Quaderni delle Officine
CXIII. Novembre 2021
Giuseppe Zuccarino
Char a lume di candela
I finestroni dell’atelier che lasciano filtrare il variare della luce cadenzano il tempo ciclico della visione.
La luce, iride di colori, non illumina le cose, è le cose – i colori per dire la luce non imiteranno, non descriveranno, non illustreranno: bruceranno nella loro verità di luce, s’annulleranno per dire meglio e più amorosa mente.
Roberto Grossatesta avrebbe riconosciuto questi luoghi del pensiero e della visione, anche se questa luce in quest’atelier dell’arte e del pensiero è supremamente terrestre.
E le fiamme di candela o di lume a olio di Georges de la Tour?
E la luce del Faro d’Islanda di Claudio Parmiggiani?