*
Continua a leggere Ogni giorno è oggi (II)Archivi categoria: stefanie golisch
Gianni Rodari: ci sono cose
Ci sono cose da fare ogni giorno: lavarsi, studiare, giocare, preparare la tavola a mezzogiorno. Ci sono cose da far di notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per non sentire. Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra.
Claribel Alegría: ars poetica
Ars poética Yo, poeta de oficio, condenada tantas veces a ser cuervo jamás me cambiaría por la Venus de Milo: mientras reina en el Louvre y se muere de tedio y junta polvo yo descubro el sol todos los días y entre valles volcanes y despojos de guerra avizoro la tierra prometida. * Ars poetica Io, poeta di mestiere, condannata tante volte ad essere corvo, mai vorrei fare scambio con la Venere di Milo: mentre lei regna nel Louvre annoiandosi a morte e coprendosi di polvere io scopro il sole tutti i giorni attraverso valli vulcani e macerie di guerra nell’attesa della terra promessa. (Traduzione di Susanne Detering Il quadro è di Max Kaus)
Margret Atwood: eccoli, i senza nome
Here they are, the nameless ones, who are still in some way with us. They knew what happened. They know what happens. * Eccoli, i senza nome, in qualche modo sono ancora con noi. Sapevano ciò che è successo. Sanno cosa sta succedendo. (Traduzione di Stefanie Golisch Il quadro è di Francesco Balsamo)
Ogni giorno è oggi (I)
Jacques Robinet: da te a me
Dulce María Loynaz : la ballata del tardo amore
La balada del amor tardío
Amor que llegas tarde,
tráeme al menos la paz:
Amor de atardecer, ¿por qué extraviado
camino llegas a mi soledad?
Amor que me has buscado sin buscarte,
no sé qué vale más:
la palabra que vas a decirme
o la que yo no digo ya…
Amor… ¿No sientes frío? Soy la luna:
Tengo la muerte blanca y la verdad
lejana… – No me des tus rosas frescas;
soy grave para rosas. Dame el mar…
Amor que llegas tarde, no me viste
ayer cuando cantaba en el trigal…
Amor de mi silencio y mi cansancio,
hoy no me hagas llorar.
*
La ballata del tardo amore
Amore che sei arrivato tardi,
portami almeno la pace:
Amore di tramonto, su quale
strada sbagliata sei arrivato alla mia solitudine?
Amore che mi hai cercato senza che io ti cercassi,
non so cosa vale di più:
la parola che tu mi dirai
o quella che io non dirò più…
Amore… Non senti freddo? Sono la luna:
Tengo la morte bianca e la verità
lontana… Non darmi le tue fresche rose,
le rose non sono più per me. Dammi il mare…
Amore che sei arrivato tardi, non mi hai visto
quando ieri cantavo nel campo di grano…
Amore del mio silenzio e della mia stanchezza,
non farmi piangere oggi.
Traduzione di Susanne Detering
Il quadro è di Max Kaus
Hilde Domin: Notte di tenerezza
Quaderni di Traduzioni (LXXXI)
Quaderni di RebStein (LXXXVIII)
Ogni giorno è oggi (XII)
Jacques Robinet: Poesia
Erich Fried: Chi è l’uomo? / Domande
Erich Fried
Fragen nach dem Menschen
für E.B.
Und wurde die Liebe gelehrt?
Ja, aber schlecht und heimlich.
Und wurde der Tod gelehrt?
Ja, aber nur zum Teil.
Wieso zum Teil?
Es wurde nur Töten gelehrt,
gelehrt und geübt,
und das Sterben totgeschwiegen.
Und wurde der Hass gelehrt?
Ja. Gelehrt und geschürt, aber nur
auf den, der Feind genannt wurde,
und nicht auf das eigene Unglück.
Und was taten sie mit ihrem Leben?
Fast alle nur das,
was zu erwarten war,
nach einer solchen Lehrzeit.
*
Continua a leggere Erich Fried: Chi è l’uomo? / DomandeOgni giorno è oggi (XI)
Erich Fried: Nessun rifugio
Joaquín O. Giannuzzi: Epigramma
Miguel Hernández: Guerra
Guerra La vejez de los pueblos. El corazón sin dueño. El amor sin objeto. La hierba, el polvo, el cuervo. ¿Y la juventud? En el ataúd. El árbol solo y seco. La mujer como un leño de viudez sobre el lecho. El odio sin remedio. ¿Y la juventud? En el ataúd. Guerra La vecchiaia dei popoli. Il cuore senza padrone. L’amore senza scopo. L'erba, la polvere, il corvo. E la giovinezza? Nella bara. L'albero solo e secco. La donna come legna di vedovanza sul letto. L’odio senza rimedio. E la giovinezza? Nella bara. Traduzione di Susanne Detering
Franz Hodjak: Spazi
Erich Fried: Al ritorno da Delphi
Erich Fried
Heimweg von Delphi
Wie groß ich war
meine Kleinheit zu erkennen
Wie stark ich war
meine Schwäche zu gestehen
Wie klug ich bin
nun wieder schnell zu vergessen
wie klein und schwach
und dumm und vergesslich ich bin
*
Al ritorno da Delphi
Ero assai grande
per riconoscere la mia pochezza
Ero assai forte
per ammettere la mia debolezza
Sono assai saggio
per dimenticare subito
la mia pochezza, debolezza
stupidità, smemoratezza
*