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Da “Ludwig” di Andrea Leone

 

Andrea Leone     Ludwig     Fallone Editore 2022

La stanza azzurra della mia testa - 
gli infiniti 
gli inflessibili 
incidenti delle mie menti -
la galleria di specchi dei miei cervelli -
l'autore drammatico che mi ha creato -
il mattino che allestisco
in tutto il libro violentssimo - 

Tu sei la pura 
partitura che mi esegue,
tu sei esattamente
la lente 
delle spietatezze,
tu sei l'implacabile
sole di sangue nelle stanze,
tu sei il delitto che dirigo,
tu sei il pericolo che indico.

Tu mio altro
tu mio inaspettato
attentato matematico. 

Mio creato dal crollo.
Mio contemporaneo del canto.
Mio coetaneo dell'entusiasmo.

Luigi Medri, Poesie

Riceviamo e pubblichiamo da Edizioni del Foglio Clandestino


Luigi Medri, Poesie
A cura di Athos Geminiani e Gilberto Gavioli

Note di Simonetta Medri, Giulio Franceschi, Paolo Lezziero, Roberto Marchi, Giorgio Oldrini, Cinzia Polino e Vasco Pasqualini


Jorge Luis Borges, citando l’editore Franco Maria Ricci, scriveva: «Pubblichiamo per non passare la vita a correggere i manoscritti». Potrebbe essere questa una delle ragioni per la nascita di questo libro, frutto dell’infinita perseveranza del poeta, e della dedizione di alcuni suoi amici-lettori. Un libro che mancava, un libro atteso, felice, che stupirà coloro che tra le pagine incontreranno un nuovo poeta. Un poeta che avrebbe cent’anni e che di molti secoli e parole si è nutrito.

Il destino della poesia è di essere mutevole, anche tra le mani dei suoi autori. Chi la asseconda, deve lavorare, lavorare con la penna o la matita e cercare senza sosta. Anche se muove o cancella soltanto una virgola, questo segno delicato e svolazzante, leggero ma con la forza e la capacità di mutare un intero periodo, di rompere il blocco di una situazione, di stabilire le pause di un dialogo, di una vita. Come ben scriveva con rara arguzia Paolo Lezziero, poeta e anch’egli animatore culturale della nostra città.

Le poesie di Medri nascono e rinascono più volte, non c’è mai il tempo di battezzarle perché muoiono in parte e poi di nuovo rinascono arricchite o semplicemente modificate. Non più o meno belle, la base è sempre quella di un lavoro alto, di un collaudo sempre più efficace.

Perché una virgola spostata può cambiare il mondo, sicuramente quello interiore del poeta […]. È una mania? Una fissazione? No. È il culto del bello ricercato attraverso la parola mai sufficiente a rendere l’idea interiore.

Il libro raccoglie tutte le poesie di Medri, nella loro versione finale, per quanto possa essere definitivo un testo in poesia. Questo lavoro affettuoso e preciso consente ai lettori di scoprire un poeta, che rinasce ora e torna a camminare per le nostre strade; un poeta che ci tocca il braccio, delicatamente, invitandoci a conversare con lui, a guardare per qualche istante lo stesso suo orizzonte. Una occasione da non trascurare. Oltre 100 poesie divise nelle sezioni pensate da Luigi Medri, nelle raccolte che videro solo nei sogni la loro realizzazione. E che ora prendono forma, forza e precisione, nella stampa, attraverso la voce dei nuovi lettori: la vostra voce.

*

Insonnia

Morirò un giorno, così, come tutti,
ma perché ancor mi sorprendo
d’ognuno che muore, non so;
né so perché un bimbo in giardino
dà agli alberi un nome e gli parla
come ad amici nel gioco,
mentre più in là nelle strade
o lungo il fiume tra gli orti
soldati in eterno cammino
gettano un telo sui morti.

Non posso chiudere gli occhi, e le storie
m’arrivano come
sospese memorie
di campi, di sole, di giostre, di grano,
di ciminiere di fumo,
di corti assolate,
e un infinito mormorìo di gente
che m’accompagna per via
verso la terra del niente.

Ad un antico 25 aprile

E ci svegliammo in quel mattino chiaro
ad abbracciare il sole nelle strade.
Come passeri nati dopo il gelo
o cavallini appena sciolti al prato
noi quel mattino conoscemmo il cielo.

Rami di vento, musica di foglie
non mi chiamate con il vecchio nome:
più non rivedo sulle nuove soglie
l’albero nato coi germogli d’oro.

Nudi commiati che parlarne duole
noi ci lasciammo ad un diverso come
sopra una terra già percossa d’ira
che barcollando si rigira al sole.

