3 (poesie) di Yannis Yfandìs
tradotte da Massimiliano Damaggio
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3 (poesie) di Yannis Yfandìs
tradotte da Massimiliano Damaggio
3 (poesie) di Stràtos Kossiòris (Στράτος Κοσσιώρης)
tradotte da Massimiliano Damaggio
3 (poesie) di Yòrgos Kartàkis
tradotte da Massimiliano Damaggio
3 (poesie) di Andréas Kentzòs
tradotte da Massimiliano Damaggio
Ian Hamilton Finlay
Little Sparta
ianhamiltonfinlay.com
traduzioni dall’inglese
Massimiliano Damaggio
Ian Hamilton Finlay (1925 – 2006), poeta, concretista, scrittore, artista visivo e giardiniere. Nel 1966 si trasferì nella fattoria di Stonypath, South Larnakshire, Scotland, e insieme alla moglie Sue iniziò a creare ciò che sarebbe diventato un giardino di fama mondiale, “Little Sparta”, dove giardinaggio, progettazione del verde, poesia e scultura s’intrecciano e danno vita a un’opera unica nel suo genere.
Vinicius de Moraes
Soneto de separação
De repente do riso fez-se o pranto
Silencioso e branco como a bruma
E das bocas unidas fez-se a espuma
E das mãos espalmadas fez-se o espanto.
De repente da calma fez-se o vento
Que dos olhos desfez a última chama
E da paixão fez-se o pressentimento
E do momento imóvel fez-se o drama.
De repente, não mais que de repente
Fez-se de triste o que se fez amante
E de sozinho o que se fez contente.
Fez-se do amigo próximo o distante
Fez-se da vida uma aventura errante
De repente, não mais que de repente.
Paulo Leminski
Transpenombra
tempesta
che passa
ma lascia i petali intatti
sei passata in me
le tue ali aperte
è passata
ma sento ancora un dolore
nel punto esatto del corpo
che la tua ombra ha toccato
che razza di dolore è questo
che quanto più duole
più ne esce sole?
“In ognuno di noi esiste ciò che si chiama “comprensione immobile”. Questo devi esercitare. Immobilità non vuol significare essere come una pietra o un tronco d’albero senza intendimento. La comprensione immobile è quanto di più agile vi sia al mondo, pronta a intraprendere ogni possibile direzione e non ha essa alcun punto su cui sosta. Immobile vuol significare senza eccitazione, non fissare né trattenere l’attenzione sopra un unico punto, in tal maniera impedendo ad essa di dirigersi su altri punti che in continuazione si susseguono. La v’è un albero con molti fusti e rami e foglie. Se la tua mente si limitasse a una di quelle foglie, non potresti tu vedere tutte le altre, mentre ne vogliamo vedere la totalità. Perciò, non dobbiamo trattenerci in alcun punto che tolga integrità alla sequenza dell’esistente.”
Paulo Leminski
Distratti vinceremo
(Destraídos venceremos)
Cura e traduzione di Massimiliano Damaggio
Forlimpopoli, Editrice L’Arcolaio, 2022
inferno
qui l’ala non esce dal bozzolo, il blu
non esce dal buio, la terra
non semina, il seme
non esce dallo scroto, lo scolo
non scorre, non sgorga
la fonte, il ponte
riporta allo stesso lato, il gallo
tace, non canta la serena, l’uccello
non cinguetta, il loglio
divora il grano, il verbo avvelena
il mito, il vento
non muove il velo, il tempo
non passa, ritarda,
la pace annoia, fermo
il mare, senza maremoto,
come una foto, la vita
senza uscita, qui,
si spegne la luna, termina
e continua.
José Gomes Ferreira
Porto 9/6/1900 – Lisboa 8/2/1985
Traduzioni di Massimiliano Damaggio
Viver sempre também cansa! O sol é sempre o mesmo e o céu azul O mundo não se modifica. As paisagens também não se transformaram. Tudo é igual, mecânico exacto. Ainda por cima os homens são os homens. E há bairros miseráveis sempre os mesmos, E obrigam-me a viver até à Morte! Pois não era mais humano Ah! se eu pudesse suicidar-me por seis meses, Quando viessem perguntar por mim E virias depois, suavemente,
Anche vivere sempre stanca! Il sole è sempre lo stesso e il cielo azzurro Il mondo non si modifica. Anche i paesaggi non si trasformano. Tutto è uguale, meccanico ed esatto. Per giunta gli uomini sono gli uomini. E ci sono quartieri miserabili sempre gli stessi, E mi obbligano a vivere fino alla Morte! Ma non era più umano Ah! Se potessi suicidarmi per sei mesi, Se venissero a chiedere di me E poi verresti, soavemente |
Giovanni Nuscis legge Edifici pericolanti
di Massimiliano Damaggio
(…) Il titolo Edifici pericolanti e l’esergo di Vinicio de Moraes (Questo cercare l’equilibrio sul filo del coltello …) preannunciano la tensione che pervade dall’inizio alla fine quest’opera. Pericolante, secondo il dizionario Treccani, è ciò “che è in pericolo, che minaccia di crollare, di rovinare”. E fin dai primi versi troviamo conferma del sentimento di precarietà generato da una filosofia economica spietatamente selettiva della specie che ha segnato il destino, con poche eccezioni, della popolazione globale, finendo per ammorbarne le relazioni, lo slancio vitale e la fiducia tra le persone e nel futuro. Di rado la poesia azzarda a tradurre in versi un fenomeno epocale così complesso e impoetico come il capitalismo, il neoliberismo, la metastasi del tessuto sociale ed economico che ne è derivata; come avviene a seguito di una guerra o di altro evento devastante.
