Archivi categoria: letteratura greca

Trattative (∆ιαπραγματευσεις): Spyros L. Vrettos e la memoria del suono

Ringraziamo di cuore Chiara Catapano per questo contributo che ha voluto donare alla Dimora. E’ uno scritto di altissima qualità; per la scrittura in sé, per l’autore di cui tratta e per le traduzioni. Poter pubblicare cose di questo livello, colme di tanta “semplice” partecipazione per questa cosa che chiamiamo poesia, è un’emozione.

Il libro “Trattative / Διαπραγματεύσεις“, di Spyros Vrettòs, tradotto e curato da Chiara Catapano, pubblicato da Puntoacapo, ha da poco ricevuto il “premio della critica” al premio San Domenichino.

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Yorgos Seferis, Tordo

Con una parola singolarmente espressiva e scritta in lettere maiuscole, ΨΥΧΑΜΟΙΒΟΣ, che si riferisce alla guerra e la sua schiascciante prevalenza, finisce la seconda parte del “Tordo”, un complesso di quattro strofe da otto versi ciascuna, in forma di canzone (non è forse il grammofono che riempie il luogo di insulsi rumori/musica/parole?), dove Odisseo schematizza la storia del suo lungo viaggio, interminabile storia di perdite e di consunzioni (compagni, navi, la propria casa, la propria anima, il proprio corpo, la propria vita), fasi successive di una eterna tragedia che si conclude con la gelida, orribile frase “…in modo schiacciante sovrasta. La guerra…”, mentre la radio annuncia febbrile: “con virulenza gli eventi si evolvono” e “non rimane più tempo”.


La radio

– “Vele nell’alito del vento
la mente null’altro della giornata ha trattenuto.
Profumo di pino e silenzio
facilmente allevieranno la ferita
che hanno provocato il marinaio
la cutrettola il ghiozzo e il pigliamosche.
Donna che rimanesti insensibile
ascolta la sepoltura dei venti.

Il barile d’oro s’è svuotato
il sole s’è fatto straccio
intorno al collo di una donna di mezz’età
che tossisce e non la smette più:
l’estate che trascorre la rattrista
con i gioielli d’oro sugli omeri e sul pube.
Donna che smarristi la luce,
ascolta, il cieco sta cantando.

S’è fatto buio: chiudi le finestre:
con le canne di ieri appresta pifferi,
e non aprire per quanto possano bussare:
gridano ma non hanno nulla da dire.
Prendi con te ciclamini, aghi di pino,
gigli dalla sabbia e anemoni dal mare:
donna che smarristi la ragione,
senti, sta passando il mortorio dell’acqua…

– Atene. Rapidamente si evolvono
gli eventi che l’opinione pubblica
ha accolto terrorizzata. Il signor ministro
ha dichiarato: Non c’è più tempo…
…prendi con te ciclamini, aghi di pino…
gigli dalla sabbia… aghi di pino…
donna…
– … è tremendamente soverchiante.
La guerra…”

CAMBIATORE DI ANIME.


Yorgos Seferis, “Tordo”
una nuova traduzione e un saggio di Crescenzio Sangiglio

di prossima pubblicazione in
Quaderni di traduzioni LXXVII


Copertina: Piero Pizzi Cannella, Cattedrale

Viaggio andata e ritorno nell’arcipelago della Poesia Greca

testo e traduzioni di Chiara Catapano
intervento presentato a Marina di Pisa nel luglio 2021


Per questo breve ma affascinante viaggio alla scoperta della poesia greca contemporanea, ho optato per un approccio diverso: poiché per l’uomo greco poesia e musica sono realtà complementari, mi sono detta che forse era questo il modo più bello per traghettare qui stasera un pezzetto di questo mondo, così — ahimè — ancora sconosciuto. La musica, nella tradizione poetica greca, è assai più di un accompagnamento alla lettura, è invece la sostanza ritmica dell’immagine che trova nel poeta il suo traduttore nel linguaggio magico della parola.

Perché in questo arcipelago di versi, in profondità le acque della poesia e della musica si mescolano, creando letteralmente la navigazione, “donandoci il viaggio” per parafrasare Kavafis e la sua poesia più conosciuta, Itaca.