*

Luigi Medri (Gigi) nato nel 1922 a Sesto San Giovanni e qui scomparso il 3 agosto 2018. È stato tra gli animatori della cultura sestese nell’immediato dopoguerra e fino agli anni ’70. In particolare è stato condirettore, con Pietro Lincoln Cadioli, del primo giornale «L’Incontro» e tra i fondatori, dimenticato, della Biblioteca Civica di Sesto San Giovanni. Aggiunge alle raccolte di poesia (La solitudine del giorno; Intermezzo; Le ultime mosche; L’impero del vento; E arcane voci e parole) due opere in prosa: Una storia piccola (1983) e L’ipicì (1988). Nel 1999, a cura della redazione dell’aperiodico «Il Foglio Clandestino», è stata pubblicata la raccolta poetica Antologia personale, seguita nel 2004 dalla Seconda antologia personale, in occasione degli ottant’anni del poeta. L’opera omnia ora realizzata è stata condotta dai curatori sulla base delle ultime revisioni dei testi curate dall’autore fino al 2017.

Per l’acquisto in anteprima, scontato, scrivere alle Edizioni del Foglio Clandestino: redazione@edizionidelfoglioclandestino.it

Giuseppe Zuccarino: Forme della singolarità

La Dimora del Tempo sospeso ha da diversi anni l’onore, il privilegio e la gioia di pubblicare gli splendidi contributi di Giuseppe Zuccarino; un nuovo volume, Forme della singolarità. Da Michaux a Quignard (Mimesis Edizioni, Milano-Udine 2022), si aggiunge alla ricca bibliografia di Giuseppe e anche questa volta una buona parte del libro (ben 11 saggi!) è costituita da contributi già anticipati sulla Dimora. Ovviamente leggerli ora in formato cartaceo e affiancati ad altri testi li arricchisce ulteriormente, donando loro un’ancora più ampia e profonda prospettiva.  Auguriamo al libro tutta  l’attenzione che merita.

Die leere Mitte, numero 14

Grazie a Federico Federici e a tutta la redazione di Die leere Mitte per l’ospitalità: die leere Mitte, issue 14

In this issue: Werner Preuß, Massimiliano Damaggio, Antonio DevicientiJohn M. Bennett, Jason Heroux, John Grey, Daniel Barbare, Mark Young, Joshua Martin, Steffen M. Diebold, Joseph Salvatore Aversano, Patrick Sweeney.

“La vita impressa” di Ranieri Teti

la vita impressaLa pregnante ambivalenza del titolo del libro più recente di Ranieri Teti  La vita impressa (Book Editore, Ro Ferrarese 2022) introduce subito all’almeno duplice natura di questo libro: vi si seguiranno le tracce impresse dall’esistere e si seguiranno le connessioni tra scrittura (quello che l’arte tipografica imprime sulla pagina) ed esistenza. L’elegantissima filigrana della scrittura, infatti, così aerea eppure concreta, così rarefatta e allusiva deriva, in realtà, da materiali incandescenti e magmatici (sentimenti, pensieri, esperienze vissute, sogni, mancanze, errori, luoghi frequentati, voci care…) che un annoso lavorio di filtraggio, di presa di distanza, di rasciugamento di ogni sbavatura sentimentale e psicologizzante ha trasformato in testi dalla forma (anche tipografica) rigorosa e chiusa, geometrica e ascetica. 

continua a leggere su Via Lepsius.

“La croce versa” di Paolo Castronuovo

Rothko_No5_22Viene pubblicata per le Edizioni Effigie La croce versa di Paolo Castronuovo. Libro nato dal lungo, attento vaglio di molto materiale,  libro non pacificato e non pacificante per materia trattata e stile adottato, La croce versa è linguaggio che dice (e si dice), in poesia, senza reticenze e senza ipocrisie, senza inutili pudori e senza borghesi abbellimenti:  strada scomoda, intrepida, antiletteraria se per letteratura s’intende la consolante, ottundente melassa di uno scrivere sconnesso dal magma indomabile che erompe dal vivere.  E invece quel magma incendia il libro, accende (e non in senso metaforico o figurato o allegorico) carne, sudore, desiderio, rivolta, quel magma si fa testo lungo (quasi dei poemetti) oppure si rapprende nella dimensione del testo brevissimo (quasi aforismi o sentenze), travolge il linguaggio per restituirgli forza d’espressione e di pensiero, violando le regole della “buona creanza” lo purifica riscattandolo dalla tabe degl’ipocriti perbenismi, degl’insulsi poetichesi. Continua a leggere “La croce versa” di Paolo Castronuovo

Distratti vinceremo

Paulo Leminski

Transpenombra

tempesta
che passa
ma lascia i petali intatti
sei passata in me
le tue ali aperte
è passata
ma sento ancora un dolore
nel punto esatto del corpo
che la tua ombra ha toccato
che razza di dolore è questo
che quanto più duole
più ne esce sole?

“In ognuno di noi esiste ciò che si chiama “comprensione immobile”. Questo devi esercitare. Immobilità non vuol significare essere come una pietra o un tronco d’albero senza intendimento. La comprensione immobile è quanto di più agile vi sia al mondo, pronta a intraprendere ogni possibile direzione e non ha essa alcun punto su cui sosta. Immobile vuol significare senza eccitazione, non fissare né trattenere l’attenzione sopra un unico punto, in tal maniera impedendo ad essa di dirigersi su altri punti che in continuazione si susseguono. La v’è un albero con molti fusti e rami e foglie. Se la tua mente si limitasse a una di quelle foglie, non potresti tu vedere tutte le altre, mentre ne vogliamo vedere la totalità. Perciò, non dobbiamo trattenerci in alcun punto che tolga integrità alla sequenza dell’esistente.”

