Quaderni delle Officine
XCIV. Febbraio 2020
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Il lievitare dello smarrimento.
Su Mestizia dopo gli ultimi Racconti
e La genitiva Terra di Nanni Cagnone
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Quaderni delle Officine
XCIV. Febbraio 2020
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Il lievitare dello smarrimento.
Su Mestizia dopo gli ultimi Racconti
e La genitiva Terra di Nanni Cagnone
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Antonio Devicienti
Nanni Cagnone
Cielo, pensato culmine,
concavità a cui s’imposero
leggende, mi volgo indietro
per vederti alto nel tempo
santificar colline,
fermo sui tumulti
con tua volubile eternità.Altorivolgersi, credersi
accolti, poi ruzzolare,
all’orlo ultimo scoprire
che i libri servono soltanto
a ricordare le parole.
di Marco Furia
nota di lettura a
Nanni Cagnone
Mestizia dopo gli ultimi racconti
La Finestra Editrice, 2019
Mestizia dopo gli ultimi racconti, solida raccolta di versi di Nanni Cagnone, si apre con
“Tutto prese avvio da una parola. Ma non si resiste a lungo entro una parola. Attendi nel mondo esterno il segno d’una corrispondenza, attendi completarti in un atto”.
Viene da chiedersi: e se quell’atto fosse già la parola medesima?
Se la parola, nel dire sé stessa, dicesse anche quel che si può dire del mondo?
Se le parole “sono bisognose” le vicende umane e le cose oggettive non lo sono di meno: costruire utili modelli linguistici è, dalla notte dei tempi, rilevante attività.
Non si può negare, tuttavia, come la parola possa sembrare insoddisfacente:
“La parola […] ha bisogno di materia”. Continua a leggere I bisogni della parola (su “Mestizia dopo gli ultimi racconti” di Nanni Cagnone)