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3 di > Katerina Agyioti

3 (poesie) di Katerina Agyioti tradotte da Massimiliano Damaggio


Noi quaranta-cinquantenni giochicchiamo

Noi quaranta-cinquantenni giochicchiamo
aspiranti amanti
sotto il sole spietato, brutti
le bollette non pagate, mezzo antidepressivo al giorno e un piede nel divorzio
coi padri che si cagano nel pigiama
facendo dalla sala alla cucina
coi figli irriconoscibili fra i cubicles
della comunità spaziale di Shanghai.
Rughe, rughe e pori aperti
dente giallo rossetto rosso
anni fa abbiamo studiato qualcosa d’importante
dacci un amore ancora, puttana d’una vita, vedi che magari si attiva il filtro beauty
adesso che ne abbiamo bisogno.

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3 di > Yiannis Stìgas

3 (poesie) di Yiannis Stìgas tradotte da Massimiliano Damaggio


Riccio di mare

Un’esperienza universale.

Se anche il dolore che procura
non è insopportabile
          merita
tutto il tuo rispetto.
È la più trivellata forma di violenza
– e non intendo l’autodifesa –
intendo
una dolcezza attaccabrighe.

A chi, malevolo, sostiene che
il riccio è il tentativo della natura
di riprodurre le mine di profondità
rispondiamo
     – si dà il caso che sia
il loro perpetuo
          successore.

E un’altra cosa:
Fai male a sottovalutarlo
perché si apre facilmente
          con un coltello.
Anche tu ti apri con un coltello
          – molto facilmente.

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3 (inediti) di > Manòlis Anagnostàkis


Traduzione e introduzione di
Crescenzio Sangiglio

Le poesie che seguono non risultano inserite in nessuna raccolta di Anagnostakis. E sono del tutto sconosciute, praticamente sono come inedite, essendo apparse una sola volta, rispettivamente negli anni 1945, 1946 e 1947, nella rivista anti-regime Ελεύθερα Γράμματα, “Lettere Libere” poi eliminata dalla circolazione e letteralmente scomparsa e inesistente. Sono state ultimamente ritrovate dallo studioso e ricercatore Vassos Vomvas che le ha affidate allo scrivente per la traduzione italiana.)


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Il microcosmo delle variazioni lente

Il microcosmo delle variazioni lente
di Demetra Christodoulou

Chi scrive in greco sente nella parola una persistenza che non è solo linguistica, una continuità con la storia che è anche profondamente intima: come vivere in una comunità oltre i luoghi e il tempo transitori. É qualcosa che ha a che fare probabilmente con quello che molti chiamano grecità. In una sua poesia intitolata “la lingua greca”, Vrettàkos scrive: “[…] E se per caso da qualche parte /tra i corridoi azzurri / incontrerò gli angeli, / parlerò loro in greco, poiché / non sanno le lingue. Parlano / tra loro in musica”. In tempi di congedi esistenziali e di mille crisi di soggetti, mantenersi quanto più vicini a un’idea di comunità, mi parrebbe, oggi, un buon esercizio di resistenza di fronte alle tante cadute culturali del nostro tempo. Le parole, quindi. Le parole come dimore arcaiche, cavità profonde cui attinge Demetra Christodoulou, poetessa nata ad Atene nel 1953, considerata una tra le voci poetiche più intense della Grecia. Pochissime apparizioni in traduzione italiana, tutte merito di Massimiliano Damaggio, infaticabile traduttore ed esploratore della parola greca. Autrice di quindici raccolte di poesia, ha esordito con “I cavalli di Myrovlitos” nel 1974, nel 2008 vince il Premio Nazionale di Poesia con la raccolta “Carestia”, alcune sue opere sono state tradotte in inglese, francese e svedese.

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Poeti Greci Contemporanei (XV)

Ανδρέας Κεντζός

Ανδρέας Κεντζός
Andrea Kentzòs

Poiein

Parlando delle cinque poetesse greche presentate a maggio e giugno, ho scritto che il paesaggio, fino a poco tempo fa incombente nella poesia greca, ora non c’è più, perché viviamo in un non luogo di dimensioni sterminate dove costruire o interpretare con le parole il mondo è un’impresa difficile. Purtroppo anche la Grecia di oggi appartiene sempre più all’elenco di ciò che è stato luogo ed ora si avvia ad essere solo definizione. Ma ho scritto anche che la lingua greca, in definitiva, è l’unico vero “luogo” di ogni suo parlante. Questo, anche per le vicende storiche di un popolo che durante la dominazione ottomana rischiò la scomparsa – linguistica. Dovunque nascosto, in grotte o scantinati, alla Scuola Segreta il prete ortodosso insegnava e manteneva in vita una lingua che altrimenti si sarebbe perduta per sempre.

