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(da: La luce della candela)
Sei impaziente di scrivere come se fossi in ritardo sulla vita. Se è così accompagnati alle tue sorgenti, affrettati. Affrettati a trasmettere la tua parte di meraviglioso, di ribellione, di bene. In effetti sei in ritardo sulla vita, la vita inesprimibile, la sola alla quale desideri veramente unirti, quella che ti è negata ogni giorno dagli esseri viventi e dalle cose, alla quale strappi a fatica qualche magro frammento qua e là al termine di spietate battaglie. Fuori di essa tutto è sottomessa agonia, miserabile fine. Dovessi incontrare la morte nel corso dei tuoi travagli, accoglila come fa la nuca sudata col fazzoletto asciutto e chinandoti, se vuoi ridere, offri la tua sottomissione, mai le tue armi. Sei stato creato per vivere momenti poco comuni. Modificati, sparisci senza rimpianto, in balia del soave rigore. La liquidazione del mondo prosegue quartiere dopo quartiere senza pause, senza distrazioni. Disperdi la polvere, nessuno scoprirà la vostra unione.
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(da: Erbe aromatiche cacciatrici)
Ho accompagnato per molto tempo questi camminatori. Mi precedevano o tergiversavano, balbettando e sobbalzando, grazie a un turbine che li manteneva sempre in vista. Non avevano fretta di arrivare al porto e al mare, di consegnarsi all’arbitrio smisurato del nemico. Oggi la lira a sei corde della disperazione che questi uomini hanno costruito, ha cominciato a cantare nel giardino pieno di nebbia. Non è improbabile che Eustache il devoto, il chimerico, abbia intravisto la sua vera destinazione, che non si calcolava in attimi di terrore ma in un respiro lontano dentro un corpo costante.
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Yves Bergeret
Tratto da Carnet de la langue-espace.
Traduzione di Francesco Marotta.
Un pas puis l’autre
le lointain n’hésite pas ;
les chiens hurlent,
est-ce de joie ?
Les marées rapprochent écartent les montagnes
que tant de violence intimide
harcèle le jour la nuit.
Et si le lointain à pas sûrs s’approche encore
on sait coudre le cuir des montagnes :
tes doigts, le dur buis, le fil de la parole.
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Sédentaires aux ailes stridentes
Ou voyageurs du ciel profond,
Oiseaux, nous vous tuons
Pour que l’arbre nous reste et sa morne patience.
Sedentari dalle ali stridenti
o viaggiatori del cielo profondo,
noi vi uccidiamo, uccelli,
perché ci resti l’albero e la sua mesta pazienza.
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René Char, Fête des arbres et du chasseur
(Festa degli alberi e del cacciatore),
“Quaderni di Traduzioni”, vol. LXXIX, ott. 2022.
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