[Per ricordare Anna Elisa De Gregorio, scomparsa nei giorni scorsi, ripubblichiamo questo articolo già apparso su “RebStein” in data 11 giugno 2014.]
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Marzia Spinelli: stanza madre
Manuel Cohen
Marzia Spinelli
REPERTORIO DELLE VOCI
NUOVA SERIE, N.9 (XXXVI)
Marzia Spinelli: stanza madre.
Tu sei la sola al mondo
che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre,
prima d’ogni altro amore.(Pier Paolo Pasolini,
Supplica alla madre)
Fosca Massucco: la mira dell’occhio
REPERTORIO DELLE VOCI
NUOVA SERIE N.8 (XXXV)
Fosca Massucco:
la mira dell’occhio
L’esordio in volume di Fosca Massucco (Cuneo 1972), avviene in età matura, dopo un discreto apprendistato certificato da alcune pubblicazioni e premi (‘Anna Osti’ e ‘Città di Colonna La Tridacna’). A questi fattori estrinseci, oltre che ad un paziente lavoro sulla scrittura, è da attribuire il pregevole risultato de’ L’occhio e il mirino: un’opera prima che ci presenta una voce sicura nel passo, personale nelle movenze: parafrasando l’enunciato programmatico del testo e portandolo alle sue estreme conseguenze, si potrebbe riconoscere che il bersaglio o obiettivo sia stato raggiunto dall’occhio e con il mirino. Ma sarà utile per il lettore riportare un passo dalla prefazione di Dante Maffia: «Si avverte subito che la Massucco ha alle spalle molte esperienze che però ha diluite ricavandone impressioni, giudizi, sensazioni, percezioni che adesso la aiutano a saper guardare il mondo e a saperne leggere le coordinate. In ognuno di questi componimenti si avverte una saggezza che sembra provenire da terre lontane, dall’oriente, ed è per questo che la scansione dei versi ha risonanze di sinfonie. Ecco, musica e arti figurative entrano ed escono dal laboratorio della Massucco e fanno da contraltare con i suoi pensieri. È come se lei avesse fatto incetta di sensazioni e ora volesse riordinarle attraverso lo sguardo mirando al centro. E bisogna dire che ci riesce e riesce a creare anche una circolarità espressiva senza vere e proprie cesure. Continua a leggere Fosca Massucco: la mira dell’occhio
Mario Bertasa: la variazione continua
LA VITA (super)NOVA.
SCHEGGE DI POESIA ITALIANA.
N. 3
“E uscendo alquanto del proposito presente, voglio
dare a intendere quello che lo suo salutare in me
vertuosamente operava.”
(Dante Alighieri, Vita Nova, capitolo X)
Rosaria Lo Russo: la vita terminale, la fine interminabile
LA VITA (super)NOVA.
SCHEGGE DI POESIA ITALIANA.
N. 2
“E uscendo alquanto del proposito presente, voglio
dare a intendere quello che lo suo salutare in me
vertuosamente operava.”
(Dante Alighieri, Vita Nova, capitolo X)
Continua a leggere Rosaria Lo Russo: la vita terminale, la fine interminabile
Jolanda Insana: la viva turbativa.
LA VITA (super)NOVA.
SCHEGGE DI POESIA ITALIANA.
N. 1
“E uscendo alquanto del proposito presente, voglio
dare a intendere quello che lo suo salutare in me
vertuosamente operava.”
(Dante Alighieri, Vita Nova, capitolo X)
Dario Pasero: Il qui e l’altrove della lingua
Manuel Cohen
Dario Pasero
REPERTORIO DELLE VOCI
NUOVA SERIE, N. 7 (XXXIV)
Dario Pasero:
Il qui e l’altrove della lingua.
La scrittura della residenza
e dell’erranza.
