Archivi tag: los perros románticos

A. D. 2035

Continua a leggere A. D. 2035

Pubblicità

La scimmia all’aperto

Roberto Bolaño

LA SCIMMIA ALL’APERTO
(EL MONO EXTERIOR)

Tratto da I cani romantici
(Los perros romaánticos)

Hai presente il Trionfo di Alessandro Magno, di Gustave Moreau?
La bellezza e il terrore, l’istante di cristallo in cui si spezza
il respiro. Ma tu non hai indugiato sotto quella cupola
nella penombra, sotto quella cupola illuminata dai feroci
raggi di armonia. E nemmeno ti si fermò il respiro.
Camminasti come una scimmia instancabile tra gli dèi
perché sapevi – o forse no – che il Trionfo dispiegava
le sue insegne nella caverna di Platone: immagini,
ombre senza consistenza, sovranità del vuoto. Tu volevi
raggiungere l’albero e l’uccello, i resti
di una misera festa all’aperto, la terra deserta
innaffiata col sangue, la scena del delitto dove pascolano
le statue dei fotografi e degli sbirri, e la bellicosa vita
senza riparo. Ah, la bellicosa vita senza riparo.

I passi di Parra

Roberto Bolaño

Los pasos de Parra

Tratto da:
Los perros románticos
(I cani romantici)

Ahora Parra camina
ahora Parra camina por Las Cruces
Marcial y yo estamos quietos y oímos sus pisadas
Chile es un pasillo largo y estrecho
sin salida aparente
El Flandes indiano que se quema allá a los lejos
un incendio rodeado de huellas Continua a leggere I passi di Parra

Storie

Roberto Bolaño

Testi tratti da Los perros románticos
(da qui)

JUNTO AL ACANTILADO

En hoteles que parecían organismos vivos.
En hoteles como el interior de un perro de laboratorio.
Hundidos en la ceniza.
El tipo aquel, semidesnudo, ponía la misma canción una y otra vez.
Y una mujer, la proyección holográfica de una mujer, salía a la terraza
a contemplar las pesadillas o las astillas.
Nadie entendía nada. Continua a leggere Storie

Godzilla in Messico

Roberto Bolaño

GODZILLA IN MESSICO

Ascolta quello che ti dico, figlio mio: le bombe cadevano
su Città del Messico
ma nessuno sembrava rendersene conto.
L’aria diffuse il veleno attraverso
le strade e le finestre aperte.
Tu avevi appena mangiato e stavi vedendo alla tele
i cartoni animati.
Io leggevo nella stanza accanto
quando mi accorsi che stavamo per morire.
Nonostante il malessere e la nausea mi trascinai
fino alla sala da pranzo e ti trovai sul pavimento.
Ci abbracciamo. Mi domandasti cosa stesse succedendo
e io non ti dissi che eravamo nel programma della morte
ma che stavamo per iniziare un viaggio,
uno splendido viaggio, insieme, e di non avere paura.
Andandosene, nemmeno la morte
ci chiuse gli occhi.
Che cosa siamo?, mi chiedesti una settimana o un anno dopo,
formiche, api, cifre sbagliate
nella grande brodaglia putrida del caso?
Siamo esseri umani, figlio mio, quasi uccelli,
eroi pubblici e segreti.

(da qui)

Biografia di Dino Campana

Roberto Bolaño

DINO CAMPANA RIVEDE
LA SUA BIOGRAFIA
NEL MANICOMIO DI CASTEL PULCI

Ero portato per la chimica, per la chimica pura.
Ma scelsi di fare il vagabondo.
Vidi l’amore di mia madre nelle bufere del pianeta.
Vidi occhi senza corpo, occhi eterei che orbitavano
intorno al mio letto.
Dicevano che ero fuori di testa.
Presi treni e navi, percorsi la terra dei giusti
di primo mattino e con la gente più umile:
gitani e mercanti.
Mi svegliavo molto presto o non dormivo. Nell’ora
in cui la nebbia non è ancora svanita
e i fantasmi di guardia al sogno mettono sull’avviso inutilmente.
Sentivo i moniti e gli allarmi ma non ho saputo decifrarli.
Non erano diretti a me ma a coloro che dormivano,
però non ho saputo decifrarli.
Parole incomprensibili, grugniti, grida di dolore, lingue
straniere sentivo ovunque andassi.
Esercitai i mestieri più umili.
Attraversai l’Argentina e l’intera Europa nell’ora in cui tutti
dormono e appaiono i fantasmi guardiani del sogno.
Ma proteggevano il sogno degli altri e io non seppi
decifrare i loro urgenti messaggi.
Frammenti forse sì, e per questo visitai i manicomi
e le prigioni. Frammenti,
sillabe brucianti.
Non credetti nei posteri, anche se talvolta
ho creduto alla Chimera.
Ero portato per la chimica, per la chimica pura.

