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Polifonia narrativa

Giuseppe Zuccarino

Polifonia narrativa

Il primo libro pubblicato da Louis-René des Forêts è un romanzo, Les Mendiants[1]. Faranno poi seguito varie opere di rilievo, ma in esse l’autore non tenterà più di raggiungere l’ampiezza del volume d’esordio. Scrittore molto esigente, des Forêts motiverà questa sua particolarità nei termini seguenti: «Una prima opera non è un trampolino per la seconda, né la seconda per la terza, ecc. Proprio al contrario, le prime costituiscono, di per sé, dei seri ostacoli all’elaborazione della seguente. Ed è tanto più difficile trionfare sulle difficoltà che si presentano alla soglia dell’ultima in quanto lo spirito critico si sviluppa continuamente, irridendo, dissuadendo, asserendo con ardore che, se non si è riusciti a condurre a perfezione un’attività creativa fin dai primi tentativi, ci sono poche possibilità di riuscirci quest’altra volta»[2]. Egli è di norma severo con se stesso, dunque le sue parole non devono indurci a credere che, ad esempio, il romanzo breve Le Bavard o i racconti di La Chambre des enfants siano meno validi rispetto a Les Mendiants[3]. Di fatto, però, la difficoltà di esprimersi in maniera soddisfacente verrà da lui ribadita con sempre maggiore insistenza.

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Il dialogo e il silenzio

Giuseppe Zuccarino
Maurice Blanchot

Blanchot: il dialogo e il silenzio

       L’amicizia a distanza

     Quando si parla dell’opera critica di Maurice Blanchot, e in particolare dei volumi da lui pubblicati nella seconda parte della vita, è quasi inevitabile chiamare in causa, assieme ad altre, anche la nozione di amicizia. E in effetti, nelle ultime grandi raccolte saggistiche, l’importanza del colloquio fra amici viene posta in forte evidenza(1). Per capire meglio che ruolo giochino in ciò – o, almeno in apparenza, contro ciò – la personalità riservata dell’autore ed anche la sua concezione austera della letteratura, converrà precisare che per lui l’amicizia non comporta necessariamente la frequentazione personale. Continua a leggere Il dialogo e il silenzio

La sventura al Lido

Louis-René des Forêts

Il racconto di des Forêts, apparso nel 1985 in un numero monografico della rivista «Cahiers pour un temps» dedicato a Pierre Klossowski, è stato poi riedito in volume autonomo: L.-R. des Forêts, Le malheur au Lido, Montpellier, Fata Morgana, 1987. Si avverte che, nel racconto, le espressioni da noi riportate in corsivo (ad eccezione, ovviamente, del post scriptum) sono in italiano nel testo originale. Come spiega l’autore stesso, il titolo allude a La morte a Venezia di Thomas Mann, del 1912, e al film che ne ha tratto Luchino Visconti nel 1971. La presente traduzione è stata pubblicata per la prima volta in «Arca», n. 1, 1997. La Lettre à Dominique Rabaté di Roger Laporte è apparsa in «Le temps qu’il fait», n. 6-7, 1991, pp. 53-55. Le opere di des Forêts a cui Laporte fa riferimento sono il romanzo Le bavard, Paris, Gallimard, 1946 (tr. it. Il chiacchierone, Milano, Guanda, 1982), i racconti Les grands moments d’un chanteur e Une mémoire démentielle, entrambi compresi in La chambre des enfants, Paris, Gallimard, 1960 (tr. it. La stanza dei bambini, Macerata, Quodlibet, 1996) e due volumetti di poesia: Les Mégères de la mer, Paris, Mercure de France, 1967 e Poèmes de Samuel Wood, Montpellier, Fata Morgana, 1988. (Giuseppe Zuccarino)

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