Certificato da buone uscite in riviste specializzate e in antologie di settore, fondatore a sua volta di periodici: «La Slòira», «L’Escalina», con in attivo studi di letteratura piemontese e prose dialettali, Dario Pasero, che ha licenziato pochissimi titoli di poesia, è tra gli autori di versi più interessanti della scena contemporanea. Continua a leggere Dario Pasero: Il qui e l’altrove della lingua
L’orlo
Manuel Cohen
L’orlo
Prefazione di
Gianmario Lucini
Piateda (SO), CFR Edizioni
Collana Épos, 2014
Manuel Cohen è senza dubbio più conosciuto come apprezzato e fine critico, ma la sua opera poetica, che si compone di non molti titoli, rispecchia sul versante artistico la competenza che egli dimostra sul versante critico. La sua poetica può essere sintetizzata in alcuni parole e concetti-chiave: tradizione/innovazione, attualità/pòlis, ironia satirica/elegia, forma/contenuti. […]
Tradizione Vs/ innovazione, è il primo ambito che vorrei esporre e che per caso è anche una coppia antinomica. La tradizione è infatti ciò che quelli prima di noi hanno scritto, che in qualche modo ci dà un limite, un modello. Rigettare la tradizione e illudersi di poter iniziare ex novo, da una tabula rasa, è pura ingenuità, se ha ragione Heidegger quando ci fa notare che noi siamo “gettati” nel linguaggio – e per fortuna, altrimenti non avremmo neppure un linguaggio. Dal momento che si assorbe un linguaggio, si assorbe un modello, una cultura, dei concetti, un gusto, una tendenza. Scrollarsi di dosso questa eredità, oltre che presuntuoso, sarebbe un controsenso, un’aporia: infatti il rifiuto avrebbe un contenuto che rifiuterebbe se stesso, ossia: io uso il retaggio della tradizione per rifiutare il retaggio stesso – e, di conseguenza, non faccio altro che usare la tradizione. Continua a leggere L’orlo
La lumaca che striscia sulle corde del tempo
Manuel Cohen
Anna Elisa De Gregorio
REPERTORIO DELLE VOCI
SECONDA SERIE,
N. 6 (XXXIII)
La lumaca che striscia sulle corde del tempo.
L’esordio in dialetto
di Anna Elisa De Gregorio
Un distico, sapienziale e sillogistico, tratto da La Rosa di Franco Scataglini, omaggia il poeta, uno tra i massimi lirici e neo-dialettali del Novecento, di cui ricorre quest’anno il ventennale dalla morte, ed è posto in exergo al terzo libro di versi, ed il primo in dialetto, di Anna Elisa De Gregorio: «Niente al tempo resiste: / invero, niente esiste.» Dopo due ottime raccolte in lingua, Le rondini di Manet (Polistampa 2010) e Dopo tanto esilio (Raffaelli 2012), Corde de tempo, decimo volume di una interessante collana di poesia, Donne Arte Ricerca e Sperimentazione, curata da Marina Giovannelli, e dedicata alle vincitrici del Premio Biennale Elsa Buiese (assegnato, tra le altre, a Maria Grazia Lenisa nel 2001, a Loredana Magazzeni nel 2005, a Rossana Roberti nel 2007, ad Antonella Pizzo nel 2009, e a Nelvia Di Monte nel 2011) registra il particolare approdo al dialetto. Nata a Siena da genitori campani, nel 1959 l’autrice si trasferisce nella couche di Scataglini, Ancona, città in cui vive e opera. Continua a leggere La lumaca che striscia sulle corde del tempo
Marco Scalabrino e la coralità del Novecento siciliano
REPERTORIO DELLE VOCI
NUOVA SERIE, N.5 (XXXII)
Marco Scalabrino e la coralità
del Novecento siciliano
Continua a leggere Marco Scalabrino e la coralità del Novecento siciliano
L’umanità in cantiere di Andrea Lanfranchi
Manuel Cohen
Andrea Lanfranchi
REPERTORIO DELLE VOCI
NUOVA SERIE, N. 4 (XXXI)
L’umanità in cantiere
di Andrea Lanfranchi.
Pazienza dei giorni,
scienza della luce.
cantiere in luce
cantiere in luce d’acquitrini
tavole lasciate nella melma
– tavole e cielo, e ferri da 18
sullo specchio orizzontale
Continua a leggere L’umanità in cantiere di Andrea Lanfranchi
Il lievito Madre/Padre, o Doping, nella poesia di Angela Bonanno
Manuel Cohen
Angela Bonanno
REPERTORIO DELLE VOCI
NUOVA SERIE, N. 3 (XXX)
“A rose ca gallegge ndó becchiere
me guarde cu duje uocchje annammarute]
pe ddìreme ca pe edde só fenute
i tiembe de spascézze ndó giuardine”
“La rosa che galleggia nel bicchiere
mi guarda con due occhi amareggiati
per dirmi che per essa son finiti
i tempi di goduria nel giardino”.
