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Le ombre erranti

Pascal Quignard, Les ombres errantes Pascal Quignard

Tratto da:
Les Ombres errantes
Paris, Éditions Grasset, 2002
Traduzione di Stefania Roncari

 

Capitolo XXXVII
Terrore

Ludwig Wittgenstein fu il teorico della scomparsa del linguaggio.
La Sprachlosigkeit è il nome che fu dato in Germania nella guerra del 14-18.
Indicibilità di ciò che è stato vissuto al fronte nelle parole – per non parlare della Propaganda che è in uso prima.
La lingua cessa di essere un ponte tra l’Ego e il Cosmo.
La voglia di dire si perde nelle cesure.

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Max Loreau: Vue d’intérieur

Max Loreau, Vue d'intérieur

Max Loreau

“Vue d’intérieur”
Ed. Carte Blanche, 2005

Traduzione di
Stefania Roncari

 

Qualcuno s’intrufola, come allo sbucare della notte.

Passa con ostinazione così lento, molto sveglio, il visitatore del giorno pallido, della polvere, il paziente migratore della carne intima, tanto insospettata quanto inesistente. Passa e ripassa o forse sono le cose così lente dell’amnesia quasi istantaneamente distratte? Dappertutto il sonno impetuoso s’insinua nel cuore delle cose, schiave della lucidità prigioniera.

Qualcuno s’intrufola dentro, sfiora inamovibile, ci riprova duemila volte.

Sfiora con tutta la sua vista sottile, così neutra da sembrare in procinto di trattenere a piacere l’occhio cattivo, l’attacco, la rudezza, il carico. Si nutre di colpi insistentemente differiti, di morsi conservati per tempi favorevoli. Si eterna aperto nell’istante interminabile – trasparenza diventata forza impassibile, luce chiusa assente come il suo recinto, vasto sgretolamento, dove passa e ripassa, leggero come un’ombra dentro l’abbaglio tranquillo, che fa pensare alla grana di una pellicola sensibile.

Luce rasa e fragile, inesistente; rimugina l’a-dimensionale.

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Entretiens sur la poésie

Entretiens sur la poésie

Yves Bonnefoy
Stefania Roncari

Entretiens sur la poésie

«Le poème nomme
ce qui se perd
»

La presenza, il sensibile nella sua immediatezza e pienezza, si dà prima di ogni parola, la più piccola parola nasce per dire la presenza. Questa presenza muta del mondo, che precede il poema e che lo obbliga a definirsi come ritorno. Il compito della poesia è quello di raggiungere la verità.
Bonnefoy rigetta la preminenza dell’immagine e della poesia disincarnata e adotta una via intermediaria, tra sogno e realtà: “la poesia permette la conoscenza del mondo e possiede un ruolo ontologico”.
In “Entretiens sur la poésie” c’è un articolo, Poésie et vérité, nel quale l’autore giudica il rapporto tra scienze, filosofia e poesia. Bonnefoy afferma che le verità matematiche si appoggiano su sistemi coerenti, ma inadeguati al mondo-referente; mentre la filosofia si fonda sulle categorie del linguaggio, sui concetti che sono solo viste parziali, ottenute considerando solo alcuni aspetti dell’oggetto, a discapito degli altri. Invece la poesia può cogliere una presenza, poiché essa si appoggia sulla parola, sulla sua materialità fonica. Continua a leggere Entretiens sur la poésie

Movimento in quiete

Stefania Roncari

Che la poesia si nutra, oltre che di vita materiale, anche di pensiero e sapienza è un dato quasi ovvio, ma così ovvio non è che questa sia una vera e propria necessità del suo essere poesia: come sostanza di scrittura e di conoscenza. A quale tipo di sapienza poi attinga nel suo farsi, dipende dal poeta e dai suoi paradigmi culturali.

Nel caso di Stefania Roncari la sapienza che informa e conforma il suo pensiero poetico è di tipo esoterico, più precisamente alchemico. Ma ciò non significa che i versi si nutrano di inattualità prescientifiche, piuttosto è nel tono evocativo che si manifesta l’oscurità e “la materia si fa densa”.

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