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“Questo spazio dove non sei” di Domenico Brancale

QUESTO SPAZIO DOVE NON SEI

memoria video di Celia Notarbili

montaggio di Jacopo Gandolfi

ambiente sonoro di Federico Pipia

Il video è stato realizzato all’interno dell’installazione site specific “Mariuccia” di Giuseppe Di Liberto, in occasione della mostra Colostro (19 artisti presso la Torre) a cura di Giulia Mariachiara Galiano e Riccardo Vailati, Torre Massimiliana di Sant’Erasmo (Venezia 2022).

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Per Cristina Campo (sul “Primo Amore”)

L’elegante volumetto dedicato a Cristina Campo (che già al tempo della sua prima apparizione Domenico Brancale ebbe a definire “una stella cometa sul suo cammino”) invita ad approfondire una figura che, assai legittimamente, sta conquistandosi sempre più interesse e, spero, lettori.  [da qui]

Domenico Brancale, “Dovunque acqua sia voce” (Edizioni degli animali, 2022)

di Antonio Di Gennaro

In uno degli appunti tratti dai Cahiers del pensatore romeno Emil Cioran leggiamo: “Il pensiero spezzato, frammentario, ha tutta l’incongruenza della vita; mentre l’altro, quello coerente, rispetta soltanto le proprie leggi, non acconsentirebbe mai a riflettere la vita, e ancor meno a scendere a patti con lei”. E ancora, se ci riferiamo ad un altro autorevole autore del Novecento, l’egiziano Edmond Jabès, ne Le Parcours, ci imbattiamo in questa breve, ma significativa annotazione: “La vita è discordanza. Incompatibilità dell’istante con l’istante. E la scrittura, espressione dilaniata dell’irriducibile opposizione di limite a limite”.  Continua a leggere Domenico Brancale, “Dovunque acqua sia voce” (Edizioni degli animali, 2022)

Scrittura d’acqua (sul “Primo Amore”)

Dovunque acqua sia voce raccoglie (meglio: accoglie) e riscrive molti testi più o meno recenti, molti percorsi di scrittura e di pensiero sempre caratterizzati da quella tensione intellettuale e psichica mai pacificata, sempre sull’orlo del precipizio, sempre interrogante che vivifica tutti i libri di Domenico Brancale dal momento che l’acqua richiama direttamente l’interrogazione intorno all’origine, agli stati della pre-nascita per inoltrarsi nello stare-nel-mondo sempre condizionato (talvolta dolorante) a causa di questa separazione originaria.

[da qui]

Mariella Mehr: la parola / das Wort

Mariella Mehr
(27 dic. 1947 – 5 set. 2022)

Niente,
nessun luogo.
C’è ancora rumore
di sventura nella testa,
e sulla mappa del cielo
io non sono presente.

Mai è stata primavera,
sussurrano le voci di cenere,
sulla bilancia del linguaggio
sono una parola senza peso
e trafiggo il tempo
con occhi armati.

Futuro?
Non assolve
me, nata sghemba.
Vieni, dice,
la morte e un ciglio
sulla palpebra della luce.

Per Mariella Mehr:

sulle Nature indivisibili (ricordo di Domenico Brancale)

sul Primo Amore (ricordo di Anna Ruchat)

sulla Dimora del tempo sospeso

*

Scritto 75

vincent-van-gogh-notte-stellata(per Domenico Brancale)

«Nella freccia sta il grido del centauro. / Io la scoccai lontano verso la realtà» da Per diverse ragioni (Passigli Editori, Bagno a Ripoli  2017, p. 54).

È forse nel dislocare noi stessi senso e ragione: non la natura umana e animale del centauro significano e dicono, ma la sua freccia scagliata (scagliata parola), quello che, allontanandosi e allontanatosi, nega la staticità e l’immutabilità le quali, invece, sono sterili e già defunte.  Continua a leggere Scritto 75

Giacinto Cerone

cerone_agaveContinuo a ribadire il forte, per me necessario legame con Le nature indivisibili di Mauro Leone; e oggi desidero dare eco a questo splendido scritto di Domenico Brancale, appena pubblicato proprio sulle Nature indivisibili (e già apparso in Congiungimenti 69 di Hervé Bordas e Domenico Brancale, Prova d’Artista 2022): DISCORSO SUL GIACINTO (1957 – 2004).