(Assunta Finiguerra,
Tatemije, Mursia 2010)
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Il refrain libero e civile di Vincenzo Mastropirro
Manuel Cohen
Vincenzo Mastropirro
REPERTORIO DELLE VOCI
NUOVA SERIE, N.2 (XXIX)
sempre e ovunque
Quanne u fiote s’accarne
ogne vibrazione devènde museche
da dà, camèine, scappe e po’ abbuaisce
patrune-e-suotte, du timbe e du sune.
[Quando il fiato s’accarna, / ogni vibrazione diventa musica / da lì, cammino, corro e poi volo / padrone e schiavo, del tempo e del suono.]
Continua a leggere Il refrain libero e civile di Vincenzo Mastropirro
L’angolo ospitale di Salvatore Ritrovato
Manuel Cohen
Salvatore Ritrovato
REPERTORIO DELLE VOCI
NUOVA SERIE, N. 1 (XXVIII)
Ci sono autori che si segnalano per la ricerca di una notevole sobrietà formale e tonale: autori che in epoca di effetti speciali evitano i riflettori delle mode e dei consumi culturali. Sono solidi, dal passo lungo, si esercitano con cura e costanza traguardando tappa su tappa, tassello su tassello, consapevoli che il percorso è a fondamento invisibile del viaggio, e che il viaggio è la meta stessa. A sedici anni dalla raccolta d’esordio (Quanta vita, 1997), e a due dal reportage in versi (Cono d’ombra, 2011), Salvatore Ritrovato (1967) esce con L’angolo ospitale, lavoro tra i più mossi e consapevoli, segnando la conquista di tappa in salita: a tutt’oggi il suo traguardo più alto. Continua a leggere L’angolo ospitale di Salvatore Ritrovato
Repertorio delle voci (XXVII)
Nel grande cretto, tra Ethos
ed Epos, quasi un’allegoria.
Di Marilena Renda, leggiamo finalmente per intero l’articolato poemetto Ruggine, un testo dalla lunga gestazione, già apparso in rete nel 2009, rappresentato a teatro, e qui proposto in una stesura ulteriormente rivista in cui si è sistematicamente provveduto a uniformare il tutto, a renderlo continuum, narrazione quanto più possibile coerente e organica: è probabilmente in ragione di ciò che l’autrice ha eliminato quegli inserti nell’idioma di Erice, che ci era stato possibile leggere precedentemente.
Babel
Testi di Francesco Marotta
estratti da
Esilio di voce (Smasher, 2012) e
Impronte sull’acqua (Le voci della luna, 2008),
tradotti da
Manuel Cohen (francese)
Anna Maria Curci (tedesco)
Orlo
Repertorio delle voci (XXVI)
Manuel Cohen
Gianni Iasimone
La discesa dell’esule. Le chiavi di Gianni Iasimone.
“Quando si è giovani / e uno per avventatezza o incuria / segna senza badarvi il suo destino, / molti anni o pochi giorni / di vita irredimibile pagata tutta”
(M. Luzi, Il fiume, in Su fondamenti invisibili)
“Quando si è giovani e giusti / il sangue corre più veloce / e i grumi frenano nelle gallerie / delle strade ancora da percorrere, / incidenti all’alba della vita,”
(G. Iasimone, Caro al cielo)
Repertorio delle voci (XXV)
LA POESIA DI MARINO PIAZZOLLA
E IL PRIMO NOVECENTO ITALIANO.
Questioni preliminari.
Alcune questioni di fondo, intorno alla composita opera di Marino Piazzolla (San Ferdinando di Puglia 1910, Roma 1985) restano a tutt’oggi inevase. Alcune, per così dire, estrinseche, riguardano:
1) La difficoltà a reperire i testi, per molti dei quali sarebbe opportuna una nuova edizione. Continua a leggere Repertorio delle voci (XXV)