(più che a margine, provvisorio)
testo e foto di Mia Lecomte
Continua a leggere Qualche appunto che mi hai chiestoDa bambina ripetevo convinta: «Tanto morirò presto». Qui la materia è labile, effimera. Il corpo si indossa distrattamente, sghembo, senza riguardo. Cadrà, sparirà, non ce ne accorgeremo neppure. C’è una grande eleganza – nessuna volgarità, tristezza, rassegnazione – anche nella povertà, nella sporcizia. Quello che conta è altrove e insieme profondamente in noi. Si sta come se non si stesse. Mai.
Come se fossi tornata a casa dopo tanto tempo. A colazione, la mattina.