Pensare l’oltre
Se è vero che la malattia psichica determina spesso una sensibilità particolare, come se non ci fosse più lo schermo della pelle a riparare dalla percezione esterna del mondo i confini dell’anima e a proteggerla dall’invasione interna dei fantasmi, di questa sensibilità Lorenzo si fa testimone. Volendo fuggire dall’inevitabile cronicità della sua sofferenza psichica – ricoveri protratti, abusi farmacologici, episodi confusionali -, Pittaluga non agisce in modo sommesso ma con un tuffo euforico nell’estasi della poesia e nell’ignoto della morte, pervaso dalla stessa esaltazione con cui raccontava a me, ancora diciassettenne, il delirio di essere santo. «Mai stato un giorno senza paura, / senza la luminosa paura / di essere dimenticati» (Remo Pagnanelli). Continua a leggere Sono la foce e la sorgente