di Anna Politkovskaia, fatta ammazzare da Putin, il Pavone del Kremlino. Sulle pareti, le foto dei giornalisti fatti ammazzare per ordine o semplice desiderio del Pavone. La ragazza ha lo sguardo di Grushenka, Sonia, la Signora col cagnolino di Cechov. Le unghie delle sue dita potrebbero essere smaltate di … Continua a leggere La ragazza che ama Dostoewskij (di Rocco Brindisi)→
Prima di sparare alla nuca, i soldati legano le mani della madre con nastri di fortuna, vedono il terrore di quelle mani: lo porteranno in dono ai loro figli? Prima di premere il grilletto, stringono con fascette improvvisate le mani della ragazza che l’altro giorno, l’altra, lenta eternità, aveva riso facendo le scale di casa … Continua a leggere Fosse comuni (di Rocco Brindisi)→
La donna e la sua faccia insanguinata, una misera benda di traverso, gli occhi, l’orrore che, se diventa poesia, la Poesia è morta. Non ho pietà del cadavere della poesia, nessuna madre lo riveste ed è bene che langua, nessuno lo canti né gli sussurri, all’orecchio, i passi felici della ragazza che passava da una … Continua a leggere Non ho pietà del cadavere della poesia (di Rocco Brindisi)→
I bambini di Terezin, il campo nazista nei dintorni di Praga, scrivevano e sognavano la “luce del Marocco”, disegnavano soli che non si impiccano. I servi balbuzienti del Pavone hanno un volto. L’oceano dell’Orrore frana nell’ombelico dei bambini. La Primavera crepa prima ancora di nascere. La neve è purulenta. Il sonno non si torce le … Continua a leggere I bambini, le donne ucraine, il pavone, i suoi servi (di Rocco Brindisi)→
non potendo cantare il mondo che lo escluse / Reb Stein cominciò a leggerlo nel canto