Quaderni delle Officine
LXXXIV. Gennaio 2019
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Diario nullo. Vol. II
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Quaderni delle Officine
LXXXIV. Gennaio 2019
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Diario nullo. Vol. II
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[Ecco un capitolo di una storia che forse vedrà la luce per intiero forse no, che ho intitolato Lo strano libro dei processi e delle sparizioni (aspirazioni al dimenticatoio) perché di questi argomenti tratta e ben ci calza.
Inizia così:]
Da tempo mi sono imparato questa strada per andare a lavoro. All’inizio non credevo ai miei occhi; non credevo cioè che potesse esistere una strada proprio lì. Mi sembrava che dopo una certa trattoria davvero a buon mercato ma dove danno addirittura da dormire, diverse stanze poi, pensavo che dopo quella trattoria-pensione, non ci fosse nulla. Invece c’era la strada che faceva per me. Continua a leggere Nessuno è imperfetto
Non capisco perché ogni volta che gli scrittori scrivono dei libri su quei futuri torbidi in cui è rimasto un solo uomo sulla terra, non capisco come sia possibile che guarda caso è proprio quello il protagonista del libro, l’ultimo uomo sulla terra! e non un altro che è morto a causa della morìa umana o magari un sasso o un albero o una scimmietta o un cagnolino che non c’entrano niente con quell’uomo e si trovano a venti ore di aereo da lui.
Anche in questa novella si vorrebbe scrivere che sulla terra c’è stata una morìa delle vacche e poi una morìa delle persone e quindi una morìa dei poeti e degli scrittori; c’è stata anche una morìa degli editori tranne uno che pare continui a stampare libri anche se non c’è più nessuno che li legge (perché prima della morìa c’era qualcuno che li leggeva?). E’ ufficiale: è l’ultimo editore sulla terra.
Ci piacerebbe parlarne ma purtroppo siamo troppo lontani da dove stampa. E non ne sappiamo nulla.
(Immagine: angolo dello studio del Dottor Tardarelli (fondatore della casa editrice Tardarelli&Figli) dove sono conservate le prime edizioni di tutte le opere di Antonio Cervelloni.)
Ci sono andato più vicino
(John Fante Festival edizione 2017, Torricella Peligna, Ch)
E così nemmeno quest’anno sono andato al John Fante festival!
Ogni anno è la stessa storia.. dico a tutti che ci vado, ci vado sicuro, cascasse il mondo ci vado… invece poi non ci vado.
Matteo di Mario fu Lo Tasso
L’ultima volta che ho visto Matteo di Mario fu Lo Tasso, era una giornata triste, di quelle che raramente un paradiso come Campobasso riserva ai suoi trasognati abitatori. Matteo era tranquillo. Pulito. Sobrio e allegro come un campo di girasoli. Mi mise in mano una busta che avrei dovuto aprire solo quando lui si fosse allontanato – eravamo in un parchetto, vicino al suo condominio. Accettai ed anzi mi ripromisi che avrei letto solo una volta rientrato a casa mia. Negli alti Abruzzi.
Bene.
All’autogrill di Sangro Est non riuscii più a stare nella pelle. Ordinai un cappuccino, strappai a morsi la busta e mi misi a leggere il foglio che Matteo Lo Tasso mi aveva così cristallinamente consegnato. Continua a leggere Per il decennale di RebStein, 13
Quaderni delle Officine
LXXVIII. Luglio 2017
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Diario nullo (tomo sfuso di giugno)
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“Uno arriva sul palco, si mette davanti ad un microfono e canta una canzone che ha già cantato altre volte, che ha scritto tanti anni prima. Perché? Che senso ha? Sarebbe più ovvio cantare una canzone da inventare minuto per minuto.”
Quaderni delle Officine
LXXVII. Giugno 2017
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Diario nullo (tomo di maggio)
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