Quaderni di Traduzioni LXXXIII. Aprile 2023
Danièle Leclair L'itinerario di Orione in "Erbe aromatiche cacciatrici"
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Quaderni di Traduzioni LXXXIII. Aprile 2023
Danièle Leclair L'itinerario di Orione in "Erbe aromatiche cacciatrici"
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(da: L’itinerario di Orione in “Erbe aromatiche cacciatrici”)
“Orione è un gigante cacciatore, figlio di Euriale e di Poseidone, o di Ireo. Si dice anche che sia nato dalla Terra, come quasi tutti i Giganti. Da suo padre gli deriva il potere di camminare sul mare. Era di grande bellezza e di forza prodigiosa. Sposò dapprima Sida, così bella e così fiera della sua bellezza da pretendere di rivaleggiare con Era – cosa che indusse la dea a gettarla nel Tartaro. Privato della moglie, Orione si recò a Chio, forse chiamato da Enopio che gli chiese di liberare l’isola dalle bestie selvagge. Lì Orione si innamorò di Merope, figlia di Enopio, che si mostrò contrario al matrimonio. Qui le versioni differiscono. A volte si dice che Orione, ubriaco, volesse usare violenza a Merope, a volte che sia stato lo stesso Enopio a farlo ubriacare. In ogni caso, Enopio accecò Orione mentre dormiva sulla riva. Orione si recò allora nella fucina di Efesto e lì, preso un bambino, se lo mise sulle spalle e gli chiese di condurlo verso il sole nascente. Orione recuperò la vista […]. Poi l’Aurora si innamorò di Orione e lo portò con sé a Delo. Orione fu ucciso da Artemide, sia perché l’aveva incautamente sfidata in una gara di lancio del disco, sia perché aveva cercato di violentare una delle sue ancelle. Ma la storia della sua morte è la seguente: Orione aveva cercato di fare violenza ad Artemide stessa e la dea gli aveva mandato contro uno scorpione che lo aveva punto sul tallone. Per aver reso questo servizio ad Artemide, lo scorpione fu trasformato in una costellazione e Orione ebbe un destino simile. Ecco perché la costellazione di Orione fugge continuamente quella dello Scorpione.” (Pierre Grimal)
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E ora se tu avessi il potere di dire l’erba aromatica del tuo mondo profondo, ricorderesti l’artemisia. L’appello al segno vale la sfida. Ti distenderesti sulla tua pagina, ai bordi di un ruscello, come l’ambra grigia sulle alghe arenate; poi, a notte alta, ti allontaneresti dagli abitanti insoddisfatti, per un oblio che serve da stella. Non sentiresti più gemere le tue scarpe sfondate.
«Salendo sulla collina che si vede in lontananza, proprio sullo sfondo del quadro, e già toccata dai raggi del sole nascente, il sentiero che Orione sta seguendo riaffiora come una linea sottile, chiara e tortuosa. Sembra, però, che il gigante non debba mai giungere fin là, poiché man mano che il sole si alza nel cielo le stelle impallidiscono, svaniscono, e la gigantesca sagoma immobile dai grandi passi si affievolisce poco a poco, scomparendo nel cielo pallido […]»