Estrai la freccia
non rimproverare nessuno
ma stenditi
come fa la bestia ferita
con il cielo
e non pregare nemmeno
solo conta
conta i respiri
come fossero monete
per passare oltre te,
l’orizzonte opaco
del nome.
Non anticipare
niente, non essere
a proposito, abìtuati
all’improvvisazione musicale,
a farti invisibile
nota tra le note,
vuoto capace
di urlo, di riconoscimento:
ecco, a casa
si sta così.
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Post-Kult, 3
Post-Kult, 2
L’intero deserto
Viviana Scarinci
L’intero deserto
“Se mi vieni a trovare
Vieni lentamente e con gentilezza
Per non spezzare la fragile porcellana
Della mia solitudine.”
Sohrab Sepehri
Charles BAUDELAIRE tradotto da Antonio PRETE
Edmond JABÈS nella lettura di Antonio PRETE
L’esilio dal libro – di Antonio Prete
Passaggio al libro
La scrittura di Jabès è un’esegesi che muove non dal libro, ma dalla sua mancanza, non dal senso, ma dalla sua indecifrabilità, non dal volto di Dio, ma dalla sua assenza. Assenza che ha consegnato l’uomo alla lotta con il dolore, con la sparizione, con il vuoto.
Scrittura come allegoresi di una speranza e di una ferita. Questa separazione e questa ferita aprono un varco tra la lettera e il senso. Il senso si allontana verso quel confine dove la sabbia, il silenzio, la cenere, sono le sole linee di un paesaggio traversato dal vento del nulla. E la lettera modula, nella sua metamorfosi, nel suo divenire, nel suo disperdersi, la possibilità che un nome, tra infiniti nomi, raccolga l’eco del primo Nome. Continua a leggere Edmond JABÈS nella lettura di Antonio PRETE
Chirografie – Antonio PRETE
Chirografie
Variazioni per Mallarmé
di Antonio Prete
[Tratto da www.Zibaldoni.it, II serie, 18 luglio 2005]
Maint ouvrage, sous la verroterie du
rideau, alignera sa propre scintillation:
j’aime comme en le ciel mûr, contre la
vitre, à suivre des lueurs d’orage.
Tutti i poeti sono in esilio – di Antonio PRETE
(Relazione di Antonio Prete al Convegno di studi, tenutosi a Roma dal 10 al 12 marzo 2005, presso l’Università “La Sapienza”, sul “Tema dell’esilio, della migrazione e del “dispatrio“, organizzato da Silvia Tatti e Franca Sinopoli in collaborazione con il Dipartimento di Letteratura italiana.)
Tratto da www.zibaldoni.it – II serie, 4 aprile 2005
Tutti i poeti sono in esilio
Per la poesia l’esilio non è un tema, e spesso non è neppure una condizione del poeta, è il nesso tra esistenza e lingua, è quel che porta la lontananza a farsi parola, la separazione ritmo. Ospitalità del perduto, e dell’irreversibile, nella lingua. La terra da cui il poeta è in esilio può avere l’abbagliante trasparenza della luce – alla quale “gli uomini preferirono piuttosto le tenebre” – o la fuggitiva inconsistenza delle nuvole, cioè della forma in continua metamorfosi. Continua a leggere Tutti i poeti sono in esilio – di Antonio PRETE
Della solitudine come spazio di scrittura – di Edmond JABÈS
Della solitudine come spazio di scrittura
(Tratto da: Edmond Jabès, Il libro della sovversione non sospetta (Le petit livre de la subversion hors de soupçon, 1982), traduzione di Antonio Prete, Milano, Feltrinelli, “Impronte”, 1984, pg. 43-48).
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