Non dire a sordo (di Domenico Brancale)

Non+dire+a+sordo
NON DIRE A SORDO
DI DOMENICO BRANCALE
REGIA DI JACOPO GANDOLFI, MANIPOLAZIONE SONORA DI MANFREDI CLEMENTE
CON: DOMENICO BRANCALE, PINTUS IL CANE

Galleria De’ Foscherari, Via Castiglione 28, Bologna – dal 12 al 19 febbraio 2022

Continua a leggere Non dire a sordo (di Domenico Brancale)

Sguardo, sguardi. Finestre

nadotti_berger_kunowskyEcco L’intatta coerenza dello sguardo di Maria Nadotti – e desidero fare due precisazioni (la prima generale, la seconda di carattere personale) nell’introdurre questa magnifica proposta apparsa nelle ultime settimane nella collana Prova d’Artista curata da Domenico Brancale per le Edizioni della Galerie Bordas di Venezia: Maria Nadotti è scrittrice, saggista e traduttrice generosa che mette spesso la propria scrittura (limpida ed elegante perché espressione di un pensiero limpido ed elegante) al servizio di altre scritture altrettanto generose e decisive nella nostra contemporaneità e mi limito qui soltanto a ricordare quanto si sia adoperata perché in Italia si venisse a conoscere il pensiero di bell hooks; devo a lei quella che mi piace chiamare “la mia passione bergeriana”, dal momento che nella mia biblioteca sono presenti pressoché tutti i libri di John Berger tradotti e spesso introdotti o commentati da Maria Nadotti ed è stato proprio il tramite di questi commenti,  introduzioni e traduzioni che di volta in volta mi ha spinto a comprare un nuovo volume di Berger   –   –   –   bruciante agisce in me il rimpianto di non avere mai avuto l’occasione d’incontrarlo.  Continua a leggere Sguardo, sguardi. Finestre

Il centro dell’ombra e il fondo d’inchiostro: su “La forza prigioniera” di Anna Ruchat

envol_1974Stando all’ammonizione contenuta nella Nota di Domenico Brancale al libro di Anna Ruchat La forza prigioniera (Passigli Editore, Bagno a Ripoli 2021) – «Quando il poema è finito conviene tacere. Tutto ciò che si capisce è destinato a svanire. Anzi forse non è mai esistito. La poesia non è fatta per essere capita» (p. 85) – dovrei limitarmi a segnalare la pubblicazione del volume, magari raccomandandone caldamente la lettura; in effetti Domenico mi pone innanzi al legittimo e ineludibile dilemma nel quale mi dibatto ogni volta che decido di scrivere di un libro in poesia e che non sono mai capace di risolvere, dal momento che anch’io sono convinto che la poesia vada accolta, ascoltata, portata con sé (dentro di sé), mai sottoposta a luttuose autopsie o a frettolose recensioni (respingo il termine e il concetto stesso di “recensione”); d’altro canto mi succede talvolta di aver bisogno di scrivere di un libro in poesia, di rendere altre persone partecipi di quelli che da anni chiamo attraversamenti dei libri che studio e di cui poi scrivo; ebbene, spero non sia un banale escamotage linguistico questo mio parlare di un attraversamento del libro di Anna Ruchat, ché attraversare un libro in poesia significa sospendere il tempo banausico che opprime e affligge, indugiare nei e fra i testi, lasciarsi invadere dalla memoria di altri testi, di altri libri, stupirsi, soffermarsi a meditare su di un’immagine o su di un verso, osservare e ripercorrere la struttura del libro, provarsi a scorgerne scaturigini e motivazioni… M’illudo allora che anche attraversare in questo modo il libro di Anna Ruchat sia una maniera possibile di tacere, anche perché, afferma Domenico Brancale poco oltre, «se sapessimo veramente il significato di ciò che diciamo, non potremmo più scrivere».  Continua a leggere Il centro dell’ombra e il fondo d’inchiostro: su “La forza prigioniera” di Anna Ruchat

Faces

lorenzo_spagnoloLorenzo Spagnolo fotografa in pellicola bianco e nero. Il verbo inglese to shoot sta sia per scattare sia per sparare e questo doppio significato calza a pennello al lavoro di Lorenzo. Memore della lezione di Henri Cartier-Bresson, Lorenzo preme il grilletto per cogliere l’istante decisivo, soltanto quello gli sta a cuore, giammai per mitragliare. Viaggia triplicemente armato. Nikon F. Nikon FE. Contax ST. Scordatevi le cosiddette foto-ricordo. Quest’occhiolesto fa tutto il contrario di foto-ricordo. Le sue potremmo chiamarle foto-oblio: l’obiettivo di Lorenzo ci dimentica, smemora il corpo e, smemorandolo, risveglia qualcosa, slatentizza un mistero. Posso vederlo far capolino sulla mia pelle che mobilmente affresca la sua pellicola, l’ignoto stanato. Un discorso a parte meriterebbe l’uso che egli fa del fuori-fuoco: esso corrisponde, in estrema sintesi, alla ricerca di una messa a fuoco carnal spirituale. Nel seguente assaggio appaiono facce e corpi, lampi e sguardi, relazioni ed elezioni finite sulla sua linea di mira in due diverse occasioni, nel corso di questa estate bolognese. (JC)  leggi l’intero articolo sul Primo Amore.