Paulo Leminski
Distratti vinceremo
(Destraídos venceremos)
Cura e traduzione di Massimiliano Damaggio
Forlimpopoli, Editrice L’Arcolaio, 2022

Non dire a sordo (di Domenico Brancale)

Non+dire+a+sordo
NON DIRE A SORDO
DI DOMENICO BRANCALE
REGIA DI JACOPO GANDOLFI, MANIPOLAZIONE SONORA DI MANFREDI CLEMENTE
CON: DOMENICO BRANCALE, PINTUS IL CANE

Galleria De’ Foscherari, Via Castiglione 28, Bologna – dal 12 al 19 febbraio 2022

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Per John B. / Ritratti d’artista ad alta voce

Selcuk Demirel Copertina_Per John B._2021

Ricevo da Maria Nadotti e volentieri diffondo:

Care amiche e cari amici,

il 5 novembre vi invitiamo a mettervi in ascolto e a ricordare con noi John Berger.

Per quell’occasione abbiamo chiesto ad alcune attrici e alcuni attori, che in vario modo si sono avvicinati all’universo bergeriano, di scegliere uno o più dei suoi ritratti d’artista e di proporceli attraverso quella traduzione sottile e penetrante, emozionata ed esatta che è la lettura ad alta voce.

All’origine di quest’opera comunitaria c’è un sentimento di gratitudine. Per l’ospitalità che John Berger ci offre con e nei suoi testi (raccolti in Ritratti, il Saggiatore 2018), per la sua scrittura che invita amorosamente a guardare e guardare ancora, con attenzione e sorpresa, per la sua capacità di portarci con sé negli atelier degli artisti e nel mistero del loro fare, nel tempo e nello spazio.

A leggere Per John B. sono Maria Luisa Abate, Isabella Bordoni, Isabella Carloni, Marco Cavalcoli, Giuseppe Cederna, Elio De Capitani, John De Leo, Pippo Delbono, Iaia Forte, Silvia Gallerano, Mariangela Gualtieri, Chiara Lagani, Sandro Lombardi, Valter Malosti, Maria Grazia Mandruzzato, Teresa Mannino, Lucia Mascino, Ermanna Montanari, Anna Nogara, Paolo Oricco, Maria Paiato, Lunetta Savino, Gabriele Vacis.

A partire da venerdì 5 novembre alcune di queste letture saranno a disposizione su “Doppiozero https://www.doppiozero.com/” e su “Voci” il Saggiatore https://vocipodcast.com/

La versione integrale del podcast Per John B. sarà disponibile su Okta Film https://www.oktafilm.it/podcast/

A presto,

Maria”

Flugblatt 5 / Sophie Ko: Il resto della terra

sophiekodefoscherariSabato 9 ottobre sarà inaugurata presso la Galleria De’ Foscherari di Bologna la personale di Sophie Ko   Il resto della terra; nel Flugblatt odierno pubblico e diffondo il comunicato ufficiale della Galleria.

Qui sulla Dimora del Tempo sospeso avevo dedicato due “scritti” all’opera di Sophie Ko:  Scritto 29 e Scritto 30.

  Flugblatt 5_ Sophie Ko De’ Foscherari Il resto della terra

Il vento nero non vede dove va

colonneseÈ d’imminente pubblicazione presso la Casa Editrice Colonnese & Friends di Napoli la traduzione italiana del libro di Jean-Noël Schifano Le vent noir ne voit pas où il va pubblicato presso l’Editore Fayard nel 2010; il titolo italiano sarà Il vento nero non vede dove va. Cronaca satirica italiana  ed è stato magistralmente tradotto da Gabriele Anaclerio – la presentazione del libro, con la presenza dell’autore, avrà luogo il 12 ottobre presso Palazzo Venezia a Napoli.

Continua a leggere Il vento nero non vede dove va

Retroguardia 3.0 – miscellanea

Pierre Tal Coat, Comme si en marche (acquaforte e acquatinta, 1980).

La Dimora del Tempo sospeso segnala che uno dei pochi spazi del web davvero degni di attenzione nell’ambito della letteratura (ma non solo) ha una nuova veste e un nuovo indirizzo: https://retroguardia.net/

A buona ragione Retroguardia La dimora del Tempo sospeso sono da sempre compagni di strada, per cui, a motivo della stima e dell’affetto reciproci, auguriamo a Francesco Sasso e a tutto il gruppo di Retroguardia buon lavoro (non sbiadisce, ovviamente, il ricordo di Giuseppe Panella). La nostra attenzione nei confronti di Retroguardia rimarrà immutata così come la nostra gratitudine.