Archivi categoria: arte e paesaggio

Le lointain / Il lontano

Yves Bergeret

Tratto da Carnet de la langue-espace.
Traduzione di Francesco Marotta.

Un pas puis l’autre
le lointain n’hésite pas ;
les chiens hurlent,
est-ce de joie ?

Les marées rapprochent écartent les montagnes
que tant de violence intimide
harcèle le jour la nuit.

Et si le lointain à pas sûrs s’approche encore
on sait coudre le cuir des montagnes :
tes doigts, le dur buis, le fil de la parole.

*

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Una carena infinita

Yves Bergeret

Parle la montagne

Tratto da Carnet de la langue-espace.
Versione di Francesco Marotta.

*

La tua vita: sedimenti, argille, sabbie.
Io sono la barca che puoi tirare a riva.

Rifletti.
Io sono una carena infinita.

Sono il rimbalzo di mille
fossili e utopie masticate.

Mettimi nella tua bocca.
Saprò sedurti.
Farò di te un’ancora.
Marosi e bruma svaniranno.
Sarai granito.

Chi vuole salire ascolta.
Sente il bordone millenario.
Lo protrae per mille anni ancòra.

*

La mano che canta

«Voyez, allez, apprenez, c’est le chemin de la vie que vous devez mener, bâtir, terrasser, inventer. Moi, je broute ma vie autour de mon rocher. Mais c’est ma vie-empreinte que je veux vous donner, recevez ces pierres aussi vides que les étoiles, recevez».

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Il mio primo corpo

“Il cielo è la mia pelle più estesa; il soffio del vento è l’annuncio della parola che mi accingo a dire, che sto per ascoltare. La terra s’inarca e si rigira su se stessa come in un sonno agitato; il suo spessore genera la mia corporatura e il mio scheletro, le mie ossa sono le dure rocce e le creste. Attraverso le mie vene l’acqua corre dal cielo alla terra e dalla cavità della roccia alle nuvole del cielo. Il cielo e la terra sono il mio primo corpo.”

NEL DESERTO DEL MALI

Il tempio-bussola

bassae

di Crescenzio Sangiglio

   

    1. Certamente gli antichi templi greci non erano comuni opere architettoniche e altrettanto certamente non furono costruiti all’unico scopo di ospitare divinità dell’antico culto.

Nel loro intimo i templi antichi contengono ed esprimono la profonda relazione che unisce la terra al cielo, l’essere umano visibile, finito e transeunte all’infinito ed eterno invisibile ma intuito supraumano.

Il tempio di Apollo Epicurio, di cui qui sarà parola, è senz’altro una costruzione che riserva importanti sorprese sin nelle sue fondamenta, che molti scienziati ebbero a giudicare “molli” senza capire il “segreto” che vi si cela e dimostra invece l’estrema acutezza e genialità del progetto ivi messo in atto.  Continua a leggere Il tempio-bussola