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Post-Kult, 3
L’umanità in cantiere di Andrea Lanfranchi
Manuel Cohen
Andrea Lanfranchi
REPERTORIO DELLE VOCI
NUOVA SERIE, N. 4 (XXXI)
L’umanità in cantiere
di Andrea Lanfranchi.
Pazienza dei giorni,
scienza della luce.
cantiere in luce
cantiere in luce d’acquitrini
tavole lasciate nella melma
– tavole e cielo, e ferri da 18
sullo specchio orizzontale
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Luigi Di Ruscio nella lingua di Omero
Ovunque l’ultimo
per questa razza orribile di primi
ultimo nella sua terra a mille lire a giornata
ultimo in questa nuova terra
per la sua voce italiana
ultimo ad odiare
e l’odio di quest’uomo vi marca tutti
schiodato e crocifisso in ogni ora
dannato per un mondo di dannati.
Παντού τελευταίος
γι’ αυτή την απαίσια ράτσα των πρώτων
τελευταίος στην πατρίδα του με χίλιες λιρέτες τη μέρα
τελευταίος σε τούτη τη νέα πατρίδα
για την ιταλική φωνή του
τελευταίος να μισεί
και το μίσος αυτού του ανθρώπου σάς σημαδεύει όλους
ξεκάρφωτος κι εσταυρωμένος κάθε ώρα
καταδικασμένος σ’έναν κόσμο καταδικασμένων.
[Traduzione di Evanghelìa Polìmou
tratta da Poiein]
ovunque l’ultimo per questa razza orribile di primi

ovunque l’ultimo per questa razza orribile di primi
ultimo nella sua terra a mille lire a giornata
ultimo in questa nuova terra per la sua voce italiana
ultimo ad odiare e l’odio di quest’uomo marca tutto
schiodato e crocifisso ogni ora
dannato per un mondo di dannati
.
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Altamante Logli e gli zingari felici
Larry Massino
Ennio è tenace, mi marca stretto e mi costringe a pensare alla poesia, dalla quale io mi tengo da tempo a distanza di sicurezza. Sicché mi verrebbe da dirgli di tanti poeti che ho a lungo frequentato. Scremando scremando mi verrebbe da dirgli sopra di tutto di Dino Campana, di Arthur Rimbaud, di Robert Frost, di Gottfried Benn, di Velimir Chlebnikov, di Isidore Lucien Ducasse Comte de Lautréamont (dei cui canti modestamente facetti una ignota messa in scena teatrale, a puntate, per altro protagonista il poeta attore forse più grande dello scorso secolo). Ma poi penso che Ennio pensi che faccio lo smargiasso. E mi taccio. Però stamattina, per giri mii, ho incontrato Altamante Logli – mi sembra stia bene: iddio o qualunque sottoposto continuino a trattarlo come merita – l’uomo che paridemerito con Carlo più mi ha fatto amare la poesia e la lingua, ché “la lingua gli ha da s’onare, Larry, ri’ordatelo! Ché te tu se’ più sognatore che s’onatore…” Continua a leggere Altamante Logli e gli zingari felici
La neve nera di Oslo
Un Di Ruscio scatenato, vitale, comico e caustico allo stesso tempo, irriverente al massimo, torna nelle pagine di questo libro con una lingua graffiante ed eversiva che, come scrisse Italo Calvino: «Ricorda Céline, per la volontà di scaricare nel flusso delle parole una cupa aggressività».
Attuale e potente come pochi per la forte capacità di testimonianza, oltre che per l’indiscusso valore stilistico, La neve nera di Oslo cresce lungo una narrazione fluviale in prima persona, e in presa diretta, che lo scrittore fa avanzare tra bizzarre considerazioni politiche e filosofiche, intrecciate al vivere sociale e quotidiano, alle aspirazioni e ai sogni di un emigrato italiano. Argomenti della narrazione sono la privata quotidianità, l’odissea della vita di fabbrica e l’orgoglio di far parte di una classe operaia che va oltre l’appartenenza diventando condizione umana universale. Intorno il malinconico ed esistenzialissimo paesaggio lunare di Oslo, che il nostro attraversa in bicicletta o a piedi, una metropoli tra i ghiacci che sentirà per sempre straniera.
Buon compleanno, Luigi
BUON COMPLEANNO, LUIGI!
AUGURI CARISSIMO LUIGI!
Oggi è una giornata speciale: è il COMPLEANNO DI LUIGI DI RUSCIO e noi, di CARTESENSIBILI, congiuntamente a IL PONTE DEL SALE, LIETOCOLLE e LA DIMORA DEL TEMPO SOSPESO, gli abbiamo voluto fare festa. Noi tutti, insieme con tutti gli amici che lui ha qui, in Italia, abbiamo per l’occasione tinteggiato con il mare le fabbriche, allontanando per un istante l’amaro di questi tempi. Oggi la sua festa reclama la gioia. Abbiamo poi cercato una via, una rete di vie, per raggiungerlo e…
Cristi polverizzati – di Luigi Di Ruscio
Certi come ghigliottinati e fucilati morivano al centro di un festoso cerimoniale. Ero immerso nelle acque fetali, sono immerso in questa acqua sociale. Certi con rendite stupefacenti morivano torturati da costosissimi interventi chirurgici, straziati da speculate operazioni chirurgiche, certi muoiono ai lati delle strade avvolti da una calma stupefacente.
Il sorriso di Dio – di Luigi DI RUSCIO
L’allucinazione – di Luigi DI RUSCIO
(Da: Luigi Di Ruscio, L’allucinazione, Edizioni affinità elettive, Ancona, 2007)
L’allucinazione,
la forma più realistica dell’irrealtà.
Guido de Ruggero
Le streghe s’arrotano le dentiere – Luigi DI RUSCIO
Da: Luigi Di Ruscio, Le streghe s’arrotano le dentiere, introduzione di Salvatore Quasimodo, Marotta Editori, 1966 (integralmente ristampato in Poesia Italiana E-book, Biagio Cepollaro E-dizioni, Milano)
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Il segno che rimane – Luigi DI RUSCIO
più degli assolutismi preferisco i miei relativismi
più di tutto il credere amo il mio dubitare
più della crocefissione d’Iddio amo la sua resurrezione
più delle concentrazioni amo le mie distrazioni
al papa mitrato preferisco un pippo scappellato
più della ritualità amo la creatività
più del sonno preferisco la veglia
più delle radici preferisco il radicalismo
all’occupazione preferisco la liberazione
degli occupanti preferisco chi lotta contro l’occupazione
non pregate
Iddio conosce tutto quello di cui abbiamo bisogno
e tutto ci sarà dato e ci è stato dato
senza chiedere niente
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Non possiamo abituarci a morire – di Luigi DI RUSCIO
Da Non possiamo abituarci a morire
(Milano, Schwarz Editore, 1953)
1
Raccolgono la neve
con le mani coperte di sangue guasto
la mettono sulla bocca
per tutti i gelati
che quest’estate non hanno avuto
montano su pezzi di legno
e scivolano per tutti i sogni che non hanno fatto Continua a leggere Non possiamo abituarci a morire – di Luigi DI RUSCIO
Una poesia inedita di Luigi DI RUSCIO
le radici riguardano
solo il mondo vegetale
gli umani camminano volano
si perdono e magari ritrovano
strapiantano e godono
cercano nuovi pianeti abitabili
vogliono lasciarci
sparire
Il seguito in questo bellissimo post dedicato a uno dei pochi grandi poeti italiani contemporanei.
Grazie, Liliana.