Anche questa volta si pensa al Manfred incarnato da Carmelo Bene, agli spasmodici recitativi del Tristan und Isolde di Wagner, alle affermazioni vertiginose di assoluto del Prinz von Homburg di Kleist mentre si leggono le sequenze di Ludwig di Andrea Leone (Fallone Editore, Taranto 2022) che ripete le altezze e le sontuosità del dire già raggiunte in Hohenstaufen e in Kleist – e si ha l’impressione di essere davanti a una “trilogia tedesca” nella quale si compie il miracolo di poter leggere in italiano sequenze di testi che, se fossero scritti in tedesco, avrebbero la stessa forza espressiva e concettuale, il medesimo ritmo antiretorico eppure sapientemente condotto secondo l’arte del dire e dell’argomentare. [continua a leggere su Via Lepsius]
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Da “Ludwig” di Andrea Leone
Andrea Leone Ludwig Fallone Editore 2022
La stanza azzurra della mia testa - gli infiniti gli inflessibili incidenti delle mie menti - la galleria di specchi dei miei cervelli - l'autore drammatico che mi ha creato - il mattino che allestisco in tutto il libro violentssimo - Tu sei la pura partitura che mi esegue, tu sei esattamente la lente delle spietatezze, tu sei l'implacabile sole di sangue nelle stanze, tu sei il delitto che dirigo, tu sei il pericolo che indico. Tu mio altro tu mio inaspettato attentato matematico. Mio creato dal crollo. Mio contemporaneo del canto. Mio coetaneo dell'entusiasmo.