il viaggio inaudito
alle sorgenti d’acqua viva,
alla notte di ognidove
partorita dalla cenere dei canti
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Nelle rapide in secca dell’autunno
“sarà per questo, forse,
che la parola è aria,
parto di un’unica infanzia
di cenere e respiro”
L’arte che ci perdona del sapere
Un’eternità al NeoBar
“la lingua assorbe tempo
dai pori del respiro,
l’infanzia
fa cenni di luce
da cieli di rimpianto
che ora svaniscono, ora
si impigliano alle fronde,
nel grido di chi sbaglia strada
e senza il dono dell’orma
va nel giorno”
“Da un’eternità passeggera” nella lettura di Abele Longo, che presenta una selezione di testi tratti dall’opera nel suo pregevole sito Neobar. Un grazie di cuore ad Abele per la sua attenzione e un invito a tutti i lettori della Dimora a visitare la sua splendida officina, dove poesia, musica e arte intrecciano i loro percorsi e si trasformano in materiali resistenti.
Da un’eternità passeggera (III)
Da un’eternità passeggera (1998 – 2003)
III. Su creste d’aria di un alfabeto nuovo
ci sono strade disegnate
dalla lingua di terra
che spira luce tra i sassi
e le conduce,
impollinate di voci,
ai mari del racconto,
sentieri fioriti su corpi
di parole
da leggere nel brivido
della sera varcata
a rovescio delle ombre: –
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Da un’eternità passeggera (II)
(Immagine di Michele Guyot Bourg)
Da un’eternità passeggera (1998 – 2003)
II. Nelle rapide in secca dell’autunno
notti assediate di luna
alla curva di parabole
che dal corpo scivolano
in lampi di vele,
voci raccolte
in quell’unica sosta
tra le sabbie
che accese il foglio d’astri
e la lingua, franata
in voluttà di oasi
e di tende: –
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Da un’eternità passeggera (I)
Da un’eternità passeggera (1998 – 2003)
I. L’arte che ci perdona del sapere
più chiare nascite
senza memoria di parole
nella voce,
profili
in trame di muschi
cresciuti nel grembo caldo
della luce – Continua a leggere Da un’eternità passeggera (I)