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Poeti Greci Contemporanei (XIV)

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Έφη Καλογεροπούλου
Efi Kaloyeropoùlou

Γλυκερία Μπασδέκη
Glykerìa Basdèki

Βάσω χριστοδούλου
Vasso Christodoùlou

Poiein

Viviamo un processo oramai avanzato di disgregazione della comunità in individui che ha profondamente coinvolto la sfera creativa e in particolare la poesia. L’abolizione mediatico-digitale dei confini fra spazio e tempo, l’implosione di questi nella vita quotidiana, che rendono il nostro tempo un luogo dove confluiscono tutti i tempi e tutti i luoghi, ha prodotto individui instabili, incompleti che serbano in sé un vago ricordo della propria funzione comunitaria e del “proprio” tempo limitato. Ciò è maggiormente avvenuto nei paesi più industrializzati, ora identificabili come “assenze di luoghi” di immense proporzioni. In questa “disabitazione”, chi scrive poesia si trova a reinterpretare una realtà che non può facilmente esserlo. Il risultato è spesso una poesia “assente”, come sospesa in una extra-realtà eterea, altrettanto “liquida” quanto la “modernità” attuale di Zygmunt Bauman.

(Continua qui…)

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Poeti Greci Contemporanei (XIII)

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Σοφία Γιοβάνογλου
Sofia Yovànoglou

Χρύσα Αλεξίου
Chrìssa Alexìou

Poiein

Cinque poetesse greche

Viviamo un processo oramai avanzato di disgregazione della comunità in individui che ha profondamente coinvolto la sfera creativa e in particolare la poesia. L’abolizione mediatico-digitale dei confini fra spazio e tempo, l’implosione di questi nella vita quotidiana, che rendono il nostro tempo un luogo dove confluiscono tutti i tempi e tutti i luoghi, ha prodotto individui instabili, incompleti che serbano in sé un vago ricordo della propria funzione comunitaria e del “proprio” tempo limitato. Ciò è maggiormente avvenuto nei paesi più industrializzati, ora identificabili come “assenze di luoghi” di immense proporzioni. In questa “disabitazione”, chi scrive poesia si trova a reinterpretare una realtà che non può facilmente esserlo. Il risultato è spesso una poesia “assente”, come sospesa in una extra-realtà eterea, altrettanto “liquida” quanto la “modernità” attuale di Zygmunt Bauman. Per trovare qualcosa di diverso, dobbiamo uscire dall’Europa o meglio dai luoghi “mondializzati” e andare a scavare laddove il linguaggio è ancora condivisione di argomenti, esperienze, ambienti e sentire comuni.

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Poeti Greci Contemporanei (XII)

Gabriele Nachmìas, Nominati

Γαβριήλ Ναχμίας
Gabriele Nachmìas

Poiein

Circa due anni fa, durante una nottata a un baretto di Exàrcheia, Sotìrios a un certo punto tirò fuori da un sacchettino due libri. “Questo è il mio ultimo”, disse, “aspetta che ti faccio la dedica”. “Questo, invece, è di un bravo scrittore.” Il libro si chiamava “Nominati”. Gli diedi un’occhiata veloce. Chiesi a Sotìrios: “Chi è Gabriele Nachmìas, l’autore, lo conosci?” “No”, rispose lui, “ma potrebbe benissimo essere il nostro Borges.” Poi il libro l’ho dimenticato su uno scaffale. Poi ho fatto dei traslochi ed è scomparso. Tornato a casa dal colloquio, un po’ incazzato come al solito, e dando per caso un’occhiata ai pochi libri che riescono a seguirmi in giro per il mondo, ho trovato “Nominati”.

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Poeti Greci Contemporanei (XI)

Yòrgos Kartàkis

Γιώργος Καρτάκης
Yòrgos Kartàkis

Poiein

Nota biobibliografica

Yorgos Kartàkis è nato nel 1963 a Chanià, Creta. Ha studiato, vissuto e lavorato molti anni in Germania. Vive a Chanià, dove lavora come insegnante. Sue poesie sono apparse su riviste elettroniche e cartacee. Nel 2013 ha pubblicato il libro di poesie “Adesso che le nuvole”. Traduce poeti tedeschi in greco, ma anche greci in tedesco, ed ha un ampio archivio di traduzioni all’attivo.

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