Archivi categoria: memoria
Kinder der Landstrasse
Tutto il mondo è un esilio
Histrio aeternalis
Emilio Villa
da Letania per Carmelo Bene,
Milano, Scheiwiller, 1996
*
conviene di voce alla criniera immature, demetriaca,
della tua voce.
Bene! bene! Bene dicas illud Benebene
in venis ultimis, in vanis ultimis, in ultimatis vocibus:
Bene è il
non causato, l’histrio aeternalis, da Eleusi,
ma causante memoria pluviale giudicata
a convegno, a scomparti, a ritrovi, a segreti menischi
rotanti, giuturna giovenca giovenile
da celebrare come corpus simulans atqui dissimulans:
denti sangue frusta fianchi
i lampaneggi delle arcaiche cinerule aggressioni,
libellule fastose, grovigli scosciati, sgrovigli, e smerigli
di glottidi ammainate, mai nate,
in infinite ugule pendule nodule,
dove cuce e ricuce l’Ideogramma d’Allarme,
Dilettoso della Grazia Erratica in pendii di effigie,
dell’Invocazione a Delta del trans-
alimento impeccabile, sutura più negra
della Prossimità/Corporeità illividita innumerabile
in formula di mistero di Cerimonia parthenia,
da Eleusi, spiga parthenogenica, proprio detto
Ear Reclining, in una
parola sola solitaria unica
non conoscibile, suffragata a tutela
di non conoscere, di non abitare, di disapparire
*
L’affresco di Maraden
Tentativi di esaurimento di una stanza chiara (a Michele Truglia) – di Ilaria Seclì
Requiem
La mano che canta
«Voyez, allez, apprenez, c’est le chemin de la vie que vous devez mener, bâtir, terrasser, inventer. Moi, je broute ma vie autour de mon rocher. Mais c’est ma vie-empreinte que je veux vous donner, recevez ces pierres aussi vides que les étoiles, recevez».
Il danzatore Malige
Stefanie Golisch
Il danzatore Malige
Ho riletto in questi giorni un breve racconto del poeta Johannes Bobrowski (1917-1965) che si intitola Il danzatore Malige e che è ambientato nell’agosto del 1939. In una piccola città polacca un gruppo di soldati tedeschi attende. Non si sa – non sanno – che cosa. Ammazzano il tempo giocando a carte, dormendo, bevendo, condividendo barzellette. Tra di loro si trova il danzatore Malige, un artista di varietà, un outsider per natura.
25 aprile
Addio, Letizia…
La Dimora del Tempo sospeso rende un silenzioso, commosso omaggio alla persona, all’opera e alla memoria di Letizia Battaglia.
Quaderni di Traduzioni (LXXIV)
Quaderni di Traduzioni LXXIV. Aprile 2022
Stefanie Golisch Storchnest. Eine Spurensuche Storchnest. Una ricerca di indizi
Storchnest
Quaderni di Traduzioni (LXXIII)
Quaderni di Traduzioni LXXIII. Aprile 2022
Yves Bergeret La parola che guarda. Sei installazioni in Sicilia (2006-2013)
Manifesto contro la guerra
“Guerra al regno della guerra,
morte al regno della morte.”
(Tratto da Il manifesto, edizione del 19 marzo 2022.)
Alla salute del serpente
Combien durera ce manque de l’homme mourant au centre de la création parce que la création l’a congédié?
Quanto durerà questa mancanza dell’uomo, che muore al centro della creazione perché la creazione l’ha ricusato?
L’Europa nel gorgo dei nazionalismi
Mario Pezzella
Non c’è dubbio che Putin stia conducendo una guerra di aggressione e che le sanzioni nei suoi confronti siano giustificate. Tuttavia l’autorevolezza morale e politica di chi le sta imponendo è prossima allo zero. Sono gli stessi Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia (e l’Italia come ruota di scorta) che hanno invaso e distrutto, o contribuito a distruggere, quattro Stati sovrani – Iraq, Afghanistan, Libia, Mali – senza subire sanzioni, che nessuno del resto ha osato chiedere. I droni e i bombardamenti hanno prodotto in quei Paesi le stesse devastazioni a cui oggi assistiamo in Ucraina. Anche lì sono morti bambini e sono stati distrutti ospedali. Ma le vittime non erano europee. E i profughi di quei Paesi sono destinati ai campi di concentramento. […]
(Continua a leggere su Terzo Giornale)
Nota dell’autore su “Il Crinale Puiseux”
Yves Bergeret
Da una mail a Francesco Marotta sulla traduzione di “L’arête Puiseux“.

Caro Francesco,
avevo probabilmente 18 anni, di sicuro non più di 20. Ero un giovane alpinista, troppo impulsivo, me ne rendo conto ora, che correva enormi rischi in imprese alpine particolarmente audaci. La mia famiglia era un disastro, oltretutto senza mezzi economici. A quanto ricordo, facevo di tutto per andarmene in montagna, da solo, ogni volta che potevo. Sono i giovani scalatori, di altissimo livello, che incontro da qualche anno, a mostrarmi l’assoluta spericolatezza di quello che facevo allora e di cui non mi ero mai reso conto; tra loro, anche una giovane coppia, sui trent’anni credo, con cui mi sono intrattenuto a lungo sabato scorso a Luc en Diois.
I tatuaggi della nonna
1) Premessa
A tutti è noto – o almeno dovrebbe storicamente essere noto – il genocidio perpetrato nel 1915 dai Turchi a carico delle popolazioni armene in Turchia.
Più di 1.500.000 Armeni (uomini, donne, bambini, giovani e vecchi) trovarono una tormentosa morte nei deserti e nelle montagne della Turchia centrale durante interminabili marce forzate e insostenibili lavori forzati, in condizioni di estrema crudeltà e spietatezza.
Continua a leggere I tatuaggi della nonnaCristina Annino (1941-2022)
Alzo le mani senza resa, senza
voltarmi. Niente fiori, casa dolorosa; ti
peso sui due reni della bilancia. A chi
andrà
tutta questa ricchezza, lo spreco delle
forze, l’aquila dentro di me?
*