Archivi categoria: lucetta frisa

Icaro

(da: “La Foce e la Sorgente” – Quaderni, IV)

Lamenti di un Icaro

Gli amanti delle puttane
sono felici disponibili e sazi;
quanto a me, ho le braccia rotte
per aver stretto a me troppe nuvole.

E ringrazio gli astri disuguali
che fiammeggiano in fondo al cielo
se i miei occhi consunti vedono
solamente le memorie dei soli.

Invano ho voluto dello spazio
trovare il centro e la fine:
non so sotto che occhio di fuoco
sento spezzarsi la mia ala.

E bruciando d’amore per il bello
non avrò il sublime onore
di dare il mio nome all’abisso
che mi farà da tomba.

(Charles Baudelaire, Les plaintes d’un Icare, traduzione di Lucetta Frisa)

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Movimenti di penna

Lucetta Frisa

EPSON MFP image

I primi testi di Henri Michaux – da Mes proprietés a Voyage en Grande Garabagne, da Lointain intérieur e Un certain Plume a Au pays de la magie – ci consentono, come lettori, di vivere un’esperienza non comune: assistere a una ripetizione di un rito che potrebbe riassumersi brevemente così: una voce neutra, dal timbro tranquillo se non impassibile, narra, in modo minuzioso e slontanante, di universi “altri”, attraversati da esseri più apparentati a una flora e a una fauna marina che alla specie propriamente umana o a quella che, grazie alle lenti potentissime di un microscopio elettronico, possiamo scoprire sotto l’erba o la sabbia. Queste narrazioni o cripto narrazioni – in forma di frammento, riflessione, testimonianza – registrano avvenimenti enigmatici che nessuna chiave simbolica è in grado di interpretare. Sigillati nella magica oltranza della loro natura visionaria, quei testi si rivelano come microcosmi “surreali” di un mondo ulteriore, mappe utili a percorrere terre invisibili, o a essere decifrate da passeggeri inesistenti. Né poesie né racconti, gli scritti di Michaux oscillano tra soliloquio e aforisma, a volte sembrano oracoli o formule propiziatorie, a volte pagine di diario di un entomologo decisamente folle. Li accomuna il non essere mai appagati da una forma definita, se non quella della cronaca frammentaria e tutta pervasa da una fredda ironia.

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Finestre

Rainer Maria Rilke

Finestre

Traduzione di Lucetta Frisa.

I

Basta che ad un balcone
o nel riquadro di una finestra,
sosti una donna… e già lei è perduta
senza che sia mai apparsa.

E se solleva le sue braccia
per annodarsi i capelli – tenero vaso,
quanta enfasi alla nostra perdita
dedichiamo e al rilievo dell’infelicità?

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Due libri

Lucetta Frisa
CRONACHE DI ESTINZIONI
(puntoacapo, 2020)

Dalla prefazione di Elio Grasso:
[…] La rapida progressione dei furori, epidermicamente inoculati nella mente dell’autrice da intrighi mondani e fatue opulenze sparse nel mondo, giunge all’invocazione di città dal triste destino, di vulcani estinti e attivi, che sembrano precipitare in mare, così come le antiche profezie. Il primato della denuncia quasi mai è giustificato dalla vera poesia, ma qui l’aria sentita è tesa, odora di concretezza fino al midollo perché l’esperienza sparsa a piene mani nel libro è un fatto radicale, inestinguibile e curato come un pane all’alba. La visione non scende mai sotto l’orizzonte, tutto è regolato perché l’esposizione sia al tuning massimo di onde portanti parola chiara e liscia […]

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(La Foce e la Sorgente seconda serie) / Quaderno n. 6: Daniela Bisagno

Pubblichiamo oggi il sesto dei “Quaderni” che anticipano l’uscita della rivista La Foce e la Sorgente (nuova serie) prevista per il giugno 2019:

Daniela Bisagno: Il sonno e la parola (riflessioni intorno a due libri di Marco Ercolani e di Lucetta Frisa).

I “quaderni della Foce e la Sorgente” sono a cura di
Marco Ercolani, Lucetta Frisa, Antonio Devicienti.

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(La Foce e la Sorgente seconda serie) / Quaderno n. 4: Lucetta Frisa

Pubblichiamo oggi il quarto dei “Quaderni” che anticipano l’uscita della rivista La Foce e la Sorgente (nuova serie) prevista per il giugno 2019:

Lucetta Frisa: Baudelairiana (trenta poesie da Les Fleurs du Mal)

I “quaderni della Foce e la Sorgente” sono a cura di                                          Marco Ercolani, Lucetta Frisa, Antonio Devicienti.

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Baudelaire secondo Lucetta Frisa

 

Epigrafe per un libro proibito

Lettore pacifico e bucolico
bravuomo ingenuo e sobrio
getta via questo libro saturnino
orgiastico e malinconico.