Tratto da qui

Il verme

Roberto BolañoRoberto Bolano

IL VERME

Rendiamo grazie per la nostra povertà, disse il tipo vestito di stracci.
Lo vidi con quest’occhio: vagava per un paese di case piatte,
fatte di cemento e mattoni, fra Messico e Stati Uniti.
Rendiamo grazie per la nostra violenza, disse, anche se sterile
come un fantasma, anche se non ci porta a nulla,
ma nemmeno queste strade conducono da qualche parte.
Lo vidi con quest’occhio: gesticolava su uno sfondo rosa
che resisteva al nero, ah, i tramonti della frontiera,
letti e perduti per sempre.
I tramonti che si portarono via il padre di Lisa
all’inizio degli anni Cinquanta.
I tramonti che videro passare Mario Santiago,
su e giù, mezzo assiderato, sul sedile posteriore
della macchina di un contrabbandiere. I tramonti
dell’infinito bianco e dell’infinito nero.

Continua a leggere Il verme

La visita al convalescente

Roberto Bolaño

LA VISITA AL CONVALESCENTE

E’ il 1976 e la Rivoluzione è stata sconfitta
ma noi ancora non lo sappiamo.
Abbiamo 22, 23 anni.
Io e Mario Santiago camminiamo lungo una strada in bianco e nero.
Alla fine della strada, in un palazzo che sembra uscito da un film
degli anni Cinquanta
c’è la casa dei genitori di Darío Galicia.
E’ il 1976 e Darío Galicia è stato operato al cervello.
E’ vivo, la Rivoluzione è stata sconfitta, è una bella giornata
nonostante le nuvole nere che avanzano lentamente dal nord attraverso la valle.
Darío ci riceve sdraiato su un divano.
Prima però parliamo con i suoi genitori, due persone ormai anziane,
il signor e la signora Scoiattolo, che osservano l’incendio
del bosco da un ramo verde sospeso nel sogno. Continua a leggere La visita al convalescente

Io ed Ernesto Cardenal

Roberto Bolaño

IO ED ERNESTO CARDENAL 

Stavo camminando, sudato e con i capelli appiccicati
sul viso
quando vidi Ernesto Cardenal che proveniva
dalla direzione opposta.
In segno di saluto gli dissi:
Padre, nel regno dei cieli
che è il comunismo,
c’è posto per gli omosessuali?
Sì, rispose.
E per i masturbatori impenitenti?
Per gli schiavi del sesso?
Per i giocherelloni del sesso?
Per i sadomasochisti, per le puttane, per i fanatici
dei clisteri,
per quelli che ormai non possono più, quelli che veramente
ormai non ce la fanno più?
E Cardenal rispose sì.
Allora alzai lo sguardo
e le nuvole mi parvero
lievi sorrisi rosei di gatti
mentre gli alberi che punteggiavano la collina
(la collina che dobbiamo scalare)
agitavano i rami.
Alberi selvatici, che sembravano dire
un giorno, prima o poi, dovrai pur venire
tra queste braccia morbide, tra queste braccia ruvide,
tra queste braccia fredde. Una freddezza vegetale
che ti farà rizzare i peli.

(da qui)

Raggi X

Roberto Bolaño

RAGGI X

[Tratto da:
Los perros románticos (I cani romantici)
“Quaderni di traduzione”, XII, 2012]