(Leggi l’intero articolo qui)
Massimiliano Damaggio
Edifici pericolanti
Postfazione di Fabio Franzin
Nota di lettura di Nino Iacovella
Milano, Dot.com Press, 2017
a Francesco Marotta Le parole che non trovi sono tutte in certi uomini impegnati a coltivare interi alfabeti d’aria E anche se nel posto dove vivono l’unica acqua è quella della pioggia loro li affidano a certe bottiglie per i naufraghi, che se non s’infrangono prima c’è il rischio che possano perfino dissetare
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José Gomes Ferreira
Porto 9/6/1900 – Lisboa 8/2/1985
Traduzioni di Massimiliano Damaggio
Entrei no café com um rio na algibeira e pu-lo no chão, a vê-lo correr da imaginação... A seguir, tirei do bolso do colete nuvens e estrelas e estendi um tapete de flores a concebê-las. Depois, encostado à mesa, tirei da boca um pássaro a cantar e enfeitei com ele a Natureza das árvores em torno a cheirarem ao luar que eu imagino. E agora aqui estou a ouvir A melodia sem contorno Deste acaso de existir – onde só procuro a Beleza para me iludir dum destino. Sono entrato nel caffè con un fiume nel borsello e l'ho messo a terra per vederlo correre di fantasia... Poi ho tirato fuori dalla tasca del gilet nubi e stelle e ho steso un tappeto di fiori per concepirle. Dopo, appoggiato al tavolino ho estratto dalla bocca un uccello che cantava e con lui ci ho adornato la Natura degli alberi intorno per farli profumare del chiardiluna che m'immagino. E ora sto qui ad ascoltare la melodia senza rilievo di questo esistere per caso - dove solo cerco la Bellezza per illudermi di un destino.Continua a leggere José Gomes Ferreira. Gli uccelli quando muoiono cadono nel cielo.
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Non si va alle feste se non si è invitati.
Almeno il contegno, e un minimo d’amor proprio.
Guy de Maupassant
Puntata numero (1)0 / Congedo
Cosa era Gort. Gort, quello sotto la freccia, era un alieno di gommapiuma che proteggeva un alieno di carne e ossa.
Non ci è riuscito.
La vita comincia quando capiamo
che non dura molto
alcuni haiku di Millôr Fernandes
traduzione di Massimiliano Damaggio
Continua a leggere Millôr Fernandes: la poesia è una cosa seria
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a M., che vive nel silenzio dell’esilio
Puntata numero 9 / Una poesia di Amedeo Balbi
e un contributo di António Ramos Rosa
Amedeo Balbi: Potremmo essere soli nell’universo?
Una breve considerazione e una scelta di poesie in seguito alla lettura di Il grande tempo è ora di Giovanni Nuscis, Arcipelago Itaca, 2021.
Distillato cristallino di tempo. Tempo come durata, come parte che ci è assegnata durante la vita. E anche, mi sembra di capire leggendo questo bellissimo libro di Nuscis, verso la morte. Il grande tempo è quanto ci è stato ritagliato, di nero sul bianco: inchiostro sul foglio.
Continua a leggere Il mestiere di Giovanni Nuscispuntata prima / puntata poi
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Puntata numero 8 / Ciò che è
Non si può dire che Wang Wei sia “naturale” ma, a prima vista, è assolutamente semplice. E come lui altri. Anche se con gradi maggiori di spontaneità, come Li Po. L’universo dentro cui girano le loro meravigliose poesie è però taoista, buddista, zen. Tutto è sempre allegoria, perché tutto (o quasi) sta sempre per qualcos’altro.
Haroldiana
Puntate: 00 / 01 / 02 / 03
L’educazione dei cinque sensi
Metauro Edizioni, 2005
Era da molto tempo che volevo tradurre alcune poesie di Haroldo de Campos (San Paolo 1929-2003). E così, per curiosità, sono andato a sbirciare nel web italiano per vedere se qualcuno se ne fosse occupato. Ho trovato qualcosa nell’archivio di Maurizio Spatola, il fratello di Adriano. Nessuna sorpresa che gli Spatola si siano occupati dei Campos, visto che sono stati fra gli “importatori” della poesia concreta in Italia e, soprattutto, fra i loro migliori “facitori”.
Grande sorpresa invece scoprire che nel 2005, a due anni dalla morte di Haroldo, uscì per la Metauro Edizioni di Pesaro un’antologia delle poesie del brasiliano: L’educazione dei cinque sensi, curata e fortemente voluta da Lello Voce, con le traduzioni di Daniela Ferioli, nome che, per chi si occupa di Brasile, è di riferimento. E infine, libro voluto da Massimo Rizzante, che dirige la biblioteca di poesia della Metauro, e il cui proponimento (leggo dal sito) è presentare “al lettore importanti poeti del XX secolo di cui non esiste ancora, nel mercato editoriale italiano, una raccolta significativa e tende a scoprire opere e valori estetici del XX secolo in grado di mettere in discussione le prospettive poetiche italiane in materia di creazione e interpretazione”. Buon lavoro. In Italia ne mancano moltissimi all’appello.
Continua a leggere Haroldiana 00. Breve intro.