Se non hai appreso la retorica
da Satana, l’astuto doganiere,
gettalo, non ci capiresti niente
oppure mi crederesti isterico.

Ma se, senza farsi sedurre,
il tuo occhio sa tuffarsi nell’abisso
leggimi, per imparare ad amarmi:

anima dolente e curiosa
che va in cerca del tuo paradiso
compiangimi! O ti maledico!

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Frisa / Ercolani: da “Furto d’anima” l’omonimo racconto

 

Furto d’anima

 

 

Auguste Rodin, Camille Claudel, Paul Claudel

Auguste Rodin al direttore del manicomio di Montdevergues

Parigi, 30 dicembre 1913

Egregio signor direttore,

la vostra lettera del novembre scorso, che con offensiva indiscrezione mi interrogava sulla natura dei miei rapporti con la signorina Camille Claudel, mi ha profondamente indignato.
Voi sapete, esimio dottore, a chi vi rivolgete? Io sono Auguste Rodin. Ogni minuto del mio tempo è prezioso per l’arte francese e non posso certo sprecarlo per beghe di quart’ordine. So bene che voi, da alienista scrupoloso e uomo sensibile quale mi siete stato descritto, fate semplicemente il vostro dovere, ma i miei rapporti occasionali con quella sventurata non vi consentono questi toni da interrogatorio. Alla vostra inqualificabile domanda, lesiva del mio onore e del mio nome, «se io mi sono mai comportato in modo autoritario o violento nei confronti della malata», posso solo rispondervi: MAI.

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Furto d’anima

Lucetta Frisa
Marco Ercolani

Nota editoriale a

Furto d’anima
Greco & Greco Editori

 

FURTO D’ANIMA è un libro composto da quaranta lettere, reali e immaginarie: un viaggio perturbante, in un passato remoto e recente, dove coppie di artisti e di scrittori confrontano le parti-ombra delle loro emozioni, i loro più intimi pensieri, e si offrono impudicamente allo sguardo del lettore con quello che avrebbero ancora potuto dire, scrivere, pensare. In queste lettere, che talvolta sono scritture intime e frammenti di taccuini, si apre una prospettiva altra, che sonda conflitti e intrecci, fra arte e vita, alla ricerca di una “giustizia” postuma, ipotetica e poetica che vorrebbe riportare alla luce parti segrete e “scomode” di verità mai esplorate fino in fondo.

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Lucetta Frisa: Cronache di estinzioni (inediti)

Vulcani

Hawai, Kilauea.
Guatemala, Fuego.

Davanti alle indifferenti
lenti degli occhiali e del pc
lava e fumo incontenibili avanzano
fino alla mia scrivania.
Il video testimonia – in diretta –
l’orrore dormiente chissà in quali caverne
oltre mari e fusi orari
il cieco assassinio
dei due vulcani risvegliati uno dopo l’altro
con la testa sfavillante di fuoco:
Odo le flebili grida atterrite di persone in fuga
(io mi aggrappo ai braccioli della poltrona)
che presto moriranno incenerite.

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Una fiamma che cresce

Antonio Devicienti

Nota di lettura a:
Nicolas de Staël
Tutto deve accadere dentro di me
Cura e traduzione di Lucetta Frisa
Pistoia, Via del Vento Edizioni, 2018

Resistere e opporsi alla volgarità montante, alla violenza verbale e all’intolleranza che facilmente si mutano in violenza fisica significa anche dedicarsi a piccoli, eleganti libriccini che sembrano giungere come messaggi in bottiglia, meglio ancora come amicali doni: è il caso delle 41 pagine racchiuse in un’elegante copertina cartonata che Lucetta Frisa ha tradotto e curato per le Edizioni di Via del Vento di Pistoia – è il caso della pluridecennale passione nutrita da Lucetta per Nicolas de Staël e che segna una nuova tappa con queste pagine di un diario del viaggio in Marocco compiuto dall’artista tra il 1936 e il 1937 e che Lucetta ha intrecciato con estratti da lettere che Nicolas ha inviato negli stessi mesi del viaggio marocchino ai genitori (Tutto deve accadere dentro di me); la poetessa genovese non si è però “limitata” alla traduzione dal francese, ma ha scritto quattro intensissime pagine (Una fiamma che cresce) a conclusione del volumetto, così che l’intera opera (ulteriormente impreziosita da dodici tavole a colori di opere del pittore) diventa per la mente del lettore un’attualissima, appassionata e appassionante riflessione sulla creazione artistica e sull’estremo rigore, sull’ineludibile disciplina pretesi da qualunque arte ci si senta vocati a praticare (pittura, musica, poesia, non importa).

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Quaderni di Traduzioni (XL)

Quaderni di Traduzioni
XL. Aprile 2018

Yves Bergeret

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Le trait qui nomme (2010, 2018)
IV. Journal du neuvième séjour au Mali (oct./nov. 2003)
V. Remarques d’avant le départ de février 2004

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