Quasi uno “scritto”…

atelier-di-Rostia-cop

… perché, in realtà, da qui, dalla Dimora del Tempo sospeso, rimando allo spazio amico e ospitale Le nature indivisibili, perché è lì che è possibile leggere  due “scritti” che rendono omaggio alla persona e all’opera di Rostia Kunovsky, perché da qui il mio grazie va a Mauro Leone (Morel),  genius loci, ideatore, sapiente  e sollecito curatore delle Nature indivisibili, e a Domenico Brancale (che ha concepito il progetto di un tale omaggio invitandomi a farne parte) – e mi permetto infine di segnalare, sempre nello spazio Le nature indivisibili, la presenza vivificante e dialogante della scrittura di Rossana Lista con la sua rubrica Accento acuto.

Da nessuna parte mai. Nell’atelier di Rostia Kunovsky. Di Domenico Brancale

Nella trasparenza dello sguardo. Per Rostia Kunovsky. Di Antonio Devicienti

Domenico Brancale: La morte verbale

Nell’ambito della rassegna del festival on-line di BOLOGNA IN LETTERE segnalo il video LA MORTE VERBALE di Domenico Brancale.

Il video rimarrà fruibile su youtube – canale del festival.

POETRY IN MOTION : Domenico Brancale LA MORTE VERBALE

memoria video: Jacopo Gandolfi, voce intro: Vito M. Bonito

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Artaud e Bordas

Artaud_Samorì C……….Perché proporre il carteggio tra l’editore Pierre Bordas e Antonin Artaud nelle edizioni Prova d’Artista (Antonin Artaud. Lettere a Pierre Bordas con uno scritto di Pierre Bordas)? Perché Domenico Brancale traduce il carteggio e ne cura l’edizione? Perché Nicola Samorì associa sue realizzazioni a quelle di Artaud? E perché Pasquale Di Palmo vi acclude una sua nota?

………Perché il rapporto tra un editore e uno dei suoi autori è e resta spesso problematico, se non ambiguo, ma talvolta si risolve in una pubblicazione di valore eccezionale, perché lettere e illustrazioni testimoniano di una tappa fondamentale dell’opera artaudiana (la pubblicazione del libro Artaud le Mômo), perché Artaud continua a ispirare e a suggestionare gli artisti. Continua a leggere Artaud e Bordas

Quaderni delle Officine (CIV)

Quaderni delle Officine
CIV. Marzo 2021

quaderno part_ b_n

Antonio Devicienti

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Leggendo Stefan Hyner
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Leggendo Stefan Hyner

“È indubbio merito di Anna Ruchat e di Domenico Brancale la forte determinazione con la quale i due poeti e traduttori cercano di far conoscere anche in Italia l’opera e la figura di Stefan Hyner (nato a Mannheim nel 1954) di cui erano apparsi in italiano Sfrenata quiete (Porto dei Santi 2001) e Il ballo della scimmia (Scheiwiller 2004) – la passione e la cura di Ruchat e di Brancale permettono ora di leggere Hyner in due edizioni per diverse ragioni pregevolissime: Cuore vince. Poesie 2006-2015 / Herz ist Trumpf. Gedichte 2006-2015 (FT-Finis Terrae di Ibis Edizioni, Pavia-Como 2020) e I diari perduti di Romy Schneider / Das verlorene Tagebuch der Romy Schneider (Prova d’Artista / Galerie Bordas, Venezia 2021).” […]

Continua a leggere Leggendo Stefan Hyner

(La Disseminazione)

Jacques Derrida

………………(Dedica dell’autore trovata in
…………..un esemplare di La Dissémination.
………Traduzione di Domenico Brancale
……………………..Da “Anterem” n. 100)

………..« al centro
………..« del poema
………..« la pietra

LA DISSEMINAZIONE « sparsa e lui

« come una raffica di pietre
« ripercuotendosi
« d’altro luogo
« in lui
« attraversata
« la pietra

« invertita la pietra

« la pietra dura
« la pietra tenera

« insieme anche il cammino

« l’
« ala
« cade
« anonima
« della pietra

« rosa
« amara
« semenza

« lo specchio in pena ……….« LA DIFFERENZA STESSA »