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Note di lettura (VIII) – Alfonso Gatto
Il divenire di un’alba
Ci sono spettacoli della natura silenziosi e minimi, privi di effetti strabilianti, pacati e leggeri da passare per ovvi e irrilevanti. Ci sono poi osservatori attenti e frugali che assimilano quegli spettacoli come facendo finta di impossessarsene voracemente, lasciando agli occhi il compito di ispezionarli nella loro completezza e al respiro e al pensiero di stabilire una comunicazione, un bisogno di compiutezza.
Alfonso Gatto (1909-76) scrisse questa poesia nella raccolta La memoria felice (1937-39):
Osteria flegrea – di Alfonso GATTO
(P. Mondrian, L’albero rosso, 1908)
[Testi tratti da: Alfonso Gatto, Osteria flegrea, introduzione di Carlo Bo, con una nota dell’autore, Milano, Mondadori, “Lo Specchio”, 1962]
Finale
Se a voltarmi più non ti vedo
chi di noi due manca,
chi dal suo pensiero un fatto
ha visto correre sì veloce
da spingersi oltre le nebbie
dei morti che guardano indietro?
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