Se osserviamo ai raggi X la casa del paziente
vedremo i fantasmi dei libri sugli scaffali silenziosi
o accatastati nel corridoio o su comodini e tavoli.
Vedremo anche un taccuino con disegni, linee e frecce
che divergono e si intersecano: sono i viaggi in compagnia
della morte. Ma la morte, nonostante il superbo memorandum,
non ha ancora trionfato. I raggi X ci dicono che il tempo
si espande e si restringe come la coda di una cometa
all’interno della casa. La vita continua a dare i migliori
frutti. E così come il mare promise a Jaufré Rudel
la visione dell’amata, questa casa vicina al mare promette
al suo abitante il sogno della torre distrutta e ricostruita.
Tuttavia, se guardiamo ai raggi X l’interno dell’uomo
vedremo ossa ed ombre: fantasmi di feste
e paesaggi in movimento come contemplati da un aereo
che sta precipitando. Vedremo gli occhi che egli vide, le labbra
che le sue dita sfiorarono, un corpo emerso
da una tempesta di neve. Vedremo il corpo nudo
così come egli lo vide, e gli occhi e le labbra che sfiorò,
e sapremo che non c’è scampo.

Asini e poeti

Poesia messicana

Roberto Bolaño

Y acaso son los gestos de valor los que
nos dicen adiós, sin resentimiento ni amargura,
en paz con su gratuidad absoluta y con nosotros mismos.

Continua a leggere Asini e poeti

Fantasmi

Edna Lieberman

Roberto Bolaño
Edna Lieberman

“Empecé a leer los libros de Bolaño gracias a “una casualidad”, más bien lo llamaría destino. Hacia enero de 2006, paseando dentro de una librería en el Distrito Federal, me topé con la portada del libro homenaje que le dedica Jorge Herralde a Roberto. Al ver la fotografía de Bolaño, la presión se me fue al suelo, porque no había visto dicha imagen en casi 30 años.

Edna Lieberman, Cartas a mi fantasma
Como un paréntesis, Roberto y yo fuimos pareja en Barcelona hacia 1979, no por mucho tiempo, pero sí una relación muy intensa y pasional. A lo largo de los años me llegaban comentarios de que Roberto publicaba y ganaba premios, sin embargo nunca me surgió el interés por leer su literatura. En pocas palabras: lo había enterrado en el oscuro cajón del no recuerdo. En el 2003 fui enterada del fallecimiento de Roberto, lloré esa noche y volví a olvidarme del asunto.

Continua a leggere Fantasmi

I cani romantici (IV)

Roberto Bolano

Roberto Bolaño

LLUVIA

Llueve y tú dices es como si las nubes
lloraran
. Luego te cubres la boca y apresuras
el paso. ¿Como si esas nubes escuálidas lloraran?
Imposible. Pero entonces, ¿de dónde esa rabia,
esa desesperación que nos ha de llevar a todos al diablo?
La naturaleza oculta algunos de sus procedimientos
en el Misterio, su hermanastro. Así esta tarde
que consideras similar a una tarde del fin del mundo
más pronto de lo que crees te parecerá tan sólo
una tarde melancólica, una tarde de soledad perdida
en la memoria: el espejo de la Naturaleza. O bien
la olvidarás. Ni la lluvia, ni el llanto, ni tus pasos
que resuenan en el camino del acantilado importan.
Ahora puedes llorar y dejar que tu imagen se diluya
en los parabrisas de los coches estacionados a lo largo
del Paseo Marítimo. Pero no puedes perderte.

Continua a leggere I cani romantici (IV)

I cani romantici (III)

Roberto Bolano                            Roberto Bolaño

LOS ARTILLEROS

En este poema los artilleros están juntos.
Blancos sus rostros, las manos
entrelazando sus cuerpos o en los bolsillos.
Algunos tienen los ojos cerrados o miran el suelo.
Los otros te consideran.
Ojos que el tiempo ha vaciado. Vuelven
hacia ellos después de este intervalo.
El reencuentro sólo les devuelve
la certidumbre de su unión.

Continua a leggere I cani romantici (III)

I cani romantici (II)

Roberto Bolano

Roberto Bolaño

SANGRIENTO DÍA DE LLUVIA

Ah, sangriento día de lluvia
qué haces en el alma de los desamparados,
sangriento día de voluntad apenas entrevista:
detrás de la cortina de juncos, en el barrizal,
con los dedos de los pies agarrotados en el dolor
como un animal pequeño y tembloroso:
pero tu no eres pequeño y tus temblores son de placer,
día revestido con las potencias de la voluntad,
aterido y fijo en un barrizal que acaso no sea
de este mundo, descalzo en medio del sueño que se mueve
desde nuestros corazones hasta nuestras necesidades,
desde la ira hasta el deseo: cortina de juncos
que se abre y nos ensucia y nos abraza.

Continua a leggere I cani romantici (II)